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Just
you
and me
Nel
silenzio più completo che avvolgeva la notte, una figura
saliva piano i gradini del quartier generale della Resistenza. Non
c’era
nessuna fonte di luce ad illuminarle il cammino, non serviva: conosceva
a
memoria ogni singolo anfratto di quel posto. Non mancavano
più di dieci o
quindici metri alla sua destinazione.
Sheba
passò una mano sulla parete del corridoio, più
per
godersi la sensazione del muro tiepido e ruvido sotto i polpastrelli
che per
altro. La sensazione della pietra lasciò il posto alla
superficie liscia e
fredda del portone di legno che era l’entrata della
biblioteca.
La
giovane donna spinse l’asse, attenta che non cigolasse
sui vecchi cardini. Non voleva distrarre il suo amato dalla profonda
concentrazione in cui era immerso. Perlomeno non subito.
L’ambiente
della libreria era gigantesco, gli scaffali pieni
di volumi antichi ad una prima occhiata potevano addirittura incutere
soggezione. Soltanto la zona più lontana
dall’ingresso era illuminata da decine
di candele tremolanti, per cui la ragazza dovette farsi strada con la
luce
delle stelle che filtrava dalle finestre.
La
sua ricerca giunse al termine solo quando le sue pupille
si posarono su quella schiena ricurva sulla scrivania. Solomon non si
era
ancora accorto della sua presenza.
La
ragazza dai capelli rosa non seppe trattenere un sorriso:
era avido di conoscenza riguardo ogni aspetto di questo mondo
– magia e
strutture sociali di tutte le altre specie erano gli argomenti
principali, ma
più di una volta Sheba l’aveva visto sfogliare
trattati scientifici e di
matematica.
Si
mosse con passo felpato, puntando alla schiena del suo
amato. Voleva fargli una bella sorpresa: di solito era lui che, la
sera, le si
coricava di fianco e la stringeva in un tenero abbraccio. A volte,
quando era
ancora sveglia, la rosa si girava su un fianco per salutarlo con un
bacio e poi
accoccolava la testa contro il suo petto.
In
punta di piedi azzerò la distanza tra lei e Solomon,
posandogli le braccia sulle spalle e il mento sul capo.
–
Sheba, ehi. – sorrise il blu alzando appena la testa e lei
gli prese le guance tra le mani. – È davvero
tardi. Non dovresti già riposare?
–
Potrei farti la stessa domanda – suddetta ragazza si
lasciò sfuggire una risatina leggera, il suo respiro che
scompigliò alcune
ciocche zaffiro.
Prese
a giocherellare con i capelli del più grande mentre
quello riponeva un segnalibro nel tomo che stava studiando e lo ripose
sulla
scrivania. Il tocco delle dita affusolate della giovane era davvero
piacevole e
rilassante, e solo in quel momento tutta la stanchezza della lunga
giornata gli
franò addosso.
Sheba
amava il lato più umano e fragile di Solomon, quello
che mostrava solamente a chi gli stava più a cuore.
Ritornava ad essere un
semplice ragazzo come tanti altri, niente più preoccupazioni
per la guerra
contro David o ansie perché le altre specie faticavano ad
andare d’accordo.
Il
giovane si adagiò meglio contro lo schienale della sedia
e contro il busto della rosa dietro di sé.
Sollevò le mani ad accarezzare la
pelle liscia e calda degli avambracci di lei, i piccoli gomiti ancora
puntellati sulle sue ampie spalle. Ogni tanto Sheba gli depositava un
timido
bacio sul capo, senza interrompere il movimento dei polpastrelli.
Nessuno
dei due sapeva dire con certezza quanto tempo restarono
così, forse qualche minuto o forse un’ora buona,
ma poco importava. Mutarono
posizione solo quando Sheba avvertì le palpebre farsi sempre
più pesanti: si
sedette sulle ginocchia di Solomon mentre questo le avvolgeva le
braccia
intorno alla vita e poggiava la fronte nell’incavo della
spalla. La rosa per un
po’ continuò ad accarezzargli i capelli, beandosi
dell’espressione serena
dipinta sul volto del ragazzo; sembrava davvero in pace con se stesso e
i
lineamenti ricordavano quelli di un angelo. Alla fine si
posò con la tempia sul
capo del maggiore.
Il
tepore dei corpi a contatto tra loro, il solletico del
respiro di Solomon contro il suo collo e il ritmico battito dei loro
cuori
erano tutta la sicurezza di cui lei necessitava per abbandonarsi
finalmente al
sonno. Mormorò un soave “ti amo” tra i
capelli del ragazzo e lo sentì sorridere
contro la sua pelle prima di addormentarsi felice.
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Hola gente
Ho da poco iniziato
il manga di Magi e sono nuova in questo piccolo fandom che non sono in
tanti a conoscere...
Scrivere scene
fluff non è esattamente la mia specialità,
perciò spero non faccia troppo angoscia come storia anche se
è davvero breve. I colori del titolo sono riferiti ai colori
di capelli dei due personaggi, non è niente di infantile
tipo "blu per il maschio e rosa per la femmina", ci tenevo a precisarlo
in caso qualcuno si facesse strane idee (o magari non se le
è fatte nessuno e quella paranoica sono io, bel modo di fare
il proprio ingresso in un nuovo fandom rip)
Un grazie a Solomon
per aver fatto capire a tutti noi quanto sarà figo Aladdin
da grand- okkei, aehm, no. Però lui e Sheba sono troppo
belli come coppia, sono entrati a pieno titolo tra le mie otp - insieme
alla SharrYamu, anche questa ship è stupenda e molto
probabilmente pubblicherò qualcosa anche su di loro
Ringrzio le anime
pie che recensiranno o anche leggeranno e basta
Alla prossima gente
Adios
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