Piccole parole che non hanno più importanza

di Midnight Sunflower
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Note di contesto: la storia è ambientata durante Infinity War.
 

Nella buona e cattiva sorte
{Clint e Laura Barton}


Clint scalpita come uno stallone selvaggio: si alza dal divano, fa pochi passi in cerchio e poi si risiede, sbuffando e imprecando. Va avanti così da ore – da quando i telegiornali parlano solo della scomparsa di Tony – e a niente sono valsi i tuoi tentativi di calmarlo.

«Tesoro, basta così…» Lo abbracci da dietro e senti la tensione attraversare il suo corpo. È teso come una corda di violino sul punto di spezzarsi. «Agitarsi non sistemerà le cose.»

Lui scioglie la presa e si volta verso di te; ha gli occhi lucidi e stanchi e quello sguardo ti stringe il cuore e ti colpisce in pieno come un manrovescio. Resti lì, in mezzo al salotto, inebetita e svuotata di ogni forza.

«Abbiamo già perso Tony.» La sua voce è un flebile sussurro, ma è assordante come una fucilata. «Quanto tempo passerà prima di aggiungere un altro nome alla lista?»

Le sue gambe cedono e ti lasci trascinare sul tappeto. Lo stringi a te e lo culli come la più amorevole della madri e la più comprensiva delle compagne, baciandolo delicatamente sulla fronte, mentre timidi singhiozzi scuotono il suo corpo.




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