Odinson's secret diaries

di Isidar27
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Il letto di Fred era sempre stato molto ampio per una persona sola, ma lui nella corporatura aveva preso da Thor perciò non si era mai lamentato di quel po’ di spazio in più.
Adesso però quel letto di presenze ne ospitava due che, nonostante i presupposti, si erano addirittura dovute fare un po’ strette.
In ogni caso per entrambe non sembrava un problema in quella particolare situazione.
Fred in quel momento se ne stava tranquillo ad accarezzare la schiena di Igdard che riposava sereno con la testa sopra al suo petto. Non riusciva a staccare gli occhi da lui e intanto ripensava a tutto quello che era successo poche ore prima.
Gli passò una mano tra i capelli e lì accarezzò soprappensiero avvertendone la morbidezza sotto ai polpastrelli e odorandone involontariamente il buon profumo dato dal balsamo.
Proprio in quel momento Igdard aprì gli occhi e lo guardò assonnato.

«Buongiorno» gli sorrise Fred gentile e imbarazzato allo stesso tempo.

Igdard richiuse gli occhi e sbadigliò; strofinò la fronte contro il petto dell’altro e vi appose un bacio provocando a Fred un piacevole brivido sotto pelle. 

«Yaaaaawn Fred….Mmm giuro che questo è il giaciglio migliore su cui io abbia mai dormito.» Commentò il giovane mettendosi di nuovo comodo contro di lui. 

«Ma davvero? Credevo di essere troppo magro sulle costole.» rise Fred.

«Intendevo questa cosa morbida e comoda su cui siamo sdraiati entrambi, tu non sei per niente comodo.» Scherzò Ig.

«Ma davvero? Non sembravi pensarla così mentre ronfavi come un midchir in letargo sopra di me.» Fece il finto offeso l’altro.

«E va bene, allora sei la seconda cosa più comoda dopo questo strano giaciglio. Contento?»

«Si chiama letto. Ed è ciò dove le persone che non vivono su pianeti selvaggi dormono… AHI!» 

Igdard gli aveva appena dato un morso ad un capezzolo.

«Attento Fred, noi selvaggi sappiamo essere molto vendicativi.»

Fred rise e gli accarezzò una guancia.

«Stai bene?» Chiese con una punta di apprensione.

Igdard lo guardò dolce e imbarazzato allo stesso tempo.

«Si…quello che abbiamo fatto stanotte…ecco…io…non mi era mai successo prima e farlo con te è stato…» 

Fred lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra; gli occhi carichi di una grande emozione. «Anche per me.» sussurrò timidamente.

Igdard sorrise imbarazzato.

«Ti…ti era mai capitato prima?»

«No…non mi era mai successo. A dirla tutta tu-tu sei il primo di cui io…insomma….di cui mi sia innamorato…per davvero intendo…»

Ig mise su un finto sguardo indagatore «No, non posso crederci. Una creatura come te è meravigliosa persino nel suo mondo, ne sono certo, e vuoi dirmi che nessuno ti ha mai corteggiato?»

Fred arrossì di botto: la capacità che aveva Igdard di rivolgergli complimenti come fosse la cosa più naturale del mondo lo destabilizzava sempre.

«Hai deciso che devo morire di vergogna è?»

«No, sono solo curioso.» Sorrise l’altro. «Ma se preferisci non dirmelo…»

Fred prese un respiro e alzò gli occhi al cielo. 

«Va bene…in generale no, non c’è stato nessuno, ma sono sempre stato molto corteggiato, questo lo ammetto. Io però…non ero interessato a nessuno finché…»

Igdard involontariamente si impettì un po’, convinto che Fred si riferisse a lui, ma…

«C’è stato un certo Jonas, un bel tipo sai, alto capelli castani sorriso smagliante. Lui…giocava nella squadra di football e durante l’ultimo anno di scuola ha iniziato a starmi sempre intorno. Fin qui mi segui?»

«Non ho idea né di cosa sia una scuola né il football, ma voglio sapere di più su questo “bel tipo”» puntualizzò Ig appena deluso che le sue supposizioni fossero errate, ma comunque curioso di saperne di più su quella storia.

«Mpf comunque… mi ha chiesto di uscire e ha insistito per un po’, ma sai a me…non importava granché. Non erano cose per me…però lui era carino e sembrava gentile.» prese una pausa in cui Ig non staccò gli occhi da lui.

«E così gli ho detto di si e il giorno in cui saremmo dovuti uscire l’ho raggiunto direttamente al campo di football perché volevo fargli una sorpresa. Ero arrivato davanti agli spogliatoi e…l’ho sentito parlare col capitano della squadra, che invece era un vero idiota, che gli ha detto “Compimenti sei riuscito dove nessuno era mai arrivato prima Jo! Meno male avevamo scommesso solo cinquanta dollari” Jonas gli ha risposto di tenersi i suoi cinquanta dollari e che gliene avrebbe dovuti cento visto che di certo non ci saremmo fermati ad un uscita.…quindi avevano scommesso sul fatto che lui mi proponesse di uscire e io accettassi capisci?» 

Fred abbassò lo sguardo e Ig lo osservò un istante «Non so cosa sia una scommessa, ma dalla tua faccia capisco che sia stata una brutta cosa.»

«Beh per un ragazzo come me che non si dedicava a niente se non allo studio e che non si era mai aperto a nessuno…lo è stata. Ci sono rimasto male» Fred guardò da un’altra parte. 

Igdard si sollevò sulle braccia «Ok, dove si trova il villaggio di questo tipo?» Chiese deciso.

«Per-Perché?» 

«Non è ovvio? Deve chiederti scusa! Non può prendersi gioco di te così!» 

Fred lo fissò un momento poi scoppiò a ridere.

«Ahaha, oh ma non l’ha passata liscia. Kate, che era al suo primo anno, lo ha saputo, non da me certo, credo da una delle cheerleader con cui probabilmente usciva. In ogni caso gli ha rotto il naso in corridoio davanti a tutti. I miei genitori all’inizio erano furiosi! Non era stata sospesa solo grazie al suo coach che l’aveva difesa dicendo che quel coglione di Jonas l’aveva provocata, sai già allora Kate era la sua atleta migliore. Comunque dopo Kate ha raccontato tutto ai nostri genitori e diciamo che il naso rotto per Jonas è stata la vendetta meno grave che potesse capitargli. In ogni caso quell’idiota e il suo amico sono venuti a scusarsi di persona come me, credo temessero che Kate li uccidesse se non l’avessero fatto.»

Igdard sorrise «Mi piace tua sorella. È una guerriera! L’ho vista lottare come una furia contro Udras. Deve essere bello avere qualcuno su cui sai di poter contare… oltre ai tuoi certo…»

«Si, sai io e Kate passiamo un sacco di tempo a farci la guerra e a bisticciare, ma credo che per noi sarebbe strano il contrario è così da quando siamo piccoli. Io sono sensibile e sto sempre per i fatti miei, lei invece è irruente e sempre alla ricerca di attenzioni. Non ha certo bisogno del mio aiuto però non permetterei a nessuno di toccarmela, è la mia sorellina. Mpf a volte quasi mi spiace che siamo cresciuti così “in lotta”…credo che se ora avessi un fratello o una sorella più piccoli mi comporterei da bravo fratello maggiore, ma sono anche convinto che se io e Kate non fossimo come siamo, ci mancherebbe qualcosa…»

Igdard sorrise «Anche Mickey è molto in gamba sai?»

«Quel ragazzo è un genio, è solo che non sa riconoscere le sue capacità! È molto…insicuro»

«In ogni caso l’idea che ha avuto per ritrovarmi è stata grande…anche se non ho davvero capito come abbia fatto… senza contare che io sarei tornato indietro per raggiungerti, ma lui…mi ha fatto ragionare ecco…»

«Si in questo è proprio come Steve…» Fred sorrise anche se con una punta di tristezza. «È stato stupido da parte di Udras mettervi insieme, ma forse era sicuro che non saremmo venuti noi da lui per evitare che facesse del male a Mickey.»

Igdard prese un respiro e si sdraiò sul suo fianco sinistro accanto a Fred.

«Io credo che abbia solo abbassato la guardia. Vedi ultimamente era stufo di aspettare…non si dava pace. Ma se avesse continuato a tenermi celato alla sua vista Mickey non mi avrebbe mai trovato. Inoltre non poteva certo immaginare che tuo cugino sapesse chi fossi e che quindi avremmo fatto squadra. Gli ha rivelato troppi dettagli… come ha fatto con te del resto…Tsk era sicuro di vincere»

Prese una ciocca di capelli di Fred tra le mani ed iniziò a giocherellarci soprappensiero.

«Posso chiederti solo una cosa?»

Fred annuì.

«Come ci siete riusciti? Insomma sapevo che i suoi poteri dovevano essere limitati, ma gli ho visto fare cose potentissime mentre ero prigioniero…sarebbe stato troppo forte per chiunque…»

Fred si sistemò anche lui su un fianco e lo guardò «Vedi su Vanaheim anni fa ho iniziato ad esercitarmi ad usare un incantesimo. Si chiama Fonte del Ricordo, la sua potenza viene dalle emozioni che un certo ricordo ti suscita e se usato correttamente ti permette di incanalare moltissima energia. Ora noi sapevamo che Udras teneva Mickey in ostaggio e che lo avrebbe portato con sé perciò la prima parte era facile. Dovevamo distrarlo e permettere a mio zio Tony di portare al sicuro Mickey, poi combatterlo facendogli credere di esserci impegnati al massimo con un attacco di gruppo dopodiché lui avrebbe fatto la sua mossa. Da che ci siamo rincontrati Udras continuava a vantarsi di averci imbrogliati e di tenerci in pugno perciò ho immaginato che ci avrebbe diviso e avrebbe puntato sui nostri punti deboli. Quella era la parte più difficile perché ognuno di noi avrebbe dovuto contare solo su sé stesso, ma dovevamo farlo affinché lui abbassasse la guardia e usasse quante più energie possibile. Dopodiché l’importante era che tornassimo tutti insieme.»

Prese una pausa.

«È stata di Kate l’idea di imbrogliarlo assumendo il mio aspetto cosicché lei gli si potesse avvicinare e colpirlo…mi aveva detto di avere un’arma infallibile, ma non sapevo cosa fosse finché non me ne ha parlato»

«Ecco perché  lo attaccavate insieme»

«Si, stavamo solo aspettando il momento buono per scambiarci, ma nonostante la stanchezza Udras non voleva cedere. Probabilmente se non fossi arrivato tu mi avrebbe ucciso per davvero, ma il tuo intervento ci ha fatti tornare in gioco e visto che avevi già creato una ferita in mezzo al suo petto per noi è stato ancora meglio. Ci siamo scambiati quando si è alzato quel polverone, Kate l’ha bloccato e tutta la mia famiglia ha donato le sue energie a me…come eravamo d’accordo di fare e, anche se non ne ero sicuro per davvero, ha funzionato.» 

«Ma certo che ha funzionato Fred! I tuoi cari ti sono stati vicini e non ti hanno lasciato da solo anzi hanno creduto in te! Nessuno dei poteri di Udras poteva eguagliare quello del vostro amore. Credo che anche lui lo abbia capito…alla fine.» 

Fred si fece serio.

«Secondo te dove…»

«Dov’è finita la sua anima? Di certo non ad Hel…probabilmente è la ricompensa di chissà quali entità oscure o forse è solo sparita per sempre. Questo è il prezzo da pagare per chi gioca con la magia nera suppongo…» rispose l’altro «Fred?»

«Si?»

«Mi dici a cosa hai pensato durante quell’incantesimo?»

«Beh ho pensato a diverse cose, ai ricordi con la mia famiglia, a quando ho trovato Trick e poi… anche al nostro primo bacio»

Igdard arrossì e gli lasciò la ciocca.

«Per-perché proprio a quello?»

«Perché in quel momento mi sono sentito felice e…anche triste perché dovevo lasciarti, ma la speranza di rivederti…era sempre viva in me. Ho pensato a quelle emozioni cercando di lasciare fuori il resto…non è stato proprio facile, ma…»

«Ci sei riuscito.» concluse per lui l’altro con un sorriso. Rimasero qualche istante in silenzio prima che Igdard riprendesse la parola. «Ah proposito, dov’è il tuo mini midchir? Non l’ho ancora visto e ne parlavi sempre!»

«Oh Trick è su Asgard! Abita lì con i miei ora, non l’ho portato solo perché inizia ad essere anziano poverino…ma lo conoscerai! Certo sempre che tu vorrai venire con me…» distolse lo sguardo.

Igdard fu attraversato da un pensiero, ma cercò di trovare un modo per non darlo a vedere.

«In effetti non so se voglio venire con te. Lì tu sei un principe e dovrei chiamarti Vostra Altezza e cose simili…non credo che riuscirei a farlo senza scoppiarti a ridere in faccia ogni volta.» 

«EHI!» Gli diede un pugno su una spalla, ma l’altro continuò.

«Sai che roba….Mio Principe mi fareste l’onore di venire a caccia con me? Oppure Mio Principe mi concedereste un bacio, se non è chiedere troppo alla vostra regale maestà.»

«Ti farò impiccare per questo.» Sorrise Fred. «E a dirla tutta dovresti già chiamarmi così, sono comunque un principe sai?»

Ma Igdard lo sovrastò e puntò i suoi occhi blu in quelli verdi di Fred «Siete crudele Maestà…e un vero idiota. Come si potrebbe sprecare una bellezza come quella del sottoscritto?» 

«Ma senti che borioso. Se continui così potrei decidere di negarti il mio amore per sempre.» disse senza troppa convinzione. 

«Spero che tu non lo faccia mai…Mio Principe.» sussurrò Ig con un tono pieno di dolcezza che fece perdere un battito al cuore di Fred.

«Fred senti…io-io non lo so se-se mi sbaglio, magari si perché non ne so molto sull’amore e tu sei l’unico di cui mi sia mai innamorato» disse con un’ingenuità che di nuovo incantò l’altro «ma…è strano che io ecco mi senta così-così tuo e allo stesso tempo ti senta così…così mio?»

Fred sostò un istante nei suoi occhi.

«No Ig, non lo è…e io…mi sento proprio come te» 

E gli diede un bacio.

Poi Fred si separò dalle sue labbra e si strinse con forza a lui. 

«Ehi, che hai?» chiese l’altro apprensivo.

«Mi sei mancato così tanto.» si confessò Fred, ma Igdard gli sollevò il volto con una mano. 

«Sono qui Fred e non intenzione di andarmene o di lasciarti andare mai più.» Fred sorrise «Ora vedi di farmi un sorriso o sarò costretto ad intervenire.»

«Oh voglio proprio vedere come pensi di fare.»

«Ah Freddi, non mi lasci scelta…» disse Igdard iniziando a far passare una mano sul petto di Fred per poi scendere e risalire.

«Ig…» ansimò l’altro chiudendo gli occhi.

Igdard si mosse sensuale sopra di lui.

«E credo che farò…così!» e di colpo prese a fargli il solletico ovunque.

«Cosa no-no…ahha ti prego…Ig basta.» iniziò a ridere l’altro. 

«Come? Non capisco Mio Principe, ne volete di più? E va bene» 

Ma Fred gli prese il volto tra le mani e lo baciò sulle labbra con un’intensità tale che a Ig mancò il fiato e dovette fermarsi.

«Siete sleale Mio Principe.» 

«Puoi dirlo forte.» soffiò contro le sue labbra Fred e accostandoglisi contro lo abbracciò mentre l’altro fece altrettanto e prese ad accarezzargli i capelli. E per entrambi fu semplicemente pace.  

 

Thor era uscito da poco dalla doccia e aveva indossato i pantaloni della tuta e una t-shirt bianca. Si accostò sullo stipite della porta e rimase a guardare lo spettacolo davanti a sé.
Gli sfuggì un sorriso: Loki era sdraiato sulla schiena e dormiva profondamente. Il petto nudo si alzava e si abbassava a ritmo cadenzato mentre il moro dormiva sereno.
Il Dio del Tuono gettò uno sguardo al libro appoggiato sul suo comodino. La notte della battaglia era tornato in camera trovando Loki sveglio intento a scrivere qualcosa, ma non aveva indagato. Quella mattina però si era svegliato prima del compagno e voltando il suo occhio buono aveva scorto il libro appoggiato sul comodino; lo aveva sfogliato leggendo tutto nei minimi dettagli. Tutta quella situazione era stata un duro colpo per la loro famiglia, ma Thor aveva tutte le intenzioni di seppellirla alle spalle e di aiutare i suoi cari a fare altrettanto.
Perché in fondo erano tutti salvi e insieme; adesso sarebbe andato tutto bene, di questo ne era certo.
Mosse qualche passo verso il letto e si fermò a raccogliere la vestaglia del marito abbandonata a terra.
Ne inspirò il profumo e un sorriso comparve sul suo volto ripensando alla notte appena trascorsa; tornò su Loki che intanto si era voltato sul fianco sinistro e aveva abbracciato il cuscino e mugugnato appena.
Thor raggiunse quel lato del letto e appoggiatavi la vestaglia si inginocchiò davanti a lui.
Loki aveva un’espressione serena e sembrava così innocuo; gli accarezzò una guancia, si protese per dargli un bacio sulla fronte e strofinò leggermente il naso contro al suo.
Il moro strizzò un po’ gli occhi e lì aprì lentamente.

«Buongiorno amore» gli sorrise Thor.

Loki allungò la mano sul volto del biondo e lo accarezzò. 

«Buongiorno»  rispose in un sussurro Loki poi sbadigliò e si stiracchiò «Che ora è?»

«Sono le 9.30, ma Kate mi ha avvisato con un messaggio che lei e Mickey dovrebbero passare per la colazione. Se ti va posso andare a prepararla mentre tu riposi ancora un po’» 

«Mmm d’accordo io resto ancora un po’ qui.»

«Stai bene tesoro?»

«Si, mi sento solo molto stanco, sai un certo Dio del Tuono non mi fa dormire la notte…» sorrise malizioso.

«Non è colpa mia se fare l’amore con te crea dipendenza.»

«Idiota!» Rise Loki afferrando l’altro cuscino e sbattendolo in faccia al marito. 

«Mpf allora vado a svegliare Fred» aggiunse Thor dopodiché accostò il viso al suo e iniziò ad apporgli baci profondi e sensuali sulle labbra.

«Mm Thor…»

Il biondo si separò da lui e gli baciò il petto «Vuoi che torni a svegliarti tra un po’?»

«No, ti raggiungo in dieci minuti»

Thor scosse la testa rassegnato, ma sorrise e lo lasciò dormire. Conosceva bene i dieci minuti del marito. Uscì in corridoio e bussò alla stanza di Kate. «Fred?» chiamò, ma non arrivando risposta la aprì. Il letto era fatto. Si voltò verso il bagno, ma la porta era socchiusa.
Bussò leggermente «Fred?» ma anche il bagno era vuoto.
Si voltò verso la camera del figlio e avvertì dei rumori e qualcuno ridere. Così appoggiò una mano sulla maniglia.


«Ahi mi hai tirato i capelli Ig!»

«Come? Oh intendi così?» sorrise Igdard tirandogli un’altra ciocca bionda di proposito.

«Ma allora lo fai apposta!»

«Non so di cosa parli…e certo non lo faccio per ottenere considerazione se te lo stai chiedendo.»

«Ohh vuoi più considerazione Ig?» chiese Fred mentre l’altro di nuovo lo sovrastava.

«Mmm forse…»

«Viziato…»

«Colpa vostra Mio Principe i vostri baci mi rendono…dipendente.»

«Mmm per stavolta sarò misericordioso e te ne darò uno, ma solo per stavolta.» soffiò Fred ridendo contro le sue labbra e prese a baciarlo, ma in quel momento la porta si aprì e…

«Fred sei…oh buongiorno»

Fred si separò da Igdard di scatto e si mise seduto tirandosi addosso le lenzuola «Papà» esclamò mentre il suo viso si tingeva di un rosso fuoco. Igdard era spaesato e passava lo sguardo da Fred a Thor come se non riuscisse a comprendere il perché di quella strana reazione. 

«Thor di Asgard» disse invece abbassando lo sguardo in segno di rispetto e rialzandola subito dopo.

«Tranquillo ragazzo, anche solo Thor va bene»

Igdard sorrise mentre Fred cercò di farsi coraggio.

«Che-che c’è papà?» Chiese in un filo di voce cercando di coprirsi il più possibile col lenzuolo.

Thor ghignò sotto i baffi «Volevo chiederti se ti andrebbe di aiutarmi a preparare la colazione, tua sorella sta arrivando con Mickey.»

«S-si certo…a-arrivo subito»

«Allora ti aspetto di sotto»

Il padre gli rivolse un sorrisetto complice e un occhiolino prima di chiudere la porta e non disturbare oltre.

Fred ricadde sul cuscino fissando il soffitto «Per gli Dei, non posso crederci!»

«Cosa c’è che non va?»

«C’è che ci siamo fatti beccare Ig!» Disse Fred continuando a fissare il soffitto nell’imbarazzo più totale. 

«Oh…e quindi?»

Fred lo guardò con un misto di rassegnazione e imbarazzo.
C’erano ancora tante cose che Igdard doveva imparare sul suo mondo. 


Fred ci mise dieci minuti per scendere al piano di sotto e raggiungere il padre che intanto stava preparando l’impasto dei pancakes. Alla vista del figlio gli rivolse un sorrisetto.

«Ehi Maghetto…Igdard sta meglio mi pare» 

«S-si ha dormito e recuperato le forze»

«E gli hai anche cucinato qualcosa vedo» disse il padre indicando i resti della cena abbandonati sul tavolinetto davanti al divano. 

Fred seguì il suo sguardo e si precipitò a toglierli.

«Oh si, scusa papà rimetto subito apposto. Scusa se non ho sistemato ieri» li prese e raggiunse il lavello dando le spalle al padre «È solo che Igdard era stanco e così l’ho portato a letto…» si bloccò rendendosi conto di cosa avesse appena detto «c-cioè l’ho accompagnato a sdraiarsi e lui ha dormito, ma non è che abbiamo…» il suo volto divenne paonazzo mentre Thor non poté trattenere una risata «Ok, tutto questo è imbarazzante» disse Fred passandosi una mano sul viso. «Ehm e papà?» Trovò la forza di chiedere.

«Tuo padre è ancora di sopra. È ancora molto stanco e aveva bisogno di “dieci minuti”» rispose Thor.

«Capisco» sorrise Fred afferrò delle fragole sul tavolo e le lavò «S-senti papà lo so che forse non dovrei chiedertelo, ma sarebbe un problema se-se Igdard stesse con noi per un po’?»

«Perché dovrebbe essere un problema?»

«Beh ecco è una situazione particolare e io…io non voglio imporvela.» 

Aggiunse incominciando a tagliare le fragole nervosamente e a riporle in una ciotola. Thor abbandonò un istante la pastella ed appoggiò una mano su una spalla del figlio.

«Fred, Ig può stare con noi quanto vuole. E tu sembri così felice» 

Fred si fermò un istante e prese un respiro «La verità è che…per quanto mi sforzassi…non riuscivo a rassegnarmi papà…non riuscivo ad accettare che fosse morto» appoggiò il coltello e concentrò lo sguardo sulla ciotola «sapevo che non avrei potuto riportarlo indietro, ma continuavo a dirmi che non fosse possibile…in questo anno su Vanaheim ho lavorato molto su me stesso e credevo…credevo di essere riuscito a mettermi il cuore in pace, ma…mi mancava come l’aria. Lo so che è assurdo perché avevamo trascorso insieme poco tempo, ma quel poco tempo per me…era stato sufficiente per capire. E ora io vorrei solo che noi due avessimo…una possibilità» lo guardò con una punta di vergogna «Scusa papà ti sembrerò un ragazzino.»

Ma Thor sorrise.

«Devi perdonarmi, ma l’uomo che ho davanti non mi sembra affatto un ragazzino.» Il figlio lo guardò interrogativo «Fred da quello che mi ha raccontato tuo padre quel ragazzo è stato speciale per te fin da subito. Perciò non è affatto assurdo che sia stato così importante e se adesso volete stare insieme, va bene…ve lo meritate più di chiunque altro e se noi come famiglia possiamo fare qualcosa devi solo chiedere.»

Fred gli sorrise «Grazie papà per me è…importante.»

Thor contraccambiò il suo sorriso «Ora puoi smettere di martoriare le fragole? Ci servono per la colazione» disse gettando lo sguardo sulla ciotola e provocando una risata nel figlio che annuì. Il padre capì che Fred aveva bisogno di rilassarsi un po’ e quindi…«E così voi due avete…?» buttò lì malizioso.

«Papà ti prego, è stato già abbastanza imbarazzante questa mattina.» rise Fred tornando paonazzo, poi un dubbio lo assalì «Non-non dirai a papà che ero da lui giusto?»

«Freddi mi piace Igdnard, Igddar o come si chiama insomma e credimi sono il primo a sapere che se vogliamo che entri a far parte di questa famiglia è meglio che papà non abbia tutti i dettagli. A volte tuo padre è un po’… troppo protettivo e possessivo verso te e tua sorella»

«Ma…credevo fossi tu quello geloso dei suoi “bambini”»

«Se ti riferisci a tua sorella lo faccio solo perché lei è un po’…no, mi correggo è esattamente com’ero io da giovane. Spirito libero e divertimento, anche se ha la scaltrezza e il cervello di tuo padre che io non avevo… Ma è comunque la mia bambina! Non dirglielo però.»

Fred rise «Comunque non ce lo vedo papà geloso o protettivo. Non l’ho mai visto così.»

«Ah ragazzo mio…credimi meglio così» disse Thor fissando la pastella come se stesse rievocando ricordi lontani «meglio così» sussurrò.

Fred lo guardò interrogativo, ma non indagò oltre «Ooook allora… è pronta la pastella?» 

«Prontissima. Piuttosto dov’è Igaard?»

«Ahah è Igdard papà! E comunque di sopra, gli ho chiesto di darmi qualche minuto solo con te e gli ho disegnato su un foglio l’orario a cui scendere. Così quando vedrà quei numeri comparire sulla sveglia della scrivania potrà raggiungerci. Su Jotunheim non esistono certo gli orologi e mi è sembrato un metodo valido.»

«Si è una bella idea» concordò Thor mettendo un po’ di impasto in padella. «Speriamo solo che anche Loki si ricordi di scendere e non di tornare nel mondo dei sogni.»

In quel momento però la porta di casa di spalancò e il grido che ne seguì avrebbe buttato giù dal letto chiunque. 

«BUONGIORNOOOOO FAMIGLIA!» Esordì Kate entrando seguita da Mickey.

«Kate!» la riprese imbarazzato il cugino.

«Ma guarda una scimmia urlatrice è fuggita dallo zoo ed è arrivata a casa nostra.» Se ne uscì Fred.

«Sai fratellino spero che tu sia più simpatico col tuo selvaggio e unico, ci tengo a specificare, attuale ammiratore…o non so come farà a sopportarti.» Rispose lei sedendosi su uno sgabello intorno all’isola della cucina.

«Antipatica.»

«Perfettino.» 

Thor alzò l’occhio al cielo «Mickey ti vanno dei pancakes?»

«Certo che si zio!» Rispose Mickey sedendosi e gettando un’occhiata rassegnata ai cugini. 

 

Intanto nella stanza di Fred, Igdard, seduto sul letto a petto nudo con una T-shirt intorno al collo e i soli pantaloni di una tuta nera addosso.
Teneva in mano un foglio su cui erano riportati degli strani simboli, ma Fred aveva detto di guardare quella sorta di scatolina su quella specie di tavolo e quando quei segni fossero comparsi di raggiungerlo al piano di sotto; da lì a pochi istanti sulla sveglia apparve l’orario scritto sul foglio.
Igdard sorrise e si precipitò ad aprire la porta.
Non appena fu in corridoio e la chiuse avvertì il rumore di un’altra aprirsi alle sue spalle. Loki uscì dalla stanza indossando una tuta e una vestaglia e tenendo tra le braccia alcuni panni appallottolati.
Igdard si bloccò e lo fissò un istante incontrando il suo sguardo.

«Loki di Asgard.» salutò il giovane, ma Loki non fece in tempo a rispondere che l’altro gli diede le spalle e scese velocemente le scale.

Il moro rimase leggermente interdetto, ma si diresse nella piccola lavanderia accanto al bagno dei ragazzi.

 

«Sei talmente antipatico che se quel poveraccio non scappa dopo cinque minuti giuro che ti do un premio!» 

«Se stessi zitta sarebbe già un’ottima gratificazione!»

Intanto Igdard scese le scale e si fermò lì trovandosi davanti quel bisticcio. Thor lo notò e richiamò l’attenzione di tutti.

«Ehi, ma guardate chi è arrivato.» 

Fred si girò vedendo Ig e diventando rosso per l’imbarazzo. Anche Kate e Mickey si voltarono e lo videro.

«Mickey!» salutò Igdard rivolgendosi al ragazzo. 

«Ig! Stai bene vedo!»

«Molto grazie!»

Kate intanto era rimasta a bocca aperta alla vista del nuovo arrivato.

«Però niente male.» Balbettò beccandosi un colpetto di rimprovero dal cugino «Che c’è? Che ho detto?» Poi alzò e andò a dargli la mano «Ciao io sono Kate la sorella di Fred»

«So bene chi sei ed è un piacere conoscerti! Io sono Igdard. Fred mi ha parlato tanto di te»

«Solo cose belle immagino» disse lei sarcastica.

«Ehm, ma certo… A proposito grazie a tutti voi per il vostro prezioso aiuto, sarò sempre in debito. E Mickey… sono grato anche a tuo padre e a quelle strane cose volanti…se non fosse stato per voi…»

«Ma-ma figurati» balbettò il ragazzino mentre la ragazza tornava a sedersi  «Cose da niente.»

Fred intanto era rimasto immobile a fissare Igdard nell’imbarazzo più totale «Ig! Ma la maglia che ti ho dato?»

«Oh dici questa?» disse l’altro sfilandosi la maglia dal collo. «Non si tiene così?»

«No, devi indossarla come ti ho fatto vedere ieri, aspetta ti aiuto.»

Gli si avvicinò, ma Ig se lo ritrovò così vicino che non riuscì a trattenersi e si protese verso di lui baciandolo dolcemente; in quel momento Loki arrivò a metà scale e si fermò sul posto.

Fred si separò rosso come non mai da Igdard e si voltò verso il padre appena arrivato «C-ciao papà.»

«Buongiorno» lo salutò Loki tranquillo, ma incontrò di nuovo lo sguardo di Igdard che lo fissò senza espressione.

Il moro cercò di non farvi caso, passò accanto a Fred dandogli un bacio sulla guancia e raggiunse l’isola dove fece altrettanto coi due ragazzi. Infine raggiunse Thor che gli sorrise.

«Però… solo venticinque minuti. È un record tesoro.» 

«Non volevo farmi aspettare. Sono miei quelli?» disse indicando una torre di sei pancakes sul piano della cucina.

«Veramente erano ben due porzioni, ma prendili pure ne farò degli altri.»

«Grazieee» disse afferrando il piatto e diede un bacio su una guancia al biondo che mise su sorriso ebete mentre Kate alzò gli occhi al cielo esasperata «Ah e Thor?» lo richiamò il moro appoggiando il piatto sull’isola.

«Si tesoro?»

«Stai bruciando i pancakes.»

Thor tornò a guardare la padella dove uno dei suoi pancakes stava ormai facendo fumo «Accid…»

Loki fece un occhiolino a Mickey e Kate che trattennero una risata. 

«Allora.» Iniziò il moro mentre anche Fred e Igdard, che aiutato dall’altro aveva indossato la maglia, raggiunsero l’isola «Come vi sentite ragazzi?»

«Meglio anche se oggi ci siamo presi un giorno di pausa da scuola lo stesso» rispose Kate convinta «ieri però ci siamo sparati una maratona di film e abbiamo mangiato un sacco di snack. Ci voleva proprio….Oh e anche gli zii stanno bene sono andati a vedere una vecchia casa dello zio Tony fuori città per farvi dei lavori.» concluse inforchettando un boccone di pancakes.

«Non ne sapevo niente. E perché vogliono fare dei lavori?» chiese Loki.

«Perché papà vorrebbe trasferirsi fuori città» rispose Mickey «è un po’ che ci ragionava credo, ma dopo quanto è successo credo che voglia vivere in un posto “più tranquillo” o almeno questo è quello che abbiamo afferrato dal discorso che ci hanno fatto questa mattina prima di uscire!» «Pensate che lo zio Steve voleva addirittura darci una guardia del corpo.»

«Una guardia del corpo, a voi due?!»

«Si» proseguì Mickey «Vi ricordate del suo vecchio amico Bucky?»

«Il soldato con un braccio di ferro?» domandò Thor porgendo un piatto di pancakes a Fred e uno a Igdard che li sniffò un po’ mentre Fred gli passava fragole e sciroppo. 

«Si, voleva che ci sorvegliasse, ma papà l’ha tranquillizzato e mi insegnerà ad usare meglio l’armatura! Non è fantastico?» Spiegò Mickey entusiasta.

Igdard intanto aveva messo una montagna di fragole e sciroppo sui pancakes e studiata un po’ la forchetta li stava divorando di gusto, Fred rise e si coprì la faccia con una mano.
Loki li osservò e gli sfuggì un lieve sorriso. 

«Credo sia solo preoccupato.» Continuò poi «Ma vedrete che presto gli passerà»

Mickey annuì «Comunque a me non dispiacerebbe abitare fuori New York. Quella casa è in un bel posto ed era da un po’ che parlavamo di cambiare aria perciò…»

In quel momento Igdard appoggiò la forchetta sonoramente sul piatto.

«Ti sono piaciuti vedo.» Osservò Thor.

«Oh erano la cosa più buona che avessi mai mangiato! Senza dubbio»

«Ahah beh li hai divorati! Se vuoi ce ne sono ancora» rise Thor.

«Oh magari grazie.» rispose entusiasta Igdard mentre Thor provvide subito a riempirgli il piatto.

«Fomunque FaFà» iniziò Kate a bocca piena «Fensavamo… di studiare un po’ in camera mia»

A Fred cadde la forchetta «Dei non avrei mai creduto di sentirti dire una cosa del genere di tua spontanea volontà.» 

«Ahahha Fred ha ragione Kate, comunque è vero, dobbiamo studiare entrambi.» disse Mickey.

«Ah giusto, Mickey tu sei un cercatore di conoscenza vero?» chiese Igdard.

«Vuol dire che sei uno studente.» si affrettò a spiegare Fred.

«Oh…oh si lo sono.» sorrise il ragazzo.

«Kate e Mickey studiano nella stessa scuola.»

«Ma Fred non mi avevi detto che tua sorella non era affatto una cercatrice di conoscenza e che preferiva fare la lotta tutto il giorno.» 

La sorella alzò un sopracciglio e  guardò male il fratello.

Loki rise divertito e si affrettò ad intervenire «E voi? Fred che farete oggi?»

Fred guardò Igdard che aveva di nuovo spazzolato il piatto e glielo tolse intuendo che probabilmente si sarebbe anche messo a leccare lo sciroppo d’acero rimastovi «Te la senti di uscire? Ti porto un po’ in giro per la città» Propose.

«M-ma si, si certo!» rispose Ig anche se con una punta di ansia nella voce. 

«Bene allora sparecchiamo e…»

«Oh no Maghetto» lo fermò Thor «Andate, qui ci penso io.»

«Ma papà…»

«Fred, è una bella giornata di sole. Porta Ign…IG! a fare un giro e non preoccuparti del resto.»

«Grazie Thor.» sorrise Igdard nella sua direzione e chinò il capo in segno di ringraziamento.

Thor sorrise tronfio mentre Loki spostò lo sguardo da Igdard a Thor allibito.

«Si Ig, può bastare.» lo riprese gentile Fred «allora noi andiamo» e presolo per mano lo condusse alla porta di casa.

«E non fate tardi stasera, ceniamo con Tony, Steve e Marcus.»

«Tranquillo papà faremo sola una passeggiata.» 

Loki sorrise mentre Thor gli appoggiò le mani sulle spalle «Divertitevi ragazzi.» 

«Grazieee» rispose Fred, Igdard fece un segno di saluto a tutti, ma arrivato a Loki lo fissò.

«Loki di Asgard.» disse solo ed uscì di corsa. 

Di nuovo Loki non capì, ma tornò sul suo ultimo pancakes. La cosa non sfuggì nemmeno a Kate e Mickey che però fecero finta di nulla. 

«Allora…noi andiamo a studiare…ah cavolo i libri sono nella tua macchina Mickey! Dammi le chiavi»

«Hai voluto guidare tu perciò hai tu le chiavi!

«Ah è vero…dai vieni» esordì Kate afferrandolo per un polso «Torniamo subito!»

I ragazzi uscirono lasciando soli Thor e Loki.

«Allora che ti va di fare…Loki di Asgard?» 

«Eddai Thor.» disse l’altro leggermente infastidito.

«Tesoro, va tutto bene?» chiese il biondo alle sue spalle.

Loki tirò un sospiro «C’è qualcosa che non va. Nel senso… credo che quel ragazzo in qualche modo ce l’abbia con me.»

«Loki amore, ma che dici?» 

«Dico quello che vedo Thor. C’è…c’è qualcosa di strano…»

Thor gli fissò un istante le spalle poi lo voltò verso di sé «Sono sicuro che non è niente. Intanto che ne diresti se tu ed io oggi prima di ogni altra cosa…» sussurrò contro il suo collo.

«Thor, ma la smetti?»

«Non so di cosa parli» disse iniziando a baciarlo sensuale. Loki chiuse gli occhi e quel fastidio lo abbandonò sostituito da quelle attenzioni che ricambiò prendendogli il volto tra le mani e baciandolo a sua volta.

Thor a quel punto gli circondò la vita tirandoselo più contro senza la minima intenzione di lasciarlo andare.

«Avevi detto studiare!» disse Mickey entrando dietro a Kate con libri e chiavi tra le mani.

«Si, ma con questa giornata non capisco perché  non andare a farlo al mar…» Kate alla vista dei genitori, che non diedero segno di averli sentiti arrivare tanto erano presi l’uno dall’altro, si bloccò e il cugino la imitò.

«Ehm in effetti  Kate…si potrebbe anche andare al mare!» Osservò Mickey in imbarazzo.

«Guido io cugino.» decretò lei ugualmente imbarazzata prendendogli le chiavi e facendolo uscire. Dopodiché chiuse la porta con un “leggero” colpo.

Thor e Loki si separano e si bloccarono.

«Ma erano rientrati?» chiese il moro.

«Mi sa…» Rispose il marito colpevole. 

I due si guardarono e scoppiarono a ridere imbarazzati.

«Allora che ti va di fare tesoro?» Gli chiese Thor.

«Direi la spesa? Abbiamo una cena di famiglia da preparare.»

«Che ne dici di una grigliata e di hamburger? Così Igdard può provare qualcos’altro di tipico di questo pianeta»  

«Si, dico che ne ho davvero voglia!» 

Thor sorrise e se lo strinse contro abbracciandolo.

«Ma Thor, se ti rimetti a cantare nella mia auto ti faccio fare la strada di ritorno dal supermercato a piedi.» 

«Allora credo che mi prenderò una piccola vendetta in anticipo» e caricatoselo in spalla lo portò al piano di sopra.

«Thor mettimi giù!» Provò a dimenarsi l’altro.

«Che c’è? Devi cambiarti per uscire, non vorrai mica tenerti questi vestiti addosso?»

«Thor ho appena mangiato!»

Ma il marito spalancò la porta della loro stanza e lo buttò sul letto. Loki lo guardò stupito e allo stesso tempo con una punta di aspettativa nello sguardo. Thor salì lentamente sul letto muovendosi come un grosso felino fino a sovrastarlo.

«Hai mangiato pancakes per due persone tesoro. Ti fa bene un po’ di ginnastica…»

«Farò finta che tu non abbia fatto riferimenti a che potrei ingrassare e ti lascerò in vita per adesso…» poi gli afferrò il volto e lo baciò intensamente per poi separarsi da lui con sguardo provocante «Vedi di non farmene pentire magari…»

Thor sorrise per poi coinvolgerlo in un bacio appassionato che ritardò la loro uscita di parecchio tempo… 


All’inizio Fred ebbe qualche dubbio che fosse stata una buona idea: certo Igdard si guardava intorno e ad ogni cosa nuova sgranava gli occhi per lo stupore però…
«Cos’era quella?!» quasi gridò il giovane quando un’auto passò accanto al marciapiede su cui stavano camminando.

«Tranquillo è solo un’automobile, qui le persone la usano come mezzo di trasporto, ne esistono tanti e quella è una strada. Non devi mai camminarci a piedi in mezzo perché è pericoloso. Ma se hai un mezzo di trasporto allora puoi farlo…»

«E perché qui possiamo camminare invece?»

«Perché questo è un marciapiede. È fatto apposta per chi come noi va a piedi.»

«Ehi cos’è quello strano animale?»

«Un cane, sai è un animale da compagnia, non è selvatico, ma vive in casa con le persone.»

«Sai Fred questa cosa che qui tenete gli animali in casa mi sembra così strana…già da quando mi avevi parlato del tuo mini midchir.» 

«Ahah lo so, ma qui gli animali non sono prede o esseri liberi…in città per lo meno…però in altre zone lo sono eccome, sai poco lontano da qui…»

Ma in quel momento un’auto si fermò alle loro spalle e li richiamò col suono del clacson cosa che fece sobbalzare Igdard e pararsi di fronte a Fred come per volerlo difendere da una qualche minaccia.

«Ehi bei ragazzi!» Gridò Kate alla guida della Mini cabrio azzurro metallizzato del cugino che invece scosse la testa rassegnato «Volete un passaggio?»

Fred si voltò verso Ig che riconosciuta la ragazza si era tranquillizzato «Che ne dici? Ti va di fare un giro in macchina?»

«Io…ehm…si ok.»

«Saltate su coraggio!» li incitò lei.

Una volta a bordo Fred illustrò a Igdard come allacciare la cintura di sicurezza e il gruppetto partì.

«Che ne dite di fare un salto da Marcus?» Propose Kate.

«Si, così ti facciamo conoscere anche lui Ig. Sai è un caro amico di famiglia. Oh guarda quello è un motorino e quella una bici…sono tutti mezzi di trasporto.» Continuò Fred con la sua spiegazione. 

«Bravo Freddi e quello è uno scuolabus, vuoi che cantiamo tutti insieme “La macchina del capo ha un buco nella gomma”?» Lo sfotté la sorella.

«Idiota, sto solo cercando di spiegare ad Ig che ci sono più cose che può usare per muoversi in questo mondo. Vedi sulla strada vanno tutti i mezzi di trasporto.»

«Oh…quindi anche un midchir o un cavallo?»

«Beh non proprio quelli…»

«Ma scusa hai detto tutti i mezzi di trasporto.»

«Diciamo solo che quelli non sono mezzi di trasporto tipici del nostro mondo.»

Igdard sembrava sempre più confuso.
Arrivati in caffetteria dopo circa altre cento domande e spiegazioni di Fred i due fratelli presentarono Igdard a Marcus che fu entusiasta di fare la sua conoscenza.

«Sedetevi ragazzi vi porto subito il solito.»

«Cos’è il solito Fred?»

«Cose da mangiare e da bere che prendiamo spesso.»

«Oh, perché qui il cibo non si caccia giusto?»

«Bravo, per lo più si compra tramite questi pezzi di carta che qui hanno molto valore.» disse aprendo il portafogli e mostrandogli dei soldi «Lo puoi comprare da cucinare o venire in posti come questi dove li preparano per te…Oh grazie Marcus ecco questo è il toast che ti ho cucinato ieri, è fatto con…»

Gli spiegò mentre Marcus appoggiava toast e frappé davanti a loro.
Kate che si stava già annoiando reputò il caso di mettersi in mezzo e soddisfare finalmente la sua curiosità.

«E così Igdard… tu sei il ragazzo di mio fratello?» esordì tranquillamente facendo quasi strozzare Mickey col suo frappé al cioccolato mentre Fred diventò rosso come un peperone. 

«Ragazzo?»

«Si, sai uno con cui stai insieme, che ti piace o che ami.»

«Oh…» fece Igdard pensandoci su «Beh io amo Fred, perciò si direi che sono il suo ragazzo.» sorrise mentre il suddetto “ragazzo” assumeva una colorazione più tendente allo scarlatto.

«Eccellente.» ghignò malefica la ragazza «E dimmi voi due…»

«KATE POTRESTI SEGUIRMI UN MOMENTO FUORI?!» riuscì a dire Fred afferrando la sorella minore per un braccio e trascinandola fuori dalla caffetteria.

«Ehm torniamo subito.» disse lei.

Mickey intanto era allibito e l’unica cosa che riuscì a fare fu girasi verso Igdard «Ehm lo vuoi provare?» gli propose protendendogli il frappé.

Igdard lo accettò e dopo aver capito che doveva bere dalla cannuccia ne prese un sorso: un sorriso soddisfatto comparve sul suo volto «Mickey posso avere tre di questi?»

Mickey sorrise divertito «Ma certo Ig, anzi se vuoi possiamo ordinare anche dei gusti diversi così scegli qual è il tuo preferito se ti fa piacere.»

«Oh si….» rispose l’altro entusiasta «Per favore!»

Mickey sorrise: lo conosceva da pochissimo e le circostanze non erano state delle migliori, per niente! Ma Igdard gli piaceva: gli piaceva la sua ingenuità, il suo modo di stupirsi di tutto ciò che per chiunque in quel mondo fosse scontato e gli piaceva che fosse il ragazzo di suo cugino. Perciò annuì e alzandosi raggiunse il bancone.

«Tre frullati Marcus: fragola, banana e mirtillo!»

Intanto fuori dalla caffetteria…
«Ma ti sembra il modo?»

«Che ho fatto?» chiese Kate senza comprendere.

«Lo sai cosa hai fatto!» la riprese il fratello furioso.

«Oh per quella domanda dici?»

«Si e lui poi non è…cioè forse…»

Kate lo guardò alzando un sopracciglio.

«Oh certo vediamo…vi siete baciati su Jotunheim con la promessa “Tornerò da te” che Westley e Bottondoro scansateve proprio. Hai pianto sul suo cadavere e l’hai fatto anche quando te lo sei ritrovato miracolosamente vivo tra le braccia pregando che non morisse…ah e da come ti guarda avrete passato l’intera giornata di ieri a sbaciucchiarvi…ma no certo, non è assolutamente il tuo ragazzo.»

«Sai essere terribilmente fastidiosa.»

«Unico mio dovere è quello di irritarti fino alla fine dell’universo mio amato fratello. Comunque Fred c’è una cosa che volevo chiederti e non mi sembrava il caso di farlo davanti ad Ig…ecco voi due…avete…?»

Fred avvampò ancora più di prima «Come ti viene in mente di chiedermi certe cose?!»

«Perché signor genio a differenza di quello che credi IO ho letto con attenzione il tuo diario e ho memorizzato molti dettagli tra cui che questo…non dovrebbe essere un periodo particolare per voi jotun? Perché sai nessun problema se decidi di avere dei figli a vent’anni, ma credo che i nostri genitori potrebbero restarci appena secchi»

La gradazione di Fred passò dallo scarlatto direttamente al porpora «Cos…cioè lo so…ma insomma…puoi-puoi stare tranquilla siamo ecco …o insomma non devi preoccuparti…siamo stati attenti.»

«Oh bene questo è un sollievo, perché sai non volevo che papà finisse il lavoro al posto di Udras tentando di ucciderti.»

«Va-va bene grazie per la tua preoccupazione sorellina.» disse Fred scuotendo la testa con fare imbarazzato «ma ti prego…Ig e io ci siamo appena ritrovati e vorrei…insomma fare le cose un passo alla volta.»

Kate lo fissò seria un istante poi…scoppiò a ridere «Ahah Fred! Credi che non lo sappia? Si vede che tieni a lui da morire è solo che sono tua sorella, è normale che ti prenda in giro scemo!»

«È solo che…tu sei molto più brava di me in queste cose…»

«Sarebbe? Nel circondarmi di spasimanti? Fred qui non si tratta di conquistare la prima persona che passa e vivere una fugace avventura. Qui si parla di amore e tu ami Igdard e lui…ama te e parecchio credo. Perciò no, non sono brava in queste cose e se devo dirtela tutta mi fa piacere vederti finalmente così.»

«Così come?»

«Felice Fred, felice! Già prima eri tutto libri e disciplina, ma da che sei tornato da Jotunheim si vedeva che qualcosa non andava. Ho pure convinto la Baker a darti il suo numero l’altra sera, sai mai che fosse servito a qualcosa, ma tu l’hai dato a me…»

«Tu cosa?!»

Ma Kate non sentì nemmeno quell’obiezione e andò avanti per il suo corso. 

«E invece adesso sei…raggiante e io sono davvero felice per te.» disse lei con un sorriso dolce.

Fred abbassò lo sguardo «Questa è forse la seconda cosa carina che mi dici in tutta la vita.» sorrise lui.

«La terza credo e direi che sono anche troppe…» ribatté lei e si voltò verso la vetrina della caffetteria «Sai Ig mi piace ed è proprio come me lo immaginavo. A parte per una cosa…»

«Cioè?»

Lei lo guardò divertita «Un cavallo?»

Fred rise imbarazzato «Ti prego…»

«Eri il più bello della scuola Fred e ti sei trovato uno che se ne andrebbe in giro con un cavallo?! Un degno cavaliere per te principino.»

«Se lo dici a qualcuno sei morta» rise il fratello.

«Ahah coraggio rientriamo prima che il tuo cavaliere pensi che ti ho rapito.»

Appena rientrarono i due notarono che il loro tavolo era invaso da confezioni vuote di frappé mentre Marcus guardava Ig con stupore ed attesa «Allora?» chiese curioso.

«No, rimango convinto che il primo fosse il più buono.»

«Che succede qui?» Domandò Fred vedevo la confusione sul tavolo.

«Fred ho provato questa bevanda deliziosa.»

«Lo vedo Ig, ma non ti sembra di aver esagerato?»

«Mickey?» lo riprese Kate.

Il cugino anche lui con un nuovo frappé alla mano si girò colpevole.

«Ehm…ne volete anche voi?» 

 

«Hai preso tutto?» chiese Loki scendendo dall’auto e rivolgendosi al marito sommerso dalle buste della spesa. 

«Si tesoro.»

«Bene.» Sorrise Loki e si diresse alla porta di casa con un sorrisetto soddisfatto.

«Allora gli ingredienti per fare gli hamburger ci sono e al dolce pensa Marcus, giusto?» 

«Giusto e adesso amore abbiamo tutto il giorno per noi.»

«Errore io adesso vado a fare un bagno rilassante e tu sistemi la spesa.» 

«Ma Loki!»

«Se mi cerchi sono nella vasca.» Disse l’altro prendendo la via delle scale.

Il biondo scosse la testa, ma si decise a fare quello che doveva.
Pochi minuti dopo Loki si immerse nella vasca piena d’acqua calda del loro bagno emettendo un mugolio di piacere e chiuse gli occhi. Si sentiva bene e più tranquillo anche se c’era quel qualcosina che ancora che non gli quadrava. Perché Igdard era così distaccato con lui?
Dai racconti di Fred sembrava avere tutt’altro carattere e anche con Thor la complicità era stata subito magnetica…perché con lui no?
Provò a non pensarci e si godette il tepore dell’acqua che avvolgeva il suo corpo. Era talmente rilassato che non si accorse che il marito era entrato silenziosamente in bagno e lo aveva raggiunto alle spalle iniziando a dedicarvisi con un lento e intenso massaggio.

«Thor…» ansimò «Non era questo che intendevo prima.»

«Dovevi essere più specifico perché sembrava proprio un invito» commentò l’altro «A che pensi?»

«A quel ragazzo…non riesco a non pensare che ci sia qualcosa di strano»

«Loki…non è che quel qualcosa è che…insomma lui starà qui con Fred e Fred lo ama e magari tu…» 

Loki si voltò e lo studiò un istante «Pensi che io sia geloso vero?»

«Beh dico solo che non mi sembra affatto che ci sia qualcosa di strano, Ignard…»

«Igdard, Thor…»

«Si insomma…il ragazzo era tranquillo con me e con i nostri figli e Mickey…magari è solo una tua impressione perché a volte sei un tantino possessivo nei confronti di nostro figlio?»

«Questo non è vero! Sapevo che Fred era innamorato di lui e so che lui ci tiene davvero a quel giovane. Solo non capisco perché con me sembra così…diffidente» Lo fissò serio Loki.

«Ok…magari hai ragione tu e sono io a non essermene accorto…ora però che ne dici se continuò col tuo massaggio.»

«No grazie hai fatto anche troppo.» 

«Loki amore, ma che ti prende?»

«Vattene Thor…adesso.» 

Il biondo fece per ribattere, ma Loki si voltò in chiaro segno che quella conversazione fosse finita: sbuffò e scuotendo la testa lo lasciò solo. Quando faceva così non riusciva proprio a capirlo. 

 

Igdard non aveva mai visto il mare.
All’inizio quella distesa azzurra gli sembrò un’enorme lastra di ghiaccio, ma non gli sfuggirono le onde che increspavano l’acqua e il rumore che facevano infrangendosi sulla spiaggia. Il sole era alto e rifletteva sulla superficie del mare facendola brillare.

«Allora…» esordì Kate «noi ci mettiamo lì a studiare mentre voi vi godete questo ultimo sole settembrino e questa spiaggia mezza vuota…ah la vita è ingiusta.» 

Fred scosse la testa e prese Ig per mano «Ti va di fare un bagno?»

Igdard sorrise ed annuì.

«Puah, ma è salatissima!» osservò dieci minuti dopo riemergendo dall’acqua.

«Non devi berla idiota!» Rise Fred nuotando accanto a lui.

«Potevi dirmelo!»

«Credevo fosse scontato!»

«Niente è scontato in un mondo nuovo Fred, te lo sei dimenticato?»

«Oh chiedo perdono. Posso dimostrarvi le mie scuse?» Chiese il ragazzo avvicinandosi a Igdard.

«Avanti le aspetto!» sorrise Ig, ma per tutta riposta Fred gli si fece ancora più vicino e tirò fuori dall’acqua un pugno di sabbia bagnata che gli passò sulla bocca.

«Ma sei…puh…ma cosa diavolo?! Puh-puh»

«Ahahha» l’altro si piegò in due per le risate.

«Sai cosa Fred? Puh…stavolta ti uccido per davvero.» disse sciacquandosi la bocca per poi afferrarlo per un polso.

«Ah si? L’ultima volta che mi hai minacciato così stavi per baciarmi.» si difese Fred lanciandogli un’occhiata di sfida. 

Igdard se lo avvicinò. Nell’acqua Fred allacciò le gambe attorno ai suoi fianchi mentre l’altro lo strinse. 

«Intendi quando abbiamo visto quel fiore bellissimo?»

Fred lo guardò intensamente «Sai ho-ho scoperto perché non abbiamo potuto toccarlo…e il suo significato…» abbassò lo sguardo.

«Che c’è?»

«Ecco non volevo dirtelo perché non volevo che questo condizionasse in qualche modo…la nostra…il nostro…insomma questo che c’è tra noi, ma ora voglio farlo.»

Iniziò guardandolo negli occhi, mentre Ig lo osservò con attenzione. Fred si sentiva profondamente in imbarazzo, era sempre stato un giovane timido e solo con Ig si era davvero aperto per la prima volta, ma dovergli fare quella confessione non era facile. Ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, per dirgli che anche i suoi genitori avevano ricevuto un segno simile, per dirgli di come a lui però quella rivelazione…non avesse fatto altro che confermare ciò che già provava per lui. «Ecco Ig quel…fiore, in poche parole ci ha voluto dire che io e te siamo…ecco destinati a stare insieme per sempre…lo so che sembra sciocco, ma è così…»

Igdard lo fissò in silenzio.

«In effetti» disse dopo un secondo «Mi sembra sciocco.»

Lo sguardo di Fred si fece di colpo smarrito «D-davvero?»

«Si trovo sciocco…che tu non me lo abbia detto subito perché sai» disse avvicinando di più il viso al suo «io avevo già capito che ti avrei amato per sempre anche senza la benedizione di una pianta magica.» Sorrise e abbassò lo sguardo un istante poi tornò su di lui «Fred…in questi mesi l’unico motivo che mi ha spinto a sopportare tutto quel dolore, era il tuo pensiero…certo temevo che se ci fossimo rivisti sarebbe stato solo…beh lo sai…ma non ho mai smesso di sperare che io e te potessimo tornare insieme…o, se non fosse stato così, che almeno tu ti saresti salvato. E se morire mi avrebbe assicurato che tu saresti stato salvo…io lo avrei accettato.» 

Fred intanto quasi non respirava più da quanto stava trattenendo il respiro per l’emozione.

«Poi Mickey mi ha detto che…che da quando avevi fatto ritorno a casa non eri più stato lo stesso e io sapevo perché o credevo di immaginarlo. Fred insomma…comunque vadano le cose io ti amo e spero che staremo insieme tutta la vita però…ecco… solo non voglio che TU ti senta legato a me per un fiore, il destino o quello che ti…mmm».

Fred non ce l’aveva fatta più e buttandogli le braccia collo lo aveva baciato.
Un bacio intenso che sapeva di mare e d’amore, salato, ma dolce allo stesso tempo.
Quando si separano Fred tenne gli occhi chiusi mentre Ig gli scostò una ciocca di capelli bagnati ricadutagli sul viso. 

«Sono sicuro che quel fiore ha ragione su di noi Fred…» l’altro riaprì piano gli occhi e lo fissò rapito e felice, ma…
«Certo se decidessi di affogarti proprio adesso poi avrei ancora una vita intera a disposizione per farmi gli affari miei.»

«Cosa? Ig no!»

Ma Igdard lo aveva già stretto di più a sé e lo aveva sospinto sott’acqua.
Fred non aveva potuto nemmeno prendere fiato, ma…non gli servì. Igdard cercò subito le sue labbra in quello che fu un intenso e dolce bacio sotto la superficie del mare.

Intanto sulla spiaggia Kate si alzò gli occhiali da sole e guardò in lontananza verso il mare «Beh direi che stanno recuperando bene il tempo perso» 

«Kaaaate.» la riprese Mickey. 

«Oh guardali non sono due adorabili sanguisughe.»

Mickey chiuse di scatto il libro che stava leggendo «Potresti non fare la guardona e concentrarti sui compiti?! Già oggi abbiamo saltato la scuola!»

«Ehm qualcosa non va cugino?»

«No dico solo che….che non è carino farsi gli affari loro…è evidente che si sono mancati l’un l’altro e credo che noi…noi dovremmo lasciargli un po’ di privacy tutto qui…»

«Mickey stavo solo…scherzando…» lo guardò lei 

«Si…» disse il ragazzo riaprendo il libro «lo so…» sospirò. 

«Va tutto bene?»

«È solo che…lo so che è stupido, ma…ecco ho visto Ig soffrire a causa di quel pazzo e ancora Udras vantarsi del male che gli ha fatto e di cosa avrebbe fatto a Fred. E adesso vederli così felici…io…sono solo…» una lacrima fuggitiva scese sul suo viso.

Kate dapprima non seppe interpretarla poi il ragazzo rivolse un sorriso verso di loro.

«Mickey…ti sei commosso per caso?» sorrise dolce lei.

Il ragazzo parve riprendersi e si asciugò le lacrime velocemente, ma aggiunse «Sono felice per loro Kate molto felice…se lo meritano» 

Lei gli sorrise e gettò uno sguardo ai due riemersi dall’acqua che stavano facendo una gara di nuotate.

«Si, sono d’accordo con te» sussurrò.

 

Erano le 20.20 di sera. Thor se ne stava davanti al barbecue sul portico nel tentativo di accenderlo. Nonostante i carboni avessero incominciato a scaldarsi per bene quella sera c’era un freddo settembrino e la sua pelle era percorsa da leggeri brividi.
D’improvviso qualcosa gli coprì le spalle: la sua felpa bordeaux. Il biondo si voltò ritrovandosi il marito alle spalle.

«Va meglio?» incominciò Loki timidamente «Io…io volevo chiederti scusa…sono stato acido e antipatico.» 

«Si lo sei stato.» confermò Thor incrociando le braccia al petto.

Loki abbassò lo sguardo. 

«È solo che io…io non sono geloso anzi sono felice per nostro figlio…va bene l’idea che sia grande e per la prima volta davvero innamorato mi fa capire che non è più il mio bambino, ma a me piace Igdard e non voglio che pensi che io stia cercando di trovare qualcosa che non va a tutti i costi.» 

Thor manteneva ancora la sua posizione.

«Questo però non giustifica il mio comportamento di oggi. Non avrei dovuto trattarti così…perciò…quello che sto cercando di dire è…» 

Ma Thor gli sollevò il mento e lo guardò mentre Loki trattenne il fiato.

«Scuse accettate.»  sorrise il biondo baciandolo. 

Loki sorrise contro le sue labbra e rispose a quel bacio, ma in quell’istante…

«Ehi voi due…se volevate una cenetta “intima” potevate dirlo subito…non vi avremmo disturbato» 

«Tonyyy»  lo riprese il Capitano che seguiva il compagno.

«Che ho detto? Oh beh comunque…abbiamo portato la birra!» disse alzando due sacchetti pieni di bottiglie di vetro.

«Però Stark, ogni tanto ti rendi utile. Vado a sistemarle in frigo.»  Disse Loki prendendole.

«Vieni ti aiuto. I ragazzi sono dentro?» chiese Steve seguendolo in casa. 

«Veramente sono usciti questa mattina e devono ancora rientrare, ma dovrebbero arrivare a momenti. Allora mi hanno accennato che siete andati fuori città per una casa…volete davvero trasferirvi?» 

«Beh ci stiamo pensando, ma alla casa servono diversi lavori. Prima di tutto le tubature sono molto vecchie…» 

Steve prese a raccontare di tutti i lavori necessari per sistemare la casa fuori città e mentre stava ancora parlando la porta di casa si aprì.

«Ehi rag…ma che avete combinato?»  Esclamò Loki vedendo i quattro nuovi arrivati mezzi fradici e sporchi di sabbia.

«Ehi papà, ciao zio Steve» iniziò Kate «Ci siamo fatti un bagno e fatto la lotta nell’acqua un vero spasso! Ehi, ma quella è birra?» Chiese avvicinandosi al tavolo e prendendone due bottigliette  «Fred le raffredderesti? Comunque io e Igdard abbiamo combattuto in acqua contro Fred e Mickey e li abbiamo fatti crollare almeno cinque volte.

«Perché tu mi facevi il solletico Kate!» si difese Mickey

«No cugino perché io e Ig siamo una super squadra!» Concluse mentre il fratello le ripassava le bottigliette ghiacciate.

«No Fred, una falla provare ad Igdard» porse la sua a Mickey che la rifiutò gentilmente così lei ci si attaccò scolandosela in pochi secondi.

«Kate! Vacci piano prima di cena, mi sembri tuo padre » La riprese Loki scuotendo la testa.

«Ma papà avevo sete» Rispose lei angelicamente. 

«Non inizierò questa battaglia con te solo perché è tardi e vostro padre sta finendo di scaldare il barbecue. Gli hamburger saranno pronti in una ventina di minuti.» 

«Va bene…allora andiamo a lavarci…» iniziò Kate appoggiando la bottiglia vuota sul tavolo. «Io entro per prima!» Decretò correndo al piano di sopra.

«No Kate tu sei troppo lenta» la riprese Mickey seguendola a ruota.

Intanto Fred passò la bottiglietta a Igdard che la studiò dopodiché il ragazzo si avvicinò a Loki e gli diede un bacio sulla guancia entusiasta sfoggiando un grande sorriso e abbracciandolo.

Loki lo guardò interdetto «Freddi sai che ucciderei per i tuoi abbracci, ma sei fradicio e tutto insabbiato.»

«Lo so» commentò semplicemente il ragazzo «e non credo di essere mai stato meglio. Era tantissimo tempo che non facevo un bagno al mare… ci siamo divertiti un sacco e Ig ha visto il mare per la prima volta e…oh cavolo devo presentarti anche mio zio Steve» esclamò mentre il ragazzo non sapendo come aprire la bottiglietta stava per infilarsela in bocca e ricorrere ai denti.

«Come? Oh si.» Disse il giovane rivolgendo a Steve un grande sorriso, ma proprio in quel momento.

«FREEEED! HAI SPELATO UN ORSO POLARE IN BAGNO PER CASO?»

«Ops» arrossì il ragazzo «avevo dimenticato di pulire il macello di ieri, scusate faremo le presentazioni più tardi. Vieni Ig andiamo!»

Il ragazzo annuì «Ehm Steve.» salutò con un sorriso dopodiché assunse un’espressione più seria «Loki di Asgard» e seguì Fred sulle scale.

«Però…» commentò Steve leggermente interdetto mentre Loki chiuse gli occhi per il fastidio. 

«Quel titolo è un tuo suggerimento?»

«Secondo te?! Pare abbia questo atteggiamento solo con me. Thor pensa addirittura che io sia solo geloso del fatto che frequenta mio figlio, ma l’hai visto anche tu Steve…è come se quel ragazzo avesse un problema con me.»

«Forse si sente solo in imbarazzo perché sei il padre di Fred.»

«Magari fosse così, ma tra lui e Thor invece c’è totale intesa.» disse Loki tirando fuori dal frigo i condimenti per l’hamburger «Perciò il problema ce l’ha con me.»

«Eddai Loki, tu incuti molto più timore di Thor, magari si sente solo in difficoltà.»

Loki alzò le spalle «Mpf hai visto com’era felice Fred?»

«Sinceramente?» sorrise il biondo «Non credo di vederlo così felice dal giorno in cui ha trovato Trick. E tu? Sei contento per lui?»

«Si…» Rispose il moro guardando verso le scale «Si lo sono davvero.»

Intanto proprio lì fuori…

«Ah Thor, ieri tra un’occupazione e l’altra ho messo Friday a lavorare ad una cosetta per te. Perciò …Buon Natale in anticipo.» Disse porgendogli una scatolina marrone.

«Che cos’è?»

«Vedrai ti piacerà. Coraggio aprila presto!»  

Thor obbedì e non appena l’aprì un grande sorriso comparve sul suo volto «Sei il massimo Uomo di latta!»

«Dovere per il mio amico Point Break, dovere!»

 

Quindici minuti più tardi al piano di sopra…«IL BAGNO È LIBERO!» gridò Kate entrando in camera sua.

«Ci metto solo cinque minuti.» Disse Mickey affrettandosi ad entrare in bagno.

Fred scosse la testa e tornò su Igdard aprendogli la birra ancora tra le sue mani con la magia. 

«Allora…ti sei divertito?»

«Moltissimo, a parte che quella cosa chiamata sabbia mi è entrata letteralmente ovunque e il sole mi ha ustionato la pelle.» Prese un sorso di birra e la passò a Fred.

«Oh avanti un po’ di colorito ti fa bene Ig. Mm adoro il mare, ma solo quando non è così affollato altrimenti lo detesto.» Prese un sorso dalla bottiglietta e si leccò le labbra cosa che non lasciò certo indifferente l’altro.

Fred in quel momento era terribilmente seducente con i capelli fradici e scompigliati, la pelle arrossata dal sole e il sale cristallizzato sulle guance mentre si portava alla bocca la botti…

«Finito ci ho messo solo due minuti» disse Mickey spuntando sulla porta in boxer e maglietta.

«Mickey sei stato un razzo!»

«Non volevo…»

«Disturbare lo so, ma potevi fare con calma» Sorrise Fred passando la tuta al cugino che arrossì.

«Grazie dei vestiti.» Sorrise per poi bussare alla porta di Kate. 

«Si entra.» urlò lei di rimando.

Il ragazzo obbedì. «Ma sei ancora in mutande!»

«Per gli Dei Mickey ho fatto il bagno in mutande se è per questo.» disse lei infilandosi una maglia  molto larga e dei pantaloncini «A volte ti fai troppi problemi cugino…» 

Fred scosse la testa e rise «Dai andiamo.» Disse prendendo per mano Igdard e trascinandolo verso il bagno.

«Ma come… insieme?»

«Si…tu puoi fare un bagno e io la doccia. Così facciamo prima.»

Igdard deglutì: poco prima era stato salvato dalla voglia di saltare addosso a Fred dall’intervento di Mickey, ma adesso…
Entrarono nel bagno ancora caldo per il vapore; Fred si spogliò velocemente e si diresse alla doccia.

«Sai Mickey è cresciuto con noi, ma si imbarazza ancora per certe cose…certo Kate non ha proprio il senso del pudore a volte.» disse entrando in doccia e lasciando che l’acqua scorresse lungo il suo corpo. 

“Non guardare, non guardare!” Si ripeté Ig cercando di concentrarsi sulla vasca, ma lasciò scivolare la coda dell’occhio verso la doccia: Fred era bellissimo e quando si voltò guardandolo coi suoi occhi verdi Ig si sentì spacciato.

«Ig? Tutto bene?»

Il giovane aprì la bocca, ma non ne uscì nulla dopodiché bruciò la distanza che lo separava dalla doccia e vi entrò. Inchiodò Fred al muro piastrellato iniziando a baciarlo.
Fred rimase sorpreso per un istante, ma fu solo per il tempo di avvertire le labbra di Igdard sulle sue poi gli buttò le braccia al collo e rispose a quel bacio con intensità crescente.
Il sapore salato del mare ancora presente sulle loro labbra fu sostituto da quello dell’acqua dolce. Igdard portò entrambe le mani sui fianchi di Fred in una leggera carezza e se lo strinse un po’ più contro cosa che fece sfuggire a entrambi un gemito, ma…

«FREED!» Kate bussò insistentemente alla porta costringendo i due a separasi «Papà ha detto che gli hamburger sono quasi pronti…Credi di poter rimandare a stasera?» La domanda fu seguita da un “KATE!” Esasperato da parte di Mickey. 

I due nella doccia scoppiarono a ridere poi Igdard cercò gli occhi di Fred.

«Salvati dagli hamburger» commentò il biondo.

«Dagli hambu….che?» 

Fred scosse la testa «Credo ci toccherà rimandare…Dai muoviamoci, ci aspettano di sotto!»

«Ok però prima…mi daresti un ultimo bacio?»

Fred lo guardò mordendosi un labbro «Mmm va bene, ma solo uno» e con un sorriso si protese ancora verso Igdard perdendosi nelle sue labbra. 

 

«Ah eccovi, temevamo che foste affogati.» Scherzò Kate vedendoli scendere.

«Ah-ah spiritosa, c’è bisogno di aiutare?» Chiese Fred.

«No papà è appena uscito per prendere la carne e…» 

Proprio in quel momento si sentì un rumore di cocci rotti sul portico e i ragazzi uscirono per capire cosa fosse accaduto.

«Papà, tutto…o per gli Dei!» Commentò Kate.

Loki era paralizzato: i cocci del piatto rotto ai suoi piedi, ma a lui non sembrava importare. Teneva lo sguardo dritto sul viso di Thor che lo guardava con un sorriso dolce con DUE occhi uno del blu che conosceva bene e l’altro marrone chiaro.
Si avvicinò e gli sfiorò una guancia sorridendo.

«É stato Tony» commentò Thor.

L’interessato si sentì di intervenire.

«Si e Piccolo Cervo prima di avanzare una qualunque accusa sul fatto che abbia sbagliato colore per farvi dispetto devi sapere che non dipende da me. L’occhio artificiale ha bisogno di tempo per adattarsi al corpo ospite e quel colore al momento è solo una prima reazione, con qualche modifica potrei riuscire a fare qualcosa, ma…»

«STARK!» Lo richiamò secco Loki. Tutti trattennero il fiato mentre Loki si voltò verso Tony.

Gli occhi gli si fecero lucidi «Grazie» sussurrò emozionato. 

«Pfiù prego! Per un momento temevo che questo nuovo look mi sarebbe costato caro. Ora però basta smancerie e mangiamo questi hamburger ok?!»


«Bravo prendi un bel morso. Com’è?» Chiese Thor poco più tardi a Igdard mentre il giovane addentava un enorme panino e veniva immediatamente soccorso da Fred con un tovagliolo prima che le salse gli rovinassero addosso. 

«Per i Padri Antichi» Sbofonchiò Igdard «é buonissimo! Ma com’è possibile che tutto su questo pianeta sia buonissimo?» Domandò addentando ancora il panino.

«Perché su Jotunheim fa tutto schifo.» lo prese in giro Fred guadagnandosi un pugno su un braccio dall’altro.

Marcus, arrivato un po’ in ritardo, Thor e Tony che si trovano davanti al barbecue con loro risero divertiti. Igdard era risultato simpatico anche a Tony.

«E dimmi amico ex-barbone» iniziò il miliardario che ormai aveva scelto per lui quel soprannome «che facevi nel tuo mondo?»

«Cacciavo per lo più.»

«Igdard è bravissimo con l’arco» lo interruppe Fred entusiasta.

«Si beh…almeno lo ero…»

«Ig, ma che dici, hai centrato Udras in pieno petto l’altra sera!»

«Si insomma era un anno che non toccavo il mio arco…credo sia stata fortuna per lo più.» rispose tra l’imbarazzato e il malinconico Igdard cosa che né a Loki poco distante da loro né a Fred sfuggì.

«Un cacciatore e un arciere…e quando hai iniziato?» proseguì Tony, che avendo deciso che quel ragazzo gli piaceva, stava cercando ogni argomento di conversazione possibile.

Anche a Steve era piaciuto subito e dopo una chiacchierata veloce il Capitano lo aveva definito “un ragazzo adorabile”.
Solo con Loki Igdard si teneva ancora a debita distanza. Dal canto suo il moro, di tanto in tanto, gettava uno sguardo a Fred e non poteva evitare di sorridere nel vederlo felice.
Proprio in uno di quei momenti Fred si staccò dal gruppo e si fece vicino a suo padre.

«Papà posso parlarti un momento?»

Loki annuì e gli fece cenno di seguirlo in cucina.

«Che c’è Freddi?» chiese Loki una volta rientrati accostandosi contro un piano della cucina.

«Si tratta di Ig…» si confessò il ragazzo sedendosi su uno sgabello dirimpetto a suo padre «ecco io temo che nei mesi di prigionia lui…lui si sia dimenticato chi è. Una volta non avrebbe mai fatto un discorso del genere. Cioè è sempre stato un tipo modesto di fronte agli altri, ma anche sicuro delle sue capacità, ma…ho paura che tra il sentirsi ancora un po’ debole e tutto il resto lui si stia abbattendo e non voglio vederlo così.» 

«Capisco e vorresti fare qualcosa per lui immagino.»

«Si è così.»

Loki sospirò e abbassò lo sguardo; un riso amaro comparve sul suo volto, ma fu solo un attimo.

«Perché stai chiedendo aiuto a me e non a papà?»

«Beh primo perché papà ha altri modi meno delicati di risolvere i problemi.»

«Tipo quella volta che gli dicesti che avevi paura del buio e tolse la corrente apposta per fartela passare?»

«Tipo questo…e poi perché ecco vorrei che fossi tu ad aiutarmi. Sai che mi fido sempre dei tuoi consigli, per me è importante il tuo aiuto. Non che papà non sia bravo è solo che…stavolta vorrei che mi aiutassi tu.»

Loki annuì dolce.

«Fred è solo che…io vorrei essere di supporto, ma in verità non credo di piacere molto al tuo ragazzo.»

Fred lo guardò interrogativo «Perché dici così?»

«Davvero vuoi dirmi che non l’hai notato? “Loki di Asgard”. Sai mi stava più simpatico nei tuoi racconti»

Il ragazzo sorrise «Uhm in effetti ti confesso che ci ho fatto caso, ma sono sicuro che c’è una spiegazione. Non è da Igdard comportarsi così, ma fossi in te non mi preoccuperei troppo. Probabilmente non è nulla di grave.»

«Oh lo spero, perché detesto ammetterlo, ma mi piace parecchio che sia il tuo ragazzo.» rise Loki «E tu come stai Fred?»

Fred sorrise imbarazzato.

«Diciamo che felice non è sufficientemente descrittivo.»

Anche Loki sorrise «Si lo vedo.»

Fred si alzò e lo raggiunse. «Dagli tempo. Sono sicuro che in fondo gli piaci.»

«Beh sai sono tuo padre e ho fatto di tutto per crescerti a mia immagine e somiglianza. Mi offenderei se preferisse Thor a me.» scherzò Loki «Comunque riguardo alla questione morale a terra e poco fiducia in sé stessi credo di avere un piano, però Fred prima c’è una cosa che devi sapere…»

 

Terminata la cena Mickey e Kate rientrarono alla Tower mentre Igdard e Fred tornarono al piano superiore lasciando gli altri a sorseggiare alcuni liquori. Una volta giunti in camera il giovane jotun crollò sul letto.

«Fred non credo di aver mai mangiato tanto e poi quella torta di mele e gelato di Marcus…se ripenso a quanto era buona ne avrei ancora voglia…» disse accarezzandosi la pancia soddisfatto.

«Ahah varrebbe la pena rimanere qui per qualche mese solo per farti conoscere tutti i piatti terrestri.»

«Perché? Dove vuoi andare scusa?»

Fred si sedette accanto a lui.

«Mio padre mi ha detto che dopodomani lui e papà torneranno su Asgard e io pensavo che…potremmo seguirli.»

Igdard lo fissò un istante «S-si perché no…»

«Ig qualcosa non va?» chiese Fred apprensivo.

Igdard si morse un labbro: il pensiero che aveva cercato di scacciare quella stessa mattina tornò a farsi vivo nella sua mente, ma stavolta decise di parlarne con Fred. 

«È solo che…Asgard. Sai è il regno nemico di Jotunheim tipo da sempre e ecco…fa un certo effetto no?»

Fred lo studiò ripensando alla conversazione avuta con suo padre.

«Ig vorrei chiederti una cosa…ecco questa sera sembravi davvero a tuo agio con tutti tranne che…con mio padre.»

«Ma che dici?!  Adoro tuo padre. Ed è bravissimo a cucinare.»

Fred alzò un sopracciglio «Sai che non sto parlando di lui.» 

Igdard emise un profondo sospiro e si sedette con la schiena contro al muro. 

«Si lo so…il fatto però è che tuo padre… è Loki di Asgard.»

«Ehm si e quindi?…Non capisco»

«No è comprensibile…Fred tuo padre per la mia gente è…insomma è “il traditore di Jotunheim” e io, non solo mi sono innamorato di suo figlio e vivo nella sua casa, ma sono anche salvo grazie a lui. Non fraintendermi gli sarò grato per tutta la vita per questo, ma per me…non è facile accettarlo.» prese una pausa «Lo so che è stupido perché ho vissuto un anno con te e tu sei fantastico e se lo sei è certo anche grazie a tuo padre e a come ti ha cresciuto, ma…credo sia qualcosa che fa parte della mia cultura. Devo…devo solo abituarmici.»

Fred comprese ed annuì. 

«Sai quando da piccolo sono venuto a conoscenza di tutti i guai combinati da mio padre… sul momento non potevo crederci. Non potevo credere che il mio papà fosse stato in passato così spietato e crudele e pensavo che non avrei mai potuto perdonarlo. Poi ho capito che mi sbagliavo, lui era cambiato da molto tempo ormai. Non c’era più oscurità nel suo cuore voleva solo potersi riscattare…e da questa sua volontà ha avuto l’amore e una famiglia. Magari tu temi che non sia cambiato davvero, ma se cerchi una prova … ce l’hai davanti occhi» Disse guardandolo.

Igdard annuì.

«Senti prenditi il tempo di cui hai bisogno, solo cerca di dargli una possibilità ok?» lo pregò Fred avvicinandosi a lui e posandogli un bacio dolce sulla fronte.

«Tornando a noi…pensi di farcela a finire quello che hai incominciato prima in doccia o hai mangiato troppo?» Lo sfidò il biondo.

«Sei impazzito? Se chiudo gli occhi mi addormento!» Disse crollando di nuovo lungo e disteso sul cuscino.

«Beh allora credo che dovrò.» disse Fred montandogli a cavalcioni sopra e avvicinandosi alla sua bocca «tenerti sveglio?» ghignò.

«Voglio proprio vedere se ci riesci.» soffiò sulle sue labbra in riposta Igdard.

Fred lo baciò sensuale dopodiché si allungò alla lampada sul comodino e spense la luce.

 

Thor si calò nella vasca piena di acqua calda e un sorriso soddisfatto gli si dipinse sul volto. Si sfiorò la guancia sotto al nuovo occhio: vedeva perfettamente e non gli dava affatto fastidio. Si rilassò decidendo di godersi quel meritato bagno sennonché avvertì due mani fredde appoggiarsi sulle sue spalle.

«Mm Loki…» sussurrò mentre il moro gli si avvicinava all’orecchio. «Sta buono…»

«Sta buono? Oh e io che pensavo di farmi perdonare da te Dio del Tuono.»

Thor fu percorso da un brivido: era inutile al marito bastava un secondo per far crollare la sua volontà…

«Ho paura a chiedertelo, ma cos’avresti in mente?»

Loki sorrise non visto e si portò davanti a lui sfilandosi i vestiti e rimanendo nudo allo sguardo del marito. 

«Mi fai spazio Dio del Tuono?»

Thor si morse un labbro, ma si tirò un po’ indietro lasciando che il marito entrasse e si appoggiasse contro al suo petto. Gli accarezzò delicatamente una guancia e fissò lo sguardo nel suo.

«Ti piace?» Chiese Thor riferendosi all’occhio.

«Beh non sono due iridi blu come il mare, ma… non sai quanto io sia felice.»

Thor sorrise e se lo sistemò meglio contro.

«Hai avvisato Fred?» Domandò il biondo.

Loki si voltò verso la parete in mosaico e iniziò a sfiorare le piccole piastrelle con i polpastrelli bagnati osservando le pietre inumidirsi e diventare lucide sotto al suo tocco. 

«Si. Spero che vengano con noi, ma spetta a loro decidere.»

«Vedrai che verranno. Non mi sembra il caso che ti preoccupi.» prese una pausa e con una mano iniziò ad accarezzargli il petto scendendo lentamente verso il basso «Ma in caso volessi farlo forse conosco un modo per… non fartici pensare.» aggiunse apponendogli poi dei baci leggeri alla nuca. 

«Mmm Thor…» ansimò Loki quasi aggrappandosi alle piastrelle del muro. Le palpebre fattesi ormai pesanti.

«Shhh…se vuoi che ti perdoni dovrai impegnarti tesoro.»

«Quando fai così sei…sei…»

«Tieni gli epiteti gentili per la fine del bagno…» gli appose piccoli baci lungo la parte scoperta del collo che conduceva al suo orecchio avvertendo distintamente l’effetto che gli provocava sulla pelle. Dopodiché raggiunse il suo orecchio e aggiunse in un sussurro «…Loki di Asgard.» 

Loki spalancò gli occhi «Thor guarda che non posso uccidere Igdard, ma non mi farò scrupoli ad uccidere te, stanne certo!» 

 

«Dov’è che stiamo andando?» Chiese Igdard seduto accanto a Fred sui sedili posteriori dell’auto del padre.

«Sta calmo, lo vedrai presto.» Lo rassicurò Fred che aveva avvertito una punta di timore nella voce dell’altro.

Alle 9.00 di mattina Fred aveva tirato Igdard giù dal letto e lo aveva condotto al piano inferiore. Con sua sorpresa Igdard aveva trovato seduto in cucina Steve che conversava con Loki dopodiché Fred gli aveva annunciato che finita la colazione sarebbero andati tutti e quattro fuori città.
Di lì a dieci minuti il gruppo era salito in auto per dirigersi verso una meta che a quanto pareva doveva rimanere segreta solo per Igdard. 

«E gli altri?» Provò ancora il giovane.

«Mickey e Kate sono a scuola.» rispose Steve seduto sul sedile davanti «Tony in laboratorio e Thor …credo in caffetteria vero Loki?»

Il moro alla guida annuì. 

«Si, starà tutto il giorno ad aiutare Marcus poi per i prossimi giorni la caffetteria resterà in mano ad un suo amico visto che lui verrà con noi. Vuole fermarsi ad Asgard un paio di giorni per stare con suo padre.»

«Beh è una buona idea, così potete andare tutti insieme…uhm ora che ci penso domani dovrò sistemare i libri delle colonne e rimetterli al loro posto. Non ho ancora riaperto la libreria dalla sera della festa…e a proposito Loki spero che tu e Thor torniate presto stavolta! Non vedo l’ora di iniziare i lavori alla casa così poi potremo vederci lì! Ah ti ho già detto che quest’anno Tony non vuole andare in montagna?»

I due iniziarono a discutere del perché Tony quell’anno volesse passare il Natale a Miami e non in montagna come sempre mentre Igdard guardava fuori dal finestrino seguendo con lo sguardo la strada finché non si sentì prendere la mano. Si voltò incontrando gli occhi verdi di Fred.

«Tranquillo Ig ti piacerà vedrai.»

Poco dopo l’auto si fermò davanti ad una casa in assi di legno bianche in mezzo a vasti campi circondati da una foresta.
Sotto il portico c’era un uomo che parlava con un giovane dell’età di Fred. Il ragazzo rientrò in casa mentre un volto familiare  salutò i nuovi arrivati con un sorriso.

«Ciao Clint.» Esordì Steve scendendo dall’auto.

«Steve! Fred!» sorrise entusiasta l’arciere «Loki» salutò invece con una punta di serietà, non aveva del tutto dimenticato il passato.

«Clint come stai?» chiese Fred.

«Oh molto bene, c’è Nathaniel in casa. È tornato a studiare, ma più tardi scenderà per un saluto.» 

«Sta frequentando il college vero?»

«Si la Stanford, ma starà qui ancora qualche giorno prima di ripartire. Allora chi è il vostro amico?»

«Lui è Igdard.» si affrettò a fare le presentazioni Fred.

«E così tu saresti il cacciatore di cui mi parlava Loki al telefono?» Chiese Clint guardando il moro che annuì «Bene allora seguitemi ci alleneremo dietro casa.»

E detto questo questo fece strada al gruppo che lo seguì, tutti tranne Ig che afferrò Fred per un bracciò «Fred, ma cosa sta succedendo?»

Il ragazzo si girò verso gli altri «Ehm ci date un secondo?»

Lo prese per una spalla e gli si avvicinò.

«Allora Clint è il miglior arciere di Migdard e così ho pensato che se c’era qualcuno capace di tirarti su il morale con arco e frecce quello era lui. Ci-ci ha messo a disposizione tutte le sue attrezzature e potrai allenarti tutto il giorno o provare e decidere che vuoi che ce ne torniamo a casa.» 

Igdard si ritrovò spiazzato. 

«Fred…»

«Lo so che forse avresti preferito che non lo facessi, ma tu…sei davvero bravo anzi probabilmente sei il miglior arciere del tuo pianeta. Lo so che è cambiato molto: il tuo aspetto, il luogo, ma io vorrei che ti ritrovassi in qualcosa che è solo tuo. Ti prego Ig. Almeno…almeno prova… e poi…poi se vorrai arrabbiarti con me va bene, accetterò le conseguenze, ma almeno…fallo per te»

Igdard sbuffò leggermente infastidito da quella situazione però…Fred lo guardava coi suoi occhioni verdi e sembrava così dispiaciuto… sospirò rassegnato.

«Ok…ehm va bene.»

Fred sorrise e gli fece cenno di seguirlo per raggiungere il gruppo.
Barton li aveva condotti in un campo sterrato dove a diversa distanza tra loro si trovavano molti bersagli.
Si avvicinò ad Igdard e gli porse un arco non molto grande in legno scuro e con rifiniture nere dopodiché gli pose ai piedi una faretra in pelle piena di frecce.

«Allora questo arco è un po’ vecchio stile, uno di quelli che si comprano alle fiere rinascimentali, ma Fred mi ha detto che è molto simile ai vostri su Jotunheim.»

Il giovane lo prese e lo studiò un istante.

«Ok…prova prima a centrare i bersagli sulle corte distanze. Magari un cinquanta metri?» e gli indicò il bersaglio che risultava il più vicino. 

Igdard prese una freccia e si concentrò. La scoccò e quella centrò in pieno il bersaglio.

«Ottimo, ma ci riuscivano anche i miei figli a dieci anni avanti continua…»

Igdard colse il tono di sfida e sorrise. Si avvicinò alla faretra e prese un’altra freccia colpendo un bersaglio a cento metri.

«Bel riscaldamento, che ci fai vedere adesso?» continuò Clint.

Igdard prese altre tre frecce che colpirono perfettamente e in fila indiana un bersaglio a duecento metri.
Clint provò a parlare, ma Igdard anticipandolo ne scoccò un’altra e un’altra di seguito colpendo bersagli sempre più distanti.

«Però, niente male che ne dici di provare con qualcosa in movimento?» 

Il ragazzo annuì così Clint fece loro segno di attendere: tornò due minuti dopo con un tablet tra le  mani e una grossa cesta che pose vicino ai suoi piedi. Si voltò verso un capanno alle loro spalle e toccò un punto sullo schermo del tablet: improvvisamente un centinaio di mini robot neri e grandi quanto palline da golf uscirono in volo da lì e si sparsero nel cielo a diverse distanze. Ognuna si muoveva senza restare ferma e tutte insieme sembravano un grosso sciame di insetti.
Clint mise su un sorretto e si girò verso gli altri.

«Un regalino di Tony per i miei cinquant’anni» commentò Clint. «Per tenermi in forma ha detto…Allora ragazzo metti sulla schiena la faretra, bravo così. Dunque ci sono centocinquanta mini robot. Vediamo quanti ne colpisci in tre minuti»

Igdard impugnò meglio l’arco e al segnale di Clint il ragazzo iniziò a scoccare frecce una dietro l’altra. I robot si muovevano velocemente, ma Igdard sembrava riuscire a colpirne parecchi.
Gli altri lo osservavano in silenzio mentre lui era concentratissimo sui suoi bersagli.

«TEMPO.» Gridò Clint «e ne hai colpiti…» disse guardando il tablet che teneva tra le mani «Però ottantatré. Io ne colpisco a malapena settanta e uso un arco del ventunesimo secolo.» 

«Magari non è l’arco a fare l’arciere» lo schernì Loki.

«Sai Loki quando fai così ripenso a quel meraviglioso momento in cui acchiappasti una mia freccia al volo e questa ti scoppiò tra le mani. È stato alquanto soddisfacente vista la situazione in cui ci trovavamo a causa tua.» 

«Davvero è successo?» Chiese Fred curioso.

«Fred ti prego non…» lo supplicò Loki.

«Si, quando papino era ancora cattivo e mi ha fatto il lavaggio del cervello.»

«Non sfidare la mia pazienza Barton, potrei sempre decidere di farti un incantesimo e convincerti che sei una scimmia!»

«Ah care vecchie abitudini.» commentò Steve rassegnato.

Fred scosse la testa e tornò su Ig che guardava ancora verso il cielo notando che i robot colpiti si stavano risollevando ancora con le frecce conficcate e facevano ritorno verso di loro buttandosi direttamente nella cesta ai piedi di Clint.

«A quanto pare Tony avrà più robot da riparare del solito.» sorrise Barton.

«Ma come fanno a funzionare ancora?» chiese Igdard interdetto.

«Vedi ragazzo questi sono robot da allenamento. Io li colpisco e loro cadono, ma contengono un sensore che li riporta a me. Dopodiché si spengono del tutto e io li mando a Tony per farmeli riparare. Senti ti andrebbe di provare il mio arco?»

Igdard annuì e di lì a poco Clint gli portò un arco nero ricurvo e un’altra faretra piena di frecce dopodiché chiamò nuovi robot.

«Stesso gioco di prima, centocinquanta  robot, tre minuti e il mio arco…sei pronto?»

Igdard prese un respiro e alzò l’arco «Pronto.» rispose.

Clint sorrise e avviò il tempo. Igdard era velocissimo: estraeva dalla faretra tre frecce alla volta colpendo con una sola anche più robot .
Fred lo guardava rapito cosa che a Loki non sfuggì e nemmeno a Steve.

«Però, è davvero bravo e guarda com’è incantato Fred?» Sorrise Steve.

«Si…sai sapevo che Igdard fosse bravo, ma non immaginavo così…»

«Sei ancora preoccupato?»

«Beh non è cambiato nulla, ma è passato solo un giorno. Mpf certo che vedere Fred così orgoglioso…»

«Ti fa capire di essere davvero un pochino geloso del tuo bambino?» Sorrise gentile Steve.

«Vedi è che…con Kate non era mai capitato…lei…lei è com’era Thor da giovane. Ama la gloria, le folle urlanti per lei, le schiere di fan e le piace non legarsi a nessuno. Mi sono sempre fidato di lei perché sa badare a sé stessa, mentre Fred…lui è sempre stato così sensibile e introverso come…»

«Te?»

«Si come me, ma non perché come me si sentisse inadatto nei confronti di chiunque, solo perché è fatto così è timido e umile. So quanto sia importante per lui Igdard e spero solo che possano essere felici…»

«Sono sicuro che lo sono già Loki e che continueranno ad esserlo.» Gli sorrise Steve.

In quel momento Igdard abbassò l’arco leggermente affaticato.

«E TEMPO! Allora ragazzo adesso richiamerò di nuovo i robot non colpiti e il programma eseguirà la conta….Hai abbassato l’arco prima che ti dessi il tempo però»

«Beh si, ma non ce n’erano più» commentò Igdard alzando le spalle.

«Tsk cosa? Guarda ce n’erano rimasti…»  Iniziò alzando il tablet per poi bloccarsi a bocca aperta.

«Ehm Clint» provò Loki «tutto bene?»

«Li hai-li hai presi tutti.»

Igdard si avvicinò a Clint e gli restituì l’arco «Beh con quest’arco è stato facile, è davvero un’arma fantastica.»

Clint lo guardò scioccato e in silenzio, ma non lo accettò «No, tienilo tu.»

«Co-come?»

«Si. Ecco nemmeno io non c’ero mai riuscito ragazzo, tu hai talento. Dove hai imparato?»

«A tirare con l’arco? Ho imparato da solo su Jotunheim.» 

Clint riempì Igdard di domande per tutto il pomeriggio e solo verso il tramonto i quattro si diressero all’auto per rincasare.

«Hai visto? Hai pure vinto un arco!» lo prese in giro Fred mentre l’altro si rigirava tutto contento il suo premio tra le mani.

«Si ed è bellissimo, hai visto Fred?»

«Allora avevo ragione?»

«Si…si avevi ragione» Sorrise Igdard e senza preavviso si protese verso di lui e lo baciò.

Loki e Steve si scambiarono sorrisetto e uno sguardo d’intesa.
Igdard invece si separò tranquillo da Fred tornando a contemplare il suo arco mentre le guance dell’altro diventavano rosso fuoco. Dopo aver salutato e lasciato a casa Steve il gruppo rientrò.

«Thor sarà qui a momenti con la cena, ma avete comunque il tempo di riposarvi se volete andare di sopra» disse loro Loki.

Fred annuì ed iniziò a salire le scale, ma si accorse che Igdard non lo stava seguendo; Ig rimase in fondo alle scale e lo guardò.

«Tu vai pure…arrivo subito.» gli disse con gentilezza. 

Il biondo annuì, ma fece solo finta di salire al piano di sopra perché preferì rimanere in ascolto. Igdard intanto prese un respiro e si diresse all’isola della cucina.

«Loki di Asgard» iniziò.

Loki, che in quel momento gli dava le spalle, prese un respiro.

Stava per rispondergli a tono, ma quello lo anticipò «Innanzitutto grazie.»

Loki si bloccò «Per-per cosa?… Per oggi intendi?»

«Non solo…ecco io ho molte cose per cui ringraziarti.» disse il giovane abbassando lo sguardo «per avermi salvato donandomi questa forma, per avermi dato alloggio e anche per…anche per essere cambiato.»

«Come scusa?» Chiese l’altro mettendosi un po’ sulla difensiva.

«Mpf avrai notato che ho un po’ di difficoltà a rapportarmi con te.»

«Si direi che l’ho notato, ma francamente non ne capisco il motivo.» Rispose diretto il moro.

Il ragazzo tornò su di lui.

«E voglio spiegartelo. Vedi per la mia gente tu sei un…un traditore e io sono cresciuto abituato all’idea che tu lo fossi. Sai quando tanti anni fa tu, Odino e un bambino veniste su Jotunheim arrivaste proprio nel mio villaggio di un tempo. Mi ricordo lo scompiglio che creaste e anche che in quel momento credetti davvero alla mia gente e alle voci su di te.» 

Loki si irrigidì, ma rimase in ascolto.

«Poi però ho incontrato Fred che mi ha fatto una testa enorme parlandomi di te e di quanto fossi buono e premuroso e di quanto lui ti volesse bene. Non volevo  crederci all’inizio, ma conoscendo meglio lui mi sono convinto che non potevi che essere una brava persona per aver cresciuto un ragazzo così. Lui è fantastico e lo amo per questo…cioè non solo perché è fantastico anche per questo, cioè volevo dire…» 

Igdard si incespicò, Fred seduto in cima alle scale rise appena e Loki fece altrettanto.

«Il punto è che io amo Fred e vorrei che anche tra noi funzionasse perché credo sia una cosa importante, soprattutto per lui. Io non sono molto bravo con “famiglie” e cose così…forse perché non ne ho mai avuta una.»

Abbassò ancora lo sguardo e dal suo tono Loki comprese che quel ragazzo era davvero sincero.

«Perciò io cercherò di fare del mio meglio.» 

Loki sorrise e annuì «Molto bene. E così…tu ami mio figlio?»

«Si» arrossì l’altro «credo di averlo amato da subito in realtà…quando l’ho visto studiare affascinato una creatura su Jotunheim e ho pensato “quel ragazzo si farà ammazzare” ma l’ho trovato così, ecco…non so spiegarlo.»

«Ah si» rise il moro ripensando a ciò che aveva letto nel diario di Fred poi tornò su di lui «Igdard io so che tu sei sincero perciò voglio chiederti un enorme favore»

Aggiunse avvicinandosi  e fronteggiando il ragazzo. Fred dalle scale trattenne il respiro. Loki guardò il giovane negli occhi.

«Rendilo felice Igdard, rendilo felice e siatelo insieme, è questo che vorrei per voi.» 

Igdard rimase un istante spiazzato dopodiché un sorriso comparve sul suo volto ed annuì.

«Lo farò» chinò la testa in segno di rispetto e volò al piano di sopra mentre Fred fece giusto in tempo ad alzarsi e a precipitarsi in camera.

Loki guardò verso le scale e sorrise finalmente sereno. Proprio in quell’istante Thor rientrò con diversi cartoni di pizza tra le mani.

«La cena…e un bacio espresso in omaggio.» disse avvicinandosi a Loki e dandogli un bacio dolce «È andato tutto bene amore?» 

«Si, Thor tutto bene.»

«Ne sono felice e come mi hai chiesto ho portato la pizza.»

«Dei se mi andava» sorrise il moro «direi che ti meriti un altro bacio.» si avvicinò baciandolo ancora mentre la porta si spalancò. 

«Ehilà siamo arr….papà ancora?! Ma siete peggio di due ragazzini!» commentò Kate entrando esasperata seguita da Mickey. 

I genitori si fecero un sorriso complice e si separarono. 

«Com’è andata la scuola? Ciao Mickey» lì salutò Thor.

«Oh il solito: lezioni, cose noiose, il coach di atletica mi ha sgridato, storia è andata bene…» buttò lì tra una cosa e l’altra Kate, ma a Loki non sfuggì un dettaglio.

«Frena, perché ti sei fatta riprendere dal tuo coach?»

«Niente di importante…»

«Ha saltato l’allenamento e se continua così non prenderà la borsa di studio per la Ucla.»

«E sta zitto Mickey!»

«Aspetta un attimo, l’università della California?» Chiese Thor.

Kate lanciò un’occhiataccia di rimprovero a Mickey «Che c’è? Avresti già dovuto dirglielo da un pezzo lo sai!»

La ragazza prese un respiro e affrontò gli sguardi interrogativi dei genitori «Ecco…negli ultimi mesi dello scorso anno sono venute molte persone a vedermi correre durante le gare tra cui i rappresentanti delle università…il coach mi ha detto che erano interessati a me per la Ucla, ma poi l’anno è finito e non ricevuto nessuna notizia. Così ho pensato che avessero lasciato perdere, invece la scuola è ricominciata e ho saputo di essere stata selezionata come candidata per una borsa di studio.»

«Kate.» iniziò Thor «Tesoro è fantastico, perché non ce l’hai detto?»

La ragazza abbassò lo sguardo «Perché…non so se è quello che voglio fare insomma…io…io penso di voler tornare su Asgard con voi e fare finalmente quello che mi piace…volevo solo pensarci prima di parlarvene.» Terminò lanciando un’occhiata di sbieco a Mickey.

«Kate…» iniziò tranquillo Loki attendendo che la figlia lo guardasse «Potevi dircelo comunque. È una bellissima opportunità e fai bene a pensarci su. In ogni Asgard non scapperà e se volessi sfruttare questa occasione noi…lo capiremmo.» 

La ragazza annuì «Ci penserò papà…ehi, ma la pizza si sta freddando?! Non mangiamo?»

Tutti i presenti tranne Kate scossero la testa mentre la ragazza lanciava un urlo al fratello al piano di sopra.

«Dimenticavo le tue priorità cugina!»

Fred e Ig scesero le scale un minuto più tardi «Ehi, ma c’è la pizza! Igdard aveva già l’acquolina in bocca per la cena di stasera.»

«E smettila Fred.» Arrossì l’altro dandogli una leggera spallata poi si fermò a salutare i presenti «Mickey, Kate, Thor…» arrivato a Loki esitò un istante, istante in cui Loki lo guardò e tutti restarono in attesa «Loki re di Asgard!» disse con un sorriso.

Loki fece per replicare poi ci pensò «Mmm però così non è affatto male»

«Papàààà.»

«Lokiiii»

«Oh insomma, del resto è il mio titolo no?!»

La cena trascorse tra risate e racconti dei ragazzi sulla scuola e della giornata di allenamento di Igdard. Continuarono a parlare anche quando si furono spostati in salotto.
Thor seduto sul divano fece passare un braccio intorno alle spalle di Loki che si mise comodo contro di lui mentre i più giovani stavano seduti a terra.
Kate propose di giocare a “Chi sono?” e quello che ne uscì fu una situazione a dir poco esilarante soprattutto perché Thor ci impiegò circa un’ora ad indovinare di essere un “pentapalmo”, scelta fatta per lui dal suo amato maritino.
L’indomani mattina Marcus suonò il campanello di casa alle 7.30 come da programma. Lui, Thor, Loki, Igdard e Fred si radunarono fuori casa e dopo un giro di abbracci con Kate e Mickey sollevarono gli occhi al cielo. Igdard strinse forte la mano di Fred che gli sorrise rassicurante mentre suo padre chiamava Heimdall.
In un attimo il raggio arcobaleno li avvolse, Kate e Mickey rimasero a guardarli scomparire davanti ai loro occhi sicuri che li avrebbero riabbracciati molto presto.


Due mesi dopo su Asgard 

Nella foresta c’era quiete e calma. Loki smontò da cavallo e si abbassò il cappuccio del mantello verde scuro legando il suo cavallo ad un albero.
Alzò lo sguardo al cielo e notò che il sole filtrava attraverso le cime degli alberi avvolgendo la foresta in un’atmosfera calda e colma di quiete.
Sorrise ed inspirò a fondo gli odori che lo circondavano come si concedeva sempre in quei primi giorni del mese  quando andava a raccogliere erbe e radici da portare alla madre.
Era un momento di calma tutto per lui, lontano dalla vita di corte che a volte diventava davvero troppo stressante. Percorse qualche metro prima di trovare la pianta che gli serviva ed inchinandosi tirò fuori un falcetto per cimarne delle parti.
Aveva messo via le prime foglie quando si sentì improvvisamente osservato.
Non sembrava una presenza pericolosa, ma Loki la avvertì chiaramente a pochi metri da lui: si voltò il più lentamente possibile fino a che con la coda dell’occhio non scorse una lupa nera.
Il re di Asgard si voltò cautamente, ma la lupa non si mosse: lo guardava tranquilla e non sembrava minimamente intenzionata a fargli del male. Loki fissò gli occhi nei suoi e solo allora la lupa gli diede le spalle e si diresse in un’altra direzione. Loki rimase ad osservarla per capire le sue intenzioni, ma dopo pochi metri quella si fermò e lo guardò.

«Vuoi che ti segua dunque.» sorrise Loki. 

Si alzò e non appena mosse un passo l’animale rimasto in attesa proseguì il suo percorso.
Loki gettò una rapida occhiata al suo cavallo, ma non avvertendo altre presenze seguì la lupa.
Non camminarono a lungo, forse solo due o tre minuti fino a che raggiunsero un piccolo spazio tra gli alberi. Lì Loki scorse un altro lupo, più grande della femmina e dal manto chiaro e quasi dorato, vicino a due lupi più giovani del suo stesso colore.
Loki si bloccò e d’istinto toccò il pugnale che portava alla cintura con cautela, ma il lupo grande lo fissò senza nessuna cattiva intenzione e non appena la femmina gli si avvicinò strofinò il muso contro di lei. 

«Perché mi ha portato qui?» sussurrò Loki senza capire. 

La lupa si separò dal compagno e tornò a fissare Loki per un istante dopodiché il maschio si alzò rivelando la presenza di alcuni lupacchiotti. Un paio si stavano azzuffando a mo’ di gioco e in un secondo si sollevarono lanciandosi sui lupi più giovani che iniziarono a giocare con loro.
Loki sorrise a quella vista, ma notò che la lupa stava strofinando il muso contro qualcosa a terra e allora notò un altro cucciolo dal manto scuro. Voleva guardare meglio, ma…

Aprì gli occhi e avvertì nell’aria un odore molto forte e…piacevole. Si guardò intorno come per cercare di capire dove si trovasse, ma era evidente che avesse sognato. Era nel suo letto, su Asgard, il sole era alto ormai da diverse ore. Affondò il volto nel cuscino e sospirò: si sentiva stanco e non aveva affatto voglia di alzarsi.  
Si stropicciò gli occhi e si voltò dalla parte del marito notando una piccola sorpresa sul cuscino nonché fonte dell’odore che lo aveva svegliato: una rosa Cherry Brandy.
Sorrise e se l’avvicinò alle narici anche se già riusciva ad ispirarne il profumo.
“Thor” pensò.
Da che erano tornati su Asgard Loki aveva chiesto alla madre di coltivare anche le rose che più amava ed era raro che, se rimaneva addormentato più del previsto, Thor non gliene facesse trovare una sul cuscino. Sorrise sereno e consapevole che quel gesto voleva dire che doveva aver di nuovo dormito troppo così si decise a scendere dal letto e a dirigersi nei bagni.
Indossò una lunga tunica nera circondata alla vita da una fascia verde scuro e si diresse verso la Sala del Trono.
Percorse i corridoi senza fretta e avvertì un piacevole aroma di pane dolce appena sfornato anche se le cucine si trovavano ancora lontane. Per fortuna quella giornata non doveva essere particolarmente impegnativa così si concesse di passarvi per mangiare il pane e  un po’ di uva. Terminata la colazione proseguì passando per i corridoi che si affacciavano sul cortile interno.
Il suo sguardo fu catturato da due cavalieri che appena giunti nel cortile smontarono da cavallo ridendo con enfasi.
Si fermò un istante e guardando nella loro direzione un sorriso dolce gli comparve sul volto.
Fred e Igdard erano appena rientrati dalla loro cavalcata mattutina. Lo facevano quasi ogni giorno e tornavano con prede o semplicemente fradici per essersi buttati nelle acque del fiume. Erano già passati due mesi dal loro arrivo su Asgard e anche se all’inizio il figlio gli era parso in apprensione per quel nuovo tipo di vita per Igdard l’altro giovane era stato subito in grado di ambientarsi e farsi voler bene da tutti tanto che ormai Fred sembrava più sereno che mai.
Il re di Asgard si allontanò da quella visione e proseguì verso la Sala del Trono dove lo attendevano già alcuni sudditi.
Due ore e molte richieste dopo Loki aveva una fame tremenda e nuovamente un forte senso di sonnolenza addosso.Non stava facendo niente di faticoso, ma ultimamente non si sentiva al pieno delle sue forze così era Thor ad occuparsi delle questioni in città e ai confini coi Tre guerrieri mentre lui restava per lo più a palazzo per ricevere i sudditi, esercitarsi con la madre e dedicarsi agli impegni di corte. Fortunatamente anche l’ultima richiesta della giornata fu risolta perciò si diresse senza indugio alla Sala dei Banchetti.
Igdard e Fred erano già seduti l’uno accanto all’altro al lungo tavolo dei banchetti e chiacchieravano sottovoce. Alla vista del padre Fred quasi sobbalzò, ma cercò di non darlo a vedere. 

«Papà!» lo salutò con un sorriso uguale a quello di Thor. Portava di nuovo i capelli raccolti in una lunga treccia e anche se non voleva ammetterlo Loki era convinto che fosse perché a Igdard piaceva di più quell’acconciatura. Quel giorno i due giovani sembravano anche loro più stanchi del solito, ma forse era solo una sua impressione. «Come stai? Dormito bene?»

«Si in effetti ho dormito un po’ di più e ho saltato la colazione» rispose Loki sedendosi dalla parte opposta ai due «ho comunque mangiato qualcosa, ma al momento ho una fame che potrei far invidia a Volstagg!» e senza fare troppe cerimonie si riempì il piatto di qualunque cosa gli capitasse sottomano.

«Lo vedo bene.» sorrise Fred,  proprio in quel momento le porte della Sala si spalancarono e altre due facce note fecero il loro ingresso.

«Ehilàààà indovinate chi è arrivato da Migdard?» salutò festosa Kate seguita da Mickey.

«Kate, Mickey!» sorrise Igdard nella loro direzione. 

«Ma guarda chi si è degnato di tornare all’ovile.» commentò Fred «Siete caduti dal Bifrost per caso? Dovevate essere qui ieri.» Disse Fred con una punta di rimprovero nella voce e guadagnandosi un’occhiataccia dalla sorella.

«Guarda che eravamo qua ieri sera, solo che essendo molto stanchi siamo andati subito a letto.» disse avvicinandosi a Loki da dietro le spalle e schioccandogli un bacio affettuoso sulla guancia sinistra «Ciao papà. Ora smettila di fare l’antipatico e abbraccia la tua sorellina che non vedi da un po’!» disse lei angelicamente mentre Mickey andava a salutare Loki e poi Igdard.

I due fratelli intanto si avvicinarono, ma Loki rimase stranamente colpito dal fatto che Kate, invece di stritolare il fratello come al solito, si limitasse ad un abbraccio veloce e delicato quasi avesse timore di fare del male all’altro tuttavia si limitò a sorridere e si astenne dal commentare… perlomeno quel gesto.

«Però signorina Freddi non ha tutti i torti, potevi passare almeno ad avvisarmi che foste arrivati.»

«O avanti papà se ci fossero stati problemi Heimdall vi avrebbe avvisato» disse sedendosi accanto al fratello mentre Mickey si sistemò di fronte a lei.

«Ah puoi dirlo forte.» commentò il ragazzo per poi beccarsi un calcio allo stinco sotto al tavolo dalla cugina e trattenere a stento un’imprecazione, ma la ragazza lo fulminò. «Ci-cioè Heimdall sa sempre tutto no?» sorrise Mickey.

Loki rimase appena spiazzato, ma Fred cambiò argomento.

«Allora come va la scuola?» Chiese.

«Bene..» rispose la sorella «E sono di nuovo venuti a vedermi per quella borsa di studio!»

Kate prese a raccontare della scuola intervallandosi di tanto in tanto a Mickey finché dopo circa venti minuti di chiacchiere ininterrotte prese un sorso d’acqua. «Ecco non ci sono altri aggiornamenti direi…» concluse afferrando un calice. 

«Sono contento tesoro e sono sicuro che lo sarà anche papà, a proposito chissà dov’è Thor…dovrebbe già essere qui…» si chiese Loki accorgendosi che effettivamente l’ora del pranzo stava passando e di Thor non c’era ancora traccia…

Kate per poco non si strozzò e Fred, dopo averle gettato un’occhiataccia, si affrettò a rispondere.

«Veramente lo abbiamo incontrato questa mattina. Il drago al confine si un po’ “agitato” e lui e i Tre guerrieri sono andati ad occuparsene, sarà di ritorno entro il tramonto.»

«E non mi ha avvisato?» domandò Loki leggermente scocciato.

«Era molto presto papà, probabilmente non voleva svegliarti.»

«Uhm…comunque è un bene che se ne occupi una volta per tutte e tu Kate non pensare nemmeno di raggiungerlo. So che volevi andare anche tu, ma…»

«Si è pericoloso eccetera eccetera, tranquillo papà non mi sogno nemmeno di disubbidirti.»

Mickey borbottò qualcosa di incomprensibile beccandosi un secondo calcio dalla cugina. 

«Mi fa molto piacere.» sorrise Loki appoggiando le posate e prendendo un calice di vino «Perché quando te l’ho vietato non mi sembravi così conte…» ma in quell’istante la testa prese a giragli. Chiuse gli occhi ed appoggiò il calice.

«Papà stai bene?» Chiese Fred apprensivo.

«Si ehm..deve essere solo un po’ di stanchezza…» 

«Ultimamente sei parecchio stanco papà, che ne dici di riposare un po’ oggi?» domandò gentile Fred.

«Si e magari più tardi potremmo trovarci insieme per una chiacchierata» se ne uscì Igdard tranquillo, ma Fred gli lanciò un’occhiata in tralice.

Loki fissò entrambi senza capire, ma in quel momento aveva davvero bisogno di riposarsi «Ehm si va bene. Io vado, ma allora ci vediamo più tardi, mi raccomando niente guai…soprattutto tu Kate» ammonì la figlia che gli rivolse un sorriso angelico dopodiché il re moro uscì con l’intento di dirigersi nelle sue stanze. 

Non aveva fatto che pochi metri che un giovane e timido servo gli si fece vicino.

«Si?» chiese Loki.

«Maestà, il sarto di corte chiede se potete scegliere le stoffe per gli abiti nuovi che avevate chiesto.»

«Non si può fare più tardi? Non è certo una cosa urgente.»

«Perdonate Maestà, ma avete detto voi stesso che volevate gli abiti pronti per l’arrivo degli ambasciatori degli elfi.»

Loki sospirò esasperato.

«Certo, ma arriveranno solo tra una settimana!»

«Ehm veramente Vostra Maestà… arriveranno dopodomani.» 

«COME?! E perché non sono stato avvisato?!» Saltò su Loki a quella notizia.

Il servo si fece piccolo piccolo, ma raccolse un po’ di coraggio «Ma ecco…Maestà vedete…si-siete stato proprio voi a farcelo sapere. Ieri mattina quando avete ricevuto l’annuncio da Heimdall ricordate?»

Loki si fermò un attimo e ci pensò su ricordandosi all’improvviso della conversazione avvenuta con Heimdall.

«Oh…oh si perdonami è vero…ehm allora suppongo che non si possa rimandare, fammi strada…»

Ovviamente il sarto non era l’unico impegno prima dell’arrivo degli ambasciatori: c’erano anche da  approvare i piatti da servire, le decorazioni, la musica per il banchetto e così Loki dovette occuparsi di diverse questioni prima di prendere la via delle stanze reali.

“Dei! Sono esausto, avrei preferito combattere il drago al posto di Thor. Che poi possibile che sia partito così all’improvviso senza avvisarmi? Avrebbe potuto svegliarmi” mentre era immerso nei suoi pensieri passò davanti alla camera di Fred e Igdard e avvertì delle voci provenire dall’interno, non volendo afferrò una parte di discorso.

«Ti sembrava il caso di dire una cosa così a mio padre?»

«Beh tu non sembri voler prendere l’iniziativa Fred! Devi dirglielo non si può più rimandare!»

«Glielo dirò va bene? È solo che non voglio che si preoccupi!»

Loki si bloccò, sapeva che non avrebbe dovuto, ma a quelle parole non poté fare a meno di restare in ascolto. 

«Lo farà in ogni caso.» commentò Igdard seduto a braccia incrociate sul letto mentre Fred percorreva ad ampie falcate la stanza.

«Ma la smetti di essere così pessimista?»

L’altro si alzò e lo fermò prendendolo per i fianchi. «Fred io capisco che è tuo padre e che…insomma è una cosa importante e vuoi trovare il modo giusto per dirglielo, ma…» lo strinse di più a sé e gli carezzò i fianchi «Ormai questo è il nostro futuro e io sono sicuro che all’inizio sarà preoccupato, ma…poi capirà. Vedrai andrà tutto bene»

Loki non aveva emesso fiato per tutto il tempo ascoltando quella conversazione: c’era qualcosa di strano e i due ragazzi sembravano molto in ansia.

Fred sospirò «Lo so che hai ragione» rispose al compagno «Probabilmente avrei dovuto dirglielo subito, ma volevo che fossimo davvero sicuri»

«Ma adesso lo siamo no? Sta tranquillo Fred faremo questa cosa insieme e andrà tutto bene…ne sono sicuro.»

Fred non sembrava del tutto convinto, ma si obbligò ad annuire «Tanto presto o tardi lo scoprirà comunque…allora glielo diciamo dopo come hai detto tu?» 

A quel punto Loki non riuscì a trattenersi oltre, ma spalancò la porta con una mano «Oppure potreste dirmelo adesso.» asserì con un tono di voce un po’ più alto del normale.

I due si separano presi alla sprovvista «P-papà ma che ci fai qui?»

«Per caso stavo passando di qua e sempre per caso ho ascoltato una parte della vostra conversazione.»

«Tu hai…co-cosa?» Sbiancò il figlio mentre il compagno si immobilizzò.

«Già ora volete dirmi che succede o devo estrarvelo direttamente di bocca?»

“Da quando sono così nervoso?” Si chiese velocemente Loki, ma scacciò quel pensiero tornando sul figlio.

«Sta calmo papà, cos-cos’hai sentito?»

«Solo che avete una notizia molto preoccupante da darmi a quanto pare.»

«B-beh non la definirei preoccupante è solo che Igdard è tornato in forze e così noi due…» disse cercando l’aiuto nel compagno che per tutta riposta gli prese la mano, ma non riuscì a proferire parola sentendosi evidentemente in soggezione davanti a Loki.

«Voi due cosa? Parla immediatamente o io giuro che…giuro che…» la testa tornò a girargli e le gambe si fecero deboli. 

Avvertì solo un lontano “Papà che hai?” Per poi sentirsi cadere nel vuoto e vedere tutto nero.

….

Si svegliò nel suo letto, non sapendo nemmeno come ci fosse arrivato. Era steso sopra le coperte e non sembrava esserci nessuno con lui. Si puntellò sui gomiti e si guardò intorno confermando la sua ipotesi. Si alzò avvertendo un forte mal di testa che lo costrinse a procedere con cautela, era sicuramente svenuto, ma scosse la testa e si diresse alla porta della sua stanza.
Stava per aprirla quando avvertì la voce di Fred fuori in corridoio. 

«Vedrai che non è nulla.» riuscì solo a capire e sentendo un “ok” in riposta da quella che sembrava la voce di sua figlia dedusse che entrambi si trovassero nel corridoio fuori dalla camera.

Il moro prese un respiro e…

«Però Fred avresti dovuto dirglielo subito! È una cosa importante.» nuovamente Loki si bloccò e  attese un istante il proseguo della conversazione ricordandosi improvvisamente di essere piombato nella camera di Fred e Igdard e aver chiesto senza troppi complimenti cosa gli stessero nascondendo. 

«Si vede che tu e Igdard nascondete qualcosa!»

«E tu allora che mi hai abbracciato come se dovessi spezzarmi in due al minimo contatto?»

«Cercavo di essere delicata per non fargli male!»

“Male a chi?» si chiese Loki.

«Ma ti sembra?! E comunque papà ha sentito me e Igdard discuterne, ormai lo avrà capito da solo!» 

«Ragazzi siete qui?» 

“Thor?” si chiese Loki “Ma che ci fa qui? Non doveva essere al confine?”

«Come sta vostro padre?»

«È svenuto poco prima che gli comunicassi…beh lo sai…» rispose Fred con una punta di vergogna.

«Si a proposito quelle erbe mediche che mi hai chiesto…le ho trovate…sospetta qualcosa?»

«Certo che no, gli abbiamo detto che sei partito di buon mattino per combattere un drago. Figurati se gli dicevamo che eri sul Vanaheim!» Rispose Kate come fosse la cosa più ovvia del mondo. 

“Come su Vanaheim?!” Si domandò Loki sempre più nervoso. 

«Ma quindi lo ha scoperto o no?» Chiese ancora la voce di Thor.

«Beh ecco…» iniziò Fred, ma in quell’istante Loki spalancò la porta.

«Scoperto cosa?» quasi gridò ritrovandosi i tre di fronte che fecero un salto come se fossero appena stati colti in flagrante «Volete dirmi che succede?»

«Loki amore.» iniziò Thor avvicinandosi «cerca di stare calmo.»

«Calmo? Calmo?! Non ci penso proprio! È evidente che mi state nascondendo qualcosa e voglio subito sapere cos’è!»

Fred prese un respiro «Ecco papà veramente…io e ..io e Ig»

Il giovane guardò verso Thor come se cercasse aiuto, ma fu Kate che sbottò stavolta.

«Oh avanti Fred!» esclamò lei «non ci vuole tutto questo granché! Aspetti un figlio non hai ucciso qualcuno!»

«KATE!» La ripresero gli altri due mentre Loki si pietrificò.

«Tu-tu co-cosa?»

La ragazza si pietrificò conscia della gaffe appena fatta.

«Grazie tante Kate! Era proprio così che volevo dirglielo!» la riprese Fred, ma la ragazza si offese.

«Beh gli ho detto che sei incinto mica che aspetti dei gemelli!»

«Cosa?» riprovò Loki che ormai si stava reggendo allo stipite della porta per non rovinare a terra.

«Tesoro stai bene?» gli si avvicinò Thor.

«Già che ci sei digli anche i nomi magari!» Le urlò contro Fred sconvolto.

«ORA BASTA!» gridò Loki a tutti e tre che si immobilizzarono fissandolo «Io…io..» balbettò e in quel momento scorse dietro ai tre la lupa che aveva sognato quella mattina. Era seduta e lo stava fissando tranquilla, ma cosa accidenti ci faceva lì?

«Papà stai male?» chiese Fred apprensivo.

Loki lo guardò, ma sentiva le testa pesante.

«Io…credo proprio di si.» e un istante dopo si sentì svenire di nuovo.

….

Il profumo di arancio era così buono, a Loki era sempre piaciuto fin da che ne aveva memoria. Lo pensava anche adesso che gli pervadeva le narici mentre lui piano riapriva gli occhi ritrovandosi…sdraiato su un letto, ma non era il suo.
Guardò davanti a sé notando una vecchia libreria che conosceva bene: quella era la sua vecchia stanza perciò quello doveva essere il letto di Fred. Si alzò piano e si accorse di avere compagnia. Thor non c’era, ma sul lato destro del letto erano seduti su due sedie Mickey e Kate mentre sul sinistro Igdard e Fred seduto sul letto.
Quest'ultimo allontanò una boccetta da sotto il suo naso e gli si rivolse «Ehi papà, sei sveglio!» disse gentile.

Loki sbatté le palpebre. «Cos’è successo?» chiese non riuscendo a mettere a fuoco bene la situazione.

«Ecco stavi parlando con me ed Igdard, ma sei svenuto. Sei rimasto così per due ore e ti sei agitato parecchio!»

«Due ore? Ma che dite io…io mi sono svegliato!»

«No papà» confermò Kate «Non hai aperto occhio! È quasi sera ormai, sei sempre rimasto sdraiato a letto! Stavamo per mandare a far chiamare papà»

«Io…ma come…io mi sono alzato e voi due stavate parlando e c’era vostro padre e una lupa…» i fratelli si guardarono interrogativi «e poi Kate ha detto che tu…» di colpo ripensò alle parole della figlia e facendo una sorta di scatto si allungò verso Fred e gli appoggiò le mani sulla pancia.

Il ragazzo lo guardò tra il sorpreso e il preoccupato.

«Ma pa-papà si può sapere che fai?»

Ma il moro non lo ascoltò e si concentrò su un incantesimo che conosceva bene e dentro Fred sentì…

«Ma…qui non c’è niente…» constatò sorpreso. 

«Zio sei sicuro di stare bene? Kate forse è meglio chiamare vostra nonna per davvero!» Propose Mickey con una punta di apprensione, ma Loki non vi badò.  

«Ma Fr-Fred tu..tu non aspetti un bambino?»

«COSA?!» quasi strillò Fred seguito in coro dagli altri; Igdard sgranò gli occhi mentre Kate fissò per un istante il padre poi si alzò decisa.

«Mi sembra chiaro che sta davvero male…chiamo la nonna!»

«No fermi tutti!» Gridò isterico Loki.

Kate tornò seduta e gli altri tre si immobilizzarono ancora più preoccupati per quella reazione.

Loki di nuovo si rivolse a Fred.

«Quindi tu…tu non aspetti dei figli?» Gli chiese ancora.

«IO? No, certo che no.» rispose Fred scioccato, si voltò verso Ig che sembrava pietrificato «Ho detto di NO!» Ig tirò un sospiro di sollievo mentre Fred continuò «Non aspetto dei figli papà! Cosa ti vieni in mente?»

«Ma io…Quindi ho solo sognato?…M-ma…oh insomma, ma voi due stavate parlando di preoccuparsi e di cambiamenti e…e tua sorella ti ha abbracciato come fossi un enorme marshmallow!»

Igdard sospirò e posò una mano sulla spalla del compagno «Fred avanti diglielo!»

«Ti sembra il momento?!» lo rimproverò l’altro.

«Tu che ne dici? Pensava che aspettassimo un figlio!»

«Mi volete spiegare che succede voi due o no?!»

Fred si voltò lentamente e prese un respiro «Papà vedi c’è una cosa…ecco…noi due vogliamo…» cercò lo sguardo di Igdard «…vogliamo tornare su Jotunheim.»

Loki li fissò immobile poi si riprese «Co-come?»

«Hai capito bene. Vedi le scorte di fiori di Vimur si stanno esaurendo e ci sono delle cose lì che potrebbero esserci utili e che vorremmo insomma recuperare» sorrise al compagno «ci abbiamo pensato a lungo e adesso siamo sicuri. Vorremmo tornarci, ma stavolta insieme ovviamente! E  solo per un po’. Scusa se non te lo abbiamo detto subito. Non volevamo farti preoccupare inutilmente.»

Loki li fissò immobile, aprì la bocca per parlare, ma fu anticipato. 

«Si e riguardo all’abbraccio….ecco in realtà è colpa mia. E c’entra col fatto che non ci siamo visti ieri sera.» Ammise Kate tenendo lo sguardo basso. 

«Ovvero?» Trovò la forza di chiedere Loki.

La ragazza gettò uno sguardo al cugino che la guardò con rimprovero e la spronò.

«Ecco…riguardo a quel drago che mi avevi assolutamente vietato di andare a cacciare…»

«Kaaate» iniziò Loki minaccioso.

«Ehm io…» disse lei e incominciò a sollevarsi la casacca mostrando una grossa fasciatura su tutto il costato «diciamo che potrei non averti dato retta ed esserci andata lo stesso. Ieri sera appena arrivati e trascinandomi dietro Mickey»

«Ma siccome non sei riuscita a batterlo, l’hai fatto solo infuriare di più!»

«Mickey!»

Ma il ragazzo esasperato continuò «No, sei una cocciuta! Sapevi che era troppo forte. Ci ha attaccati ed è stata una fortuna che Heimdall ci abbia visto anche se solo dopo ore ed abbia avvisato Thor che ci ha raggiunti subito! Eri gravemente scottata e tuo padre ha dovuto portarti fino alla Camera della Guarigione per poi ripartire a rimediare al danno che avevi combinato.»

«Oh avanti il lucertole si è solo infastidito un po’ e ha iniziato a bruciare campi vuoti! Non mi sembra che papà fosse poi tanto agitato, ha pure chiesto a Fred di fare quella cosa per papà prima di ripartire!» 

«Quale cosa?»  Chiese d’istinto Loki.

«Kate!» La riprese il fratello. 

«Metterti una rosa sul cuscino da parte sua… e comunque sono io quella ferita e ci vorranno giorni per far si che si sistemi!» 

Fred sbuffò «E ti sta bene, sei stata fortunata che avessi ancora dell’unguento questa notte quando papà è venuto a svegliarmi, io e Igdard siamo anche partiti alle prime luci dell’alba per andare a prendere altre erbe.»

«Come se non lo facessi anche le altre mattine!»

Ma Loki la interruppe. «Kate.» la sua voce era ferma e la ragazza lo guardò con una punta di ansia.

«Ehm…se vuoi saperlo non serve che mi metti in punizione, ci ha già pensato papà! Diciamo fino al mio compleanno.»

«Già bella mossa sorellina!» la riprese Fred.

«Ma sta zitto, tu per poco non gli fai venire un colpo!» ribatté lei.

«ADESSO BASTA!» gridò Loki aveva una strana luce negli occhi e sembrava sull’orlo di una crisi di nervi «Tralasciando che tutti voi mi avete tenuto nascosti i fatti di questa notte e vi siete coperti a vicenda…Kate tu sei in punizione per i prossimi due secoli e voi due toglietevi dalla testa di tornare su Jotunheim. Volete farmi morire per caso?!»

«Papà per favore calmati adesso, non serve che ti agiti così…» iniziò Fred avvicinandosi con cautela. 

«Agitarmi? Io non sono agitato io…io…» improvvisamente e in modo del tutto inaspettato il Dio dell’Inganno scoppiò in un pianto a dirotto che lasciò i quattro tanto allibiti quanto preoccupati.

Fred cercò aiuto negli altri, ma tutti sembravano scioccati quanto lui così si fece più vicino al padre e gli prese una mano.

«Pa-papà…credo che tu sia davvero troppo stanco ultimamente e anche… stressato.»

«Non è ve-vero…»iniziò a singhiozzare «é solo che siete i miei figli! Non potete rischiare la vita e farmi preoccupare così e poi c’è quello stupido di vostro padre che va ad uccidere draghi!»

Dopodiché si stese su un fianco, si portò un cuscino davanti al viso e vi affondò dentro scosso dai singhiozzi. Fred era sempre più preoccupato.

«Fred io chiamo la nonna» disse Kate alzandosi, ma il fratello la fermò.

«Aspetta.» disse quasi in un sussurro. «Voglio vedere se sta bene. Prima credevo che fosse solo stanco e avesse bisogno di riposare così non ho controllato, ma adesso…»

«Beh che aspetti allora?! Sbrigati!» 

Fred si avvicinò di più al padre che continuava a piangere. Allungò delicatamente le mani sopra di lui e si concentrò in un incantesimo che gli permettesse di ascoltare direttamente tutto il suo corpo.
Chiuse gli occhi e nemmeno dopo un secondo li riaprì. Li chiuse di nuovo per poi ripetere l’operazione. Quando tornò ad aprirli un sorriso comparve sulle sue labbra e gli occhi gli si fecero leggermente lucidi. Pose con delicatezza una mano sulla spalla del padre e lo invitò piano a voltarsi. 

«Papà ora basta, calmati. Va tutto bene» gli disse con gentilezza.

Il moro lo guardò con gli occhi arrossati dal pianto poi scosse la testa e sembrò riprendersi. Si tirò su a sedere asciugandosi velocemente gli occhi «Perdonatemi, non-non so davvero cosa mia sia preso.»

Fred continuava a guardarlo e nel suo sguardo c’era un’emozione dolce e quasi incredula.

Kate perse la pazienza «Allora ci dici come sta o no?» 

«Sta bene…anzi più che bene direi.» riuscì a dire dopodiché prese con gentilezza una mano del genitore che lo guardava interrogativo appoggiandogliela sulla pancia. Loki lo lasciò fare senza capire.

«Concentrati su di te papà, per favore»

Quasi inconsciamente Loki obbedì.

«Fred davvero è solo stress, state…» ma si zittì di colpo poiché attraverso l’incantesimo avvertì una presenza nuova dentro di sé. Ritrasse la mano e gli mancò il respiro.

«Non è possibile…» sussurrò con un filo di voce e anche se scioccato guardò il figlio che gli sorrideva come non mai. «Hai…hai sentito anche tu?»

Il ragazzo annuì ed era chiaro che non riusciva più a trattenersi dall’emozione.

«Ma si può sapere che succede?» saltò su Kate più preoccupata che mai «Non capisco! Come sta? E perché vi guardate con quei sorrisi?»

«Aspetto un figlio.» Sussurrò Loki con un filo di voce.

Mickey e Igdard si pietrificarono come anche Kate. «Co-come?»

Ma Loki ripeté quelle stesse parole come fosse in uno stato di trance «Io aspetto…un figlio.»

La ragazza aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì nulla…scosse la testa.

«Questo…questo non è possibile.» balbettò incredula. 

«Ma Kate che dici? Certo che è possibile! Papà è ancora giovane in quanto semidio!» La riprese subito il fratello.

«No Fred. Io…io ti dico che non è possibile.»

«Kate.» Le si avvicinò Mickey cercando il contatto con la mano della cugina con cautela. 

«Cosa?» Saltò su lui.

«Ti dico che è così!» Ripose lei agitata «Non è possibile e questo…questo è per colpa mia.»

«Ma che stai dicendo?» La riprese ancora il fratello.

«Kate cerca di stare calma…» sussurrò Mickey sempre più apprensivo. Ma lei gli scansò la mano e lo guardò con le lacrime agli occhi e fuori di sé.  

«Calma? E come potrei? Come quando so che io sono la causa di… di questo?»

«Mi volete spiegare che succede?» iniziò a scaldarsi Fred mentre Igdard passava lo sguardo da  l’uno all’altra senza capire e Loki fissava immobile dritto davanti a sé senza emettere suono.

La sorella si voltò e lo guardo decisa trovando il coraggio per fargli quella confessione.

«Succede Fred che la mia nascita è stata un casino! Io e papà rischiavamo di morire e per farmi nascere papà ha dovuto…ha dovuto bere una pozione e da allora non ha più potuto avere figli…e quindi è colpa mia. Non potrà averne mai più» disse stringendo i pugni mentre una lacrima gli rigò il volto «Mi dispiace…non sapete quanto mi dispiace…vorrei che non fosse così… ma questa è la verità.»

Fred si pietrificò e aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì suono. 

«È vero.» rispose Mickey alla sua domanda silenziosa, il cugino lo fissò incredulo. «Kate non sta mentendo.» 

Fred esitò: nella sua testa si stavano affollando mille domande, ma tornò a guardare il padre.

«Ma-ma io…io ho sentito la vita dentro di te.» disse in un filo di voce «Lo giuro, è stato come quando… come quando ho avvertito Kate…»

Loki ancora taceva perciò fu Kate a proseguire «Io…io non lo so Fred…ma purtroppo questa è la verità. Dovete esservi sbagliati. È così dalla mia nascita ormai e le cose…le cose così non si risolvono per caso semplicemente schioccando le dita.» sussurrò triste.

A quel punto Loki sbatté le palpebre e guardò la figlia.

«Schioccando le dita…»

Kate lo guardò smarrita. 

«Lui non ha schioccato le dita.» Ripeté piano Loki.

«Papà, ma di che parli?» Chiese Fred.

«È stato Udras.» disse il moro.

«COSA?!»  Esclamarono tutti in coro senza capire.

«Ve-vedete ragazzi due mesi fa nella trappola che Udras aveva creato per me lui ha…ha provato a farmi diventare suo alleato offrendomi tre doni tra cui la possibilità di tornare ad avere dei figli…cosa che ormai era impossibile da quando…» guardò Kate con dolcezza, ma la ragazza abbassò lo sguardo non riuscendo a sostenere i suoi occhi «In quel momento ho avvertito una sensazione fortissima, come se qualcosa in me fosse tornato a vivere. In ogni caso io ho rifiutato la sua proposta e lui ha iniziato a togliermi tutto ciò che mi aveva offerto semplicemente schioccando le dita una volta e poi un’altra. Poi è arrivato vostro padre e così…non ha finito.»

Kate stavolta alzò la testa e lo guardò trattenendo il respiro, Mickey fece altrettanto e Fred e Ig si scambiarono un’occhiata.

«Qui-quindi se Udras non ha schioccato le dita…tu-tu puoi di nuovo?» Chiese titubante il figlio.

Loki sorrise lievemente e lo guardò «Io-io credo di si…o almeno così sembra»

A quel punto Kate gli si lanciò praticamente addosso e lo abbracciò forte non riuscendo a  trattenersi e scoppiando in un mare di lacrime. Non avvertiva nemmeno il dolore che provava per la bruciatura, ma solo gioia, tantissima gioia mentre Loki la strinse forte a sé. Anche Fred sorrise felice e incredulo e raggiunse la sorella tra le braccia del padre. Igdard e Mickey rimasero dov’erano con gli occhi lucidi e con con un’emozione indescrivibile a montargli nel petto.

«Non posso crederci.» sussurro Kate separandosi dal padre.

«Vuoi che chiami papà?» domandò subito Fred.

«No…» sorrise Loki «no lo dirò io a vostro padre e poi…deve ancora pagarmela per aver coperto qualcuno…di nuovo»

Kate arrossì.

«Dobbiamo dirlo a tutti!» sorrise lei.

Loki annuì «Si a suo tempo. Adesso ci sono un paio di persone che ecco… si offenderebbero molto se non lo venissero a sapere ancora prima di vostro padre.»

I tre risero e Kate con gli occhi rossi e un sorriso stampato in faccia lo guardò «Sei felice papà?» Gli chiese.

«Si lo sono, moltissimo…» sussurrò mentre un groppo gli saliva alla gola «Ma lo ero già.» disse accarezzando entrambi i figli e guardò anche gli altri due ragazzi che iniziavano a faticare a trattenere anche loro le lacrime «Oh avanti venite tutti qui, ma che non esca parola di questo abbraccio con nessuno capito? Ho una reputazione da difendere io!» tutti risero e si strinsero a lui.

Loki non avrebbe saputo descrivere come si sentiva: un calore intenso lo pervadeva, una gioia profonda e forte e non poteva non pensare a quando lo avrebbe detto a Thor. Sorrise e circondato dall’abbraccio di chi amava si rilassò felice. 

Quella sera quando entrò nel bagno e si immerse nella vasca d’acqua Loki si sentiva esausto. Che giornata era stata quella!
Aveva subito comunicato la notizia a Frigga, che tra le lacrime e l’incredulità, lo aveva abbracciato felice dopodiché si era diretto in biblioteca dove aveva trovato Mr.J. intento a leggere un vecchio dizionario di elfico: “Mi sto preparando per i nostri ospiti!” aveva sorriso il vecchietto e saputa la notizia aveva esclamato “Vidun nelvà” che a quanto pareva voleva dire “Porca vacca!”
Ovviamente a quella notizia aveva gioito esattamente quanto la regina.
Adesso era giunto finalmente il momento di dirlo a Thor. Sorrise al pensiero della faccia che il compagno avrebbe fatto, ma non poté fare a meno di notare che si stava facendo tardi e di Thor non c’era alcuna traccia.

“Forse dovrei…” pensò Loki con una punta di apprensione, ma proprio in quell’istante avvertì il rumore  della porta della camera aprirsi e il marito entrare sbuffando per la stanchezza. 

«Loki?» Chiamò.

«Ar-arrivo subito!» Rispose il moro, ma quella risposta gli uscì più carica di emozione del previsto.

Prese un respiro. Si sollevò dall’acqua e afferrò un telo pulito e morbido avvolgendoselo attorno alla vita. Nel compiere quel gesto inevitabilmente guardò verso il basso e allora fece caso al lieve rigonfiamento sulla sua pancia. Lo accarezzò delicatamente dopodiché uscì dal bagno.

«Ehi!» Esclamò Thor sporco da capo a piedi quando lo vide comparire in camera.

«Ciao» rispose il moro «Allora hai risolto il problema con il drago?»

«Si…C’è voluto un po’, ma alla fine il lucertolone sputafuoco ha fatto una brutta fine solo che Volstagg voleva delle scaglie di drago e così ci siamo fermati a prenderne alcune. E ho portato il sangue che volevi per le tue pozioni.» disse sventolando una boccetta davanti a sé «Così hai l’antidoto per…tesoro stai bene?»

Loki era leggermente sbiancato e avvertì un senso di nausea a quella vista, ma si riprese «Mmm  perfetto. Grazie…» 

Il biondo sorrise.

«Hai trovato la rosa? Sono uscito molto presto oggi e ho chiesto a Fred di mettertela per me…l’ha fatto?»

«Oh si mi sono svegliato con un piacevole profumo di rosa accanto a me…» disse sedendosi sul letto e distendendovisi ancora mezzo nudo. «ma adesso invece pensi di impuzzare di zolfo tutta la stanza o ti fai un bagno?»

«Ma come siamo acidi stasera…» sghignazzò Thor dirigendosi anche lui nei bagni «E tu tesoro com’è andata la tua giornata?» Chiese ad alta voce.

«Oh le solite cose…» Rispose Loki mentre sentiva l’altro tuffarsi in acqua; sorrise «sai udienze, preparativi per gli elfi…» rimase in attesa qualche istante finché Thor riapparve sulla porta anche lui con solo un telo attorno alla vita «Però, ci hai messo un secondo!»

«Beh sai quando hai un marito mozzafiato ad aspettarti a letto.» Gli fece un occhiolino il biondo buttandosi sul letto a fianco a lui e iniziando a percorrere la sua pelle con un dito a mo’ di carezza.

Loki rise divertito dalla sua solita irruenza. 

«E poi, altre novità?»

«Oh beh…credevo che nostro figlio aspettasse un bambino.»

Thor sgranò gli occhi «C-Cosa?!» 

Loki rise ancora «Si, ho ecco intercettato una sua conversazione con Igdard ed ero convinto di aver capito che avrebbero avuto un figlio…invece vogliono… tornare su Jotunheim.» Terminò serio.

«Come?! Perché dovrebbero farlo?»

«Ne sei sorpreso anche tu?»

«In effetti no» ammise il biondo «è da parecchio che Fred mi parlava di tornare su Jotunheim, ma credevo non fosse niente di certo.»

Loki abbassò lo sguardo «Credo si siano decisi.» 

«Sei preoccupato?»

«Un po’, ma….questa volta almeno so che saranno insieme e…sono sicuro che se la caveranno…»

Thor annuì e riprese ad accarezzarlo soprappensiero; gli sfuggì una risata «Un bambino… caspita Loki, un bel fraintendimento.»

«Si, sicuramente in un primo momento come minimo lo avrei diseredato.» Sorrise il compagno.

«Oh si in quanto a vendette sei tale e quale a nostro padre.»

«Oh no…» sussurrò lui avvicinandoglisi sensuale «so essere molto peggio.» 

Thor sorrise dopodiché si sporse verso di lui per dargli un bacio: Dei, quanto amava il sapore e la morbidezza delle sue labbra.

«Ah proposito di vendette» continuò Loki «non c’è nulla che devi dirmi Dio del Tuono?» Lo guardò poi con fare esplicito.

«Mmm riguardo a cosa?» chiese Thor riavvicinandosi a lui per rubargli un altro bacio.

«Thooor…» lo riprese suadente l’altro.

«Non ti si può tenere nascosto niente è?» sorrise ancora Thor.

«Ti stupirai, ma questa volta la diretta interessata si è costituita autonomamente»

Thor lo guardò sorpreso.

«Kate ti ha detto di averti disubbidito?»

«Si e anche che tu l’hai egregiamente messa in punizione.»

Thor mise su un sorrisetto tronfio «Sono stato bravo vero?»

«Molto si…» fu Loki stavolta ad avvicinarsi ancora a lui. 

«Però amore…pensavo che magari si potrebbe ridurre un po’.» aggiunse subito Thor.

«Mmm io invece l’avrei estesa per altri due secoli, ma ho deciso di essere buono…e anche tu stavolta sei stato bravo.»

Thor si separò da lui e lo guardò indispettito «Ehi credevi che non te l’avrei detto?»

«Ne ero assolutamente convinto.» sorrise mefistofelico Loki.

«Oh allora dovrò fartela pagare.» Fece per sollevarsi  a cavalcioni su di lui, ma Loki lo fermò.

«Tesoro è tutto apposto?» Chiese Thor apprensivo.

«Si…è…è solo che oggi non sono stato troppo bene.»

«Ovvero?» Chiese l’altro indagatore. 

«Ecco io… sono svenuto.»

«Come?! Loki perché non mi hai mandato a chiamare?»

«O certo e farti interrompere la battaglia per salvare il tuo regno da un drago perché il tuo maritino è svenuto?»

«Primo era solo un bestione troppo agitato e poi si, sarei tornato dal mio maritino…» disse il biondo facendogli una leggera carezza sul volto «Come ti senti adesso?» chiese apprensivo.

Loki esitò e rifletté un momento sulla riposta «Ti-ti va di sentirlo tu stesso?»

«E come?» Chiese Thor interrogativo.

«Ti ricordi l’incantesimo che uso sempre per verificare il nostro stato di salute?»

«Si, ma io non sono un mago….a parte quando facciamo l’amore si intende»

«Idiota!» Gli diede un colpetto sulla spalla Loki. «Comunque se vuoi potresti esserlo per un momento intendo, mi basterà appoggiare le mani sulle tue.»

«Uhm allora d’accordo cosa devo fare?»

Loki gli prese le mani e le portò sulle sue tempie per poi appoggiarvi le sue sopra. Appoggiò la fronte contro di lui.
«Non guardare, senti e basta. Cosa avverti?»

«Mmm…come una sorta di sensazione di benessere. È strano.…»

«Vuol dire che va tutto bene.»

«Oh…oh ok» sorrise Thor tenendo gli occhi chiusi.

Anche Loki sorrise e lo fece scendere al cuore «E adesso?»

«Lo stesso» commentò sicuro Thor.

Loki esitò un istante e il cuore prese a battergli più forte mentre lentamente accompagnava le mani del compagno alla pancia.

«E adesso?» Chiese con un filo di voce.

«Adesso…» iniziò, ma si bloccò «uhm… è diverso…»

«Come?»

«Ecco la sento ancora, ma è… è come se…avvertissi una presenza…come se ci fosse qualcun altro con noi in questo momento, ma lo sento qui, dentro di…» spalancò gli occhi e lo guardò non riuscendo a terminare.

Loki trattenne il respiro. 

«Loki…ma tu…?»

Loki annuì emozionato contro la sua fronte «Si Thor…si» rispose con un sorriso dolce mentre gli occhi gli si inumidivano.

Thor emise un sorriso strozzato, si protese verso di lui e lo baciò dolce «Non posso crederci» sussurrò tra un bacio e l’altro «non posso crederci. Com’è possibile? Io credevo che…»

«Detesto ammetterlo, ma pare sia merito di Udras…»

Loki spiegò al marito dell’illusione e dei doni del mago come aveva fatto con i figli e al termine del racconto rimase in silenzio ad attendere la reazione di Thor.

«E così non le ha schioccate l’ultima volta?»

«No perché tu l’hai attaccato e lui…deve essersene dimenticato.»

Thor tacque un istante dopodiché un enorme sorriso comparve sul suo volto e premette la fronte di più contro quella del marito.

«Amore, amore mio…»  sussurrò baciandolo ancora «Tu…tu stai bene?»

«Si Thor sto bene! O meglio adesso capisco perché ultimamente mi sentissi così strano e…ne sono felice. Anche se questo vuol dire ripartire da capo…» lo guardò con una punta di incertezza nella voce, ma Thor gli sollevò il mento con dolcezza.

«Beh…non è proprio come partire da zero questa volta, non credi amore mio?»

Loki sorrise mentre l’altro se lo tirò contro e lo strinse con dolcezza. 

«E così tu…te ne sei accorto oggi?»

«Veramente non ci crederai, ma…»

«È stato Fred?»

«Mpf si esatto.»

«Ahaha certe cose non cambiano mai…» si fece un po’ serio «Tesoro credo che dovresti riposare un po’. Intendo staccare dagli impegni del regno. Sai io posso fare da solo e…»

«Thor non una parola di più! Ho lavorato e aspettato due figli praticamente fino all’ultimo giorno. Voglio rendermi utile, altrimenti sai che noia.»

«Mmm allora…sia come desideri Mio Re.» disse baciandogli i capelli, ma c’era un’altra domanda che voleva fargli.

«Loki?»

«Mmm?»

«Posso chiederti una cosa?»

«Di che si tratta?»

«Veramente di quello che ho avvertito poco fa…»


Stark Tower sette mesi dopo 

«Auguriiiiii!» gridò in coro una folla di ragazzi e ragazze rivolgendosi a Kate.

(*)Lord Almighty,
I feel my temperature rising
Higher higher
It's burning through to my soul…

La musica era a tutto volume nell’attico della Tower pieno di invitati. Infatti quella sera di fine giugno si stava tenendo il party per i diciotto anni di Kate.
La ragazza indossava un abito bordeaux che sul davanti le arrivava alle ginocchia e dietro era più lungo; il corpetto era ricoperto da ricami dorati che si estendevano fino a farle da girocollo. I capelli infine erano raccolti in una morbida treccia laterale e sulla testa portava un cerchietto intrecciato color oro.
Ballava con Mickey vestito con un elegante camicia bianca e pantaloni blu scuro, ma con una cravatta bordeaux a riprendere il colore base della cugina.
Loki li osservava dal balcone in silenzio e con un sorriso stampato in volto. Indossava un kurta indiano verde scuro con ricami in oro lungo i bordi e morbidi pantaloni salwar neri.

«Vedo che il regalo del mio ultimo viaggio in India è stato ben apprezzato» sussurrò qualcuno raggiungendolo.

«Bruce! Sei venuto!»

«Ai diciott’anni e diploma di tua figlia? Non me li sarei mai persi Loki, congratulazioni! E anche per…» Disse indicando la pancia del moro che in quel momento era nascosta agli invitati tramite un incantesimo, ma non era celata agli occhi di amici e famigliari «Manca poco vero?»

«In realtà si, Kate ci teneva molto che io e Thor fossimo qui stasera, ma io mi sento enorme e faccio parecchia fatica ormai!»

«A proposito dov’è Thor?»

«Proprio qui Bruce» disse Thor comparendo alle sue spalle indossando un kurta avorio e salwar  bordeaux e con il contorno occhi sottolineato da un velo di matita nera.

I due si abbracciarono.

«Allora, pronti per questa nuova avventura?»

«Beh insomma Bruce» s’intromise Tony «Ok che per i tempi di Asgard avrete si e no quarant’anni terrestri, però solo voi due idioti potevate mettervi a fare i genitori adesso, di nuovo!»

«Tony! Non dargli fastidio!» Lo riprese Steve.

«Si Stark non darmi fastidio o partorisco in quella che era camera tua! Tanto non ti serve più visto che vi siete trasferiti!»

«Devi solo provarci!»

Mentre i due iniziarono a battibeccare Steve si rivolse a Thor. 

«A volte penso che i nostri figli siano più adulti di loro» Fece notare il Capitano.

«Pensi? Io ne ho l’assoluta certezza.» scherzò Thor, ma…

«Thor guarda che ti ho sentito!» Lo riprese Loki minaccioso.

«Co-come amore ehi, ma guarda come si diverte Kate» tentò di salvarsi il biondo iniziando però a sudare freddo.

Kate tutta sorridente stava raggiungendo il fratello con Mickey, ma qualcuno la richiamò.

«Kate!» La ragazza si voltò riconoscendo Audrey Baker anche lei invitata tra i tanti alla sua festa «Ma quello non è tuo fratello?» 

Fred stava ballando con Igdard accanto a Rosy Brown e al suo fidanzato Leo e i quattro si stavano divertendo un mondo. In effetti da quando Igdard aveva scoperto la musica e il ballo non se ne stancava mai.
I due ragazzi indossavano entrambi dei jeans scuri, ma mentre Igdard era in camicia bianca con bretelle e un farfallino bordeaux, Fred aveva optato solo per una camicia di quel colore e capelli raccolti in una treccia. 

«Si è lui, E QUELLO È IL SUO RAGAZZO!» urlò di proposito a voce alta Kate.

Igdard afferrò al volo le intenzioni di Kate e con sorrisetto sollevò Fred e gli diede un inaspettato bacio mozzafiato.
Da lontano qualcuno fece loro un fischiò di approvazione. Audrey invece rimase a bocca spalancata mentre Kate la salutò con un sorrisetto.

«Siete tremendi voi due!» Sussurrò Mickey rivolgendosi a lei ed Igdard che ormai i due avevano raggiunto. Il ragazzo intanto rimise a terra Fred che adesso era dello stesso colorito della sua camicia. 

«Lo so cugino» sorrise lei «ma ora balla come!»

Tutti i parenti intanto risero a quella scena e Tony, che ovviamente era stato l’autore del fischio, si voltò verso i suoi interlocutori.

«È decisamente diversa dai festeggiamenti di Fred non credete?» 

«Puoi dirlo forte! Fred aveva voluto una cena di famiglia qui e su Asgard un semplice banchetto con tutti gli amici! Non sono da lui questo tipo di feste!» Rise Loki.

«Tesoro come ti senti?» Gli chiese Thor apprensivo.

«Come se dovessi scoppiare, ma posso resistere ancora un po’»

«Senti Loki riguardo ai festeggiamenti su Asgard, se vuoi posso chiedere a Kate se…insomma se volesse…»

«Non festeggiare su Asgard? Non pensarci nemmeno, faremo la festa e io resisterò! Per chi mi hai preso Thor?»

Thor gli diede un bacio dolce e se lo strinse contro.

«Ehi Kate, quelli sono i tuoi genitori?» Chiese alla ragazza un suo ex-compagno di scuola.

La festeggiata si voltò verso i suoi proprio nel momento in cui si stavano baciando «Intendi i due adolescenti che si stanno sbaciucchiando? Ahah si sono i miei genitori.»

«Sono proprio fighi! Poi sembrano così giovani» commentò un’altra ragazza.

«Si beh, diciamo che in famiglia ci portiamo bene gli anni» sorrise lei verso Mickey che scosse la testa rassegnato prima che la cugina lo afferrasse per le mani e insieme si mettessero a girare in tondo sorridendosi allegri.


Qualche giorno più tardi su Asgard.

«In alto i boccali per la nostra principessa!»  Gridò allegro Volstagg. 

«Eeeeeeeeeeh!» nella Sala del Trono tutti i sudditi e gli amici di Midgard sollevarono i calici festeggiando la principessa Kate per quell’occasione avvolta in un meraviglioso abito, ovviamente sempre bordeaux, di media lunghezza e in morbida seta con busto e braccia coperte e contornate da piccoli ricami in oro. Sulla testa portava una tiara celtica semplice in oro e aveva un rubino al centro della fronte mentre i capelli erano raccolti in una treccia a cascata.
Il compleanno di Kate era passato da qualche giorno, ma andava festeggiato anche su Asgard.
(**) La giovane iniziò a ballare sottobraccio con gli invitati mentre molti avevano preso a ballare persino sui tavoli.
Sul trono a due sedute i due re di Asgard osservavano la scena. Gli occhi carichi di orgoglio per la bellissima figlia che avevano cresciuto e un sorriso sulle labbra.
Thor e Loki erano vicini e si tenevano per mano e mentre l’uno era vestito in abiti avorio e oro l’altro indossava una lunga tunica verde scuro coperta da un morbido velo di seta anch’essa verde. Il velo era contornato da spessi ricami dorati lungo i bordi uno dei quali partiva dalla base del collo e scendeva in una linea verticale fino ai piedi di Loki. 

Ach komm, du Schöne, bring den Wein zu mir
Bring den Wein zu mir, ich verdurste hier
Ach komm, du Schöne, bring den Wein zu mir
Denn mir ist nach Wein und Weib…

Tutti si divertivano, tutti ridevano, la musica e i canti invadevano la sala. 

«Tutto bene amore?» chiese Thor apprensivo temendo che quella confusione disturbasse Loki che sembrava sempre più stanco ultimamente. 

«Sto bene Thor, tranquillo.» sorrise il moro guardando poi verso la figlia che ballava tra la folla «Ma Kate non starà esagerando con tutto quell’idromele?»

«No, ha preso da me in questo…ha una buona resistenza e poi lascia che si diverta amore…è il suo…il suo secondo festeggiamento per i diciotto anni!»

In quell’istante la ragazza si voltò e sorrise ai genitori.

«Coraggio Thor vai a ballare con lei.» gli propose Loki.

«Ma tesoro non vorrei lasciarti solo.»

«Thor resterò qui e se avrò bisogno ti chiamerò, ma adesso va da lei…questo è un momento speciale.»

Non fece in tempo a terminare che Kate praticamente sorvolando le scale del trono li aveva raggiunti. Diede ad ognuno un bacio sulla guancia poi si inchinò e appoggiando con delicatezza le mani sul pancione prominente del padre vi appose un bacio dolce. 

«Allora non vuoi proprio dircelo?» Domandò alzando lo sguardo azzurro verso gli occhi verdi del padre.

«No piccola mia, lo sai, sarà una sorpresa.»

«Ma è il mio compleanno papà…» provò lei con sguardo supplichevole.

«Kaaate.» la rimproverò con gentilezza Loki.

«Va bene…però per dispetto ti porto via il tuo reale consorte per un ballo» disse prendendo la mano del genitore biondo che si alzò e dato un veloce bacio sulla fronte al compagno la seguì tra la folla. 

Loki si godette per un istante la scena dopodiché alcuni sudditi si avvicinarono al trono per rendere omaggio e fare i loro auguri fino a che anche Lady Sif si avvicinò ai piedi del trono.

«Vostra Maestà.» sorrise inchinandosi, ma non c’era scherno nella sua voce piuttosto quello che sembrava, finalmente dopo molti anni, un saluto colmo di rispetto. 

Loki sorrise e le fece cenno con la mano di avvicinarsi. Sif salì le scale del trono e rimase in piedi al fianco sinistro di Loki. 

«È bellissima, non trovi Sif?» Le domandò Loki indicando col capo la figlia che danzava con Thor.

«Lo è Maestà.» sorrise lei «So-so che forse non è il momento adatto, ma volevo chiedervi se avete riflettuto su quella questione.» 

«Si, vi ho riflettuto e penso che se Kate vorrà restare su Asgard quello sarà per lei il posto più giusto, ma mi aspetto che prima tu la alleni a dovere Lady Sif.»

«Non l’ho forse fatto in tutti questi anni?» Sorrise lei.

«Causando spesso la mia ira perché hai fatto appassionare mia figlia alle armi e alla guerra? Mmm si, direi che te la sei cavata bene.» gli sorrise di rimando lui.

«Allora, se per Voi va bene, vorrei parlarne con Vostra figlia il più presto possibile.»

«Si, io e Thor ne abbiamo parlato e…direi che non serve aspettare ancora. Parlale pure Sif, ma…domani. Questa sera lascia che si goda la sua festa.» disse tornando a guardare la figlia e il marito mentre Sif chinò il capo in segno di rispetto e tornò tra la folla festante.

A quel punto Loki si prese il suo tempo: vide Fred col la sua lunga treccia decorata coi suoi  fermagli d’argento avvolto in una splendida tunica verde acqua e ricami argento che danzava con Igdard. Anche lui indossava una tunica con ricami argento, ma il suo colore era blu scuro. I due ragazzi ballavano a tempo di musica e si sorridevano felici tra un passo di danza e l’altro.
Poco più in là ecco Mickey che chiacchierava con Marcus e Frigga e gli amici di Thor che bevevano e spaccavano un bicchiere dietro l’altro. Tony e Steve si erano già persi chissà dove da ore ormai perciò mancava solo…

«Ragazzo mio, tutto bene?» chiese Mr.J. ai piedi delle scale del trono.

«Mr.J. che fa lì? Venga! Lo farei io, ma…» disse indicandosi la pancia enorme.

«Oh non c’è problema un po’ di scale fanno bene anche a chi vanta una certa età.» le salì piano e Loki lo invitò a sedersi nella seduta accanto a lui.

«Oh, non posso proprio.»

«Mr.J. è solo una seduta…a Thor non dispiacerà e poi lei sarebbe un ottimo re sa? Quasi quasi le cedo il posto.»

Il vecchietto rise.

«Ormai sono stanco anche per gestire una biblioteca…» disse sedendosi «figuriamoci un regno! Allora come ti senti?»

Loki sospirò, Mr.J. era uno dei pochi con cui poteva essere davvero onesto. «Sinceramente? Ecco mi sento strano. Sa quando doveva nascere Fred ero terrorizzato perché non avevo idea di cosa aspettarmi, quando doveva nascere Kate ero più tranquillo perché Fred stava crescendo e io-io credevo che con Thor stessimo facendo un bel lavoro come genitori…e in effetti è stato così. Ma adesso…benché mi senta tranquillo sulla nascita perché siamo pronti a qualsiasi evenienza e pur avendo cresciuto due figli meravigliosi…io-io non so se sarò di nuovo all’altezza. Vorrei…vorrei essere di nuovo un buon padre e lo so che è stupido, ma ho il terrore di sbagliare.»

Mr.J. annuì.

«Io credo piuttosto che sarai un ottimo padre, ma che hai paura di ricominciare tutto da capo e in un ambiente completamente diverso.»

«A dirla tutta…si. Su Midgard io e Thor abbiamo avuto la nostra chance, lei mi ha dato il lavoro, Tony, Steve e Marcus sono la nostra famiglia quando torniamo lì e Mickey beh…è praticamente un altro figlio per me, ma adesso ci saranno molte cose diverse e credo che un po’ mi mancherà non essere circondato dai libri del suo negozio o dalla nostra casa o dal resto della nostra famiglia…» si interruppe «mi perdoni penserà che sia uno sciocco.» 

«Oh no Loki tutt’altro.  Per quanto vent’anni siano niente per il tempo asgardiano tu e Thor li avete passati sulla Terra coi vostri figli e quel posto per voi…è casa…forse tanto quanto questo posto. Avete collezionato ricordi con le persone che vi avete trovato e molte di loro sono diventate la vostra famiglia, ma Loki….le cose cambiano e il tempo passa…ciò non significa che vi dimenticherete di chi amate o che questa nuova avventura sarà meno bella. Sarà solo… diversa. Sarà…nuova.»

Loki sorrise e gli strinse una mano «Io vorrei che sapesse che, anche tra duemila anni io, non la dimenticherò mai Mr.J. e  sono onorato di averla avuta nella mia vita.»

Il vecchietto sorrise e gli pose una mano sulla sua dopodiché si alzò «Ora andrò a riposare, tutta questa confusione mi distrugge il poco di udito che mi è rimasto e io non sono mica più tanto giovane per festeggiare.»

«Credo che tra poco andrò anche io…buonanotte Mr.J e grazie per le sue parole…come sempre.»

Il vecchietto annuì e discese le scale.
Loki lo seguì con lo sguardo poi avvertì un forte dolore. Strinse gli occhi, ma prese un respiro e si calmò. In quel mentre Frigga si voltò verso di lui e lo guardò. Loki le sorrise e fece un semplice gesto d’assenso col capo. La madre sorrise gentile e salutando chi aveva vicino uscì con discrezione dalla Sala.
Loki si concesse un ultimo minuto per guardarsi intorno: tutto il popolo gioiva, i suoi figli erano felici e anche le persone a cui voleva bene.

«Bene, togliamo il disturbo allora…» sussurrò e alzandosi scese con cautela le scale e si diresse all’uscita.

Fred che si era fermato per bere un sorso d’acqua lo notò e facendo cenno ad Igdard di aspettarlo lo seguì fuori. Una volta nel corridoio Loki si avvicinò ad una finestra e prese aria.

«Papà..» si voltò notando Fred alle sue spalle «va tutto bene?»

«Si, ma la festa era troppo per noi stasera.» disse accarezzandosi la pancia. 

Fred sorrise a quel gesto.

«Ti senti tranquillo?»

«Si, grazie alla nascita di Kate ci siamo ecco…preparati. Sono settimane che tua nonna mi fa bere una sorta di pozione che dovrebbe attenuare la portata di qualsiasi potere almeno finché non smetto di prenderlo e Igdard mi ha dato qualche consiglio utile…pare che abbia assistito a dei parti sul suo pianeta.»

«Si me ne ha…me na accennato.» sorrise Fred, gli si avvicinò e pose le mani sul suo ventre «e i nomi?» Chiese con un sorriso complice.

«Ahah Fred…ero sicuro che lo avresti capito. Tua sorella non si è mai avvicinata usando l’incantesimo, ma tu si quando li hai sentiti mesi fa. Anche tuo padre li aveva avvertiti. »

«Si, ma…. anche io non ho più usato l’incantesimo per non rovinarmi del tutto la sorpresa perciò non so se avrò dei fratellini o delle sorelline.»

«E non te lo dirò come ho fatto con gli altri. Voglio che sia una sorpresa per te, tua sorella e anche per tuo padre.» 

«Mmm d’accordo…» continuò ad accarezzarlo «senti papà io…io ci ho pensato. Se-se avete bisogno di una mano io e Igdard possiamo rimandare la partenza e …»

Ma Loki lo interruppe «Fred tu e Igdard avete già sacrificato il vostro tempo su Jotunheim per starmi accanto quando avreste potuto dedicarvi più tempo. Adesso avete un impegno con gli elfi di Alfheim. Loro vi mostreranno il loro regno e le loro creature. Fred tu devi continuare le tue ricerche e arricchire il sapere di Asgard vivendo delle meravigliose avventure con l’uomo che ami. E non dimenticarti che Smirthyn ti deve insegnare ancora parecchie cose su Vanaheim. Quando vorrete tornare noi saremo qui ad aspettarvi a casa.»

Fred sorrise «E…e Kate? Le avete già parlato dell’Ordine?»

«No…Sif gliene parlerà a breve. Ristabilire l’Ordine delle Valchirie non sarà facile, ma se c’è una persona adatta a farlo, quella è tua sorella. Dipende solo se accetterà o meno.»

«Sarà un duro colpo per lei separarsi da Mickey…»

«Si, ma Mickey è un ragazzo brillante esattamente, non dirgli mai che l’ho detto, come Tony. Su Asgard Mickey si ridurrebbe a…a catalogare libri o a costruire le navicelle asgardiane e lui ha una mente così vasta e così affamata di sapere. Ha bisogno di coltivarlo e credo possa farlo solo su Midgard, ma questo non vuol per forza dire che loro due non troveranno una soluzione per restare vicini.»

Fred annuì, ma alcuni calcetti sotto le sue mani lo distrassero «Accidenti qualcuno è impaziente.» 

«Uhm si.» disse Loki con un po’ di fatica «Credo che domani tua sorella avrà una bella sorpresa di compleanno… in ritardo di qualche giorno si intende e in anticipo per te.»

«Ah papà, papà… Kate ti aveva detto che bastava una festa! Ti sei solo sforzato così… »

«Si perché probabilmente a tutti noi sarebbe toccato sorbirci i racconti del suo sacrificio per il bene della famiglia.» 

I due risero.

«Vuoi che chiami la nonna?»

«È già nella Camera della Guarigione.» 

«Allora chiamo papà.»

«Non serve.» la voce di Thor lo colse alle spalle. «Amore tutto bene? Ho visto che non eri più sul trono.»

«Tutto bene…Kate è contenta?»

«Si moltissimo è di là che canta a squarciagola con Volstagg.»

«La solita Kate insomma…» rise Fred per poi tornare serio «Papà vengo con voi, vuoi?»

«Oh no Freddi, tu va a goderti la festa.»

«Ma…»

«Niente “ma”, avrai tempo di fare il bravo fratello maggiore tesoro.» disse Loki gentile.

Fred sorrise e diede un bacio ad entrambi dopodiché si diresse di nuovo nella Sala del Trono.

«Ti senti tranquillo amore?»

«Si Thor, sto bene.» 

Thor si avvicinò e gli diede un bacio dolce, ma a Loki sfuggì un gemito di dolore.

«Oh oh, qualcuno non vede l’ora di conoscere i suoi papà. Vieni amore andiamo.»

Disse facendo per prenderlo in braccio, ma Loki rifiutò «Thor, guarda che ce la AH…ripensandoci forse non ce la faccio!»

Thor sorrise e lo sollevò tra le braccia.

«Va meglio?» 

«Si.» sorrise Loki «Scusa sarò pesantissimo.»

«Come un macigno, ma per fortuna il tuo maritino è ben allenato!»

«A chi hai dato del…AH Thor!» quasi gridò Loki stringendosi a lui.

«Facciamo così dopo che i bambini saranno nati potrai vendicarti quanto vuoi, ma adesso andiamo ok?»

Il moro annuì con la testa.

«Bene allora…» disse Thor muovendo qualche passo «Se lei vorrà ballar con me le donerò dei fiori. Ma se il serpente verrà giù lui mangerà il suo cuor. Tu vai e naviga fin là all’isola del sole e prendi con te più che puoi… le arance del Dio Sol.»
Proseguì a cantare dolce mentre portava Loki verso la Camera della Guarigione. Il moro si strinse forte a lui sorridendo e sulle parole di quella canzone i due si allontanarono da lì.
Fred intanto era rientrato alla festa ed era stato raggiunto da Igdard «Va tutto bene?» gli chiese il giovane.

«Si…direi benissimo.» rispose Fred con una nota di ansia.

«Ma?» Indagò l’altro.

«Ho paura Ig…dopo che mi hanno raccontato della nascita di Kate… vorrei solo che…che…»

Ma il ragazzo gli sollevò il mento con una mano «Fred…» lo guardò negli occhi «andrà tutto bene amore e tuo padre ha con sé  la persona che ama al suo fianco.»

Fred annuì e sorrise dopodiché gli gettò al braccia al collo e in mezzo alla folla festante e circondati da canti di gioia i due si scambiarono un bacio dolce e pieno d’amore. 


Asgard sette anni dopo

Con oggi sono trascorsi sette anni e se penso a quel giorno lontano un sorriso mi compare sulle labbra.
Temevo tanto che le cose sarebbero state completamente diverse.
Beh molte cose sono cambiate, ma questo non ha potuto che essere un bene…

Loki camminava nei corridoi del palazzo reale accanto a qualcuno dalla pelle bianca come il latte e dal portamento elegante che aveva tutta l’aria di essere un ambasciatore elfico. I due stavano conversando tranquillamente e continuarono fino a che giunsero alle porte della Sala dei Banchetti davanti alle quali si fermarono.

«E per i libri redatti da vostro figlio che ci avete prestato Maestà…»

«Oh non c’è alcuna fretta.» rispose Loki tranquillo «Mr.J. possiede una copia di ogni testo, perciò mandateceli pure quando li avrete trascritti come più vi aggrada.»

«Bene, riguardo invece la visita Vostra e del Vostro reale consorte? Quando pensate che potremo avervi ospiti su Alfheim?»

«Entro la fine del prossimo mese dovremmo poter venire, vi manderò una missiva con i dettagli.»

«Vi aspetteremo con piacere.»

«Volete che vi accompagni al Bifrost?»

«Oh no, conosco la strada e Voi avete da fare oggi, anzi mi scuso per avervi rubato tempo.»

«Nessun disturbo, anzi se volete fermarvi e godere dell’esperienza di una festa di compleanno in stile midgardiano siete il benvenuto»

«Purtroppo il mio re mi aspetta per fargli rapporto, ma vi ringrazio per la Vostra gentilezza. Arrivederci Maestà e porgete i miei saluti anche al Vostro reale consorte.»

Entrambi chinarono il capo in segno di rispetto reciproco poi l’ambasciatore se ne andò lasciando solo Loki che si voltò verso le porte e le aprì.
All’interno della sala servi e domestici stavano allestendo festoni e palloncini e riempendo tavoli di ogni sorta di cibaria per il settimo compleanno dei suoi bambini.
Thor era in piedi vicino al cuoco e gli stava spiegando come fosse fatto un delfino o almeno stava provando a disegnarglielo, ma senza grande successo.

 «Questo va messo sulla torta azzurra, vedi ha una pinna in testa fatta così.» provò a mimare con le mani, ma il cuoco era sempre più confuso.

«Posso provare io?» chiese Loki raggiungendoli e intromettendosi. In un istante creò nell’aria con la sua magia un delfino fatto di polvere verde poi rivolse la mano verso il foglio che Thor reggeva e questo ci si tuffò dentro ricomparendo poi come fosse stato disegnato sulla carta.

«Meglio così?»

«Oh si grazie Vostra Maestà, vado subito allora!» sorrise contento il cuoco e lasciò soli i due re.

«Guasta feste, il mio delfino era un capolavoro.»

«Thor sembrava un lombrico con una pinna in testa.» Lo prese in giro il moro «E comunque hai davvero fatto fare più di una torta? E non ti sembra di aver un po’ esagerato con le decorazioni?»

«Beh si, ma è il settimino compleanno dei bambini e volevo fare una cosa speciale.»

«Oh si hai detto la stessa cosa anche per il sesto, il quinto e così via.»

«O avanti Loki! Sai che il sette è un numero speciale per la nostra famiglia.» sorrise innocente il biondo.

«Beh finché pensi tu ad organizzare queste mega feste per me puoi andare avanti quanto ti pare. Ma a proposito dove sono i bambini? Non li vedo dalla colazione e poco fa Madre lì cercava per prepararli. Volevo affidarglieli prima del Consiglio.» disse incamminandosi col marito verso le porte per tornare nei corridoi.

«Vedrai che saranno qui da qualche parte basterà solo…» in quel momento due sottospecie di nanetti passarono sotto il naso dei due adulti come razzi e furono immediatamente seguiti da un grido.

«MAGNI! MODHI! Tornate subito qui, non devono vedervi così…» Kate nel suo abito da valchiria grigio chiaro e oro con mantello blu e i lunghi capelli sciolti si piegò su sé stessa per la corsa proprio davanti alle porte della Sala.

Non si accorse però dei genitori che stavano uscendo e si erano fermati sullo stipite.

«È colpa tua  Kate.» la riprese la voce di un Mickey più alto di lei e ben piazzato alle sue spalle «Se mi avessi dato retta non sarebbe successo.» 

«Mickey sta zitto, se i miei genitori li vedessero…» 

«Cosa dovremmo vedere?»  chiese Loki incrociando le braccia sul petto.

«Pa-papà che ci fate qui? Non dovreste essere nella Sala del Trono?»  balbettò lei.

«In effetti è dove stavamo andando credendo di trovarci anche te, ma ci stavamo chiedendo dove fossero i vari festeggiati» 

«NOI DUE SIAMO QUI PAPÀ!» Intervennero improvvisamente due bambini: uno era biondo castano dagli occhi verdi, l’altro biondo grano con gli occhi blu, ma entrambi erano sporchi di fango dalla testa ai piedi. 

«Bambini, ma come vi siete ridotti?» chiese Thor a bocca aperta.

«Ok non sarei voluta arrivare a questo ma….» iniziò Kate. «I vostri pargoli hanno voluto giocare alla lotta nel fango. Io gli avevo detto di non farlo, ma sapete come sono irruenti, non c’è stato proprio verso di fermarli papà…»

«NON È VERO!» gridarono gli altri due.

«Papà.» iniziò il castano dagli occhi verdi, Magni. «Kate ha detto che dovevamo fare a gara a chi era più forte nella lotta!»

«Si e ci ha fatti lottare in mezzo al fango e lei non ci fermava anzi ci incitava.» confermò Modhi, il gemello con gli occhi azzurri e i capelli biondissimi.

«Ma-ma come potete dire una simile bugia bambini?» provò a difendersi la ragazza «Mickey avanti dì loro anche tu che non si dicono le bugie.»

Mickey alle spalle di Kate scosse la testa esasperato.

«Kate ha ragione bambini, non si dicono le bugie» iniziò lui tranquillo «Perciò non prendete esempio da vostra sorella che ne dice sempre, come adesso per esempio»

«MICKEY! Ma da che parte stai scusa?»

«Dalla loro mi pare ovvio, stavi scommettendo su chi avrebbe vinto e li hai fatti combattere per un’ora, ti sei fermata solo perché ti sei accorta che dovevamo andare alla riunione del Consiglio!»

«Sei un traditore!»

«E tu una bugiarda!» Lo difesero  in coro i bambini.

«Non parlatemi così! Sono vostra sorella maggiore!»

«Adesso basta!» li interruppe Loki già a corto di pazienza «Bambini vuoi due filate immediatamente da vostra nonna, vi starà già aspettando in camera e vedete di presentarvi tra mezz’ora senza un briciolo di terra addosso. Poi… siete in punizione!»

«Ma papàààà!» si lamentarono i due in coro mentre Kate ghignò soddisfatta peccato che Loki non avesse finito.

«E anche tu Kate!» disse rivolgendosi alla figlia.

«Cosa perché anche io?»

«Beh riguardo ai due signorini vi avevo espressamente vietato qualsiasi attività di lotta per oggi o sbaglio?»

I due abbassarono lo sguardo colpevoli.

«E tu signorina, sai che non voglio che istighi i tuoi fratelli a gareggiare tra di loro, perciò dirò a Sif di affidarti un doppio turno di guardia notturna dopo la festa.»

«Cosa? Sei ingiusto papà, per così poco…»

«Non voglio sentire scuse e adesso ognuno fili al suo posto.»

Loki e Thor poterono afferrare distintamente i bambini lamentarsi con la sorella.

«É la terza volta che ci fai mettere in punizione Kate» disse Magni.

«Si solo in questa settimana» aggiunse Modhi.

«Smettetela di lamentarvi voi due. Io sono cresciuta a punizioni e guardatemi adesso» disse lei impettendosi orgogliosa.

«Che meraviglia» commentarono sarcastici Magni, Modhi e Mickey insieme.

La ragazza si bloccò sul posto.

«Sapete spero per voi che il cuoco faccia i vostri cupcakes preferiti perché vi sfiderò ad una battaglia epica che vi farà affogare nella glassa.»

«SI BATTAGLIA DI CUPCAKES» urlarono i bambini.

«SHHH! Zitti o papà ci metterà in punizione fino al prossimo secolo» e detto ciò i quattro svoltarono l’angolo e sparirono. 

«Bene tesoro.» disse Thor con un sorriso e iniziando ad incamminarsi verso la Sala del Trono con Loki «due li abbiamo trovati. Manca solo Vali…»

«Si, ma contrariamente a Magni e Modhi, lei è in buone mani.» commentò in quel momento Fred apparendo alle loro spalle con in braccio Trick.

Accanto a lui Igdard teneva in braccio una bambina dai lunghi capelli neri e gli occhi verdi. Igdard portava il suo solito taglio di capelli, ma aveva una leggera barba ad incorniciargli il viso che lo rendeva molto più adulto, riguardo Fred portava su ciascun lato della testa a partire dalle tempie due trecce a lisca di pesce tenute insieme poi da un fermaglio in argento; il resto dei capelli erano lunghi fino alla vita e sciolti.

«Scusate, ci stavamo esercitando con gli incantesimi di ghiaccio e abbiamo perso il senso del tempo poi abbiamo raccontato a Vali di quanto sia fredda l’acqua del fiume Vimur vero Ig?»

«Freddi quando sarò grande e farete un viaggio mi porterete con voi vero?» Chiese la bimba, mentre il fratello la guardò con occhi dolci e buoni.

«Ovviamente sorellina mi servirà una brava assistente, mica come il qui presente scansafatiche!»

«Ehi!» commentò Igdard punto sul vivo poi passò la bambina a Thor che la prese a sua volta in braccio.  

«Posso venire alla vostra riunione?» chiese lei.

«No Vali tesoro, devi raggiungere i tuoi fratelli e prepararti per la festa.» le sorrise Thor.

«Uffa non posso mai venire con voi…» disse triste lei.

«Esatto piccola e soprattutto oggi» commentò Loki «dovrai essere pronta anche tu tra poco. Però puoi sempre prendere in giro i tuoi fratelli per essersi beccati una punizione mentre tu no…» le suggerì Loki.

«Lokiiii.» lo riprese Thor.

«Papààà» seguito da Fred.

«Papà non è una bella cosa prendere in giro le persone per i loro sbagli.» commentò la bimba lasciando tutti i presenti a bocca aperta per poi scoppiare a ridere «Ve l’ho fatta! Ahah papà mi  fai scendere? Non vedo l’ora di prenderli in giro!» e fattasi posare a terra corse verso la sua camera. 

«Però, se la cava con le bugie.» commentò Igdard.

«Si, ne vado piuttosto fiero.» commentò Loki soddisfatto beccandosi un’occhiata di rimprovero dal marito «Che c’è? È l’unica dei nostri cinque figli che ha ereditato la mia dote con così tanta bravura.»

Tutti alzarono gli occhi al cielo «Avanti andiamo, siamo in ritardo per la riunione.» li incitò Thor e di  lì a poco i quattro fecero il loro ingresso nella Sala del Trono dove trovarono seduti attorno ad un tavolo rotondo, che veniva allestito sempre per quelle riunioni, i Tre Guerrieri e Lady Sif, Kate, Mickey e Mr.J.
Il Consiglio era stato creato dai due re di Asgard per potersi aggiornare su tutti i problemi e gli sviluppi del regno e dei Nove e si riuniva una volta ogni due settimane senza che si potesse saltare una riunione.
Dopoché Volstagg e Fandral ebbero riportato il loro rapporto e quello di Heimdall e le due guerriere ebbero fatto altrettanto fu la volta di Mr.J. che seppur molto anziano era ancora il custode della biblioteca di Asgard.
Nessuno di loro però sembrava avere particolari segnalazioni «A parte che la vostra bambina ha già letto tutta la sezione dei racconti midgardiani e delle leggende asgardiane e quelle di tutti i Nove, circa centocinquanta volumi insomma e ha solo sette anni!»

«Una sorellina secchiona è? Chissà da chi avrà preso, tu che dici Freddi?» sghignazzò Kate, ma per quanto Fred morisse dalla voglia di risponderle a tono fu interrotto da Thor.

«Igdard che notizie ci sono dai vostri amici su Jotunheim?»

«Re Helblindi è sul letto di morte ormai. Nei prossimi giorni è probabile che i giovani più forti del pianeta disputeranno una sfida per decidere chi salirà al trono. Del resto nessun altro membro della famiglia reale è vivo a parte Loki, Kate e Fred certo.»

«Ma scusa non è giusto!» intervenne Fandral «Se Loki non può rivendicare il trono in quanto traditore di quel pianeta Fred non ha colpe in quanto suo erede! Senza offesa Maestà.» disse rivolgendosi a Loki che però non si scompose minimamente.

«No Fandral.» parlò poi Fred «é meglio così. Quando anni fa andai su Jotunheim per la prima volta mi presentai come uno straniero e, anche se solo ufficialmente, fu a causa mia che il re dovette condannare a morte il suo unico figlio e perse suo nipote. Perciò se adesso mi ripresentassi come il figlio di Loki che rivendica il trono qualcuno potrebbe pensare che fosse tutto un complotto per permetterci di arrivare al trono di Jotunheim con la strada sgombra e questo…vorrebbe dire guerra certa. Inoltre in questi anni io non ho dato nulla a quel pianeta. È giusto che passi a qualcuno che lo ha più a cuore.»

«Si Fred ha ragione» confermò Igdard «e riguardo Kate…»

«Oh io non mi calcolavo nemmeno. Non sono nemmeno una jotun di nascita, congelerei in cinque minuti.» commentò tranquilla lei.

Igdard annuì «La buona notizia è che da quello che sappiamo alcuni candidati non sono ostili al trono di Asgard, tutt’altro. E per noi potrebbe essere un modo per stringere finalmente una nuova alleanza col mio pianeta natale.»

Thor annuì «Molto bene allora. Hogun che ci dici di Vanaheim?» chiese rivolgendosi all’amico.

«La morte di Smirthyn è stata un duro colpo per la magia del pianeta. Lui teneva gli elementi in equilibrio da tremila anni! Ma grazie al suo erede magico…» disse guardando con un sorriso verso Fred che lo contraccambiò «La magia è tornata ad incanalarsi correttamente nella terra e nel cielo. Vanaheim è di nuovo nel suo equilibrio magico. Almeno finché ci sarà qualcuno a governarlo.»

Loki si fece serio, ma rimase in silenzio.

«Bene allora se non ci sono altre segnalazioni…»

«Veramente zio, cioè Maestà» disse Mickey imbarazzato beccandosi un’occhiataccia da Sif e un sorrisetto divertito da Kate «Il-il progetto per l’energia che stiamo fornendo a Midgard sta funzionando. La Terra sta riuscendo a sfruttare con successo la luce riflessa che gli mandiamo.»

«Si a proposito di questo, ci spiegate come funziona questa cosa e perché ci sono quegli enormi pannelli blu lungo i bordi del mare di Asgard?» chiese Volstagg.

«Ecco è un po’ complicato» Iniziò Mickey  «prima di tutto è necessario…» ma Kate lo interruppe.

«Asgard risplende di luce propria, la sua luce colpisce i pannelli, i pannelli la raccolgono sotto forma di energia, questa finisce in delle capsule che mandiamo su Midgard e che i midgardiani usano per scaldare le case, far muovere le macchine e così via. È pulita, costa poco e le vendite  le gestisce sue padre, che ora è l’uomo più ricco della Terra, ma il progetto è del mio cuginetto genio qui accanto.» commentò fiera Kate mentre un Mickey molto imbarazzato abbassò lo sguardo.

«Si, in poche parola funziona così…» concluse lui.

«Sono felice che il tuo progetto funzioni Mickey, la Terra consumerà molte meno risorse in questo modo e vivrà più a lungo. Ottimo lavoro!»  commentò Loki.

Mickey sorrise imbarazzato «Per così poco zio…cioè Maestà! Comunque ora che il progetto funziona posso trasferirmi in pianta stabile qui per controllare che insomma non ci siano problemi quindi…nulla volevo solo dirvi che…»

«Che Mickey si è portato le valigie! Non è fantastico?! Così oggi avremo anche questo da festeggiare!» sorrise entusiasta Kate.

«Ahah bene allora se abbiamo finito per davvero direi che è il momento di andare ad affrontare il compleanno delle piccole pesti.» sorrise Thor.

«Oh non vedo l’ora di mangiare quei dolci e fare i giochi midgardiani.» disse allegro Volstagg aiutando Mr.J. a reggersi.

«Sono giochi per bambini Volstagg.» commentò Fandral accanto a loro.

«Non si è mai troppo cresciuti per giocare ragazzo mio.» commentò Mr.J. rendendo ancora più allegro il rosso «Mi ricordo una volta nel lontano…» disse iniziando il suo racconto.

Tutti lasciarono la sala tranne Loki che fece cenno a Fred di aspettarlo. 

«Che succede papà?» Chiese il ragazzo tranquillo facendo scendere Trick dalle sue braccia; il micio si sedette sul tavolo. 

«Fred c’è una cosa che…mi preoccupa»

«È per la questione dell’erede magico vero?»

«Si esatto, vedi Fred tu…tu sei il principe ereditario di Asgard e di Jotunheim. Per causa mia sei stato costretto a rinunciare al trono dei ghiacci, ma non vedo perché devi assumerti delle responsabilità così grandi verso Vanaheim. Non fraintendermi sono felice che Smirthyn abbia scelto te come suo erede magico, ma…»

«Ma?» chiese Fred gentile.

«Ma…gli ultimi tre anni li avete passati su Vanaheim proprio per questo motivo, tu e Ig avete smesso di viaggiare per l’universo e i mondi sacrificandovi per questo…e adesso ti stai costringendo a portare questo peso…io non lo trovo giusto. I vanir sono in grado di usare la magia, lo fanno dall’inizio dei tempi.»

«Questo è vero papà, ma nessun di loro si è rivelato in totale contatto con gli elementi primari…o almeno non ancora.»

«Che vuoi dire?»

«Vedi Smirthyn era un vanir particolare: ha tenuto in equilibrio la magia di quel pianeta perché era nato per farlo come solo un vero vanir può. Io non sono Vanir di nascita per quanto in me scorra la magia. Perciò un giorno nascerà qualcuno che sarà in grado di prendere il posto di Smirthyn, un vero erede magico, devo solo attendere fino ad allora.»

«Si, ma se ci volessero secoli? Se voi sacrificaste tutta la vostra vita nell’attesa di questo erede e se io e tuo padre nel frattempo mancassimo…»

Ma Fred lo prese per le spalle gentile e lo guardò negli occhi.

«Papà, innanzitutto non vedo perché tu e papà dovreste lasciarci prima dei prossimi due? Tremila anni almeno?» Sorrise «Riguardo al resto papà la magia è parte di me da quando sono nato e Vanaheim mi ha dato molto ed è nostro alleato, non possiamo lasciarlo a sé stesso di fronte a questa perdita. Sta tranquillo, io e Igdard siamo disposti ad assolvere a questo compito per tutto il tempo necessario.»

Loki annuì.

«E Igdard? Come se la cava su quel pianeta?»

«Ah credimi per lui non è affatto un sacrificio. Va a caccia ogni giorno o aiuta i vanir con la costruzione di case e di armi. Sai in questi anni abbiamo esplorato molte parti del pianeta, ma da che ci siamo portati Jambo da Jotunheim il signorino sta via giornate intere cercando sempre qualcosa di nuovo. Meno male che ho Trick a farmi compagnia vero amico?»

Il micio alzò il capo soddisfatto e Loki gli fece un grattino «L’incantesimo di lunga vita sembra funzionare sul nostro amico.»

«Si, non ha effetto eterno, ma da quando l’ho provato Trick sembra ringiovanito di almeno dieci anni! Non-non che prima fossi vecchio amico.»

Si corresse quando il micio assottigliò gli occhi minaccioso. Loki sorrise lievemente, ma era ancora visibilmente pensieroso.

«Non temere papà, ci vedremo spesso per il Consiglio e poi devo istruire la mia sorellina alla magia mentre Kate pensa ai due guerrieri nani no? E quando troverò il vero erede magico di Vanaheim io e Igdard torneremo ad occuparci del nostro popolo.»

«Ah questo è un sollievo.» disse una voce familiare alle sue spalle «e possibilmente cerca di non morire prima che i papà ti lascino il posto Fred. Come sai non ci tengo proprio a fare la regina.» si intromise Kate. 

«Oh e illuminaci Kate come mai?» le chiese il fratello alzando un sopracciglio.

«Scherzi? Bisogna essere composti, ascoltare le richieste di tutti, prendersi un sacco di responsabilità insomma sai che noia, è praticamente il contrario di tutto quello che faccio io. Senza offesa papà, tu e papà siete dei re magnifici, ma diciamo che non è una carica a cui aspiro particolarmente. Ora se avete finito staremmo aspettando giusto voi e la palla di pelo per iniziare la festa.»

«La palla di pelo come lo chiami tu…» disse il ragazzo prendendo in braccio il micio «sarebbe un re migliore di te Kate!»

«Ah si Freddino Perfettino? Allora non vedo l’ora che lo insigni della carica di Gran Consigliere.»

«Puoi star certa che lo farò!»

«Sarò in prima fila!»

«Strega!»

Loki rise osservandoli uscire dalla Sala del Trono verso quella dei Banchetti, ma non li seguì e i due, troppo impegnati a battibeccare, non si accorsero della sua assenza. Il mago invece mosse elegantemente la mano in aria e un grosso libro comparve sul tavolo rotondo davanti a lui aprendosi su una pagina bianca con solo qualche riga già presente sul foglio. Il moro schioccò le dita: una penna apparve ed iniziò a trascrivere le parole che Loki gli dettò.

«Dove eravamo…ah si…Molte cose sono cambiate, ma questo non ha potuto che essere un bene…
Si perché in realtà la nostra famiglia ha saputo beneficiare anche di questi cambiamenti. 
Al momento Fred e Igdard vivono su Vanaheim da tre anni ovvero da quando Smirthyn, avvertendo che la sua fine era ormai vicina, ha voluto trasmettere tutto il suo sapere a Fred ritenendolo l’unico in grado di sostituirlo momentaneamente nel gestire un’energia potente come quella che regola gli elementi.
Igdard l’ha seguito anche in questa avventura e vivono insieme e felici.
Mr.J. è invecchiato ancora, ma sta bene e spesso, come anche oggi, riceve una visita di Marcus dalla Terra.
La Fergusson&Steven è stata infine trasformata in un piccolo centro culturale di quartiere con grande gioia di Mr.J. e degli abitanti del posto.
La nostra Kate aveva accettato la borsa di studio in California, ma ha abbandonato gli studi al primo semestre decidendo a tutti gli effetti di voler iniziare il suo addestramento da valchiria e ricrearne l’Ordine con Lady Sif.
Mickey dopo il corso in ingegneria e la laurea a pieni voti ha realizzato il suo progetto di tesi. Consiste nell’incanalare la luce riflessa di Asgard e sfruttarla come energia per la Terra. Ovviamente è la RogersStarkIndustries a sostenerlo e ad averne reso possibile la realizzazione.
Oggi si è definitivamente trasferito ad Asgard e questo rende contenti tutti ed entusiasta Kate.
Tony e Steve sono rimasti sulla Terra nella loro casa fuori città, ma con un conto in banca da fin troppi zeri.
Asgard intanto prospera e i sudditi sembrano felici.  La pace regna nei Nove.
Riguardo a Thor e a me…»

«Tesoro?» chiese Thor entrando nella Sala del Trono «Non vieni? La festa è iniziata.»

«Arrivo Thor, sto solo aggiornando il Diario degli Odinson ad oggi come faccio ormai da sette anni. Volevo farlo prima della festa, ma è arrivato l’ambasciatore degli elfi e poi c’è stato il Consiglio.»

«E non puoi farlo stasera?»

«Oh, ma così non avresti niente da leggere di nascosto prima di andare a dormire come fai ogni volta che lo aggiorno.» lo riprese Loki con un sopracciglio alzato. 

A Thor sfuggì una risata.

«Beh non è una cosa privata però…»

«In realtà doveva restare segreto. Sai che è un regalo per i tuoi millecinquecento cinquant’anni. Ma tu vai a spiarlo di continuo!»

«Mm sono solo curioso.» disse il marito avvicinandosi e posandogli un bacio su una tempia «Andiamo?»

«Solo un secondo.»

Si rivolse alla penna.

«Riguardo a Thor e a me ne siamo ancora i re…»

«I migliori degli ultimi milleni.» commentò allegro Thor beccandosi un’occhiataccia da Loki «Scusa amore, continua pure.»

«E a quanto pare abbiamo la benedizione dei nostri figli per restarci per un bel po’. Anche se non so se sono disposto a sopportare questo stupido Dio del Tuono che mi ritrovo per marito per il resto della mia vita….Ecco fatto!»

«Ma Loki! Sei ingiusto»

«Che c’è? Oh, forse preferivi stupido re biondo? Posso cambiarlo amore, adesso però…» disse muovendo la mano per aria e facendo scomparire il libro «andiamo Mio Re?» chiese con un sorriso.

Thor scosse la testa, ma gli porse un braccio.
I due raggiunsero la Sala dei Banchetti dove si stava tenendo la festa per il settimo compleanno dei bambini in pieno stile dei compleanni terrestri.
Frigga si separò da Marcus e Mr.J. con i quali stava conversando e si avvicinò ai suoi figli.

«Ah eccovi! I vostri bambini e vostra figlia maggiore hanno colpito metà invitati combattendo a suon di dolcetti. Credete di poter fare i genitori adesso o pensate di darvi alla macchia ancora per un po’?»

A quella sgridata i due re arrossirono: la madre aveva sempre la capacità di far sentire loro due bambini. Stavano per giustificarsi, ma proprio in quel momento le porte della Sala si spalancarono.

«Dove sono i miei nipotini festeggiati?» gridò Tony entrando nella Sala di Banchetti con circa trenta pacchetti tra le mani e venendo subito assalito da tre bambini che gli saltarono addosso felici mentre Steve scuoteva la testa rassegnato.

«Bambini piano!» disse Frigga cercando di intervenire e facendo si che Loki e Thor se la svignassero per mettersi comodi vicino ad una colonna ed osservare la festa da lontano.

Tutti e tre jotun di nascita, ma profondamente diversi l’uno dall’altro i tre gemelli erano nati portando gioia e trambusto nella reggia di Asgard: Magni, che sarebbe diventato il signore della forza, e Modhi, futuro signore del coraggio, erano dei combattenti nati proprio come Kate e da lei avevano preso la passione per la lotta.

«Kate vero che sono più bravo io di Modhi?» chiese il castano strattonando la sorella per un braccio.

«No Magni, Kate è vero che sono più bravo io?» fece altrettanto il biondino.

«NO!»

«SI!»

«NO!»

«Bambini vi prego!» si lamentò la sorella «Siete esasperanti, non capisco proprio da chi abbiate preso. E tu Mickey vienimi ad aiutare!»

Mickey, Igdard e Fred però risero e lasciarono la ragazza in balia dei fratellini.
Vali invece salì in braccio a Steve e lo abbracciò: lei era una bambina studiosa e intelligente. Dei tre gemelli era l’unica a padroneggiare le arti magiche ed era dotata di tanto ingegno quanta era la sua bellezza. Come Loki era anche parecchio scaltra, ma la cosa che adorava di più erano gli abbracci dei suoi genitori e della sua famiglia.
Thor e Loki contemplarono per un po’ la visione della loro famiglia felice poi in tutto quel trambusto il biondo si avvicinò all’altro e gli circondò dolcemente la vita guardandolo negli occhi.

«Che c’è?» chiese Loki gentile.

«Oh nulla …pensavo solo di dirti una cosa…»

«Thor, pensieri semplici per te ricordi?» lo prese in giro Loki.

«Oh, ma lo è…»

«Allora sono curioso. Avanti di che si tratta?»

Thor lo guardò dolce. «Che ti amerò fino alle fine dell’universo e anche oltre.»

Loki gli sorrise e si strinse contro di lui. «Sai Thor? Pensiamo la stessa cosa.»

Fine 



Note:

(*)https://youtu.be/Q0LJbbA_YKY

(**)https://youtu.be/CK5MdsewTjM

Ciaooo a tutti!
Visto che c’era ancora una sorpresa, anzi una tripla sorpresa, per voi?
E lo so non si arrivava più in fondo, ma  dovevo lasciare ad un ognuno dei nostri personaggi il suo finale prima di salutarli!
Vi ho messo due link così se avrete voglia potrete immergervi un po’ nell’atmosfera dei compleanni di Kate =)
Io non riesco proprio a mollare questa coppia che adoro perciò è in cantiere la serie che vi avevo annunciato che sarà ambientata nel….medioevo!
Eh lo so, sempre più follia…
Intanto però volevo annunciarvi che ho avviato una raccolta di One-shot "
Once upon a time in Thunderfrost..." di cui già potete trovare il primo capitolo e a brevissimo spero il secondo!
È venuto il momento di ringraziare!
Grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia e soprattutto a garfield73 per aver lasciato sempre un pensiero alla fine di ogni capitolo, grazie di cuore!
Mettere la parola “fine” a questa serie non è stato facile, ma non vedo l’ora di scriverne di nuove!
Perciò è senza indugio che vi abbraccio tutti e vi saluto fino….alla prossima storia!

Isidar27

 

 





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