Fuori dall'hype

di _Niente_Paura_
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Prompt : Stringere
Personaggio : Sanji


Accese l'accendino che stringeva tra le mani, trasse un profondo respiro ed ispirò il denso fumo della sigaretta. La stringeva tra le labbra soffici e vellutate, mentre la mano sinistra s'accinse a prenderla delicatamente, stringendola con indice e medio.
Il mare aveva assunto una tinta aranciata, così come il cielo, il quale presentava una chiazza rossastra al centro che andava affondando all'orizzonte.
Trasse un altro profondo sospiro, quasi di sollievo a questo giro. Si guardò intorno, passando la destra tra i biondi capelli arruffati. Era seduto al fianco di un'enorme impronta d'orso, proprio in quel punto era atterrato ed aveva firmato la sua condanna.
-Sanji-kun!- Sentì in lontananza. Bastò solo quella frase per fargli uscire entrambi gli occhi, perfino quello celato dal ciuffo, fuori dalle orbite. Il respiro dell'uomo era affaticato, si portò una mano al cuore, mentre il viso trasudava di un sudore freddo.
-Sanji-kun! Suvvia, fatti stringere da noi! Fatti avanti.- A quelle altre parole, il giovane parve quasi soffocare per il terrore e il disgusto.


Fredde mani che percorrono il mio corpo ardente di passione, per voi due, mie adorate Robin-chan e Nami-san.


Cercò d'alzarsi, questo era visibilmente scosso. Le gambe tremanti, gli occhi sbarrati dal terrore, era palese che quell'inferno lo stava consumando lentamente.


Le loro braccia, mi è bastata solo una volta per capire come queste erano gli strumenti del demonio. Loro non sono donne, sono qualcosa di veramente aberrante. Sono la distorsione e la corruzione delle magnifiche creature chiamate da noi mortali 'donne'.


Fece un passo, poi un altro ancora. La fatica gli appesantiva l'intero corpo, rendendo ogni suo passo un martorio sfiancante. Cercò di sbirciare nascondendosi dietro una palma, e lì vide in faccia qualcosa che era peggio della Gorgone in carne ed ossa. Impallidì e si paralizzò, restando ad osservare due esseri deformi che si aggiravano per la spiaggia.
-Sanji-kun!- Urlò una chioma bionda spumeggiante, ricci dorati che si muovevano a causa del movimento prodotto dal possessore della chioma.
-Sanji-kun!- urlò nuovamente la chioma, questa aveva una dolce voce suadente. Era paragonabile ad una dolce melodia nostalgica, cantata da una madre al proprio bambino.
Fu allora che Sanji venne allo scoperto. Si diresse verso quella lunga chioma setosa, brillante quasi avesse luce propria.
-Dolce donzella, perchè mi cerchi?- Chiese l'uomo con gli occhi a forma di cuore, il petto colmo di gioia e le braccia aperte.
Il possessore della chioma portò una mano sul mento e rise, ma non si voltò. A quel punto l'uomo decise di porle una mano sulla spalla con molta dolcezza.
-Cosa c'è? Non sarai mica timida?- L'altra rise ancor di più, ma s'intendeva tra le righe come il tono cambiasse gradualmente e sembrasse abbassarsi.
-Se mai eri tu quello timido.- Rispose poi voltandosi e cercando di stringere l'uomo.
Sanji si paralizzò ancora una volta inorridito dalla scena di un uomo con tanto di barba, ma travestito da donna, lo stesse per stingere fra le sue braccia vigorose e villose.


Povero me, che ne sarà del mio corpo? Sento già il mio cuore rallentare, sto per esalare i miei ultimi respiri, lontano dalle mie amate signore, lontano da ogni donna di questo mondo.
Basta, mi arrendo. Mi arrendo a queste forti braccia, mi arrendo a questa letale presa. Ho visto troppo per poter continuare a vivere. Non riuscire mai a rivedere in faccia una donna in vita mia, altrimenti … LORO! Comparirebbero. Sì, proprio così, la loro memoria dovrà morire insieme a me. Che nessun altro uomo soffra più per mano di queste dannate corruzioni del maligno.
Addio.


Così si lasciò andare, sciogliendosi dalle braccia dell'otama. Sembrò quasi scivolar via dolcemente, mentre la sua anima e la sua innocenza scompariva per sempre dal suo volto oltraggiato da cotanta bruttezza.




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