penso
Mi giro nel letto.
Sposto il cuscino.
Mi petto su un fianco e
poi su un altro.
Apro gli occhi di scatto
e sospiro.
Allungo la mano, distrattamente, per prendere il telefono appoggiato sul comodino.
La luce accecante dello schermo mi fa socchiudere gli occhi.
Le tre del mattino.
Una smorfia contrariata
compare sul mio viso.
Non riesco a dormire, ho
la testa invasa da pensieri.
Inizio a guardare la
galleria.
Foto dopo foto sento il cuore stringersi e il petto farsi pesante.
Pessima idea.
La maggioranza delle
foto sono le nostre, le tue.
Un piccolo sorriso
compare sulle mie labbra.
Questa foto te l'ho
scattata di nascosto, mentre giravi per casa con i miei pantaloncini estivi e
ti divertivi a fare espressioni buffe.
Mi ricordo ancora le
risate che mi piegavano in due, eri così ridicolo coi miei vestiti addosso...
Ma a me piacevi da
morire.
Questa, invece, risale
alla nostra prima uscita al mare.
Mi soffermo sul mio
sorriso e non posso fare a meno di pensare a quanto fossi felice.
Di quanto fossimo felici.
E questa?
Penso che fossimo a
Premilcuore.
La guardo e trattengo il
respiro.
Quante risate quel
giorno.
Non mi ricordo come fossimo arrivati in quel luogo, immerso nella natura, bellissimo.
Ma se chiudo gli occhi
mi ricordo ancora il sapore del cibo di quel ristorante che hai scoperto per
caso, chiaccherando con la signora del rifugio.
Hai sempre avuto il
vizio di parlare con tutti, di dare loro quella confidenza tipica dei vecchi
amici.
Non ho ancora capito se
la cosa mi piaccia o meno.
Continuo a scorrere le
foto, una dopo l'altra, velocemente.
Non mi soffermo più a
guardarle e non so più perchè lo stia facendo.
Non so neanche che cosa
stia cercando.
Forse niente.
Forse ho solo bisogno di annegare nei ricordi.Lancio di mala grazia il
telefono sul letto, non curante di metterlo in carica.
Mi passano davanti agli
occhi mille aneddoti e mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto.
Come abbiamo fatto a
perdere di vista quella felicità?
Cos'è cambiato?
Adesso che ci siamo
lasciati passo il tempo a pensare, a riflettere sui nostri errori.
Ce ne sono stati tanti,
più o meno gravi.
Questo non lo possiamo
negare.
Anche se negli ultimi
mesi ti ho odiato, non posso fare a meno di pensare a tutto ciò che abbiamo
vissuto assieme in questi due anni.
Mi hai rinsegnato a
vivere.
Dopo l'abbandono da
parte di mia madre, ero vuota.
Triste.
Ero diventata un'automa,
vivevo e svolgevo le mansioni che dovevo fare.
Facevo quello che gli
altri si aspettavano da me.
Chi lo avrebbe mai detto
che durante quella serata in discoteca, improvvisata, avessi avuto modo di
scoprirti.
Scoprirti, non
conoscerti.
Perchè sapevo benissimo
chi fossi e non ti sopportavo.
Invece, da quella sera
mi sei apparso più umano, meno indifferente.
Mi passo una mano sul volto.
La stanchezza si sta
facendo sentire.
Gli occhi pizzicano.Accarezzo il cuscino,
sul quale ho affondato la testa.
Per quasi due anni hai
dormito te in questo lato del letto.
E io come ogni volta che
tu non c'eri, ti ho fregato il posto.
Lo sto facendo anche adesso.
Chissà cosa sto
cercando.
Sento le palpebre farsi
sempre più pesanti.
Chiudo gli ho occhi.
Una lacrima scorre silenziosa sulla mia guancia.Domani è un altro giorno
in cui io fingerò che vada tutto bene, che non mi manchi.
Nonostante sia doloroso
è la scelta giusta.
Lo so, lo spero.
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