Il fuoco che scava la roccia

di Claireroxy
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Bakugo non sopportava il suo sorriso. Ogni volta che vedeva la sua bocca aprirsi, a rivelare i denti appuntiti, gli saltavano i nervi.
"Che c'hai da sorridere?" gli chiedeva allora, sempre sperando che la sua domanda irritata cancellasse quell'espressione dalla sua faccia.
Ma non andava mai così. Kirishima era sempre felice per un motivo stupido, che non poteva controbattere.
"Non è una bella giornata?"
"Ah, sono così felice di aver passato l'esame!"
"Hai visto come l'ha guardato Jirou? Per me c'è qualcosa fra quei due..."
Ma nulla era paragonabile alla risposta più comune di Kirishima, e quella che più odiava.
"Sei buffo."
Non nel senso che faceva ridere, specificava poi subito il compagno di classe. Aveva imparato a spiegarsi meglio dopo la prima volta che gli aveva dato questa risposta, quando Bakugo aveva quasi rischiato di esplodere nel centro cittadino.
"E allora in che senso?" gli chiedeva quindi Bakugo, sempre più con disinteresse perché sapeva cosa gli avrebbe detto.
"Ah, non lo so."
E la discussione finiva lì, dovunque fossero. Kirishima sorrideva ancora, poi tornava alle sue faccende, che spesso erano sorseggiare il suo cappuccino caldo o mangiucchiarsi la matita di fronte a un compito difficile.
Questa discussione, dopotutto, avveniva quasi sempre nel bar in cui Bakugo aveva preso a dargli ripetizioni. E questo, sfortunatamente per lui, significava risentire lo stesso scambio di battute più e più volte alla settimana.
Sì, probabilmente era quello ad irritarlo. Non tanto a farlo incazzare, perché ormai aveva imparato a conoscere Kirishima e non poteva più restare arrabbiato con lui, ma a fargli pizzicare le corde nascoste nello stomaco, in una maniera che non comprendeva e non apprezzava.
Questo avrebbe dovuto fargli odiare Kirishima. Stare lontano da lui, evitando ogni conversazione ed ogni contatto.
Invece, si ritrovavano praticamente ogni pomeriggio in quel bar. Kirishima ad affannarsi fra equazioni, caratteri e date, e Bakugo coi suoi quaderni già chiusi, ad osservare i passanti, le luci soffuse del locale, i capelli del compagno che parevano riflettere, soffice, la luce...
No, Bakugo non odiava Kirishima, né desiderava allontanarlo dalla sua vita. Era questo che capiva e metteva a fuoco, ogni giorno di più.
"Ho fame, vado a prendere qualcosa da mangiare"
"Mmh." Annuì Kirishima, prima di togliersi la matita di bocca. "Se vai al banco, mi ordini un altro cappuccino? Questa l'ho praticamente finito!"
Bakugo si stava già dirigendo verso il bancone quando si voltò verso il compagno.
"Cappuccino?" chiese per conferma. La mano, sollevandosi nel suo movimento, cadde sullo schienale della sedia di Kirishima, a cui per poco non sfiorò i capelli.
"Dillo prima, la prossima volta."
Non si fermò neanche per la risposta. Senza guardarlo, si girò, rimise la mano traditrice in tasca e si diresse al banco.
Kirishima provò a chiedergli qualcosa, ma Bakugo semplicemente non lo ascoltò.
Kirishima doveva saperlo. Bakugo non era bravo con le parole, e le battaglie contro sé stesso erano le uniche che non poteva vincere.
Sperava solo che l'altro non fosse così cieco da ignorare i suoi gesti.

Nota autrice
... E con immenso ritardo, torno sul fandom. Non lo seguirò più molto assiduamente, ma per le coppie è un assoluto gioiellino.
E loro due, assieme a Ochako/Izuku, son quelli che mi hanno fatto avvicinare di più, e per questo non potrò mai smettere di amarli!




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