specchio

di They are almost Canon
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Un bagliore di Cosmo, un rumore di vetro, ceramica e marmo rotti e il suono di un pianto disperato svegliarono improvvisamente Hyoga.

Si accorse di essere solo, il lato del letto che solitamente divideva con Shun ancora intatto.

Sapeva che l'amato la sera prima avrebbe lavorato fino a tardi, ma guardò lo stesso l'ora: le 2:20 del mattino. Tardi persino per lui, che pure in tempo di pace dava tutto se stesso nel lavoro.

<< Shun... >> provò a chiamarlo ancora mezzo addormentato, ma lui non rispose. Eppure quel cosmo era il suo.

Decise di alzarsi, e seguire quel pianto e le tracce di quel Cosmo: era certo che entrambi fossero dell'amato, li avrebbe riconosciuti, sempre.

Uscì dalla stanza, la voce del giapponese era sempre più nitida, camminando si ritrovò davanti a una scena spettrale.

Il grande bagno del piano completamente devastato, Shun ferito e immobile davanti a ciò che rimaneva del grande specchio che dominava la stanza ricoprendone una delle pareti. Piangeva, la sua non sembrava semplice disperazione, c'era altro. Terrore puro.

<< Shun … >> lo abbracciò, cercando di rassicurarlo, ma si vide spingere via << Vattene Hades... >> urlò il suo amato.

Capì così che qualcosa non quadrava: lui e Hades erano le due persone che meno poteva dirsi si somigliassero, eccezion fatta per gli occhi azzurri di entrambi che mai il Cavaliere di Andromeda avrebbe confuso .

<< Shun ... sono io, Hyoga … >> lo cercò di calmare << inutile che ti celi dietro chi amo. Tu sei morto... ti abbiamo sconfitto... >> inveì il ragazzo, fissando un angolo dello specchio ancora issato alla sua struttura.

Hyoga, che mai era stato manesco con l'amato, si piazzò tra lui e lo specchio emettendo il suo gelido Cosmo e assestandogli un sonoro schiaffo << che ti prende! >> esclamò.

Shun come scosso dallo stato di trance in cui sembrava trovarsi poggiò il capo sulla spalla del russo << Hyoga... nello... specchio.... >> tentennò << dimmi >> << Hades... dietro di me.... ho avuto paura... e ho distrutto tutto.... >>

Hyoga lo strinse a se, accarezzandogli i capelli << non è possibile, lo abbiamo sconfitto, noi cinque e Saori... >> cercò di calmarlo << ti dico che era lì.... mi ha parlato.. ha detto che lui è sempre dentro il mio corpo... e che aspetta solo il momento per tornare >>

<< non aver timore. Nel remoto caso che accadesse ci penso io, non gli permetto di farti soffrire ancora >> lo rassicurò Hyoga << ora vieni, andiamo a riposare >> disse, prendendolo in braccio e tornando in camera.





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