IL NASTRO SCARLATTO

di Moonfire2394
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Londra, 1952

C’eravamo solo noi due in quei verdi boschi incantati, strappati dalle pagine di una fiaba. I suoi fratelli, Alice e Jasper, lo precedevano ai confini della città. Le mie spade erano ancora sporche del sangue di quelle abominevoli creature.
“Vorrei non averti mai incontrato, Edward Cullen. Sarebbe tutto molto più facile” – gli confessai fissando, impavida, il cremisi dei suoi occhi da vampiro.
“Non mentire a te stessa” – disse lui comprensivo, svelando le bugie ingarbugliate fra i miei pensieri.
“Hai ragione, con te non c’è gusto. Adesso dovrò fare i conti col mio castello di menzogne” – sospirai rassegnata mentre mondavo le lame su quel tappeto di foglie.
“Sappi che io non ti giudicherò per ciò che hai fatto, sarei un ipocrita” – sogghignò sfoggiando un sorriso sghembo.
“Rimarrà il nostro segreto”
“Me lo prometti?”
“Ti prometto che un giorno, non proverai più vergogna per quanto accaduto. Ne andrai fiera piuttosto” – sussurrò mentre il suo sguardo ardeva dentro il mio.
“Corri dalla tua famiglia, prima che cambi idea”.
Il vampiro si mosse in un sfruscio di fogliame vorticante e lambì compassionevolmente la mia guancia, ferita dal suo gelido tocco, dentro il palmo della sua mano esangue.
“Vai fino in fondo in questa storia, so che ne verrai a capo anche senza il nostro aiuto. Questa non è la mia guerra ma la tua. Prenditi cura di te, fino al giorno in cui ci rincontreremo, piccola tempesta” – m’intimò, premuroso come un fratello maggiore.
“Anche tu” – rantolai timidamente con un magone in gola.
Soffrì tremendamente quando gli voltai le spalle, ma quello era un addio.
“Leona?”
“Sì, Edward” - gli risposi senza voltarmi.
“Adesso va, il Flagello di Dio ti aspetta ai cancelli del cimitero di Highgate”.
 Cercai ancora un’ultima volta il suo volto sperando che fosse lì per me a dissolvere ogni mio dubbio ma lui non c’era più.
“Andiamo Edna” – dissi al mio segugio.
“Abbiamo ancora dei conti in sospeso”.


 




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