Rosicheena
era una ragazza di quasi 17 anni, decisamente troppo magra, con un volto
piuttosto spigoloso e dai lunghi capelli corvini; apparteneva ad una famiglia
di prima classe ed era nata per essere una guerriera, infatti si allenava
nell’arena sin da quando aveva memoria.
Amava
misurarsi con avversari sempre più forti, amava sentire il suo corpo divenire
sempre più potente e vedere gli sguardi d’ammirazione su di lei mentre
combatteva.
Era l’unica
figlia di Cora e Brock e se anche suo padre era interessato più ai
combattimenti che alla famiglia, sua madre invece aveva grandi progetti per sua
figlia, desiderava solo il meglio, tant’è che non aveva esitato a inserire il
suo nome nella lista delle aspiranti spose per il nuovo re Vegeta.
Quando Cora
aveva comunicato alla figlia che avrebbe dovuto scontrarsi con altre guerriere
sayan per conquistare il trono accanto al re Vegeta la ragazza aveva solo
annuito pensierosa: il re Vegeta era più vecchio di lei di quasi 10 anni, nonostante
lei appartenesse alla prima classe, non aveva mai avuto molte occasioni per
parlare o addirittura per misurarsi con lui; alcune voci dicevano che lui fosse
piuttosto interessato ad una certa Lila una ragazza poco più vecchia di lei, ma
di terza classe, una cosa inammissibile insomma.
Nemmeno
questa Lila lei conosceva bene, essendo una terza classe non si era certo mai
mescolata a loro, ma aveva notato che effettivamente che il suo nome compariva
nella lista delle aspiranti spose, ma le sue speranze di vincere tutti i
combattimenti erano piuttosto vane, quella ragazza sicuramente non aveva né la
forza né tanto meno l’allenamento per porter competere con lei e le altre
ragazze della prima classe. Certo, per Lila sarebbe stato un bel colpo
diventare regina dei sayan, la sua vita e quella della sua famiglia sarebbe
cambiata in meglio, avrebbero avuto una casa migliore e bottini migliori quando
venivano depredati altri pianeti, ma alla fine sarebbe stata lei Rosicheena a
vincere e quindi a sedere sul trono.
Ma lei
voleva diventare regina? No, non particolarmente, a lei interessava solo la
libertà che già le dava la sua posizione in prima classe, ma sapeva anche di
non potersi opporre ai progetti di sua madre e quindi s’impegnò nei
combattimenti contro le altre avversarie al trono.
I
combattimenti tutto sommato furono anche abbastanza divertenti, le capitò di
misurarsi con alcune ragazze che avrebbe potuto anche definire amiche lontano
dall’arena, ma mentre combatteva oltre allo sguardo orgoglioso di sua madre che
la seguiva come se fosse lei nell’arena, le capitò di notare il re Vegeta
seduto in alto nel suo trono: lui non le stava prestando la benché minima
attenzione, lui stava davvero guardando con apprensione nella direzione di
Lila, allora le voci erano vere, il re Vegeta era invaghito di una miserabile
della terza classe.
Per
Rosicheena tutto ciò era inammissibile, lei e tutte le altre erano nell’arena a
dimostrare le loro abilità dopo anni di allenamenti estenuanti e il re aveva
occhi solo per quella ragazza indegna, a Rosicheena salì una gran rabbia che
utilizzò negli incontri, vincendoli tutti.
E appunto
l’ultimo incontro sarebbe stato tra Rosicheena e quella Lila, le due ragazze si
trovarono l’una di fronte all’altra nell’arena, e Rosicheena finalmente potè
osservarla con calma: doveva ammettere che era graziosa, aveva i capelli corti
tagliati sotto le orecchie, non era molto alta, ma nell’insieme il suo corpo
era armonioso, era decisamente più formosa di lei, pensò con invidia.
Lila osò
sorriderle, sembrava non essere per niente provata dagli incontri precedenti,
ora il re Vegeta era costretto a guardare anche Rosicheena, ma i suoi occhi
sembravano essere incollati alla ragazza della terza classe.
Il
combattimenti iniziò ed entrambe le ragazze facevano sul serio, Lila tutto
sommato era un’ottima combattente e Rosicheena si chiese come mai non avesse
mai avuto occasione di misurarsi con lei prima d’ora. All’inizio entrambe
sferrano colpi più mirati per studiarsi e per trovare un qualunque punto debole,
ma era decisamente una gara dura.
Per un
piccolo attimo Rosicheena contemplò l’idea di perdere, dopotutto a lei non
importava di diventare regina, sarebbe stata una vera noia anzi, la sua vita
sarebbe stata limitata, avrebbe dovuto ritirarsi dall’arena e dedicare la sua
vita a sfornare eredi sayan per il re Vegeta, avrebbe dovuto assistere da
lontano ai combattimenti e soprattutto avrebbe dovuto sorridere di fronte al re
e alle sue concubine, cosa che lei trovava inammissibile. Mentre quella Lila
sembrava perfetta per il ruolo di regina, la folla stava già acclamando il suo
nome, ci sarebbero stati grandi festeggiamenti per il loro matrimonio e chissà
sarebbe iniziata un’epoca d’oro in cui la prima e la terza classe avrebbero
collaborato per rendere più grande la gloria dei sayan.
Sì dopotutto
poteva lasciare il trono da regina a Lila, sarebbero potute anche diventare
amiche, addirittura lei avrebbe potuto nominarla sua dama e a quel punto lei
avrebbe lasciato casa sua per vivere al palazzo, avrebbe avuto amanti, abiti,
oro, ricchezze, libertà e divertimenti, se avesse perso quell’incontro avrebbe
potuto avere una bella vita.
Stava quindi
per cedere, ma poi il suo sguardo si posò su sua madre e vide che la stava
guardando furiosa, se avesse perso quell’incontro probabilmente sua madre
l’avrebbe uccisa senza il minimo rimorso, oppure l’avrebbe cacciata di casa e
sarebbe diventata una reietta, peggio di una terza classe; no purtroppo non
poteva perdere, le dispiaceva per Lila, ma sarebbe stata lei a diventare regina.
E quindi
Rosicheena si gettò contro Lila con una forza inaudita, quest’ultima cercò di
arginare i suoi attacchi, ma fu impossibile, fu travolta dalla furia cieca della
ragazza della prima classe, che in poco tempo si trovò sporca del sangue della
ragazza di terza classe.
Lila ormai
era a terra ansimante, si era arresa, la folla era in silenzio, stavano tutti
guardando Rosicheena, la quale incrociò lo sguardo con il re Vegeta e vi lesse
solo disappunto per la situazione, non aveva ancora ordinato la fine
dell’incontro, forse sperava ancora nella rimonta di Lila, credeva davvero in
lei, ma si sbagliava ormai per lei non c’era più niente da fare.
Rosicheena
non avrebbe potuto sopportare di diventare regina e di vivere con lo sguardo di
odio di Lila puntato addosso, anzi avrebbe dovuto sempre temere per la sua
vita, lei avrebbe potuto assassinarla magari, o peggio il re avrebbe potuto
prenderla come concubina e a quel punto avrebbe dovuto anche guardarsi dagli
eredi di Lila e del re Vegeta, no non poteva vivere così e quindi prese una
decisione estrema: si piegò a terra dove era stesa Lila e avvolse le sue mani
attorno al suo grazioso collo, Lila provò a divincolarsi, ma Rosicheena era
decisamente più forte; la folla iniziò a gridare, qualcuno la stava incitando e
qualcun altro chiamava a gran voce il nome di Lila. Il Re Vegeta era invece
impassibile, non diede l’ordine di sospendere il combattimento, lasciò che
Rosicheena strangolasse la donna che amava senza praticamente battere ciglio;
quando tutto fu finito ordinò semplicemente ai suoi ministri di preparare il
matrimonio con la vincitrice per il giorno successivo e poi si ritirò nei suoi
appartamenti.
La vita di
Lila era volata via ormai, quindi Rosicheena lasciò andare la ragazza che cadde
a terra e vide correre verso di lei le sue amiche: Jula, Carina e Thova che la
issarono in spalla per festeggiarla, dopotutto anche se prima di erano
affrontate come avversarie e avevano perso contro di lei, la loro vita sarebbe
comunque cambiata, sarebbero diventate le sue dame e quindi presero a
inneggiare per lei:” Lunga vita alla regina Rosicheena” gridavano e presto
anche la folla si unì a loro.
Mentre era
ancora in spalle alle sue amiche notò un piccolo drappello di persone che stava
piangendo sul corpo di Lila, doveva trattarsi della sua famiglia e delle sue
amiche, sentì distintamente una di loro gridare verso di lei chiedendole perché
aveva dovuto ucciderla, ma lei fece finta di non averla sentita e continuò a
godersi i festeggiamenti in suo onore.
E tutto
questo finchè un ragazzo che si presentò come Bardack, il fratello di Lila,
venne a chiederle rispettosamente se poteva prendere il corpo di sua sorella
per seppellirlo o se lei aveva intenzione di farne ancora qualcosa, Rosicheena
rispose al ragazzo che non le importava proprio nulla di quello che avrebbero
fatto col corpo di Lila e che quindi potevano portarselo via, prima che
cominciasse a puzzare e a rovinare la sua festa.
Vide gli
occhi di Bardack lampeggiare d’odio e si aspettava quasi che lui la sfidasse,
ma invece si limitò a farle un piccolo inchino col capo e poi a voltarle le
spalle per raggiungere la sua famiglia e Lila.
Sua madre
una volta terminati i festeggiamenti la rimproverò severamente, aveva notato
che in quell’ultimo combattimento non si era impegnata come al solito, e se
avesse osato perdere per lei le cose si sarebbero messe molto male, per fortuna
aveva vinto e aveva avuto l’ottima idea di eliminare quella nullità, era meglio
non averla tra i piedi, e poi così tutti aveva visto quanto era letale la loro
nuova regina.
Poi senza
attendere la replica della figlia, Cora la portò nella sala da bagno ed ordinò
alle serve di preparare sua figlia alle imminenti nozze; ormai erano passate
diverse ore da quando aveva ucciso Lila nell’arena e i festeggiamenti si erano
protratti per tutta la notte e lei era a dir poco esausta, non aveva dormito,
ma non c’era tempo per quello, tra poco si sarebbe sposata col re Vegeta.
Le serve le
fecero il bagno, togliendole il sangue delle avversarie che aveva ancora addosso,
poi la incipriarono, le acconciarono i lunghi capelli in trecce e le fecero
indossare un vaporoso abito di tulle e seta bianco e dorato, non era mai stata
così elegante, i sayan non indossavano spesso abiti di quel tipo, quello non
era un abito sayan, doveva essere il bottino di qualche ruberia di un altro
pianeta, sua madre per avere quell’abito aveva sicuramente speso una fortuna.
Una volta
pronta i suoi genitori la condussero a palazzo, dove tutta la prima classe
sayan la stava attendendo e il suo arrivo fu salutato da un boato di
approvazione, tutti acclamavano il suo nome; lei salì i gradini verso la sala
del trono, sempre scortata dai suoi genitori e quando arrivò nei pressi del
trono vide il re Vegeta, che indossava la sua alta uniforme e la stava
attendendo piuttosto scocciato.
Mentre la
ragazza si stava dirigendo verso di lui ebbe l’occasione di osservare meglio il
suo futuro sposo, non era bello, aveva i capelli castani, cosa piuttosto
insolita per i sayan che hanno i capelli neri di norma, non era nemmeno tanto
alto, lei era un po’ più alta di lui, ma il suo sguardo e il suo corpo emanavano
una forza straordinaria, da vero re, no tra loro non ci sarebbe mai stato ne
amore ne interesse, ma sicuramente sarebbe stati una coppia che avrebbe incusso
terrore a chiunque li avesse visti insieme.
La cerimonia
fu breve, un funzionario prese i loro polsi e li legò con un nastro rosso e
dichiarò che da quel momento Vegeta e Rosicheena si appartenevano; poi il
funzionario le pose sulla testa una piccola corona di diamanti e la folla
applaudì composta.
Iniziarono
subito i festeggiamenti e il re Vegeta si allontanò quasi subito dalla sua
novella sposa, fino a quel momento lui non le aveva detto nemmeno una parola,
Rosicheena si diresse verso le sue amiche e passò la serata con loro e con
tutti quelli che vennero a farle i complimenti; finchè ad un certo puntò
qualcuno suono la campana e quello era il segnale che era giunto il momento di
accompagnare gli sposi al loro letto nuziale. Quindi le sue amiche la lasciarono
per andare a prendere il re Vegeta, mentre si diressero verso Rosicheena alcuni
giovani della prima classe che senza troppe cerimonie la preso in spalla e la
condussero nella camera da letto.
Una volta
giunti dentro, la folla si dileguò lasciando i due sposi finalmente soli, il re
Vegeta chiuse la porta a chiave e si appoggiò ad essa mentre Rosicheena si
trovò ad indietreggiare intimorita.
“Ti faccio
forse paura?” chiese il re Vegeta alla ragazza.
“No
affatto!” rispose la giovane sforzandosi di non muovere nemmeno un muscolo.
Il re Vegeta
le ordinò di sedersi sul letto e lei obbedì riluttante, non sapeva davvero cosa
aspettarsi, sembrava una preda che stava giocando con un topo, il re si rimase
in piedi davanti a lei e prese ad osservarla con disappunto: “Oh beh non sei
esattamente quello che si può definire una bellezza, ma d’altra parte non sei
diventata regina per la tua bellezza. Mi aspetto che tu mi dia degli eredi
forti e degni di me!” commentò il re Vegeta.
Rosicheena
si sentì ferita da quelle parole, avrebbe voluto controbattere, ma non ci
riuscì e questo fece però piacere al re, il quale le si avvicinò ancora di più
e le toccò i capelli, poi il viso e poi la baciò; subito il bacio fu piacevole,
poi improvvisamente divenne violento, lui addirittura la morse e poi le cinse
le braccia attorno al collo stringendo, la stava soffocando, proprio come lei
aveva fatto con Lila.
“Sai
Rosicheena non ho mai ucciso nessuno soffocandolo, direi che diventerebbe un
bel racconto come prima notte di nozze, ma d’altra parte non posso ucciderti,
mi servi viva e in buona salute!” esclamò il re lasciandola bruscamente andare.
“ Lila
meritava di morire, era solo una terza classe che aveva alzato troppo la
testa!” rispose con voce strozzata Rosicheena.
Il re Vegeta
nel sentire quelle parole gridò di rabbia e si slanciò verso di lei su letto,
fece a brandelli l’abito nuziale che ancora indossava e tenedola strettamente
per i polsi, la penetrò con violenza, Rosicheena non emise nemmeno un suono,
smise quasi di respirare, non avrebbe invocato pietà anche se il dolore fosse
diventato maggiore.
Una volta
che il re ebbe finito si tirò su e contemplò ancora la ragazza:” Spero che tu
non ci sia rimasta male per il vestito, non ti donava per niente comunque. Vuoi
che chiami le tue dame ad occuparsi di te?” le chiese.
La ragazza
fece segno di no con il capo e si girò lentamente su un fianco, mentre il re
Vegeta si rimise a letto, dicendole che sperava davvero di aver generato un
figlio quella notte, altrimenti avrebbero dovuto riprovare ogni sera finchè non
ci fossero riusciti.
Il re dormì
serenamente tutta la notte, mentre Rosicheena pianse di rabbia e di vergogna,
odiava quell’uomo e ora era sua prigioniera e tutto ciò perché per l’ennesima
volta aveva ubbidito a sua madre, cosa avrebbe pensato le sue amiche quando la
mattina seguente l’avrebbero trovata in quello stato? E poi lei avrebbe dovuto
sopportare quell’uomo fino alla fine dei suoi giorni, non gli sarebbe bastato
un erede, lo sapeva, lui si stava vendicando per Lila, per la donna che amava,
ma lei aveva dovuto farlo, altrimenti sarebbe morta lei, ma in quel momento si
sentiva come se fosse morta.
Arrivò un
nuovo giorno e il re Vegeta uscì dalla stanza senza nemmeno degnarla di uno
sguardo, fuori dalla stanza fu accolto in trionfo dai suoi amici e lo sentì
vantarsi di quanto fosse stata piacevole quella nottata, si sentì definire
un’insaziabile gatta selvatica e le risate di quegli uomini la ferirono ancora
di più dei tagli e dei lividi che aveva addosso.
Poco dopo
entrarono allegre le sue amiche, ma quando la videro i loro sorrisi morirono
sulle labbra, l’aiutarono ad alzarsi dal letto e la portarono alla vasca da
bagno, nessuno disse una parola, ma poteva leggere il sollievo e la pietà nei
loro sguardi e anche questo le faceva male.
I giorni
passarono e il re Vegeta stava lontano da lei tutta la giornata, solo alla sera
erano insieme ai banchetti di corte e lì lui la trattava con smodata
gentilezza, le versava da bere, inneggiava brindisi per lei e la faceva
ballare, ma non si preoccupava che lei mostrasse i lividi che le lasciava alla
notte, anzi probabilmente gli faceva piacere che lei li sfoggiasse.
Dopo due
mesi dal matrimonio il ciclo non si presentò e venne quindi convocato
immediatamente il medico di corte che decretò che la regina era in attesa del
loro principe.
Il re Vegeta
apprese la notizia con soddisfazione e una volta rimasto solo con la regina le
disse:” Ben fatto mia cara, da questo momento preferisco lasciarti tranquilla,
tornerò nei miei appartamenti. E desidero che tu non esca più da palazzo,
starai nelle tue stanze, ti farai vedere alla sera ai banchetti reali, anche se
ti ritirerai presto e mi darai sicuramente un principe degno di questo nome!”
Rosicheena
si sentì morire, ora che era incinta, si era liberata di quelle orribili notti
col re, ma era piombata in una prigionia da cui non sarebbe più uscita
probabilmente e quindi non si trattenne dal rispondere al re:” Potrebbe anche
essere una dolce principessa!”
Vide il re
avvampare e alzare una mano, probabilmente l’avrebbe schiaffeggiata, ma tanto
lei era abituata, tant’è che sporse in avanti il viso preparandosi a ricevere
il colpo, che però non arrivò, anzi sentì il re ridere sonoramente:” Oh no
Rosicheena da te non può uscire nulla di dolce, lui sarà il principe Vegeta e
comunque anche se dovesse essere una dolce principessa troveremo il modo per
renderla utile, la venderemo al miglior offerente!”
Rosicheena
rispose che a lei non sarebbe importato in entrambi i casi e non le importava
davvero, non aveva nessuna voglia di essere madre del futuro principe o della
futura principessa, lei desiderava soltanto riavere indietro la sua vita
spensierata e ciò non era possibile.
Sua madre
chiese per l’ennesima volta di farle visita, ma lei la respinse, non desiderava
vederla, se le fosse capitata a tiro forse l’avrebbe addirittura uccisa;
rimaneva ogni giorno confinata nella sua stanza, spesso con le tende chiuse, la
luce del sole la irritava le ricordava la vita che c’era là fuori e che lei non
poteva più vivere.
Le sue
amiche facevano di tutto per rallegrarla, ma senza alcun risultato, lasciava
che la vestissero per il banchetto serale, ma quasi dovevano portarla a forza,
era molto debole, si reggeva in piedi a malapena. Durante quei banchetti il re
Vegeta la trattava sempre con quella gentilezza fasulla, ma le prestava poche
attenzioni, ora che lei era incinta, lui era giustificato a rivolgersi alle
concubine, le quali erano più che felici di soddisfare il re.
Arrivò il
momento del parto, ormai da settimana Rosicheena restava a letto, era troppo
debole e troppo sofferente, non vedeva l’ora che quel piccolo parassita uscisse
dal suo ventre, almeno sarebbe ritornata bella, magra e in forze, ora era solo
l’ombra della ragazza che era un tempo.
Le sue
amiche chiamarono la levatrice e presero ad occuparsi di lei come meglio
potevano, avevano chiesto al re il permesso di chiamare il medico perché la
regina stava soffrendo molto e stava perdendo molto sangue, ma il re aveva solo
commentato che per quelle cose non avrebbe scomodato il medico, bastava la
levatrice e anzi ordinò di non dare nessuna pozione calmante alla regina,
doveva riuscirci con le sue forze, era fondamentale. E comunque se davvero la
situazione fosse precipitata avrebbero dovuto fare di tutto per salvare suo figlio,
anche a costo di sacrificare la regina.
Rosicheena
sentì il discorso del re, ma solo in lontananza, stava perdendo i sensi,
sentiva le sue amiche chiamare il suo nome e la levatrice scuoterla, ma ormai
le forze la stavano abbandonando.
Poco dopo la
ragazza si svegliò in un posto nebuloso e freddo e vide venire verso di lei una
ragazza dalla tunica bianca.
Quando ormai
era vicina la riconobbe come Lila, cosa ci faceva in quel posto?
“Quindi sono
morta?” le chiese Rosicheena.
“No, non sei
ancora morta, ma lo sarai presto. Io ti sono venuta in contro per mostrarti
quello che ti perderai della vita di tuo figlio!” rispose Lila con sguardo
duro.
“Ah e così
alla fine il re avrà il suo erede!” esclamò la ragazza con disappunto, ormai
che sapeva che sarebbe morta avrebbe preferito di gran lunga aver generato una
femmina, invece il re l’avrebbe avuta vinta fino alla fine.
“Sai anch’io
aspettavo il figlio di Vegeta, ma grazie a te siamo morti entrambi. Perché non
ti sei fatta da parte? Vegeta mi aveva allenato personalmente, tutti sapevano
di noi, se ti fossi fatta da parte io ti avrei ricompensata” disse Lila.
“Non potevo
deludere mia madre e ora mi dispiace di non averlo fatto, ma ormai credo non
abbia più importanza!” commentò Rosicheena e la ragazza le diede ragione
annuendo.
Improvvisamente
davanti a loro apparvero delle immagini nebulose: vide un bambino piccolo dai
capelli neri, ma con lo stesso sguardo del re Vegeta, doveva essere sicuramente
loro figlio, e lo vide circondato dalle sue amiche, da sua madre e dal re,
ognuno a modo suo gli voleva bene.
Vide poi
quel neonato, diventare un bambino e apprendere l’arte del combattimento dal
padre, vedeva gli sguardi di ammirazione del re Vegeta per il figlio, lo amava
davvero ed era orgoglioso di lui.
Poi vide un
alieno portare via il piccolo principe dal fianco del re, vide il cuore del re
spezzarsi e lei se ne rallegrò in parte, stava provando la stessa sofferenza
che provava lei; vide poi il re morire insieme agli altri sayan e notò che anche
Lila sobbalzò a quella vista e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Le immagini
tornarono poi su suo figlio, era affidato a quell’alieno, che lo trattava
duramente, suo figlio conobbe per la prima volta la fame, il freddo e la paura,
provò l’istinto di toccare quelle immagini, voleva accarezzare suo figlio, ma
l’immagine era impalpabile ovviamente.
L’alieno
disse a suo figlio che suo padre e tutti i sayan erano morti a causa di un
asteroide e il bambino si era stretto nelle spalle e aveva risposto che non
gl’importava poi molto, e lei si riconobbe molto in quel modo di fare. Quella
stessa sera vide però il bambino rannicchiato nel suo letto piangere e
soffocare i singhiozzi col cuscino; quelle immagini le facevano sanguinare il
cuore.
Vide poi il
bambino diventare un ragazzo e poi un giovane uomo e lo vide combattere,
uccidere e conquistare pianeti, sempre sotto il comando di quell’alieno;
sentiva la furia omicida di suo figlio verso l’alieno, ma questo era più
potente di lui, quindi doveva fare attenzione, ma sapeva che un giorno il suo
momento sarebbe arrivato, sarebbe diventato il sayan leggendario e avrebbe
ucciso quell’alieno e i suoi scagnozzi e poi sarebbe stato lui a diventare il
più forte dell’universo e suo padre sarebbe stato molto orgoglioso di lui.
Vide poi suo
figlio dirigersi verso un pianeta verde e azzurro e misurarsi con un altro
sayan, ma questo non poteva essere perché i sayan si erano estinti grazie a
quell’alieno, ma in quel momento notò Lila sorridere e capì presto il motivo,
quel sayan somigliava incredibilmente a Bardack, il fratello di Lila.
Vide suo
figlio sconfitto da quella nullità esule di terza classe, lo vide strisciare
come un verme verso la sua navicella e provò vergogna, avrebbe voluto gridargli
di reagire fino alla fine, di non scappare, era più onorevole la morte alla
fuga.
Vide poi suo
figlio su un altro pianeta, massacrato da quell’alieno maledetto, lo vide
piangere e implorare il figlio di Bardack di vendicare tutti i sayan al suo
posto e poi lo vide esalare l’ultimo respiro.
Credeva che
sarebbe finita così la stirpe dei sayan in mezzo alla sabbia e alla polvere di
un pianeta straniero e invece vide per un inspiegabile magia suo figlio
ritornare in vita ed essere furibondo con l’altro sayan perché era diventato il
sayan leggendario al suo posto.
Vide quindi
suo figlio sottoporsi ad allenamenti logoranti per superare il suo limite, lo
vide ferirsi quasi a morte e a quel punto apparve al suo fianco una donna dal
buffo colore di capelli, erano azzurri, lei era anche meno forte di una
guerriera di terza classe, era una nullità. Eppure suo figlio sembrava essere
interessato a quella nullità, anche a lui evidentemente piacevano le donne di
classe inferiore proprio come a suo padre, pensò Rosicheena lanciando
un’occhiata a Lila che fissava le immagini sempre più compiaciuta.
Vide suo
figlio innamorarsi di quella donna, tanto da concepire con lei un figlio, la
nuova stirpe dei sayan, quel moccioso sarebbe stato il futuro re dei sayan se
il pianeta fosse esistito ancora.
Vide suo
figlio comabattere fino allo stremo delle forze contro dei nemici molto
potenti, e notò che ora non combatteva più per uccidere e conquistare, ma per
salvare la sua famiglia e il pianeta dove viveva, non era da sayan tutto ciò,
ma lo ammirava in fondo.
Vide,
improvvisamente suo figlio però cambiare rotta, farsi controllare da un mago
per diventare ancora più potente per sconfiggere il figlio di Bardack, vide che
tutte le persone attorno a lui erano dispiaciute da questa sua scelta, ma lei
avrebbe voluto dirgli che lo capiva, che era giusto secondo lei, diventare
sempre più forti, anche a scapito degli affetti.
Vide poi suo
figlio abbracciare forte il suo erede prima di tramortirlo insieme ad un altro
mocciosetto che doveva essere il nipote di Bardack…erano tutti uguali in quella
famiglia e lei rimase anche stupita nel constatare che suo nipote sarebbe stato
amico con quel bambino di terza classe, una cosa inammissibile sul loro
pianeta, ma queste riflessioni s’interruppero di colpo quando vide suo figlio sacrificarsi
saltando in aria per salvare il pianeta e sentì le lacrime bagnarle il viso.
Forse questa
volta era finita davvero e invece vide suo figlio tornare nuovamente in vita e
riprendere la sua vita terrestre, concependo addirittura una figlia, una principessa
sayan, che emanava tutta la forza del suo popolo nonostante quell’assurdo
colore di capelli ereditato dalla madre.
Vide suo
figlio fare il padre, in un modo diverso dai padri sayan, lui amava davvero i
suoi figli e non per la loro forza o per la loro posizione sociale, lui li
amava e basta, proprio come amava perdutamente quella strana donna dai capelli
turchini, a volte con lei lui sorrideva addirittura.
Vide poi suo
figlio invecchiare, affrontare altri nemici ed uscirne vincitore sempre insieme
al figlio di Bardack, fino a divenire addirittura nonno di altri piccoli sayan
e in fine morire definitivamente circondato da tutto l’amore della sua
famiglia. Suo figlio avrebbe conosciuto l’amore, l’amore vero, quello che a lei
purtroppo sarebbe stato negato di conoscere, fu felice per lui, avrebbe avuto
tutto sommato una bella vita, sicuramente migliore della sua.
“A quanto
pare in futuro i nostri figli e nipoti saranno amici e combatteranno insieme!”
commentò Lila.
“Sì a quanto
pare…e ora che succederà?” chiese Rosicheena restando sulla difensiva.
“Ora tu ti
lasci andare e mi segui, per te la vita è finita. Vedrai che una volta fatto il
primo passo sarà tutto più semplice!” esclamò Lila indicando una via oscura
davanti a loro.
“Ma io
voglio essere a fianco di mio figlio, se tornassi indietro forse potrei salvare
i sayan, potrei evitare a mio figlio tutto quel dolore…” disse Rosicheena.
“Mi
dispiace, ma non si può cambiare il destino, è scritto che ora tu muoia e che
tuo figlio viva tutto quello che abbiamo visto. Seguimi, anche se opporrai
resistenza non cambierà nulla, morirai comunque!” rispose Lila e quindi
Rosicheena voltandosi indietro ancora una volta per vedere l’immagine del
figlio, gli disse silenziosamente addio e seguì poi la ragazza verso l’oblio
della fine.
Vegeta IV
venne al mondo gridando come un vero guerriero, ma Rosicheena non riuscì
nemmeno a sentire il grido vitale del figlio, la sua anima aveva già
abbandonato il suo corpo distrutto.
Le sue
amiche e le levatrici, non poterono fare altro che occuparsi del bambino,
finchè non entrò il re Vegeta e la levatrice gli presentò con deferenza il
figlio.
Il re rimase
a guardare il bambino e ciò che vide lo soddisfò, era decisamente forte,
riusciva a percepirla, sarebbe stato un grande re a suo tempo, ne era certo e
lui avrebbe fatto di tutto per farne il suo degno erede.
“E la
madre?” chiese il re alla levatrice.
“E morta sua
maestà sono spiacente, ho cercato di salvarla, ma non ha resistito al parto!”
rispose la lavatrice gettandosi in ginocchio, già pronta a subire le ire del
re.
“Ah… sì
capisco. Bene, hai eseguito il tuo compito, ora lasciaci, il mio intendente di
pagherà per le tue fatiche!” esclamò il re indicando la porta e la donna si
affrettò ad uscire.
Il re si
avvicinò a Rosicheena, ma la degnò appena di un occhiata e una della sue
amiche, Carina doveva chiamarsi pensò il re, gli chiese che cosa avrebbero
dovuto fare col corpo.
Quelle
sciocche forse pensavano che lui l’avrebbe sepolta con tutti gli onori, visto
l’erede forte che gli aveva donato, ma lui non ne aveva nessuna intenzione,
sarebbe stata solo una perdita di tempo e quindi rispose: “Fatene quello che
volete, ridatelo alla madre. A me non serve certo più, il suo compito l’ha
eseguito alla perfezione come ci si aspettava, fatelo sapere alla madre. E ora
portatela via prima che inizi a puzzare, questa diventerà la camera di mio
figlio!”.
Detto ciò
uscì, sentendo le grida e i pianti di quelle ragazze, ma a lui non importava
nulla, era il re e si sarebbe fatto come lui ordinava e se quando fosse tornato
il corpo non era ancora stato portato via, avrebbe ordinato di gettarlo in
strada.
“Ecco mamma
a scuola oggi ti ho fatto un bigliettino per la festa della mamma!” trillò una
bambina dai capelli turchini porgendo il bigliettino rosa alla sua mamma, la
quale la ringraziò con un grande abbraccio e un bacio, sotto lo sguardo vigile
del principe dei sayan.
“Certo che
in quella scuola che paghiamo un sacco di zeni le fanno fare delle cose
decisamente sciocche!” commentò Vegeta dopo che la figlia era uscita.
“Oh suuu
caro non dire così, anche tu adori ricevere il tuo regalino per la festa del
papà, sei solo invidioso, che esiste anche una festa dedicata a me e non solo a
te. Ma sai com’è la mamma è sempre la mamma. Anche tu avrai adorato la tua no?”
chiese Bulma, approfittando dell’occasione dal momento che suo marito non aveva
mai parlato di sua madre, tanto che a volte era convinta che fosse stato
partorito direttamente dal re Vegeta.
“Non ho una
grande esperienza in materia di madri, la mia è morta nel partorirmi!” rispose
Vegeta.
“Oddio
Vegeta mi dispiace molto, forse non avrei dovuto chiederti nulla!” commentò
Bulma portandosi una mano alla bocca.
“Non
importa, di lei non so poi molto, mio padre non mi ha mai parlato di lei, anzi
ogni volta che gli chiedevo qualcosa, mi ordinava di stare zitto. Ho conosciuto
però una donna che diceva di essere mia nonna una volta, era ancora piccolo e
lei continuava ad abbracciarmi e a piangere, ma la mia balia l’ha allontanata
subito” raccontò Vegeta.
“Povero
caro, sai come almeno si chiamava?” chiese Bulma commossa.
“Rosicheena”
rispose il principe dei sayan di spalle prima di lasciare la stanza.
Una volta
che il principe dei sayan fu da solo pensò che non era il caso di raccontare a
sua moglie, che in realtà lui aveva visto sua madre alcune volte, l’aveva vista
ogni volta che aveva sfiorato la morte, lei era lì a braccia conserte e sguardo
severo ad incitarlo a non mollare, che se avrebbe resistito ancora un po’ ne
sarebbe valsa la pena, avrebbe avuto molte ricompense dalla vita e di credere a
lei che sapeva di cosa parlava, doveva solo resistere. E spesso quelle parole
avevano fatto la differenza nei suoi combattimenti.
Non era
sicuro se i suoi genitori si fossero davvero mai amati, sapeva che l’amore non
era una cosa per i sayan, però chissà forse il fatto che suo padre non parlasse
mai di sua madre era perché ancora soffriva per lei, si chiese il principe dei
sayan. Anche perché nella sua infanzia l’aveva sempre visto attorniato da donne
di poco conto, non aveva mai cercato nessuna altra regina, anche se avrebbe
potuto.
Una volta
aveva sentito alcuni generali amici di suo padre, insistere col re di prendersi
una nuova moglie e che non poteva rimanere per sempre legato alla figura di
Lila, ma il re aveva cambiato bruscamente argomento quando l’aveva visto
entrare.
Per molto
tempo quindi aveva creduto che il nome di sua madre fosse Lila, ma quando aveva
incontrato sua nonna, lo aveva definito il figlio di Rosicheena, quindi chissà
chi era quella Lila, mah forse una delle tante concubine legate a suo padre e
magari morta in qualche pianeta sconosciuto, si rispose Vegeta per mettere fine
ai suoi pensieri. Non gli faceva piacere ricordare la sua vita precedente,
troppo dolore, era realmente grato della seconda occasione che aveva avuto
sulla Terra, anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno ovviamente.
Il principe
decise quindi di tornare dentro per andare da sua figlia, lui aveva avuto a
differenza dei suoi genitori, la grande fortuna di poter vedere crescere i suoi
figli e non voleva perdersi neanche un minuto delle loro vite.
FINE
Salve
a tutti, spero che vi sia piaciuta, avrete notato che è diverso dal mio solito
genere, ma mi è venuta in mente questa storia alcuni giorni fa e non ho
resistito all’idea di scriverla di getto, ma prometto che ora darò un finale
all’altra mia storia ovvero: Vegeta presente, passato e futuro.
A
presto!