Papavero, consolazione
Quando scoprimmo che Darkar tramava di assaltare ciascuna delle scuole
di Magix per qualche motivo a noi ignoto, pianificammo di amentare
l'intensità e la frequenza degli allenamenti. Dopo aver
depennato dalla lista dei partecipanti alla missione anche Priscilla,
Jason e Spencer, decisi che avrei fatto esercitare sino allo sfinimento
quelle sei modelle sempre più ambiziose e i loro
accompagnatori senza macchia e senza paura. Le Winx dovevano
assolutamente riuscire a conquistare i loro charmix (vale a dire nuovi
giocattolini scintillanti e magici) o non sarebbero state in grado di
utilizzare i loro poteri nel regno d'ombra. Per farlo, ciascuna di loro
avrebbe dovuto raggiungere specifici obiettivi morali. Prove di
coraggio, di affetto, di generosità, astuzia e
così via... La magia ha sempre un prezzo. Non riponevo molta
fiducia nel fatto che tutte le Winx sarebbero riuscite a guadagnarseli,
onestamente. In cuor mio ero molto preoccipato per una certa fatuzza
castana dalle ali a foglia. La vedevo dare il massimo a ogni sessione
di allenamento e apparire sempre sorridente, annuire a qualsiasi cosa
le venisse detto da quelle arpie delle sue amiche e pronta a farsi
carico dei problemi di tutti. Ammiravo l'infinita pazienza di Flora, le
sue premure verso gli altri e le sue parole dolci mi davano sempre modo
di stupirmi. Possibile che non si fosse ancora accorta che al mondo un
atteggiamento così remissivo porta solo sconfitta e
umiliazione? Una certa attitudine determina e conferma la nostra
posizione nella catena di vinti e vincitori. Purtroppo, per
sopravvivere, viene richiesta una certa dose di egoismo. Pensavo che
questo sistema prima o poi le si sarebbe ritorto contro e
ciò che successe un pomeriggio, alla fine delle prove, me ne
diede solo la conferma.
Specialisti e fate avevano sgomberato palestra e spogliatoi in
fretta e furia, probabilmente per trasferire la festa, ubriacarsi
dimenticando i problemi e dare un senso alle loro vite in qualche
locale di Magix. Dopo aver pulito e messo a posto gli atrezzi, mi
assicurai di chiudere le luci di tutta l'area sportiva. Passando
davanti agli spogliatoi femminili, sentii qualcuno singhiozzare. Deciso
a sapere che cosa stesse succedendo e perchè, bussai. Non
ricevetti riposta e pensai bene di fare incursione comunque.
Mi si spezzò il cuore quando vidi Flora accasciata
nell'angolo vicino alle docce, coi capelli ancora bagnati e la testa
sepolta fra braccia e gambe. Non ero bravo a gestire i drammi fatalosi
(già sapete che predilisco le streghe) ma ero bravo con le
parole e quindi tentai un approccio.
<< Flora... >>
<< Vai via! >>
<< Cosa...Perchè sei ancora... >>
<< Voglio stare da sola. >>
<< Non possiamo...? >> - "Grande, Helia.
Ottima scelta lessicale. Convinceresti qualsiasi fata a invischiarti
nei suoi problemi": mi rimproverai.
Nemmeno Flora sembrò apprezzare: << No.
>>
Io però sapevo e speravo che avrei potuto fare qualcosa per
qualcuno per una volta, quindi volli insistere: << Vorrei
solo... >>
<< Perfavore >>
<< Qualcuno oggi ha dimenticato di mettere tre cucchiaini
di zucchero nel caffè! >> mi sedetti sulla
panca. Non sarei andato via per alcun motivo. A testimonianza del fatto
che la perseveranza paga: Flora alzò la testa e mi
guardò. I suoi occhi erano gonfi e passò qualche
minuto prima che mi rispondesse: << Oggi neanche un
intero pacchetto potrebbe bilanciare l'amaro >>
Cambiai posizione per poterla guardare meglio: <<
Bilanciarlo è possibile quando capiamo cosa c'è
di sbagliato nella ricetta >>
<< Sono io l'ingrediente sbagliato
>> parve rigettarsi nel malessere. Nessuno sapeva fare a
patti con l'infelicità come me che ci convivevo insieme e
sapevo come prenderla. << Hai sbagliato a bilanciare solo
questa volta: la prossima sarai la torta più buona. Te lo
assicuro. >>
<< Ma potrei non essere all'altezza delle altre...
>>
<< Già la sei >> mi
avvicinai a lei e le allungai un braccio perchè si alzasse
da terra. << Davvero ti preoccupa questo? >>
Si lasciò aiutare e una volta in piedi, si lasciò
tenere la mano. Addolcii la presa e cercai i suoi occhi.
<< Mi preoccupa che questo mi condizioni. Mi sono
stancata delle loro richieste: aiutami qui, sposta la pianta da qua,
non uscire con lei, non parlare con lui... Se questo significa stare in
un gruppo e avere delle amiche, allora non mi va giù.
Brillerò da sola, a modo mio. Non ho bisogno di loro. Per di
più, sembra facciano così solo con
me...>>
Lasciai che si sfogasse prima di mollare la sua manina e dirle:
<< La solitudine non è male per bilanciare
l'amarezza, però l'esperto in materia consiglia di tenere
sott'occhio l'acidità: stonerebbe proprio con la tua
dolcezza >>. Presi il mio fazzoletto, mi avvicinai e
l'asciugai con premura: << Adesso basta sciupare questi
occhietti belli con le lacrime: non fare l'indifferente, ribellati e
fatti sentire! >>
Flora stava già per replicare con qualche scusa:
<< Ma... >>
Avevo la testa impegnata con una certa macchinazione, quindi la zittii
prontamente con un abbraccio: << Ho un piano >>.
Nota di Annaira
Ciao canagliette, come ve la
passate? Mi sono presa qualche giorno in più per pubblicare
perchè sono impegnata con la tesi. Spero vi piaccia e spero
di riuscire a mantenere il ritmo a cui vi avevo abituati. Stay home and
stay safe <3
Un bacio fatoso, Ari
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