Corro,
turbato, verso la nave.
Non
mi importa più di nulla.
Un
senso d’angoscia stringe il mio cuore e il sudore bagna il mio
corpo.
Ne
sono sicuro, i miei uomini sono stati aggrediti.
Sanno
difendersi da soli, ne sono cosciente, ma questo non placa la mia
ansietà.
Il
mio istinto di uomo di mare non sbaglia.
Un
atroce odore di sangue ancora fresco, misto a rantoli d’agonia,
ad un tratto, giunge alle mie radici.
Chino
la testa e un moto d’orrore mi fa sobbalzare.
I
miei uomini, compagni di tante avventure, giacciono sulla banchina
del porto, morti, contorti in grottesche posizioni.
Dai
loro corpi, offesi da squarci profondi, sgorga sangue, che si mescola
a frammenti di interiora.
Le
loro armi, inutili, giacciono accanto a loro, strette nelle loro
mani.
Mi
porto una mano alla bocca e, a stento, freno un conato di vomito.
E’
un incubo… Chi può avere distrutto il mio equipaggio?
Chi
può essersi accanito su di loro con una tale, assurda ferocia?
Un
corpo si agita e un nuovo, debole lamento, risuona nell’aria.
Con
una inutile cautela, percorro pochi passi e mi avvicino alla fonte di
questo suono.
–
Kyam!
– urlo.
I
miei occhi si riempiono di lacrime. Vorrei illudermi di poterti
salvare, ma non è possibile.
Un’ampia
ferita squarcia il tuo petto, da cui il sangue sgorga con impeto, e
sul tuo viso si stende il pallore della morte.
Il
mio cuore non riesce a ingannare la mia mente.
Mi
chino accanto a te e ti stringo tra le mie braccia.
No,
non morirai da solo.
Almeno
tu sentirai il mio affetto, amico mio.
Sollevi
la testa e i tuoi occhi incontrano i miei.
–
Capitano…
Io… Io… non sono riuscito a proteggerli… Sono
una delusione… – ti scusi e la tua voce, si tinge
d’amarezza.
A
stento trattengo un singhiozzo e ti stringo tra le mie braccia. No,
non pensare alla mia stupida opinione…
–
No…
Io so che tu hai lottato come un leone… E questo mi basta…
– replico. Cerco di non piangere, ma è uno sforzo vano.
Le
lacrime rigano le mie guance e muoiono sul corpo agonizzante di Kyam.
Perdonami,
amico mio.
Vorrei
lasciarti un’immagine di virtù e controllo, ma non ci
riesco.
Non
sono un monaco e il mio cuore sanguina, straziato da questa
sofferenza.
Le
emozioni, in questo momento, mi hanno sopraffatto.
Cerchi
di sorridere e mi appoggi la mano sull’avambraccio.
–
Astaroth…
Astaroth… Lui ci ha attaccati… Capitano, vendicaci…
– sussurri, gli occhi scintillanti di odio impotente.
Ti
guardo, sorpreso. Come riesci ad avere tanta fiducia in me?
Dovresti
odiarmi…
Malgrado
la mia forza, non ho protetto nessuno.
–
Sì.
– giuro.
Le
tue labbra, livide di morte, si piegano in un debole sorriso.
–
Grazie.
– sussurri.
Il
tuo corpo, qualche istante dopo, si rilassa nella morte.
Il
mio cuore, in questo momento, si infrange. L’esperienza non mi
ha protetto dall’atroce dolore della perdita.
Con
te, ho perduto i ricordi più belli del mio passato, Kyam.
Il
vuoto ormai mi ha stretto l’anima.
E,
disperato, lancio un urlo impotente verso un cielo muto e freddo.
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