La mia nullità
«Dimmi che quella camicia non è tua» mi dice Brandon
non appena mi vede.
Abbasso lo sguardo sull’indumento color salmone a righine
verticali grigie e mi stringo nelle spalle. «Perché?» domando. «È
bella.»
«È oscena, diamine!» sbotta disgustato.
Incrocio le braccia al petto. «Mi dici perché sei sempre
così stronzo?»
Brandon si lascia cadere sul divanetto sfondato del camerino
e ride. «Sono soltanto me stesso» commenta.
Ci rifletto su, mentre i miei occhi percorrono il suo viso dai
lineamenti spigolosi. Sono certo che lui non sia così, ma da quando siamo
amanti non si è mai mostrato chissà quanto dolce nei miei confronti.
«Non è vero, Brad» mormoro.
«Non cominciare, Kapranos… sono veramente stanco.»
Le parole fuoriescono dalla mia bocca prima che il pensiero
riesca a fermarle. «Anche io sono stanco. Sono stufo che tu mi usi solo come un
giocattolo sessuale, sono distrutto da questa situazione. Sto malissimo.»
Ma Brandon non pare particolarmente colpito. «Piantala di
piagnucolare, per favore.»
Lo inchiodo con gli occhi, mostrandomi mortalmente serio.
«Non sto scherzando. Volevo dirtelo, Brad. Non mi va più di continuare così.»
Lui si china in avanti e appoggia gli avambracci sulle
proprie cosce. «Cosa stai dicendo?»
«La verità.»
Mi sembra davvero strano di star riuscendo a parlargli con
tanta franchezza, lui mi mette sempre in soggezione con il suo atteggiamento,
ma stavolta ne ho seriamente abbastanza. Non potevo più tenermi tutto dentro.
«Alex, senti… mi pare che ti sia sempre piaciuto farti
scopare da me. Non riesco a capire cosa sia cambiato.»
«È questo il problema!» esclamo. «Per te sono solo un
oggetto, un… un…» La rabbia e la frustrazione mi impediscono di continuare.
Distolgo lo sguardo e stringo i pugni. «Una nullità.»
Brandon si arrotola le maniche della camicia nera che
indossa, forse vuole prendermi a botte. Beh, non mi importa. Ma subito dopo si
inginocchia a terra, facendosi spazio tra le mie gambe.
Oppongo resistenza, ma lui vi si infila comunque e mi
avvolge la vita con un braccio, mentre con l’altra mano mi sfiora appena la
guancia.
«Guardami, su. Non fare il ragazzino.»
«Non sto facendo il ragazzino. Sono solo stanco di sentirmi
una merda quando stiamo insieme.»
Lui cerca il mio sguardo e mi scruta attentamente. «Davvero
ti senti così? Io pensavo che fossimo d’accordo, che ti piacesse il nostro
rapporto… particolare.»
«Io… io non lo so più» ammetto.
Brandon sospira pesantemente e mi abbraccia come non aveva
mai fatto, con affetto e con calore. «Insomma, ne ero convinto.»
«Anche io… ma non ce la faccio più. Ogni volta tu mi
raggiungi, mi strappi i vestiti e ti impossessi di tutto ciò che è mio per…
per…» Mi zittisco, trattenendo un singulto.
Brandon mi stringe più forte a sé. «Dai, Alex… non fare
così. Ti dico sempre che ti voglio bene.»
«Non lo dimostri, Brad. Mai. Io sono soltanto…»
Lui mi interrompe, prendendomi il viso tra le mani. «Sei un
culo favoloso da scopare, è vero. Ma sei anche un buon amico. Un cantante
niente male. Hai delle qualità, questo lo sai. Ma sai anche che io non parlo mai
di cose sdolcinate, che non sono un amante delle smancerie e dei baci alla
francese.»
Ridacchio tristemente. «Lo so bene…»
«Ma non devi essere frustrato per questo. Io con te mi
diverto e… mi dispiace se ti ho fatto sentire una nullità. Non sei una nullità,
Alex, anche se questa camicia fa cagare e giuro che vorrei avere la forza per
strappartela di dosso. Ma sono sfinito.»
Rido ancora. «La mia camicia non ha niente che non va!»
«Da dove l’hai pescata?» mi chiede, scostandosi per
osservarmi meglio.
«Dal mio armadio, no?»
Brandon mi regala un sorriso birichino, di quelli che
mettono in luce quelle fossette appena accennate e che lo rendono sempre un po’
buffo. «Non voglio mai più vederla.»
Gli lancio uno sguardo di sfida. «Falla sparire.»
Si allunga verso di me e poggia le labbra sulle mie. Non
approfondisce il bacio, ma mi carezza con delicatezza, per poi spostarsi sulla
guancia e scivolare fino all’orecchio sinistro.
«Non provocarmi» sussurra.
«Perché no?»
«Perché potrei diventare nuovamente stronzo e la cosa
potrebbe non piacerti» replica, lasciando scorrere le mani lungo le mie braccia
coperte dalla camicia.
Ridacchio. «Va bene. So che sei stanco. Ma stasera hai
saltato come un pazzo su quel palco, è normale» commento, infilando le dita tra
i suoi capelli scompigliati e sudaticci.
«Mi sono divertito. E, ehi, Alex…»
Lo fisso in attesa.
«Anche tu sei stato grandioso» ammette con un leggero
imbarazzo nel tono di voce.
Sorrido appena.
«E non sei una nullità.»
«Oh, beh… lascia perdere…» bofonchio.
«No, dico sul serio. Certe volte sono davvero una testa di
cazzo.»
Mi stringo nelle spalle. «È per questo che ci troviamo bene
insieme.»
Brandon si abbandona nuovamente tra le mie braccia e mi
scompiglia i capelli in un gesto affettuoso. «Cristo, ti voglio bene!»
Scoppio a ridere e lo abbraccio più forte. «Adesso non
esagerare e non farti prendere la mano. Non essere così sdolcinato!» lo
punzecchio.
«Fottiti» borbotta.
Ghigno. «Preferisco che sia tu a farlo» insinuo.
Stavolta è Brandon a ridere. «Ma sentilo! Prima piagnucola e
poi mi implora di metterglielo nel culo!»
«Brandon!» strillo, mollandogli un pugno sul petto.
Lui continua a sghignazzare e torna ad abbracciarmi,
sospirando. «La prossima volta lo farò… ma oggi non ce la posso fare.»
Ci penso su per un attimo, poi sorrido dolcemente. «Vieni in
albergo con me.»
«Che cosa?» Mi fissa stranito, sollevando il capo dalla mia
spalla.
«Voglio solo farti un massaggio e dormire con te» gli spiego
candidamente.
Lui sembra contrariato, ma infine annuisce e si mette
faticosamente in piedi. «Ci sto.»
Lo osservo dal basso, fasciato nella camicia e nei jeans
neri, la mano destra tesa per aiutarmi ad alzarmi.
E capisco che non posso fare a meno di lui, che non mi sono
mai sentito una nullità in sua compagnia.
Perché lo amo per quello che è, con i suoi difetti, i suoi
modi bruschi e quei commenti osceni e spudorati che mi fanno storcere il naso.
Mi sollevo e gli rubo un altro bacio a fior di labbra, per
poi avviarmi verso la porta del camerino.
Mi volto e lo osservo, ancora immobile di fronte al
divanetto.
«Hai cambiato idea?» chiedo timoroso.
Lui scuote il capo, poi mi sorride mestamente. «Se ti
sentirai ancora una nullità, beh, sarai la mia nullità.»
E quelle parole così poco romantiche mi fanno venire voglia
di piangere e ridere insieme.
«Ti amo, Brad» mi lascio sfuggire, anche se so che sto
sbagliando e che noi due siamo solo amici.
Mi aspetto che alzi gli occhi al cielo e si lamenti,
sminuendo la mia dichiarazione.
Tuttavia Brandon mi rivolge un’occhiata triste e comincia ad
avanzare verso di me.
Non potrà mai ricambiarmi, lo sento.
Continuo a sentirmi una nullità, ma ora so di appartenergli,
in un modo o nell’altro.
♥ ♥
♥
Ciao a tutti ed eccomi con una nuova storia su questa coppia
che shippo solo io al mondo XD
È che, beh, nessuno capisce la bellezza della Kaprowers
ç___ç
Però se leggerete per me sarà già un traguardo!
Ho voluto dare un’impronta leggermente più “romantica” alla
bizzarra relazione di “scopamicizia” che ho sempre immaginato esistere tra Alex
Kapranos e Brandon Flowers, rispettivamente cantanti dei Franz Ferdinand e dei
The Killers.
Chi ha letto altre storie su di loro, sa perfettamente che
Brandon è sempre molto poco dolce, anzi, si rivela un vero e proprio dinosauro
rude e quasi insensibile XD
Questo perché loro come coppia sono nati da una storia
altamente demenziale, ma ogni tanto sento veramente il bisogno di riprenderli e
scriverci qualcosa!
Gli voglio bene *-*
Spero vi sia piaciuta e vi abbia lasciato un po’ di dolcezza
:3
Prima di lasciarvi, volevo specificare che i dialoghi in
corsivo all’inizio della storia sono parte del prompt #005 della lista
“Dialoghi e battute” dell’Infinity Prompt Challenge organizzata da
HarrietStrimell sul forum!
Grazie a chiunque vorrà lasciarmi un commento, vi do
appuntamento alla prossima avventura ♥
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