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"Generazione degenerata
geneticamente decentrata."
E si affollano nell’aria
sciocche prediche e vuote parole stupide, e non sarà corretto da scrivere, ma è
bello blaterare mentre taglio col coltello i pomodori e i pollici. In effetti il
tutto puzza un po’ di irrazionale, ma tanto vale sguazzarci, in questo magma
freddo di voci molli e visi flaccidi. Che la vecchiaia arriva quando meno te lo
aspetti, come il ciclo mestruale. Sospetto di aver sbagliato la quantità del
sale, perché brucia forte dentro gli occhi e ne scava fuori lacrime
cristallizzate. Perché un no è un no, e l’imperfezione è l’imperfezione, ma
avrei ugualmente voglia di spalmare gli spaghetti sul cuscino e premerglielo di
violenza contro il viso. Chissà che odore ha, la morte condita di soffocamento e
sugo crudo. Basterebbe un salto lungo, da sinistra a destra, e correre via da
questa porta senza chiavi, di sole serrature gelide. Ma bisogna che l’acqua
finisca di bollire, bisogna attendere che sia abbastanza calda da calarci le
mani e urlare di dolore e ustioni. E tacere diventa ogni ora più difficile,
mentre con il cucchiaio mescolo odio e rabbia insieme all’olio viscido.
A non essere capaci di
affezione naturale si crepa soli e liberi.
Oppure, si impara a cucinare
gli spaghetti con il sugo.
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