Fiori d'arancio
-
“I
think it's brave to try to be happy”
- ~
“Pushing Daises”
-
«Cosa
ne pensi?» chiese pazientemente Natasha, per quella che era la nona
- almeno credeva - sinceramente aveva smesso di tenere il conto dopo
il sesto abito, sollevando lo sguardo attento sulla futura sposa.
-
Sharon
Carter pareva sull'orlo delle lacrime. Se ne stava ritta come uno
spillo, le spalle tesissime su quella piccola pedana, fissando
sconcertata la propria figura tornita, riflessa su ben tre – perché
uno non era abbastanza crudele – eleganti specchi fasciata in un
luccicante abito a sirena.
-
Natasha
lo capì immediatamente: lo odiava. E lei non poteva che darle
ragione.
-
Si
scambiò un'occhiata veloce con Maria, la cui espressione era rigida,
come se si stesse tenendo pronta per l'inevitabile scoppio.
-
Era
venerdì mattina e Sharon, insieme a Natasha con il piccolo Jamie,
Maria e Alexandra, si era finalmente decisa a cercare quel benedetto
abito da sposa. A due settimane dalle nozze, si trovavano in un
piccolo ma elegante atelier, che vendeva abiti da sposa ricercati di
designer emergenti.
-
Da
quella folle proposta erano passati quasi due anni e mezzo; non che
non ci avessero provato ad organizzare il matrimonio. Una volta era
stata fissata anche una data! Che però era stata presa a calci
dall'emergenza o dalla missione di turno. Dopo tanto penare
finalmente quella pareva la volta buona, anche se tutto era stato
organizzato in fretta.
-
Sasha
strinse a sé Jamie, che da poco aveva compiuto tre anni. Jace le
aveva appena scritto un messaggio per informarsi su come procedessero
le cose, ma sinceramente non sapeva se scrivergli la verità.
Quell'attimo di indecisione fu colto da Sharon che scoppiò. Si voltò
di scatto e afferrò il cellulare prima che chiunque potesse
fermarla.
-
«Adesso
lo chiamo e gli dico che non possiamo sposarci!» disse con sguardo
febbrile;
-
«Sharon!
Dammi quel cellulare» sibilò Natasha alzandosi, ma era troppo
tardi.
-
«Pronto?»
rispose la voce di un Bucky leggermente confuso;
-
«James..!»
iniziò la fidanzata disperata;
-
«Sharon
dammi quel dannato telefono» Vedova si protese in avanti cercando di
toglierle l'apparecchio a cui l'amica si stava aggrappando, quasi
fosse il suo unico appiglio nell'intero universo.
-
«Sharon?
Ragazze che succede?» ora James era un tantino agitato;
-
«James!
Mi dispiace... Dobbiamo annullare le nozze-! Io-»
-
«COSA!?»
-
«SHARON!»
-
«Sharon
non costringermi a schiaffeggiarti!» trillò Maria esasperata.
-
E
mentre il Soldato d'Inverno rischiava l'infarto sostenuto da Sam,
quanto mai confuso; Natasha riuscì dopo svariati minuti di
imprecazioni, minacce di morte e parole folli a strapparle il
cellulare di mano e a chiarire la situazione. Chiuse la comunicazione
senza nemmeno premurarsi che James avesse capito quello che era
successo in quei pochi minuti concitati.
-
«Mamma...»
pigolò il piccolo Jamie a quel punto, richiamando la sua attenzione
«La zia sta bene?».
-
Natasha
sospirò poi fece un sorriso delicato;
-
«Sì
солнышке, ha solo bisogno di un momento di riposo»
lo rassicurò.
-
«O
di un sedativo» frecciò Maria sollevando un sopracciglio. La russa
si trattenne dal ridere, poi assunse il comando.
-
«Mi
scusi signorina potrebbe portarci dell'altro vino?» chiese affabile
alla commessa, che fu ben lieta di prendere il volo – non che ormai
non fosse abituata a certe crisi isteriche - «Maria libera il
camerino da tutti quegli abiti, Sharon ha bisogno di respirare, Alex
perché non l'aiuti a togliersi quest'ultimo con calma?» le due
annuirono mentre Sharon si torturava le labbra in pena, poi si
rivolse al figlio tendendogli la mano «Ora Jamie cerchiamo noi un
bell'abito a zia Sharon».
-
-
Natasha
osservava con occhi critico svariati abiti ordinatamente appesi, era
immersa in un connubio di stoffe delicate e dai toni talmente candidi
che le pareva di essere in un paesaggio innevato. Jamie le era
aggrappato ai pantaloni e guardava frastornato e incantato tutti quei
vestiti elegantissimi dai differenti toni chiari.
-
«Mamocka?»
la chiamò «Quando ti vesti da pri-cipessa
anche tu?».
-
La
donna convogliò l'attenzione sul bambino e lo fissò in quegli
abbaglianti occhioni azzurri, del tutto identici a quelli del padre,
e gli sorrise dolcemente.
-
Jamie
a quel punto si sporse per farsi prendere in braccio. Quando sua
madre sorrideva in quel modo lui sentiva l'immensa voglia di
stringersi a lei, perché sapeva che era un sorriso speciale quello,
era solo suo... E di papà. E papà diceva sempre che quel sorriso
andava protetto.
-
Natasha
accolse la sua richiesta e lui si ritrovò fra le sue braccia
amorevoli, poggiò il capo rosso e riccioluto sulla spalla; aveva
sempre un buon profumo la sua mamma: sapeva di pane, lavanda e di
bosco... Insomma di casa.
-
«Chissà
солнышке, a papà
piacerebbe di sicuro» rispose lei con espressione malandrina
«Potremmo chiederglielo».
-
Jamie
era certo di non aver capito a fondo le parole di sua madre ma le
sembrava allegra, quindi la risposta gli bastò.
-
«Mamma,
questo!» disse sicuro quando Natasha estrasse l'abito per osservarlo
meglio. Lei annuì di rimando.
-
«Ottimo
lavoro».
-
-
Sharon
trattenne impercettibilmente il respiro fissando rapita la sua figura
allo specchio.
-
L'abito
di un delicato avorio, le cadeva morbidamente addosso, accarezzando
le sue forme. Era semplicissimo: di pregiata seta, a maniche corte
con un profondo scollo sulla schiena ma senza nessun altro ornamento
o fronzolo, una semplice fascia pendeva mollemente sulla vita, dando
l'effetto di essere casuale quando invece era stato tutto studiato al
dettaglio, la gonna scendeva soffice fino ai piedi terminando con un
corto strascico.
-
«Sharon
tutto bene?» le chiese gentilmente Alexandra emozionata.
-
L'agente
13 spostò lo sguardo su Natasha che ricambiò serena, non servì che
si dissero altro; con grande calma posò una dolcissima carezza sul
capo del nipotino.
-
«Grazie
Jamie, è perfetto».
-
Si
guardò un'ultima volta: sì, quello era l'abito giusto per sposare
il suo Soldato.
-
-
Notte
prima della Nozze
-
-
«Un
brindisi al futuro sposo!» gridò Sam leggermente alticcio.
-
«Un
altro?» domandò sconcertato Bucky avendo perso il conto di quanti
brindisi l'amico aveva ormai propinato.
-
«Lascialo
fare Buc, almeno lui può ubriacarsi» Steve gli batté
amichevolmente la mano sulla spalla. Già, perché nonostante fosse
il suo addio al celibato né lo sposo né i suoi testimoni
potevano ubriacarsi a causa del loro rapido metabolismo, beh solo uno
dei due.
-
Bucky
ridacchiò osservando Sam e Clint cantare ridanciani a squarciagola
una canzone in verità tristissima, Tony si unì presto a loro così
come un ormai maggiorenne Jace, anche se decisamente più sobrio
degli altri tre. Phil Coulson manteneva il suo decoro, anche se le
gote non era più pallide ma chiazzate di rosso da un bel po'. Mack e
Hunter – loro ubriachi fradici – si sfidavano in alquanto
ridicole manifestazioni di mascolinità sotto lo sguardo divertito di
Triplett e appannato di Leo Fitz. Niko, Bruce e Niall parlavano
allegramente, anche loro impossibilitati ad abbandonarsi ai fumi di
Dioniso.
-
«Ma
sta accadendo davvero?» chiese ad un certo punto Bucky guardando il
suo migliore amico con occhi quasi lucidi e spaesati. Steve sorrise
ed annuì, capendo perfettamente lo stato d'animo dell'amico. Non
c'era giorno in cui si svegliasse accanto a Natasha, con Jamie che
faceva capolino nella stanza e si chiedesse se tutto quello fosse
davvero possibile. Erano figli di un altro tempo, entrambi avevano
perso molto nel corso di quella loro strana vita ed ora erano
riusciti a conquistarsi qualcosa di vero, intenso e stabile: una
famiglia.
-
«Sì
Buc, sta succedendo davvero» rispose con un sorriso soffuso di
dolcezza e comprensione «E domani a quest'ora Sharon sarà tua
moglie» gli confermò.
-
Lo
sguardo di James Barnes si accese a quelle parole, in sereno tumulto
per quel pensiero tornò a dedicarsi all'allegra compagnia che nel
mentre aveva cambiato canzone e ne stava inventando una tutta
dedicata al Soldato d'Inverno.
-
Hunter
nel frattempo si era alzato e con passo malfermo si era diretto verso
Bucky biascicando parole di sfida che si spensero nell'esatto momento
in cui l'agente operativo inciampò fra sedie e tavolo e crollò a
terra fra l'ilarità generale.
-
Steve
strinse appena la spalla dell'amico e si alzò dal tavolo,
assentandosi momentaneamente.
-
-
«E'
già tardi per la “buonanotte” vero?» domandò con un sorriso
Steve al telefono.
-
«Purtroppo
sì, tutta la situazione l'ha reso euforico ma questo l'ha fatto
crollare prima, fortunatamente» rispose Natasha dall'altro capo.
-
«Il
viaggio deve averlo stancato, meglio così»
-
«Già.
Come vanno le cose lì al pub?» si informò la compagna divertita.
-
«Oh
beh uno spettacolo te lo assicuro, incredibile come non riescano a
prendere nemmeno una nota» la sentì ridacchiare e lui sorrise
felice.
-
«Lì
invece come procede la situazione?»
-
«Più
sobria, circa... Katja e Dominil sono arrivate nel tardo pomeriggio,
le stanno tartassando di domande»
-
«Si
trovano bene a Reykjavik?»
-
«Molto.
Ci hanno invitato ad andare da loro per Capodanno»
-
«Mi
piace come suona. Quindi... niente stripper?»
-
«Oh
tesoro se ne volevo uno, te lo avrei chiesto» Natasha ridacchiò,
anche se non poteva vederlo era certa che fosse arrossito.
-
«Pft!
Va bene, non ti prenderai altre soddisfazioni da me per stasera. A
domattina Nat» concluse poi dolcemente.
-
«Sogni
d'oro Capitano» sussurrò lei amorevole chiudendo la chiamata.
-
-
Erano
le quattro del mattino e Natasha si aggirava per l'enorme soggiorno
della casa di campagna che avevano affittato per il matrimonio. Si
trovavano nel Cotswold, nelle dolci colline inglesi poco fuori
Londra. Celebrare il matrimonio in Inghilterra per Sharon era stata
la cosa più importante: era la terra natia della famiglia di suo
padre, di zia Peggy, che era venuta a mancare l'anno addietro, fra la
disperazione di tutti loro, ma almeno l'anziana eroina aveva potuto
conoscere il piccolo James.
-
Scavalcando
le figure addormentate delle invitate, tra cui Dominil e Ekaterina,
May, Skye, Simmons e Bobbi, si diresse vicino al camino dove Sharon
Carter - ancora per poco - avvolta in una morbida vestaglia osservava
in silenzio le fiamme, che lentamente morivano.
-
«Tutto
bene?» le chiese Vedova Nera accoccolandosi sulla poltrona davanti a
lei «Lo sai vero che se vuoi fuggire, possiamo essere in un'isola
tropicale in una manciata di ore».
-
L'agente
13 rise leggera e si voltò verso l'amica;
-
«Faresti
questo per me? Lasciando qui Jamie e Steve?»
-
«Eh
quando la sposa chiede, la damigella d'onore esegue» replicò
ammiccando. Le due scoppiarono a ridere, ben attente a non svegliare
l'intera combriccola.
-
«Grazie
per l'offerta. Sono solo un tantino agitata...» nel dirlo posò la
tisana in grembo e si passò distrattamente una mano sul ventre.
-
Natasha
la guardò con sorriso soffuso di dolcezza;
-
«Cosa
c'è?» chiese pacatamente.
-
«Non
lo so... E se dovesse cambiare qualcosa? Insomma è ridicolo,
conviviamo da cosa? Tre anni ormai? Ho sentito dire che “la
principale causa di divorzio è il matrimonio stesso”» rispose
concitata e un po' sconsolata.
-
«Forse
perché la gente si aspetta che cambi qualcosa» ribatté la spia
meditabonda «Magari pensa che sposandosi i difetti dell'altra
persona magicamente spariscano, che qualcosa sarà differente, ma non
è così. La persona che sposi è esattamente quella che ti fa
innervosire e spazientire certe volte e ti farà innervosire e
spazientire anche dopo, allo stesso modo. Ci si concentra troppo
sulle promesse che l'altro ci ha fatto all'altare, senza pensare a
mantenerle. Sharon tu sposi James perché pensi che cambierà
qualcosa?» la punzecchiò alla fine.
-
«Lo
sposo perché lo amo. Non ho bisogno che qualcuno certifichi il mio
amore per lui o il suo amore per me, la nostra relazione è unica e
diversa da tutte le altre. Io lo sposo perché voglio che lui sia mio
marito e io sua moglie ma questo non ci cambierà, saremo sempre
noi».
-
Natasha
la guardò con un bel sorriso sulle labbra rubre e Sharon sorrise con
lei commossa;
-
«Grazie».
-
«Dovere».
-
-
Il
Giorno delle Nozze
-
-
«Ancora
cinque minuti!» borbottò la bionda agente nascondendosi ancora di
più fra le lenzuola ed evitando la chiara e soffusa luce del sole
settembrino.
-
«D'accordo
tesoro. Tanto non credo inizierebbero la cerimonia senza di te»
replicò melliflua Natasha Romanoff.
-
Sharon
fece un balzò dal letto e al diavolo la fastidiosa luce del mattino,
era il giorno del suo matrimonio e lei aveva dormito si e no quattro
ore!
-
«Oddio
che ore sono? Siamo in ritardo?» osservò la sua damigella d'onore,
che se ne stava tranquillamente seduta sul letto avvolta in una
vestaglia di seta blu notte, con addosso l'espressione più pacifica
del suo repertorio.
-
«Sono
le otto tranquilla abbiamo un paio d'ore, se sua maestà smette di
fare la bella addormentata» rispose divertita.
-
«Potevi
svegliarmi prima!» si lamentò la sposa;
-
«Eri
troppo carina mentre dormivi» ridacchiò l'amica.
-
Quel
piacevole scambio di battute venne interrotto dall'altra damigella:
la sedicenne Alexandra entrò in camera, più bella che mai, e
annunciò a gran voce:
-
«La
parrucchiera e la truccatrice sono qui!».
-
-
Nell'ala
opposta a quella della sposa, lo sposo e i suoi testimoni erano
invece nel più totale fermento, per non dire panico... Le fedi erano
sparite.
-
«Buc
andiamo calmati, vedrai che le troveremo».
-
Jace
Watson-Barnes osservò paziente colui che da un paio d'anni era
ufficialmente diventato suo tutore legale. Suo padre James Barnes si
guardava attorno disperato, mentre Sam Wilson e Steve Rogers
mettevano a soqquadro la stanza per ritrovare quelle maledette fedi.
-
Tony
Stark aveva appena deciso di mettere il naso nella stanza, ancora
rintronato dal post sbornia, ma vedendo le facce di sposo e testimoni
optò per farsi un doppio caffè prima di osare chiedere che diamine
stesse succedendo.
-
«Sharon
mi ammazza, anzi prima di lei Natasha mi ammazzerà» borbottò
sconsolato, seduto accanto al figlio con i corti capelli sparati in
tutte le direzioni vestito solo in boxer e camicia.
-
«Sono
sicuro che mamma- No hai ragione tu».
-
In
tutto quel mare di agitazione e disperazione, Jamie Rogers fece la
sua comparsa con un adorabile pigiamino con le scimmiette,
saltellando vispo verso il padre.
-
«Jamie
piccolo mio!» disse Steve, sollevandolo e stringendoselo contro.
-
«Ciao
zii, ciao Jace! Papà, mamma dice che ha lei i-» Jamie corrucciò la
piccola fronte in uno sforzo di concentrazione. Steve lo trovava
semplicemente adorabile, guardando la piccola lingua pigiata fra le
labbra e gli occhi azzurrissimi farsi stretti stretti.
-
«I
cosi rotondi papi dai!» sbuffò il bambino, deliziato però
dal tocco soffice di suo padre tra i capelli ribelli.
-
«Le
fedi?»
-
«Sì
quelle!».
-
Jace
scoppiò a ridere fragorosamente, mentre il resto dei presenti non
sapeva se essere sollevato o attonito. Il diciottenne constatò come
Natasha Romanoff fosse un passo davanti a tutti anche in occasioni
come quelle.
-
-
«Sei
un incanto Alex!» Sharon guardò con ammirazione la giovane ormai
pronta. Sasha in quegli anni si era fatta proprio una bellissima
ragazza. Il suo fisico minuto era fasciato nell'abito da damigella:
una canottiera di seta e pizzo color champagne e una gonna appena più
lunga del ginocchio in tulle color rosa antico, i lunghi capelli
castani erano stati intrecciati in un'elegante e corposa treccia,
adornata qua e là da piccole e graziose foglie d'edera verde,
donandogli un'aria fiabesca.
-
«Sharon
ha ragione девочка моя [piccola mia]» concordò
Natasha comparendo nel riflesso dello specchio accanto a lei. Il suo
abito differiva nel colore della gonna: un aristocratico blu di
prussia. I fulvi capelli della spia erano stati acconciati in uno
chignon basso, anch'essi adornati da qualche foglia d'edera, alcuni
ciuffi morbidi e ondulati erano stati lasciati liberi e le
circondavano graziosamente il volto.
-
«Sharon
anche tu sei stupenda» replicò Sasha imbarazzata ma anche commossa
nel vedere la sposa.
-
I
biondi capelli dell'agente 13 erano stati legati in una raffinata
coda bassa, tenuta ferma dall'antico e prezioso fermaglio di Peggy
Carter, ultimo dono fatto alla nipote in vista delle nozze. Il trucco
leggero illuminava il viso roseo della donna.
-
Natasha
la guardò con approvazione e dolcezza.
-
«Pronta
per l'abito?».
-
-
«Ecco
dov'eri finito Солнышко [piccolo sole]» Natasha entrò
nella camera dove Steve Rogers si stava preparando, mentre il figlio
già vestito lo guardava con ammirazione.
-
«мамочка!»
trillò allegro Jamie steso a pancia in giù sul letto.
-
«Wow»
disse semplicemente il capitano, voltandosi per guardare meglio la
compagna. Natasha abbassò appena lo sguardo lusingata, le labbra
tese in un sorriso orgoglioso.
-
«Sei...
bellissima amore mio» aggiunse nel ritrovarsela a pochi centimetri
da lui.
-
«Grazie,
anche tu non sei male моя любовь [amore mio]» disse
con un sorriso irriverente. Le dita lunghe e chiare di lei corsero
alla cravatta e con gesti lenti ma precisi iniziò a fargli il nodo.
-
Steve,
pur sapendolo fare, lasciò che facesse lei, godendosi i suoi gesti e
fissandola innamorato.
-
Jamie
guardò i suoi genitori con attenzione, sua madre aveva un sorriso
delicato e dolcissimo, mentre suo padre la guardava come se non
esistesse cosa più importante di lei al mondo; chiuse gli occhi
tranquillo sentendosi inspiegabilmente cullato dall'atmosfera che si
era creata.
-
«Grazie»
disse alla fine Steve, depositandole un veloce e tenero bacio sulle
labbra.
-
«Non
c'è di che» rispose facendogli l'occhiolino.
-
«Andiamo
Jamie, ti mostro cosa devi fare con le fedi».
-
Il
bambino annuì e prese per mano la madre.
-
-
Jace
stava cercando la stanza di Sharon quando per poco Alexandra non gli
rovinò addosso.
-
«Ehi
Sasha stai-» lasciò cadere la frase a metà, fissandola
imbambolato.
-
«Ace
scusami, ehm tutto bene?» Alex gli si fece più vicino, preoccupata
che non le rispondesse.
-
“No.
No, no Sasha non avvicinarti così, non con quell'espressione o io...
davvero... perderò il controllo”.
-
«Sì
bene, bene. Sei- ehm sei davvero carina Sasha!»
-
“Bella
deficiente! Bella, bellissima!”
-
«Anzi
molto di più» continuò con tono più sicuro e controllato.
-
La
ragazza avvampò di colpo e si morse le labbra lucide di gloss.
-
«G-grazie
Jace! Anche tu stai molto bene» Alexandra sorrise, mentre dentro di
sé ribolliva di sentimenti inespressi.
-
«Io
sto cercando Sharon...»
-
«Oh
sì è in questa stanza! Ci- ci vediamo all'altare» si schiaffò una
mano sulla fronte per quella frase equivoca.
-
-
«Come
mai sei tutto rosso tesoro?» chiese Sharon osservando Jace entrare
trafelato nella sua stanza.
-
«Ho
corso» inventò il giovane ficcandosi le mani nelle tasche degli
eleganti pantaloni scuri «Pensavo di essere in ritardo» continuò
mentendo.
-
«Ah.
Quindi non hai visto la dolce Alex?» chiese astuta la donna,
assottigliando lo sguardo.
-
Jace
diventò ancora più rosso;
-
«Sei
sleale»
-
«E
tu devi imparare a mentire meglio su certe questioni» lo
prese in giro lei. Si alzò e si tolse la vestaglia mostrandosi al
figlio.
-
L'espressione
del ragazzo si ammorbidì, i suoi occhi blu si fecero tersi e lucidi
e un sorriso dolce e incantato si tinse sulle labbra.
-
«Sei
bellissima mamma» disse con trasporto, dandole un lieve bacio
sulla guancia.
-
Sharon
si commosse e con meraviglia constatò che si era fatto grande il suo
Jace, era ormai alto quanto James.
-
Il
giovane le porse il bouquet di fiori di campo blu, rossi e bianchi
con felci e edere.
-
«Sei
pronta?» chiese porgendole il braccio.
-
Sharon
gli sorrise e accettò, posandogli la mano sulla piega del gomito.
-
«Andiamo».
-
-
James
fremeva d'emozione. Si passò ancora una volta la mano metallica fra
i capelli corti, osservando poi gli invitati prendere tutti posto;
fece un cenno alle due ex Winter Soldiers: Dominil e Katja, a Bruce
che aveva preso posto in prima fila accanto a Tony e Pepper. Jamie lo
salutò allegro mostrandogli le fedi sul cuscinetto stretto tra Potts
e Yuri che gli scoccò un sorriso d'incoraggiamento.
-
«Ehi
dude, stai tranquillo, andrà tutto bene!» Sam gli circondò il
collo con un braccio e lo guardò con affetto sincero e Bucky sorrise
grato di avere amici come lui e Steve.
-
A
proposito del Capitano giunse in quel momento insieme a Fury, pronti
per iniziare la cerimonia.
-
Improvvisamente
Bucky avvertì la gola secca e l'unico suono che percepiva era il suo
povero cuore battere pesante e lento nel suo petto, con la coda
dell'occhio cercò il supporto di Steve e Sam che gli sorrisero
incoraggianti.
-
Si
trovavano in uno spiazzo verde circondato da alberi che lasciavano
comunque intravedere il paesaggio collinare inglese schizzato da
acerbi colori autunnali.
-
L'allestimento
era stato minimale ma d'effetto: panche di legno grezzo per gli
invitati e un semplicissimo gazebo in legno chiaro decorato con
tralci d'edera e teli bianchi. L'aria seppur fresca era riscaldata da
un limpido sole di settembre.
-
Fury,
in veste di celebrante d'eccezione, scambiò un cenno con lo sposo e
i testimoni, mentre una delicata melodia suonata al pianoforte si
propagava nell'aria annunciando a tutti l'inizio della cerimonia e
l'arrivo della sposa.
-
La
giovane Alexandra avanzò con passo aggraziato verso lo sposo,
l'espressione emozionata e fra le mani lo stesso bouquet della sposa
ma di dimensioni ridotte, sorrise a Bucky e poi si mise di lato.
Natasha camminava serena dopo la figlioccia, il suo sguardo incrociò
quello di Steve e da lì non si mosse più.
-
Una
volta che anche la damigella d'onore ebbe raggiunto il gazebo tutti
si voltarono per assistere all'entrata della sposa.
-
Bucky
trattenne il fiato nel vedere Sharon in abito da sposa incedere verso
di lui, accompagnata da Jace.
-
La
sua espressione si fece teneramente innamorata, guardando la sua
futura moglie come se fosse l'unico centro del suo mondo. Era
meravigliosa la sua ragazza dell'estate. Lei sorrideva radiosa,
fiduciosa verso di lui.
-
Jace
porse delicatamente la mano a James, ma prima abbracciò emozionato
entrambi i suoi genitori adottivi, che così tanto gli avevano dato
in quegli anni e commosso si mise dietro a Sam, mentre Sasha gli
mostrava un dolce sorriso d'approvazione.
-
Fury
guardò con orgoglio non solo i due sposi, ma il suo sguardo
abbracciò tutti i presenti, poi iniziò a recitare:
-
«Siamo
qui riuniti oggi per celebrare il matrimonio tra...».
-
Venne
poi il momento dei voti nuziali.
-
James
prese la mano di Sharon e la guardò con occhi colmi di sentimenti
troppo forti per essere espressi a parole;
-
«Mia
Sharon, mia dolce estate» esitò poiché la voce gli tremò
leggermente «Non avrei mai pensato che malgrado tutti i miei
peccati, tutto il dolore, la vita mi donasse qualcosa di così
meraviglioso.» Sharon si morse la labbra trattenendo a stento le
lacrime impigliate fra le sue ciglia «Grazie per avermi trovato, per
avermi accolto e accettato. Grazie per avermi accolto di nuovo
nonostante ti avessi ferito. Grazie per avermi donato una vita,
poiché il tuo amore mi ha riportato alla vita. Ti amo Sharon Carter
e prometto che non mi separerò più da te».
-
L'agente
13 sorrise tremula, mentre lacrime di gioia le scendevano delicate e
lucenti sulle guance. Si schiarì la voce e poi prese parola;
-
«James...
Non è stato facile all'inizio, ricordi? Ma quello che hai saputo
darmi e insegnarmi non lo potevo trovare in nessun altro se non in
te. Grazie per avermi dato la possibilità di amarti in modo vero e
profondo, sei tu che hai trovato me. L'inverno non ci fermerà, ti
amo».
-
Tutti
i presenti erano commossi da quelle promesse così appassionate e
toccanti. Dominil strinse la mano a Katja poggiando la testa sulla
sua spalla, Pepper dovette nascondersi dietro un fazzoletto e persino
Tony dovette distogliere, per qualche istante, lo sguardo. Sasha
piangeva silenziosamente e addirittura Natasha alzò lo sguardo al
cielo per impedire alle lacrime di scendere. Sam aveva gli occhi
lucidi e il suo sguardo scivolò irrimediabilmente su Maria, e
sorpreso notò come stesse stringendo le labbra e torturasse un
fazzolettino fra le dita pallide, sorrise intenerito.
-
«Bene
ehm ehm-» Fury cercò di darsi un tono «Ora passiamo allo scambio
degli anelli». Steve e Natasha fecero un cenno al piccolo Jamie, che
felice si alzò portando fiero le fedi agli zii.
-
«Vuoi
tu, James Buchanan Barnes, prendere la qui presente Sharon Virginia
Carter come tua sposa?»
-
«Sì,
lo voglio».
-
«E
vuoi tu, Sharon Virginia Carter, prendere il qui presente James
Buchanan Barnes come tuo sposo?»
-
«Sì,
lo voglio!».
-
«Bene,
per l'autorità a me conferita vi dichiaro ufficialmente marito e
moglie. Ovviamente puoi baciare la sposa».
-
James
non se lo fece ripetere una seconda volta e coinvolse sua moglie in
un bacio appassionato, fra lo scroscio di applausi degli invitati.
-
-
Il
banchetto si svolse sotto l'enorme portico che dava sul giardino
interno della villetta. Tra l'allegro chiacchiericcio e dolci risate
furono enunciati i discorsi di testimoni e damigella d'onore.
-
Poi
venne il momento del primo ballo degli sposi.
-
Bucky
strinse delicatamente a sé Sharon, iniziarono a danzare lentamente,
lasciando il resto fuori.
-
Si
aggiunsero diverse coppie: Tony e Pepper, Dominil e Katja, Sam e una
ritrosa Maria, Phil e Melinda, Skye e Triplett, degli
imbarazzatissimi Alex e Jace ed infine Steve e Natasha, Jamie si
infilò fra i genitori e il capitano lo prese in braccio senza
smettere di far volteggiare la sua dolce metà.
-
-
Quella
notte Sharon Carter-Barnes si accostò al petto del marito, dopo aver
fatto l'amore, lo baciò piano sulle labbra sotto lo sguardo attento
e adorante di lui.
-
«Buonanotte
marito».
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James
ridacchiò e l'attirò ancora di più sé in un moto di protezione e
appartenenza.
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«Fai
bei sogni moglie».
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Fin
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