Mémoires d'Ophélia - Come il Mare del Nord

di Koori_chan
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Buongiorno a tutti!
Per chi mi conosce grazie a Thunderbolt, benritrovati; per chi mi incontra oggi per la prima volta, benvenuti!
Proprio come Thunderbolt, questa storia è rimasta in cantiere per moltissimi anni prima di vedere la luce del web, anzi, si può dire che siano praticamente coetanee.
Ho dovuto aspettare per pubblicarla perché, sebbene sia una storia a sé, gli avvenimenti raccontati al suo interno portano dei grossi spoiler a quella che è la trama di Thunderbolt e per questo ho preferito che con le avventure di Cristal fossimo giunti a un punto in cui quelle di Marion non fossero più un segreto.
Adesso posso finalmente raccontarvi una storia con cui sono cresciuta e a cui sono terribilmente affezionata.
In Pirati dei Caraibi si parla spesso al maschile: conosciamo il padre di Elizabeth, quello di Will, quello di Jack. Persino Barbossa ha avuto il tempo, fra una maledizione e una guerra contro la Compagnia delle Indie, di diventare padre.
Delle madri, delle donne, tuttavia non si parla mai. Io ho voluto parlarne, raccontare di donne che, proprio come spesso accade ancora oggi, hanno dovuto decidere fra il richiamo della passione e la responsabilità di una famiglia. Ho voluto parlare delle scelte che hanno fatto, giuste o sbagliate che siano starà a voi giudicarlo, ho voluto parlare dell'odio che le assedia e della sorellanza che le lega.
E raccontare di un mondo che conosciamo bene, ma prima che ci diventasse familiare.

Buona lettura a tutti,
Koori-chan















 
Mémoires d'Ophélia

- Come il Mare del Nord -














 
Brest, Giugno 1717





 
Mi accuserai di egoismo, ora che sai.
Non posso biasimarti.
Mi accuserai di averti ingannata, mentendo e fuggendo e trovando scuse che crollano come cumuli di sabbia asciugata sotto i raggi del sole quando la marea finalmente si ritira.
Hai ragione.
Ti scrivo queste righe non per difendermi da accuse più che meritate, quanto per poterti offrire tutta le verità che meriti, senza più menzogne, senza più piegare ciò che è accaduto alle tinte scelte con cura della mia narrazione.
Questa volta, proprio come ti ho sempre insegnato, sarà l’onestà ad avere la meglio, e non nasconderò più nulla di una vita di cui non posso andare fiera interamente.
Ho commesso molti errori, sono stata presuntuosa e arrogante, a volte crudele, di certo egoista.
Merito clemenza? Merito perdono? Nel mio piccolo, spero di poter ottenere i tuoi, gli unici di cui mi importi davvero, perché di tutta l’acqua che ho conosciuto, la sola che conta è quella della pioggia battente il giorno in cui per la prima volta ti tenni fra le mie braccia, così immensa e piccola, minuscola e straordinaria.
Passeranno altri anni, nuove maree ricopriranno i lembi di questa terra sempre più stiracchiata, e un giorno l’alba non scalderà più le mie ossa, rovesciata al di sotto dell’orizzonte fra le brume di un’isola di scogli.
Sono dunque le memorie di un’Ofelia che ho raccolto qui, i ricordi di una donna che fu ragazza, di una ragazza che fu bambina. Una vita consacrata alle onde e alle correnti, una vita di sangue e di stelle che l’acqua si riprenderà nel suo atto finale.
Perché si sappia che la mia esistenza vagabonda e scellerata non è stata solo morte, non sono state solo bugie.
Perché si sappia che più di ogni altra cosa ho amato.
Ho amato la Libertà, ho amato il Mare, soprattutto ho amato te.
Questa che ti consegno è la storia del Faucon du Nord così com’è accaduta, senza ghirigori né censure.
Per te, per poter una volta per tutte rispondere a tutte le tue domande.
Per te, figlia mia, mio orgoglio più grande, perché qualunque saranno le tue scelte, ovunque ti porterà la tua rotta, tu possa sempre portare alta la bandiera.

 

Je t’aime toujours,
 



 

la tua Mamma,
Marion Hawke




 




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