tiaspetterò
Ti aspetterò
È da quando ti ho conosciuto che ti attendo, eppure ho la
strana e paradossale sensazione che la mia attesa sia finita.
Non so nemmeno come spiegarti questa sensazione di
completezza che provo quando sto con te, non posso esprimere a parole la
scarica elettrica che ho provato quando tu per la prima volta mi hai sfiorato e
io ho smesso di balbettare.
E in quel momento, quando finalmente potevo dire tutto ciò
che volevo, le parole sono scivolate via dalla mia mente e mi sono scordato in
che modo si formulano le frasi, sono rimasto incantato a fissare i tuoi occhi
grandi e scuri.
“Devo piacerti davvero tanto, se smetti di balbettare
solo quando io ti tocco” mi hai detto.
Oh, non sai quanto. E forse non lo saprai mai, non esiste un
modo per quantificarlo, non esistono parole o gesti abbastanza grandi per
poterlo esprimere.
L’hai sentita anche tu quella scarica, vero?
È una situazione talmente tanto paradossale, non potremmo
essere più diversi, cara Yağmur.
Io greco e tu turca. Io un mezzo criminale buono a nulla e
tu una musulmana rigorosa e osservante.
Quale povero sciocco potrebbe mai illudersi che tra noi
possa funzionare? Un divario culturale ci divide, le nostre famiglie sono
avverse, le nostre priorità sono opposte.
Ma io sono un povero sciocco, l’unico che ci crede,
l’unico che spera e lotta per noi. Voglio esserlo, voglio
crederci.
Anche se so che ci sarà da avere pazienza, da aspettare;
devi prenderti i tuoi tempi, non ti senti pronta, non vuoi ancora accettarti e
accettare me.
Va bene. Ti aspetterò.
Ti aspetterò sotto casa quando sarai arrabbiata con me, mi
mollerai uno schiaffo e ti rintanerai in camera tua gridando che non mi vuoi
più vedere.
Perché sono così rozzo a volte, ti tratto come una qualsiasi
ragazza senza accorgermi che ti sto ferendo, quando tu non sei una ragazza
qualsiasi.
Sei il gioiello più prezioso che chiunque potrebbe
possedere.
Avrò pazienza e ti aspetterò, con la guancia ancora
arrossata e segnata dalle tue dita, e asciugherò le mie lacrime quando in
realtà vorrei esserti accanto e asciugare le tue.
E in qualche modo, quando i nostri occhi gonfi si
incroceranno di nuovo, cercherò di farmi perdonare.
A costo di prometterti un pezzetto di cometa.
Ti aspetterò quando ringhierai di non voler ancora fare quelle
cosacce che le ragazze per bene non fanno.
Mi dici sempre che Allah non vuole e tu non vuoi finire
all’inferno, che solo le coppie sposate se lo possono permettere.
Eppure io sento quanto tremi quando ti stringo tra le
braccia, come se ti potessi sgretolare da un momento all’altro. Come se questo
contatto ti facesse paura.
Di cos’hai terrore, Yağmur? Di
me? Di ciò che potresti provare se ti lasciassi andare?
Oh, sei così insicura, ingenua e fragile! Quando ti
imbarazzi sei ancora più bella, mi vien voglia di divorarti.
Mi viene voglia di fare tante cose, mi basta solo guardarti
per desiderarti come nessun’altra.
Ma tu non sei ancora pronta. O forse non vuoi esserlo.
Ma ti prometto che io starò qui ad aspettarti, non farò
nulla che tu non vorrai. E quando sarà il momento, mi comporterò come se avessi
una regina davanti a me, sarò il più dolce possibile e non ti farò mai male.
Mai.
Ti prometto che elimineremo tutti i veli, insieme.
Uno alla volta.
Poi farò scorrere le dita tra i tuoi capelli e osserverò la
tua pelle brunita incresparsi di brividi, e non ti sentirai nuda
perché ci sarò io a proteggerti.
Certe volte mi dicono – mi dico – che solo un pazzo
farebbe qualcosa del genere, sarebbe così ostinato e paziente. Da quanto tempo
ti corro dietro? Mesi? Anni? Un’eternità?
Quante volte abbiamo discusso, non ci siamo capiti e poi ci
siamo allontanati?
Più di quanto chiunque potrebbe sopportare.
Ma io non sono chiunque.
Alla fine, però, ci siamo sempre perdonati.
Ed è inutile negare che abbiamo bisogno l’uno dell’altra, in
un qualche modo. È bizzarro, ma è così.
Perché insieme a te io sono diverso.
Tu sei l’unica che sta a sentirmi fino in fondo alla frase
quando balbetto troppo e ci metto un sacco di tempo a pronunciare le parole.
Sei l’unica che è riuscita a vedere del buono in me, anche
se fino a qualche tempo fa rubacchiavo in giro.
L’unica che storce il naso quando la chiamo baby, ma
che alla fine non mi rimprovera mai, anche se non le piace tanto.
L’unica per cui sono disposto a cambiare, a migliorarmi e
costruire qualcosa. Perché del tuo parere mi importa davvero.
L’unica che mi fa sentire un po’ meno rozzo, un po’ più
dolce, un po’ più importante.
L’unica che si appiglia a me, anche quando io stesso non so
cosa fare e non credo in me stesso.
L’unica di cui mi importa davvero, fino in fondo, completamente.
L’unica ragazza al mondo per cui sono disposto ad aspettare
un secolo intero, ma se alla fine di questi cento anni tu sorriderai, per me ne
sarà valsa la pena.
Ti aspetterò e ti rispetterò.
Ti ho aspettato per tutta la vita e ti aspetterò ancora.
♣ ♣
♣
Probabilmente a nessuno importerà mai niente di questo
fandom e tantomeno di questa coppia. Costa e Yağmur, la ship in assoluto più
snobbata dell’intera serie, quella su cui nessuno si sognerebbe di scrivere.
Ma non fa niente. Ci sono io a far loro quest’omaggio. Non
sono per niente avvezza a scrivere su fandom che abbiamo già una trama ben
definita (come appunto le serie TV), infatti tutto ciò è un blocco di pura (e
stupida?) introspezione, ma l’ispirazione mi ha portato qui e non ho potuto che
scrivere.
Perché Costa è un cucciolo tanto dolce e tenero e Yağmur è
troppo frotunata ad avere una persona così paziente al suo fianco. Ah, se
solo Cem avesse avuto il suo cuore e soprattutto il suo cervello…
Dato che tra i miei lettori c’è quasi sempre qualcuno che si
avventura in fandom che non conosce per leggere le mie storie, mi sembra
doveroso dare qualche informazione in più, anche se spero di essere stata
abbastanza esaustiva.
La balbuzie è appunto un tratto caratteristico del
personaggio di Costa e lui riesce a vincere questa difficoltà solo quando
instaura un contatto fisico con Yağmur. NON È UNA COSA TENERISSIMA??? *_____*
Quando accenno al “pezzetto” di cometa, faccio riferimento a
un aneddoto della seconda stagione. Costa a un certo punto chiede a Yağmur cosa
può fare per conquistarla e lei, scherzando, gli risponde “regalami un pezzo di
cometa”. Dopo qualche giorno lui si presenta da lei con dei frammenti di cometa
rubati da un’esposizione scientifica (molto criminale, ma molto romantico XD).
Infine, quando accenno all’eliminare i veli, ho cercato di
inserire un doppio significato: faccio riferimento al fatto che Yağmur, essendo
una musulmana convinta e osservante, usa sempre il velo a coprirle i capelli,
ma voglio anche intendere i veli dell’imbarazzo che la inibiscono ^^
Se avete qualche altro dubbio, chiedetemi pure, non vedo
l’ora di sproloquiare sull’argomento XD
Detto ciò, ringrazio tutti quei (pochi e coraggiosi) lettori
che sono giunti fin qui e decideranno di lasciare un commento! Spero che questa
piccola shot vi abbia emozionato quanto a me ha emozionato scriverla *-*
Alla prossima, un abbraccio!!! ♥
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