Titolo:
Scommettiamo?
Autore:
Liberty89
Genere:
Introspettivo, Erotico (circa)
Rating:
Giallo
Personaggi:
Luxord, Tsunayoshi Sawada TYL (Katekyo Hitman Reborn)
Avvertimenti:
One-shot, CrossOver, Shonen-ai
Note dell’autore:
Buon giorno e buona Pasqua a tutti! Terza fic in questa categoria per
una challenge che ho reinventato su facebook, la #SixFanfiction,
convertendo quella sulle fanart per i disegnatori: ho chiesto di
assegnarmi sei personaggi/ship su cui avrei scritto una breve
fanfiction. In questo caso, mi era stata chiesta una fic su Luxord
accoppiato con un personaggio a mia scelta di qualsiasi altro fandom.
Questo è il risultato xD Spero che vi piaccia! Buona lettura!
Disclaimer: i personaggi di questa
fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo
di lucro.
Scommettiamo?
Che a Luxord piacesse il gioco d’azzardo era un eufemismo.
Gli piaceva pensare che la vita stessa non fosse altro che una grande
roulette, la ruota girava come le pareva e nessuno poteva uscire da
quella logica. Eppure, un giorno, lo Sfidante del Destino
incontrò qualcuno che aveva vinto contro la dea bendata, che
aveva fatto vacillare tutta la sua stessa (non)esistenza.
Xemnas lo aveva mandato su un mondo tranquillo e noioso
perché a detta sua lì c’era un cuore su
cui far leva per ottenere un buon Nessuno. Aveva fatto qualche indagine
e pareva che tutto lì fosse controllato da una Famiglia
mafiosa, i Vongola, che il casinò della città
principale fosse di loro proprietà e che il Decimo Boss
avesse l’abitudine di andarci di tanto in tanto per
rilassarsi un po’ con una semplice partita a poker. Gli ci
era voluto un mese abbondante, ma alla fine era riuscito a farsi
assumere come croupier e tutti sembravano soddisfatti del suo lavoro:
aveva il carisma giusto per gestire le partite, il fascino per attirare
le signore e abbastanza ghiaccio negli occhi per far desistere i
signori dallo scatenare drammi e liti.
Non ci vollero che due sere perché il capo dei Vongola in
persona si presentasse al suo tavolo. Salutò tutti con un
sorriso gentile, lui compreso, e si sedette al centro del lato dei
giocatori, alla sua destra un altro giovane uomo dai capelli argentei
in giacca e cravatta. Luxord ricambiò il saluto e
mescolò le carte, aveva capito che nessun’altro
avrebbe osato prender posto accanto al mafioso più
importante del circondario, anche se a guardarlo sembrava un ragazzo
qualunque: occhi grandi e marroni, capelli castani, un viso
così acqua e sapone da poter essere paragonato solo a quel
tonto del custode del keyblade. Come detto, sembrava un ragazzo
ordinario appena uscito dalle scuole superiori. Al contrario, il
ragazzo che gli stava accanto sembrava pronto a staccargli la testa al
primo passo falso. Oh beh, era curioso. Tanto valeva andare avanti con
lo show.
“Buona sera signori.” Esordì.
“Il mio nome è Luca, sarò il vostro
avversario per questa sera. Spero di farvi divertire e che la sorte vi
arrida.”
Dopo aver distribuito le carte e risollevato lo sguardo su quello del
Boss mafioso, Luxord ebbe l’impressione di trovarsi di fronte
a una persona completamente diversa. Gli occhi del ragazzo erano
cambiati, non capiva in cosa esattamente, ma li vedeva più
attenti, scrutatori. Si sentì spogliato da quello sguardo.
Possibile che avesse notato la mancanza del suo cuore? Che avesse un
simile potere? E a proposito di cuore… da dove usciva
quello? Xemnas aveva parlato di un cuore “in
fiamme”, ma non aveva davvero capito il senso delle sue
parole, ora però lo aveva capito fin troppo bene. Il cuore
di quel ragazzo sembrava bruciare di una fiamma arancione, vivace e
scoppiettante, ed era così puro da far spavento,
paragonabile solo al cuore di una principessa. Luxord ebbe qualche
dubbio sul fatto che ci si potesse ricavare un Heartless, figurarsi un
Nessuno.
Il Decimo Boss non gli diede un’occhiata in più e
guardò le proprie carte quasi con noia, decidendo di
cambiarne due dopo pochi attimi.
“Allora, Luca.” Disse il Boss, appoggiando le carte
sul tavolo senza guardare nemmeno quelle che aveva ricevuto in cambio
di quelle scartate. “Non ti ho mai visto da queste parti, da
dove vieni?”
Luxord sentì il cravattino troppo stretto
all’improvviso. “Vengo dal nord del Paese, ma ho
viaggiato in lungo e in largo senza fermarmi mai davvero.”
“Mh, ma pensa.” Rispose l’altro con fare
mellifluo, posando il viso sul palmo di una mano e accavallando le
gambe. “E come mai ti sei fermato proprio qui? Questa
città non ha molto da offrire agli spiriti liberi come
te.”
Cambiò tre carte. “Mi è sempre piaciuto
il gioco d’azzardo, questa città mi ispirava
abbastanza da fare una puntata.”
“Una bella donna?”
Il Nessuno rise. “No, signore, non c’è
nessuna donna.”
“Forse un uomo? Sei di bell’aspetto, mi sembra
strano che tu sia ancora single.” In quel momento una
dipendente del locale portò da bere al Decimo Boss un
semplice bicchiere d’acqua, in cambio ricevette un sorriso
così accattivante che la poveretta se ne andò
tutta rossa in viso. “E ti prego, chiamami Tsunayoshi e dammi
tranquillamente del tu.”
“D’accordo, Tsunayoshi.” Disse,
attirandosi un’occhiataccia dall’altro mafioso.
“Sei un tipo curioso, eh? Sono ancora single, ma è
colpa mia, non mi sono mai voluto legare a nessuno. Uomo o donna che
fosse, solo avventure di una notte.”
“È un peccato.” Commentò
Tsunayoshi, spingendo in avanti una puntata sostanziosa, mentre con
l’altra mano giocava con il collo del calice da acqua in
maniera abbastanza equivoca. E Luxord era certo che lo stesse facendo
apposta.
Deglutì. Non si aspettava delle avances dal suo obiettivo.
Forse il Boss dei Vongola era il tipo d’uomo abituato a
prendere ciò che voleva, che si trattasse di oggetti o
persone? Non gli sarebbe dispiaciuta una sessione privata, era un
ragazzo piacente e che sembrava promettere grandi cose sotto le
lenzuola, ma aveva altri piani.
Solo allora si accorse che il suo giocatore non aveva ancora guardato
le carte nuove e che aveva fatto una puntata alla cieca. Un altro
sfidante del destino, quindi. Non si sarebbe tirato indietro.
“Rilancio.” Dichiarò, spingendo avanti
la propria puntata a cui Tsunayoshi rispose senza battere ciglio.
“E tu cosa mi racconti? C’è una signora
Boss?” Quella domanda gli valse un’altra
occhiataccia e un ringhio dalla guardia del corpo del Don, che rise
piano.
“Calmati, Hayato. Questo croupier mi sta facendo divertire
molto, lascialo fare.”
“Come vuole, Decimo.” Con quelle parole, Hayato
mise le mani in tasca e tornò al suo ruolo di guardia
silenziosa.
Tsunayoshi si allentò la cravatta e slacciò il
primo bottone della camicia, esponendo parte del collo.
“Perdonalo, è molto protettivo nei miei confronti.
E per rispondere alla tua domanda, no. Non c’è una
signora Boss.”
“Ancora nessuna proposta di matrimonio per il Decimo Vongola?
Mi pare strano.” Rifletté Luxord ad alta voce,
guardando con soddisfazione il proprio full. Non c’era modo
che il suo avversario potesse avere una mano migliore senza nemmeno
aver guardato le carte al cambio.
“Oh, le proposte non sono mancate. Ne ho rifiutata una
proprio ieri, Don Corallo ci è rimasto male, ma che posso
farci?”
Nel frattempo, Tsunayoshi aveva sistemato le carte davanti a
sé in maniera ordinata, tutte e cinque equidistanti, per poi
tornare a giocare lascivamente con il bicchiere d’acqua.
Senza accorgersene, Luxord si rimaneggiò il cravattino.
“Voglio fare una scommessa con te, Luca.”
Calcò apposta sul nome. Ops, forse era stato scoperto.
“Se vinci tu, ti darò quello che sei venuto a
cercare, che siano soldi, la mia vita o perché no,
l’avventura di una notte se ti fa piacere.”
“E se vinci tu, Tsunayoshi?” Replicò il
Nessuno, sistemando le carte alla stessa maniera.
“Se vinco io, mi spiegherai cos’è venuto
a fare nella mia città un uomo che non esiste e da
dove viene esattamente. E poi chissà, magari anche
quell’avventura di una notte non sarebbe male.”
“Decimo!”
Luxord si fece perplesso. Possibile che la guardia del corpo si fosse
scandalizzata solamente per la proposta di una scopata e non
perché il suo capo aveva appena messo in palio la propria
vita? Come poteva essere così sicuro di vincere? Non poteva
aver barato, se ne sarebbe accorto. Che avesse qualche potere nascosto
che gli consentisse di leggere la mente? Non poteva essere davvero
così fortunato quel ragazzo.
“Come hai scoperto che non sono… di queste
parti?”
Il ragazzo gli lanciò un sorriso ambiguo e soddisfatto.
“Sono il Decimo Boss della Famiglia Vongola, nulla sfugge al
mio controllo, nemmeno i sassolini che finiscono sotto il mio
zerbino.”
Con un sospiro rassegnato, Luxord chiuse gli occhi e valutò
come muoversi. Aveva già capito che quel cuore non avrebbe
fatto al caso loro, quindi vincere la partita non sarebbe servito a
niente, se non causare un pandemonio -poteva svignarsela con un varco
oscuro, certo, ma l’idea gli dava quasi fastidio,
perché in fondo, si stava divertendo. Quindi, forse, dare a
prescindere la vittoria a Tsunayoshi non sembrava così
sbagliato.
Alzò le mani davanti a sé, convinto.
“Mi arrendo.”
“E tu cosa mi dici Luxord? Quel mondo può tornarci
utile?” Domandò Xemnas al numero X, tutto preso
dallo sfogliare le proprie carte come di consueto.
“No, quel mondo non ci serve. Il cuore che mi hai mandato a
cercare è troppo puro per generare un Heartless e il suo
proprietario è talmente testardo che ci ritroveremmo un
rivoltoso se ne uscisse un Nessuno.” Spiegò lui.
“La tua missione sembra che sia stata un flop.”
Intervenne Larxene, seduta sul suo trono con fare annoiato.
“Eppure tu sembri soddisfatto lo stesso, come mai? Hai
trovato una donna che ti ha sopportato?”
“Oh, ho solo giocato una bella partita a poker. Nulla di
più, davvero.”
C’era solo quell’asso di cuori sul fondo della sua
tasca a poterlo tradire, ma nessuno sarebbe andato a frugare nel suo
bucato.
|