Tutto bene!
Tutto
bene?
Porgere volantini può essere
spiacevole, a volte, anche se è per una buona causa.
Nonostante ciò, Aurora è
motivata. Ferma accanto ai carrelli dove andranno raccolte le eventuali
donazioni, accoglie i clienti del supermercato con un sorriso nascosto dalla
mascherina e un pezzo di carta. «Buongiorno» mormora, e alcuni rispondono –
altri no.
La maggior parte delle
persone l’accetta senza porre domande: lo poggiano nel carrello, alcuni lo
infilano in tasca, Aurora resta con il dubbio che abbiano compreso di che si
tratti. Altri fanno domande, e lei è lieta di rispondere. Se ripensa alla prima
volta che ha partecipato a una Colletta Alimentare… assegnata ai volantini
proprio perché giovane e inesperta, mal sopportava quel ruolo! Non sapeva cosa
dire, sperava nel silenzio. Oggi è completamente diverso. Ha varie collette
alle spalle, ha partecipato attivamente alla preparazione e distribuzione dei
pacchi. Sa davvero come funziona, ora, non perché gliel’abbia spiegato
qualcuno ma perché l’ha vissuto in prima persona. È da sola all’ingresso del
supermercato, ma sa ciò che fa e – nonostante il “timore” del rifiuto sia sempre
sgradevole – si sente determinata.
Porge un volantino, poi un altro
– una signora le viene incontro radiosa, si intuisce nonostante abbia la metà inferiore
del volto coperta. Il sorriso traspare dagli occhi e da ogni suo minimo gesto, è
contagioso. Aurora saluta, separa un nuovo foglio e si prepara a darlo.
La signora annuisce,
leggendo. «Sì, volevo partecipare! Cosa serve?»
«Quello che vuole, signora –
stiamo dando la precedenza ai prodotti per l’infanzia ma davvero va bene
tutto».
«Perfetto».
Altre persone vengono e
vanno, i carrelli iniziano a riempirsi. Smista la pasta in uno scatolone, i
biscotti in un altro, per cominciare.
Nella tasca il cellulare
vibra, ma tra lo sfilarsi i guanti e il resto non vale la pena di prenderlo per
controllare quel che quasi sicuramente non è un messaggio importante. Annota
mentalmente di verificare più tardi, magari mentre aggiorna il pastore
sulla situazione.
Uno dei dipendenti che
controllano i clienti che entrano e escono le passa accanto, diretto all’interno,
e le chiede se vuole un caffè. Nega, ringraziandolo. «Sicura?», insiste l’uomo.
Conferma, vagamente dispiaciuta – non le piace il caffè, soprattutto non le va
a stomaco vuoto, ma apprezza molto il pensiero.
La signora radiosa riappare,
ben carica – le lascia due buste piene di generi vari. Aurora non sa che dire,
se non «grazie», come fa con tutti – la carità non è mai dovuta ed è
felice per ogni singolo dono, grata perfino anche se niente di tutto ciò che riceve
è per lei, ma vedere tanta generosità spontanea la fa quasi commuovere. «Buona
giornata!» augura con particolare entusiasmo.
La signora sorride ancora e
ricambia il saluto.
Tra la distribuzione dei
volantini e lo smistamento dei prodotti ricevuti, la mattinata vola. Non è
stanca, ma inizia ad avere un po’ fame.
Sorride vedendo un bambino recuperare
il volantino poggiato nel carrello dal padre per poi leggerlo. Sorride perché è
bello che i più piccoli imparino la solidarietà, è bello se anche grazie a loro
i genitori si fanno un po’ più coinvolti. Quando non molto tempo dopo il
bambino torna da lei con un pacco di biscotti e una confezione di tonno, Aurora
sorride ancora di più.
Le scatole si riempiono
molto più rapidamente di quanto avessero previsto, così a metà mattinata manda
un messaggio che è più una richiesta di soccorso e viene organizzato un prelievo
parziale; il volontario che se ne occupa le lascia dei nuovi contenitori.
Aurora non sapeva cosa avrebbe
trovato, dando la propria disponibilità. Non sapeva se a venirle incontro
sarebbero stati clienti pieni di negatività e ansie, non si era nemmeno fermata
realmente a pensarci – eppure, quando il turno si avvia alla conclusione si
trova a pensare che non si aspettava tanto. Ha ricevuto vari sorrisi, nella
giornata, e molte persone contente di poter dare una mano. Ha sentito una
signora “sostituirla” nello spiegare alla madre il funzionamento dell’iniziativa,
in un modo informale che lei non avrebbe usato ma che la colpisce con la sua
bella verità: «uno mette una cosa, uno un’altra e così si aiuta chi è in
difficoltà». Ha ringraziato molti e le si è scaldato il cuore sentendosi
rispondere «grazie a voi per ciò che fate».
Sembrava che un periodo
difficile dovesse precipitare tutto nel buio, ma dopo giorni di confinamento
non è questo che ha trovato uscendo. L’ha sorpresa molta luce, invece.
Toglie la maglia dell’associazione
e si allontana – ricevuto il cambio, conclude il turno. Torna alla macchina,
portandosi una bella esperienza e la rafforzata consapevolezza che ritrova
anche nello striscione arcobaleno che qualcuno ha appeso nel parcheggio del
supermercato. “Andrà tutto bene”, recita – vuote parole per qualcuno, ora
più che mai certezza per Aurora.
Nel buio della notte
brillano le stelle.
NdA
Ciao a tutti voi giunti fino
a qui! Grazie per aver letto ❤︎
Mi piace il numero 5 e mi
piace questa OS, non penso ci sia molto altro da dire sulla situazione corrente
(non da me). Penso perciò di finire qui la raccolta – dato che la quarantena è
ben lungi dal finire, tuttavia, non escludo di poter tornare con capitoli bonus
più in là. Chissà. Al momento, comunque, la considero conclusa.
Spero che le mie parole
abbiano potuto trasmettervi un po’ di speranza, o comunque avervi confortato un
po’ in una situazione che, ne sono consapevole, per alcuni è ben più complicata
o pesante di quanto non sia per me. Naturalmente anch’io ho delle “scomodità” e
naturalmente non ho tutto rose e fiori, ma nel complesso mi considero
decisamente fortunata. Se siete in difficoltà, vi mando un forte abbraccio e mi
auguro che possiate trovare aiuto. Le altre storie della raccolta sono
fittizie, quale più quale meno, ma questa OS è quasi completamente
autobiografica. Questo per dire che c’è davvero chi in tutto ciò si sta
impegnando per dare una mano agli altri. State attenti (e a casa), un abbraccio
forte a tutti! Alla prossima,
Mari
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