Someone To Stay

di clairemonchelepausini
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NOTE
 Iniziativa: Questa storia partecipa all'evento  Lock DEown a cura di We are out for prompt
★ Prompt/Traccia :   Clark/Lois. "Portami più in alto." Di Tania Desideri






 
La famigerata coppia di giornalisti del Daily Planet era in lite, stavano avvalorando uno la propria tesi cercando di far vedere il lato positivo della questione, essendo che l’ultima parola era di Clark Kent le cose non volgevano a vantaggio di Lois.
«Non ti sto chiedendo la luna» affermò infastidita la mora, avvicinandosi e sedendosi in un angolo della scrivania del compagno.
«Devo essere sincero?» domandò sarcastico, ma l’occhiataccia che lei gli lanciò valeva più di mille parole.
«Beh, quasi quasi preferirei che mi chiedessi la luna» ammise, digitando sulla tastiera e cercando di sviare il discorso e l’attenzione di Lois verso quel determinato argomento.
Clark tirò un sospiro di sollievo quando ritornò alla sua scrivania, anche se si trovava proprio di fronte alla sua.
«Non è finita qui Smallville!» esclamò Lois con voce ferma e che non ammetteva repliche, tanto che lui portò lo sguardo al cielo e fece roteare gli occhi.
 
 
La loro discussione ci sarebbe dovuta quella sera stessa, ma caso volle che ci fosse bisogno di lui per salvare il mondo. Ancora una volta La macchia salva Clark Kent, ma chi lo salverà da Lois Lane?
Si tolse la sua divisa da supereroe con incredibile velocità e salì in camera distrutto e stanco.
«Lois!» esclamò sbalordito e spalancando la bocca quando la vide quasi nuda con addosso solo la sua camicia e in ginocchio al centro del letto ad attenderlo.
«Sapevo bene che non avevi ascoltato una singola parola di ciò che ti ho detto, così ho pensato di attirare la tua attenzione in modo di lasciarmi parlare» convenne lei, sbottonando lentamente la camicia e iniziando a mostrare ancora più pelle scoperta.
«Tu lo sai vero che so fare più cose contemporaneamente ? E sai anche chi sono, non dovresti sottovalutarmi»
«Non lo faccio, ma tu lo fai sempre con me»
«Ora sei ingiusta» ammise lui, azzerando la loro distanza in un nano secondo e bloccando le sue mani prima che gli facesse perdere anche l’ultima lucidità che stava mantenendo ferrea.
Lois Lane non era una donna che si arrendeva.  E con Clark? Beh, con lui le cose non erano poi così differenti, sicuramente dopo che ha scoperto il suo segreto.
«Clark, cosa ti costa accontentarmi?» gli domandò innocentemente, con gli occhi da cucciolo bastonato e le mani che scorrevano sul suo corpo.
Alla fine aveva vinto lei.
 
 
«E questa a cosa mi serve?» corrugando le sopracciglia gli chiese quando lui gli allungava un giaccone che lei metteva quando andava sulla neve.
«Mettilo e smettila di fare il broncio» la avvertì Clark afferrandola per mano e uscendo in giardino.
Quella sera il cielo era pieno di stelle, una visione incantevole, che unita all’oscurità li avrebbe favorito, in modo da non essere riconosciuti, aiutati anche dalla scelta degli abiti neri.
Clark gli mise un braccio intorno alla vita, controllò che lei fosse ben coperta, si piegò sulle gambe e si lasciò andare. Quel balzo lo portò a chilometri da terra, iniziò a volare sempre più in alto e le bastò guardare il suo viso per vedere l’estasi manifestarsi e cancellare quella giornata di battibecchi.
«Portami più in alto. Portami più in alto» esultò Lois con occhi spalancanti, le guance lievemente arrossate e la voce carica di adrenalina e sicurezza.
Clark stavolta non se lo fece ripetere, lasciò che il braccio gli scivolasse lungo il fianco, la mano si stringesse in un pugno chiuso e la potenza di quel volo aumentasse ancora di più.
Non aveva mai portato nessuno in volo con lui e aveva sempre avuto le sue ragioni, ma quando vide l’espressione manifestarsi sul viso di Lois promise a se stesso che lo avrebbe rifatto ancora, solamente per poterla vedere felice.
«Oh mio Dio!» esclamò estasiata, continuando a guardarsi intorno e a non poter credere di star vivendo quel momento tra le stelle che la circondavano.
Per la prima volta Lois Lane era rimasta senza parole, non riusciva a descrivere quello che aveva provato alzandosi da terra o, al freddo che la colpiva e allo stesso tempo il caldo riempirle le vene.
Non riusciva ancora a spiegare quella distesa di minuscole lucciole che sembravano voler raccontare una storia e lei che per la prima volta poteva  assistere a tutto quello.
La felicità non sempre stava nei grandi gesti, ma nei piccoli gesti compiuti da grandi uomini.
 
 







 




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