WandaVisione
Il mondo
è viola intorno
a me. Il cielo è squarciato, la terra è ridotta
ad un
milione di zolle brulle e spaventose. Una stella bianca brilla e
scortica la pelle intorno ai miei anelli. Il metallo incancrenisce le
mie vene e striscia sui miei tendini. Non c’è
più
niente dentro di me. Non riesco più a trattenere le mie
cellule
e i miei nervi. Credo che il mio sangue e le mie ossa si stiano
scomponendo dall’interno e che ogni cosa stia scomparendo
dietro
le suola delle mie scarpe. Non esistono impronte lasciate dal mio
corpo. Non
esiste più nulla.
“Vis.”
Cado giù. Il
mondo non mi vuole più.
“Vis, dobbiamo andare. Svegliati.”
Io tocco le tue braccia e tu rimani immobile. Accarezzo il tuo volto e
le tue orbite rimangono vuote. Sei disteso sulle mie ginocchia e non mi
parli. Non mi abbracci e non mi baci. Le tue labbra sono fredde sulle
mie.
Non trovo sulla tua bocca delle litanie da urlare contro gli strascichi
dell’infinita guerra che abbiamo combattuto. La battaglia si
è conclusa e tu sei diventato tutto viola. E dormi?
“Svegliati. Ti prego.”
Il tuo capo è sul mio ventre. Le mie braccia ti circondano
le
spalle e un dolore asfissiante si insinua tra le mie costole
traballanti. È un dolore che vorrebbe urlare, che vorrebbe
raschiare la mia gola e trucidarmi i polmoni. Graffia il centro del mio
petto fino a farmi sanguinare, fino a strapparmi il cuore con unghie
macchiate da uno strano lucido inchiostro.
Sapevamo che un lieto
fine non era mai stato previsto nella nostra storia.
Le mie ossa sono scosse e mi tagliano lo stomaco che crolla scomposto
in ciò che rimane della mia gabbia toracica. Credo di avere
la
nausea. Sono certa che vorrei soltanto morire.
“Guardami. Parlami.”
Sciocca bambina che non sei altro. Dopo tutto questo tempo non
riconosci la morte? Hai dimenticato il volto di Pietro? Dì
la
verità.
Sei morto.
La verità.
Visione, tu sei morto.
Non riesco nemmeno a
respirare, non
riesco a respirare, non posso respirare, non sento nulla, sono morta,
sono morta, sono morta, morta, morta. Uccidetemi. Per favore,
uccidetemi. Il vento soffia leggero tra i miei capelli e sembra il
tocco delle tue mani che mi circondano la nuca in una carezza dolce e
impalpabile. I tuoi polpastrelli sulla mia pelle. Il tuo polso contro
il mio collo.
Voglio le tue mani,
voglio la tua
bocca, voglio i tuoi occhi. Ti voglio dentro di me. In me, con me. Ti
amo talmente tanto che mi sta esplodendo il cuore.
Poso la mano sulla tua testa svuotata dal pugno del Titano Folle. Le
dita si immergono tra i fili della tua mente morta e mi sembra di
sprofondare nella pazzia. Non ci sono più sogni in cui
nuotare. C’è
soltanto un profondo squarcio in cui affogare. Mi dimeno nel tentativo di
risalire, ma non è possibile. Sono morta.
Vis, sono morta anche io. Sono morta e sorrido. Sorrido e scompaio.
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