Marinette
non aveva più 14 anni, era cambiata sia di corpo che di
mente. Ormai
le era passata l'infatuazione per Adrien, il suo compagno di classe e
modello.
Si era
arresa al fatto che, beh, lui non l'aveva mai considerata come
qualcosa di più di una semplice amica sulla quale
contare.
E anche
se all'inizio il suo cuore aveva sopportato quel dolore con gran
fatica, adesso poteva dire che la sua era solo una cotta
adolescenziale.
In
quattro anni molte cose erano cambiate, e forse pure in meglio.
In
particolare le sue relazioni. Anche se non riusciva a capire come mai
Adrien avesse ancora un rapporto così ambiguo con Katami.
In
tutto questo Chat Noir c'era sempre stato e da quando suo padre era
stato akumizzato, qualcosa si era smosso dentro di loro.
Era
cominciato tutto una sera, quasi per caso.
L'aveva intravisto saltare tra i tetti di Parigi mentre stava
annaffiando i suoi fiori.
Lui si era accorto della sua presenza e così aveva portato
dei croissant dal forno e del tè e il tutto era sbocciato in
una piacevole chiacchierata, sembravano amici di vecchia data.
Poi quasi con delle
scuse, le sue visite al balcone erano sempre più frequenti. Ovviamente gli
lasciava
sempre del cibo suo tavolino, ormai lo conosceva abbastanza
bene.
Le brioche con confettura di
fragole erano le sue preferite
I loro
incontri erano diventati assidui sera per sera e nessuno dei due se
n'era accorto. Sembrava quasi che non potessero fare a meno
dell'altro, poiché se per qualche motivo lui non veniva,
Marinette
lo aspettava alzata fino a tardi.
Si era
trovata quasi inconsapevolmente a pensarlo prima di andare a dormire,
sorridendo ogni qual volta che si ricordava delle loro confessioni.
Stavano seduti sui cuscini che
aveva messo sul balcone nei giorni più
caldi, sopratutto d'estate, mentre quando avevano freddo
si
rintanavano nel suo letto. Lei appoggiava la sua testa nell'incavo
del suo collo, parlando di qualsiasi cosa.
E si sentiva così bene,
tanto che le sembrava di vivere uno di quegli amori descritti nelle
canzoni rock di inizio duemila.
Qualche
volta si era immaginata come potessero essere le sue labbra, che in
alcuni momenti erano così vicine alle sue che avrebbe potuto
baciarlo.
Dopo il
loro ennesimo incontro, l'aveva inaspettatamente presa in braccio e
portata in giro per Parigi illuminata.
L'aveva fatto un milione di
volte nei panni di Ladybug, ma in quel momento le sembrò
tutto
nuovo.
Il
petto si abbassava e si alzava al battere del suo cuore sempre in
tumulto quando guardava il vuoto sotto di sé, pensando al
tocco
dell'eroe sul suo corpo premuto contro la tuta in lattice molto
aderente.
E
qualche volta aveva fantasticato su quell'oggetto di desiderio tanto
peccaminoso che lasciava poco spazio all'immaginazione e metteva in
mostra il suo fisico tonico ed allenato.
Da un
po' di tempo però sentiva dentro di sé delle
sensazioni diverse,
che le ricordavano il suo amore adolescenziale per Adrien.
Era
notte fonda, saranno state le due. Tutta la città stava
dormendo,
mentre la corvina lavorava ancora sul nuovo abito in
produzione.
Si era superata davvero questa volta.
Ma la
sua mente era altrove, gliel'aveva fatto notare Tikki, che aveva
sospirato dopo aver visto per l'ennesima volta la sua padrona pungersi con l'ago.
“Marinette,
è tardi, non credo nemmeno che tu sia dell'umore per cucire.
Dovresti andare a dormire.”
La
ragazza si girò verso la kwami, indispettita.
“Che cosa intendi
per 'Non sei dell'umore?'”
Tikki
quasi rise “So che stai pensando a Chat Noir e alla sua
ultima
visita. Ormai siete diventati intimi”
Lei la guardò male
“Non
mi illuderò come con Adrien. Non so neanche se ricambia e,
francamente, non sono innamorata”
Si alzò
dalla sedia girevole, prendendo in mano la rosa che le aveva regalato
la sera prima quando l'aveva riportata a casa.
“Sono
passati quattro anni, mi ha detto di non provare più niente
per
Ladybug.
Ovvio che quando combattiamo è da tempo che non lo noto
flirtare; ma non ha specificato nulla, quindi è inutile che
supponi,
Tikki”
Se la
rigirò tra le dita per poi rimetterla nell'acqua.
Salì sul balcone,
accolta dall'afa estiva che anche alle due di notte non le lasciava
un attimo di tregua. Niente aria, seppur lei non fosse nemmeno poi
tanto vestita.
Si
appoggiò alla ringhiera, pensando alle parole dell'eroe.
“A te, che sei il più
bel fiore”.
Sospirò, guardando le strade illuminate dai lampioni e poi
verso la
botola che la collegava alla sua camera; constatando che sì,
non
c'era nessuno a quell'ora.
“If
there's a prize for rotten judgement
I guess
i've already won that
No man
is worth the aggravation
That's
ancient history, been there, done that”
Solo
quando apparvero dietro di lei Tikki e gli altri kwami si
ricordò
che aveva dimenticato di sistemare la miracle box dopo l'ultima
battaglia importante, e non si era preoccupata che fossero tutti ai
loro posti.
Le
giravano intorno sorridendo, anche con malizia, e notò in
particolare che Trixx teneva in mano la sua rosa, mentre si sedeva
amareggiata sulla sdraio.
“Who'd'ya
think you're kiddin',
He's
the earth and heaven to you
Try to
keep it hidden,
Honey,
we can see right through you”
“Oh
noooo”
“Girl,
you can't conceal it,
We know
how you feel
Who you
thinking of”
Si alzò
di nuovo, scacciando le creature che le facevano tornare alla mente
Chat.
“No
chance, no way, i won't say it, no, no”
“You
swoon, you sigh, why deny it, uh oh!”
“It's
too clichè, i won't say i'm in love”
Fissò
per un attimo la luna piena che illuminava la città,
ricordando
tutti i bei momenti passati insieme all'eroe, dal primo all'ultimo.
Il suo delicato tocco quando la
abbracciava e le sue pessime battute
che in un certo senso la facevano ridere.
In effetti, in sua presenza
alle volte diventava più sfacciata del solito, stuzzicandolo
involontariamente.
“I
thought my heart had learned its lesson,
it
feels so good when you start out
My head
is screaming get a grip, girl”
Si
guardò intorno, sperando di non aver svegliato tutto il
vicinato,
con i kwami che continuavano ad assillarla.
“Unless
you're dying to cry your heart out”
“You
keep on denying,
who you
are and how you're feeling
Baby,
we're not buying,
Hon we
saw ya hit the ceiling”
“Face
it like a grown-up,
when
you're gonna own up”
Arrossì
ripensando ai suoi baciamano la prima volta che le si era presentato
con la sua parte civile.
“That
you got, got, got it bad”
Scacciò
quel pensiero, non doveva illudersi. Così entrò
in camera.
“Oh,
no chance, no way,
I won't
say it, no, no”
Guardò
il muro, prima ospitante tutte le foto di Adrien, che da tempo aveva
tolto.
La sua
postazione da cucito era in disordine, come sempre.
Si avvicinò e
prese il cappello con dei fori alla sommità del capo per
lasciar
spazio alle sue orecchie.
Era un
regalo che aveva voluto fare per sdebitarsi. E sebbene non fosse
ancora finito, le piaceva già.
Se lo
rigirò tra le mani, sorridendo.
“Give
up, give in,
check
the grin you're in love”
Alle
parole dei kwami lo ripose, cercando di non ascoltarli.
“This
scene won't play,
i won't
say i'm in love”
“You're
doin' flips read our lips,
you're
in love”
“You're
way off base,
i won't
say it no,
get off
my case,
i won't
say it”
Si
sedette sulla chaise longue, sconsolata ed un po' infastidita.
“Girl,
don't be proud,
It's ok
you're in love”
Notò
la rosa che era finita accanto a lei, soltanto vedendola il cuore le
batteva.
Se la portò al petto, pensando al suo cavaliere.
“Oh,
at least out loud,
i won't
say i'm in love”
Si
coricò, guardando il soffitto della sua camera e sorridendo.
ANGOLO
AUTRICE:
Buon
San Valentino a tutti! La marichat è la mia coppia preferita
del
quadrato, il loro rapporto mi è sempre piaciuto. In
realtà questa
fanfiction nasce in modo del tutto spontaneo, stavo ascoltando questa
canzone ed eccola qui. Spero che vi possa piacere!
chiara140
|