Prologo • Il Tempio dell'Antico Potere

Dalla volta trasparente della grande sala di marmo bianco filtravano i riflessi azzurrini dell'acqua del lago, che creavano sinuose danze di luce sui profili morbidi delle colonne. Su ciascuna di esse erano incise delle parole, che scintillavano come gocce di rugiada in una tiepida mattina d'estate.

Al centro della stanza una sfera di luce turchese volteggiava sopra un piedistallo riccamente decorato, lanciando bagliori argentati che illuminavano le pareti.

Il Guardiano del Tempio si alzò e si avvicinò al globo luminoso, mentre i bordi della sua tunica bianca scivolavano silenziosi sul pavimento. Sollevò una mano e chiuse gli occhi, sussurrando poche parole a fior di labbra. Dalla sfera turchese si sprigionò un lampo argentato che colpì una delle colonne, incidendo una nuova scritta sul marmo bianco.

Due parole. Due nomi.

Al centro del globo iniziò a prendere forma qualcosa. Sembravano i volti di due ragazze.

La prima aveva lunghi capelli dorati e occhi verdi e luminosi, rischiarati da un sorriso. La seconda aveva uno sguardo malizioso e una fitta chioma di riccioli scuri che le ricadevano sulle spalle. Fu questione di un attimo e l'immagine svanì.

Il Guardiano sorrise.

L'Antico Potere aveva finalmente scelto le sue nuove Custodi.