«Potresti
smetterla di camminare davanti al carretto dei legni, Joe?!»
sbottò per l’ennesima volta Taichi, mentre il
nominato in questione voltava la testa indignato.
«Senti,
non dare sempre ordini! Io cammino dove voglio!» rispose
sgarbatamente, come al solito.
Izzy
scosse la testa, mentre dava una mano al castano a trascinare la legna
per il falò. Tra qualche ora si sarebbero riuniti tutti in
spiaggia per assistere al fenomeno delle stelle cadenti.
«Intralci
la strada, burino del cavolo!» venne in aiuto a Tai un altro
ragazzo.
«Yamato,
non ci rompere le scatole!» continuò Joe,
ignorandolo.
«Non
chiamarmi in quel modo!» esclamò l’altro.
«Boh,
anche io mi chiamo Jyou, ma non muoio mica!»
Matt
sbuffò e decise di non rispondere. In quei giorni aveva
imparato a controllarsi sotto lezioni di Sora.
«Intanto
levati davanti, o ti salgo di sopra con il carretto!» alle
parole di Tai, Joe si scansò rapidamente e si
sistemò vicino ad Izzy.
«Koushiro,
mi daresti qualche dritta con Paint? E’ molto difficile da
usare» Disse, cambiando discorso.
Izzy
alzò gli occhi incredulo.
«Paint?
Stai scherzando?»
«Sì,
che c’è di male?»
«Lascia
perdere, Joe. Non sei portato per il computer»
Il
ragazzo coi capelli blu fece una smorfia, alzando la testa in alto a
mò di superiorità.
Poco
dopo, il carretto della legna era abbastanza pieno.
«Direi
che così può bastare» Disse Tai,
esaminando la legna.
«Sì,
ne abbiamo raccolta abbastanza» Lo appoggiò Matt,
accostandosi sopra i manici della carretta.
«Secondo
me-»
«Che
ore sono?» interruppe Joe, Izzy, che sentiva un caldo
bestiale. E non solo lui.
«Le
17.00» rispose il castano «Sistemiamo la legna in
spiaggia e poi andiamo a farci una bella doccia fredda»
«Secondo
me-»
«Io
prima devo passare a casa di Sora» si ricordò
improvvisamente Matt.
«Se
vuoi ti accompagno io, amico. Ho il motorino» gli propose Tai.
«Ma
va’? Come mai hai fatto vedere la luce del sole a quel povero
rottame?»
«Volevo
provare la sensazione dell’aria che ti scompiglia i
capelli» Tai e Matt si diedero un cinque, mentre Izzy
ridacchiava.
«Secondo
me-»
«Io
vedo Frankie e poi arrivo» Aggiunse il rosso
«E’ diventata parecchio suscettibile in questi
giorni»
«Beh,
allora so cos’ ha!» esclamò, Tai,
battendo le mani.
«Cosa?»
Il
ragazzo si avvicinò all’amico e
bisbigliò ad un orecchio «Ha solamente le sue
cose»
Izzy
si spiaccicò una mano sulla fronte e Matt
sogghignò.
«Sora
è un fascio di nervi quando le vengono. Ne so
qualcosa» raccontò il biondo.
«E
Mimi è anche peggio. La conoscete, ha sempre diverse crisi
isteriche. Immagina quando ha il ciclo cosa devo sopportare!»
Matt mise la mano sulla spalla dell’amico per infondergli
coraggio.
«Secondo
me-»
«A
questo punto è meglio se ci sbrighiamo, o
le nostre donne frignano» Batté le mani Tai,
spingendo il carretto.
«Ma
secondo me-»
«Giusto,
ci vediamo più tardi. Joe, porti tu la legna in
spiaggia?» chiese Izzy al blu, che incrociò le
braccia.
«Andate
tutti a spararvi con la merda! Non faccio niente, anzi, vado dalla
Luchia mia carissima! Lei sì, che mi ascolta!»
Girò i tacchi e se ne andò indignato e
sculettante.
I
tre ragazzi lo seguirono con gli occhi, mentre si allontanava.
«Se
pensa che con Luchia avrà chance, può anche
mollare sul colpo. Si risparmierebbe l’ennesimo no»
Commentò Matt, aiutando il castano a spingere il carretto.
«Lasciatelo
stare, ragazzi. Com’ è che dite sempre voi?
E’ solo un burino»
Scosse la testa Izzy.
«E
bravo, Kou, ogni tanto apprendi qualcosa da questi due fighi»
Tai e Matt si scambiarono un altro cinque, facendo moine e
pavoneggiandosi.
«Certo,
certo» Izzy sorrise scettico «E adesso chi porta i
legni in spiaggia?»
Tai
si bloccò. «Merda, come facciamo? Quelle ci
linciano!»
«Ehi,
ragazzi!» Un biondino poco più basso di loro si
fece avanti salutando.
«TK!»
«Fratellone,
scusa il ritardo» Si giustificò.
«Se,
se!» Matt era scettico «Mi hai fatto aspettare
mezz’ora sotto casa di mamma. Possibile che le ragazze ci
mettano meno tempo a prepararsi?»
Tai
ridacchiò. «Kari ha una cattiva influenza su di
lui»
«Ma
no, figurati» TK era un po’ imbarazzato e suo
fratello se ne accorse. Infatti con un sorrisino malizioso, chiese:
«Per
quale motivo mi hai fatto aspettare così tanto, allora?
Illuminami»
«Ecco…
Io... Mi ha chiamato Kari e...»
«E?»
lo incitò il biondo più grande, mentre Tai
tossicchiava.
«Niente,
abbiamo parlato un po’… al telefono,
naturalmente»
Matt
lo squadrò ancora un attimo scettico, dopodiché
decise di darci un taglio.
«Okay,
quindi sei disponibile per portare questi» Mollò
la presa del carretto e lo spinse verso il fratello che guardava
interrogativo la scena.
«Che
dovrei fare?»
«Come,
che dovresti fare? Devi portarli in spiaggia»
Spiegò Tai.
«Ma
io-»
«Un
momento, quello non è Joe?»
I
ragazzi voltarono tutti la testa verso il punto che indicava
Izzy. Joe camminava a gran passi e si dirigeva verso di loro.
«Sì,
è proprio lui. Che c’è, buri? Cambio
rotta?» lo prese in giro il castano, mentre quello aveva una
faccia indignata.
«Non
sono fatti tuoi. Sono tornato solo perché TK mi ha
costretto!»
«Veramente
io ti ho solo salutato. Eri nascosto dietro una macchina»
disse la verità quello con un ghigno.
Matt
e Tai sbatterono la testa con un sorrisino sarcastico.
«Beh,
che c’è di male ?» Il maggiore si
scansò da TK e raggiunse il carretto «Io sono un
vero amico e ho coraggio da vendere. Non come voi due velini!»
«Hai
sottolineato ciò che li caratterizza, Joe. Come fai a dire
che tu lo sei più di loro?» domandò
Izzy, mentre gli altri due incrociavano le braccia, compiaciuti.
«Ecco…»
Il ragazzo con un sacco di meches blu non sapeva cosa rispondere.
«Dai,
è solo un burino, non prendetevela»
ridacchiò TK, afferrando da un lato il carretto con la legna.
«Senti
TK, è già tanto che ti do una mano! Se ti metti a
prendere per il culo pure, porta ‘ste dannate legna da solo,
fanatico antipatico!»
«Dovrete
portarle insieme» Disse Tai prima che il biondino potesse
rispondere «Noi dobbiamo
andarcene»
«E
certo, voi due frocetti andatevene
pure per i fatti vostri, mentre il povero signorino
Joe Kido fa tutto il lavoro pesante!» Joe
afferrò il carretto, spingendo TK che esclamò un
“oh!”, e fece per incamminarsi.
Ma
qualcosa lo trattenne dalla canottiera bianca con le strisce blu.
«Senti
un po’, signorino Joe Kido»
Matt lo aveva afferrato da dietro «A chi hai detto frocetti?»
«Insomma,
prima o poi bisogna ammetterlo... OH!» Un’ altra
mano lo afferrò dalla maglia.
«Ancora
con questa storia, idiota?» domandò Tai,
minaccioso.
«Ma
ragazzi, se un po’ vi piacete, è giusto dirlo...
AHIA!» I colpi che arrivarono alla schiena furono quasi
letali per il Kido.
«PORCA
DI QUELLA MISERIA!»
Tai
e Matt si scambiarono un altro cinque, mentre TK e Izzy sogghignavano
alla vista di Joe che si massaggiava dolorante la schiena.
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