Sconfitta al sapore di chewing gum
Sconfitta
al gusto
di chewing gum
Febbraio 1989
Se si vive
sull’oceano – in un villaggio irlandese di
pescatori, per di più –, inevitabilmente
prima o poi si verrà svegliati nel cuore della notte per
essere trascinati al
porto durante una bufera. E una volta lì, con il vento e la
pioggia a
schiaffeggiare il viso, si apprenderà come riconoscere i
diversi tipi di
tempesta, come timonare una barca nel mezzo di una, e quali incantesimi
usare
per ritornare a casa in condizioni quanto meno accettabili, prima che
siano altri
a finire il lavoro – mogli e madri, per esempio, o vecchi zii
scorbutici.
Ryan Sheridan, chiuso
nello stretto cubicolo delle docce dello spogliatoio Grifondoro,
l’acqua che gli
scroscia allegramente sul viso, ripensa alla propria notte
d’iniziazione che, dodici
anni prima, ha trascorso col padre su una banchina, avvolto in quattro
vecchi
maglioni sformati per provare inutilmente a ripararsi dal freddo.
Ci sono diversi tipi
di tempeste, ha imparato: quelle che si possono avvertire nell’aria
fin dal mattino –
odore pungente che sale dal mare e umidità opprimente
–, quelle improvvise e
inaspettate che stravolgono le giornate più terse
– le peggiori, perché ti
colgono alla sprovvista quando ormai hai già gettato le reti
al largo –, e poi
quelle che porta l'amore: “Ti assicuro, figliolo,
che a volte è ben più facile capire l'Atlantico
piuttosto che il cuore…”
Quella che lo
attende oltre la quiete delle docce è una tempesta
appartenente alla seconda
categoria, ne è certo: mai si sarebbe aspettato di doverne
affrontare
una a Hogwarts, e vorrebbe davvero poterla evitare con la stessa
agilità con
cui schiva Bolidi avversari sul campo da Quidditch. Apre ancora di
più il getto
dell’acqua calda, lasciando che i rivoli gli solletichino la
pelle e tappino le
orecchie, trascinandolo in un universo liquido e gorgogliante, lontano
mille
miglia dalla tempesta al di là della vetrata. Seconda
categoria, sicuramente
stabilisce tra sé e sé, mentre si crogiola nella
pace ovattata del piccolo vano
che occupa da una ventina buona di minuti. Vi si è rifugiato
non appena è
terminata la partita contro Tassorosso e non ha alcuna intenzione di
abbandonarlo troppo presto, nonostante immagini già la voce
severa della McGranitt
rimproverarlo per lo spreco d’acqua calda. Poco male,
preferisce affrontare un
suo rimbrotto piuttosto che la bufera scatenatasi poco prima.
Si massaggia le
tempie, cercando di allontanarne il ricordo, e si premura di esporsi
meglio al
getto perché lo colpisca in pieno viso, silenziando il rombo
di tuoni e fulmini
che si insinua subdolo anche attraverso la porta della zona docce.
I rumori provenienti
dal vano affianco e il pigro sciabattare di Matthew Wilkinson, suo
compagno di
squadra e Battitore, gli ricordano che, però, non
può rintanarsi lì in eterno.
Così Ryan sfrega riluttante gli occhi e si decide a chiudere
il rubinetto, per
poi allungare un braccio e cercare a tentoni, tra il vapore e la
condensa, l’asciugamano
che si assicura in vita. Avanzando rassegnato nella fitta nebbia, i
capelli
gocciolanti che gli solleticano la nuca – deve assolutamente
tagliarli al più
presto, possibilmente senza l’aiuto di quel demente di suo
cugino che glieli ha
bruciati l’ultima volta –, inspira a fondo prima di
abbandonare la stanza e
gettarsi nel mezzo dell’inevitabile tempesta che ancora
infuria fuori.
“Deve
essere fallo, il regolamento non può assolutamente tollerare
un simile
comportamento!”
La
voce
insolitamente acuta di Charlie Weasley lo accoglie in tutta la sua
rabbiosa
indignazione, segno che l’ultima mezz’ora non ha
avuto alcun effetto sedativo
sul Capitano e il resto della squadra.
Seconda
categoria, senza alcun dubbio si ritrova a
decretare con convinzione Ryan, sfilando tra i compagni e cercando
di tenersi il più lontano possibile dalle ire funeste di
Weasley
Numero Due: nessuno
si sarebbe mai potuto immaginare che l’infallibile Cercatore
e
Capitano di
Grifondoro sarebbe stato battuto da una ragazzina del quinto anno di
Tassorosso,
per di più al proprio debutto sul campo. E, a essere onesti,
nemmeno ipotizzare
una simile reazione all’accaduto da parte
dell’affabile
Charlie. Stizza sicuro,
irritazione senza alcun dubbio, frustrazione anche – sono
tutte
emozioni che Ryan ha provato a propria volta –, ma
non certo
una bufera di simili proporzioni e durata,
debitamente fomentata dal resto della squadra, esclusi Ryan e Matthew
che se ne
sono subito chiamati fuori.
Invece eccolo lì, il
Cercatore Grifondoro, rosso come i propri capelli mentre macina passi
su passi
nel percorrere febbrilmente lo spogliatoio da un capo
all’altro. Nel frattempo
il resto della squadra continua a inveire contro quella
dannatissima megera
dei Tassi che, per le mutande di Merlino, Morgana e
Silente, gli ha
soffiato il Boccino d’Oro proprio sotto il naso. La sua
primissima e disastrosa
sconfitta nella carriera da Capitano.
“Madama
Bumb avrà letto male o scordato qualche eccezione, non
può certo essere una
vittoria regolare!” inveisce
Meredith Smith, secondo Battitore della squadra.
“Un’azione
sleale, sicuro! Ma
non preoccuparti, Charlie, nessuno incolpa te,” interviene
conciliante Wendy
Moore, Cacciatrice del sesto anno, facendo correre un brivido lungo la
schiena
di Ryan: è ben risaputo che Wendy parli sempre a sproposito
quando si tratta di
Weasley. Infatti la ragazza soggiunge: “Però
provare a contestare la
legittimità della vittoria è ormai una partita
persa.”
A quelle parole
l’intera squadra si volta seccata verso la ragazza, che si
avvede in ritardo
della pessima scelta lessicale, mentre Charlie assottiglia furibondo
gli occhi
chiari e riprende la propria invettiva:
“Legittimità! Ma certo, come no!”
“Io volevo dire…”
“Legittimità, bah!”
prosegue Charlie, sordo ai tentativi della ragazza.
“È solo una partita
su quattro: Serpeverde può ancora battere Tassorosso e noi
vincere contro
Corvonero,” tenta invano Matthew, cercando di calmare gli
animi.
Ryan si accoda
all’amico annuendo convinto, intenzionato ad arginare il
prima possibile il
fiume in piena in cui si è trasformato Charlie. E dire che,
in genere, sono
soliti prenderlo in giro per essere il Capitano più
silenzioso dell’intera
Hogwarts, per le sue concise istruzioni e la pragmatica flemma con cui
affronta
ogni partita e allenamento. Nonché ritenerlo il miglior
Cercatore degli ultimi
anni, tanto che un futuro da professionista pare assai plausibile. La
tempesta
che ha scatenato, ben spalleggiato dagli altri, non è stata
etichettata come di
secondo tipo a caso.
“Non osare nemmeno
dirlo, Wilkinson: porta sfortuna!” ammonisce subito Charlie,
puntandogli
minaccioso un dito contro. “E anche tu, Sheridan!”
Ryan alza esasperato
gli occhi al cielo, mentre si indirizza la bacchetta verso il corpo per
asciugarsi rapidamente: può comprendere tutto, ma la
scaramanzia gli pare
davvero un po’ troppo. Non vuole nemmeno immaginarsi
l’eventualità di Weasley Numero
Due divenuto improvvisamente superstizioso: ricorda fin troppo bene gli
assurdi
rituali a cui li sottoponeva il precedente Capitano, e non ha alcuna
intenzione
di ripeterli. Di strani intrugli trangugiati prima di ogni partita
– “Ho
letto su una rivista che succo di zucca e ali di pipistrello rendono
più veloci
sulla scopa!” –, discutibili talismani
portati sotto la divisa e calzettoni
mai lavati, ne ha avuto a sufficienza per una vita intera. E dire che
è
irlandese, damnú air,
avrebbe dovuto essere lui quello fissato con certe
stravaganze, non certo
loro!
“Forse non vi è ancora
chiaro, ma abbiamo perso una partita per colpa di
quell’imbrogliona della nuova
Cercatrice di Tassorosso! E voi continuate a parlare di
legittimità e animo in
pace dopo una simile ingiustizia...”
“Prima che tu
entrassi in squadra eravamo soliti venire umiliati ogni volta,
Weasley,” gli fa
notare Ryan, infilandosi la maglia pulita ben deciso ad allontanarsi
dal campo
al più presto: ormai è chiaro che il Capitano non
ha alcuna intenzione di
calmarsi, e i tentativi suoi e di Matthew sono divenuti inutili.
“Prima era prima!”
replica ancora Charlie, torturandosi il codino stretto in cui raccoglie
i
lunghi capelli rossi.
“Possibile che siate
tanto lenti da non capire, voi due?” rincara Meredith rivolta
verso Ryan e
Matthew. “Non abbiamo perso, siamo stati imbrogliati!”
“Verissimo!” si
accoda infervorato il piccolo Baston, Portiere del secondo anno che
come sempre
è il più accanito della squadra quando si tratta
di vincere. “Non vale cambiare
colore dei capelli: si distrae l’avversario!”
Sarà che detesta
vedere minata la propria tranquillità – ovviamente
tiene al Campionato, però si
tratta di una partita –,
sarà che lui e Matthew, essendo i più
anziani, hanno conosciuto disfatte ben peggiori, sarà che
ormai Madama Bumb ha
decretato la validità dell’azione, ma sicuramente
Ryan non ne può più di quelle
continue lamentele.
Quello che sfugge al
giovane Sheridan è la reale motivazione dietro la rabbia di
Charlie. Se
ciascun Weasley ha un punto di forza – Bill è il
maggiore, arrivato prima di tutti a
tagliare qualsiasi traguardo e nominato Caposcuola, Percy è
il piccolo studioso
di famiglia con i voti migliori, sicuramente futuro Caposcuola a
sua volta,
i gemelli hanno la loro inventiva e gli scherzi –, quello di
Charlie è
la propria abilità da Cercatore. L’intera Casa di
Grifondoro, poi, conta su di
lui per sollevare la Coppa anche quest’anno, prima fra tutti
la McGranitt. Non
si è mai fatto condizionare dalle aspettative e pressioni
altrui, però ha
sempre e comunque cercato di dare il meglio di sé. Invece
ora ha fallito per un
errore tanto sciocco e patetico da risultare intollerabile: distratto
da una
ragazzina che sa cambiare a piacimento i propri
connotati.
Deve esserci una
falla nel regolamento, non può essere seriamente accettata
una simile eventualità:
insomma, cosa poteva saperne delle discutibili abilità
della Tassorosso?
E come poteva evitare la propria disfatta?
“È stato un
imbroglio, vi dico: il Boccino era in mezzo a noi e lo stavo per
afferrare,
quando all’improvviso quell’impostora si
è fatta venire i capelli verdi,
azzurri e poi rossi, e il naso da maiale,” continua Charlie,
senza mai
interrompere la propria camminata infervorata.
“Sicuramente tu hai
fatto del tuo meglio, lo sappiamo, Charlie…” tenta
ancora Wendy con un sorriso,
senza però essere degnata di particolare attenzione.
“Come se
quell’orrendo rosa chewing gum non fosse più che
sufficiente per accecare
chiunque!” prosegue infatti il Capitano, come se non
l’avesse sentita.
“Dobbiamo farci
valere e rivendicare la possibilità di rigiocare la partita
senza falli, non
certo arrenderci così!” interviene ancora Baston,
infervorato.
“Madama Bumb ha già
confermato che nulla vieta a un Metamorfomagus di cambiare aspetto
durante una
partita. Ovviamente siamo dispiaciuti, ma non serve a nulla cercare di
affogarsi nelle docce per ogni partita persa.”
“Vacci piano,”
sibila Ryan a Matthew, infilandosi i calzini senza nemmeno voltarli dal
lato
corretto, pur di fare in fretta, “altrimenti ci processeranno
per
ammutinamento. Baston di sicuro…”
“E poi, sul serio:
capelli rossi e quel naso? Oltre al danno dovevo subire anche la
beffa...”
“Inaccettabile,
davvero.”
“Quel che ti brucia,
in realtà, è essere stato battuto da una
ragazza,” ribatte Sophie Wilson, la
terza Cacciatrice rimasta fino a quel momento in mesto silenzio,
occupata a
districare la fasciatura con cui è solita proteggersi le
mani. La ragazza,
l’anno precedente, è stata scartata per il ruolo
di Capitano e pare non aver
mai accettato la scelta, come si premura spesso di rimarcare.
“Infatti!” ribatte allora Wendy, offesa
dallo scarso interesse mostrato nei propri confronti,
“Strepitoso…”
rantola Ryan a mezza voce davanti all’improvviso mutamento
della ragazza,
sempre particolarmente umorale, soprattutto in presenza di Charlie.
L’irlandese
rifila così una gomitata a Matthew perché si dia
una mossa: ha il terribile
sentore che Wendy sia sul piede di guerra, pronta a una scenata di
gelosia, con
Sophie a darle man forte. Crescere con madre, nonna e due sorelle
femmine gli
ha quanto meno insegnato a capire quando una ragazza stia per scatenare
l’ennesima bufera. Probabilmente insensata, dal proprio punto
di vista, ma da
non sottovalutare per alcun motivo, se ci si tiene alla pelle, e da
fuggire con
ogni mezzo.
“Di’ un po’,
Weasley, in realtà ti piace e ti sei distratto,
eh?” continua Sophie.
“Io… cosa?” gracchia
quasi soffocandosi Charlie, mentre collo e orecchie si tingono di un
rosso
ancora più acceso. “Ma se non abbiamo mai parlato
né ci avevo fatto caso prima!”
“Si chiama colpo di
fulmine, Capitano, ed è piuttosto comune tra i ragazzi della
nostra età,” sibila
Wendy inviperita. “Te ne saresti accorto, se non fossi sempre
impegnato ad
aiutare Kettleburn con le sue bestiacce o a sbavare su illustrazioni di
draghi!”
Ryan e Matthew si
scambiano un’occhiata allarmata, desiderosi di scappare prima
che scoppi definitivamente
il finimondo: che Wendy abbia da sempre una cotta per Weasley Numero
Due è
risaputo in tutta la scuola, che lui non degni le ragazze –
specialmente lei –
di uno sguardo ancora di più, e loro non vogliono trovarsi
nell’occhio del
ciclone se la Cacciatrice dovesse scaricare tutta la propria
frustrazione sul Capitano.
Ora, poi!
“Questa è una colossale
scemenza!” ribatte un filo imbarazzato Charlie, scuotendo
energicamente il
capo. “Io… e quella? Siete
tutte matte…”
“Oh, avanti, ammetti
che non erano i capelli il problema,” continua Sophie.
“Ti sei distratto per
altro e ora cerchi una scusa. Invitala a uscire, portala da
Madama
Piediburro e fatti passare l’infatuazione, invece di essere
così fesso!”
Ryan, allacciandosi
le scarpe con un colpo di bacchetta, aggrotta allibito le sopracciglia:
sa che
le due Cacciatrici Grifondoro non sono particolarmente amiche, ma
spingere
Weasley tra le braccia della Tassorosso gli pare eccessivo anche per
Sophie… Suo padre ha
decisamente ragione: è impossibile capire gli affari di
cuore, una tempesta sull’Atlantico
può rivelarsi una passeggiata a confronto.
“Questa, poi! Non
invito proprio nessuno ad andare da nessuna parte.”
“Io ora batterei la
ritirata, Matthew, la situazione qui sta
degenerando…” sussurra Ryan all’amico,
il quale annuisce e afferra prontamente mantello e borsone, per poi
avvicinarsi
alla porta senza dare nell’occhio. Tuttavia Charlie
è fin troppo impegnato a
negare l’improbabile cotta per la Tassorosso dai capelli
color gomma da
masticare – un pugno nell’occhio, a essere onesti
– per accorgersi di loro,
così i due ragazzi si trovano finalmente al sicuro fuori
dallo spogliatoio
Grifondoro.
Una volta all’aperto
si affrettano a mettere quanta più distanza possibile tra
loro e il resto della
squadra, scoppiando in una fragorosa risata: Weasley e la Tassorosso
insieme
sarebbero esilaranti.
“Non sono infatuato di
nessuno, ti ripeto! Quella ha barato!”
Beh, forse a essere
onesti potrebbe anche essere una tempesta della terza
categoria…
*
Della prima
sconfitta dell’imbattibile Charlie Weasley sta, ovviamente,
discutendo eccitata
l’intera scuola – Grifondoro a parte –, e
soprattutto se ne esulta estasiati
nella Sala Comune di Tassorosso.
Ian Stewart,
Capitano e Battitore del settimo anno, è in piedi su uno dei
tavolini spostato
per l’occasione al centro della stanza, e decanta le lodi
della nuovissima
stella e acquisto della squadra, vantandosi oltre misura per aver
saputo
riconoscere l’eccezionale talento della giovane Cercatrice.
La quale, a essere
onesti, è stata convocata per la partita contro Grifondoro
solo perché Andrew
Campbell, il Cercatore in carica, ha osato
abbandonarli poco prima
dell’incontro a causa di una punizione con il professor
Piton. E sempre lei in
questo momento pare essersi dissolta nel nulla, risultando introvabile
nella
calca che circonda il Capitano o si abbuffa a uno dei tavoli vicini,
dove fanno
bella mostra di sé i manicaretti sgraffignati dalle cucine.
Motivo per cui Ian
rinuncia a chiamarla a gran voce per raggiungerlo sul tavolo e godere
del suo
momento di gloria, continuando però a evocare la splendida
azione che ha
portato Tassorosso alla vittoria, accompagnato da ovazioni festose.
Battere l’infallibile
Weasley soffiandogli il Boccino sotto il naso non è certo
quello che il giovane
scozzese si aspettava quella mattina, mentre inspirava a fondo per non
farsi
prendere dallo scoraggiamento guardando la nuova Cercatrice inciampare
nei
propri piedi e stramazzare al suolo lunga distesa. Assolutamente no,
aveva già
invocato la biancheria della buona Tosca e quella del vecchio Merlino
perché li
preservassero quanto meno da un’umiliazione epocale: la
Cercatrice che cade
dalla scopa prima ancora di alzarsi in volo e si spiaccica a terra
rompendosi
qualche osso, giusto per fare un esempio. Invece la ragazzina ha
fregato
Weasley lasciandolo a bocca asciutta: deve ammettere di averla
sottovalutata.
Qualcosa gli suggerisce che la vittoria non sia tutta frutto delle
abilità di
quella teppistella – fin troppo nota per andare spesso vicino
a far perdere la
pazienza anche alla Sprite –, ma in questo momento non gli
interessa troppo:
hanno vinto, tutti festeggiano e Megan Tyrone lo sta mangiando con gli
occhi. Un
capolavoro simile non saprebbe realizzarlo nemmeno un sorso di Felix
Felicis, e
Ian non ha alcuna intenzione di sprecare quell’occasione
d’oro: ha già
adocchiato un angolino perfetto dove portare Megan e poi,
chissà…
Alla bufera elettrizzata
che imperversa nella Sala Comune, corrisponde un’atmosfera
ben diversa nel dormitorio
femminile del quinto anno, dove si è rifugiata la
Festeggiata Numero Uno,
Eroina del Giorno, Cercatrice da Copertina e Tassorosso
dell’Anno, meglio nota
come Non-Chiamatemi-Ninfadora Tonks.
“Non è divertente,
cretine!” sta sbraitando proprio in questo momento, lanciando
un cuscino verso
Lizzie McGregor e Siobhan Kelley, le quali si ritraggono dalla
traiettoria
giusto in tempo perché colpisca in pieno petto Gladys Price,
appena entrata
nella stanza con un vassoio di muffin tra le mani. Muffin che,
irrimediabilmente, cadono a terra.
“Sei sempre il
solito Troll, Ninfadora!” esclama
esasperata, marcando per bene il tanto
odiato nome di battesimo della propria migliore amica.
“Non chiamarmi…”
“Oh, ti chiamo come
mi pare e piace, signorina, visto che hai disintegrato
i muffin alla
crema che avevo faticosamente strappato dalle grinfie di quel pozzo
senza fondo
di Murray!” ribatte piccata, osservando sconsolata i
deliziosi dolcetti sparsi
per terra e le scie di crema pasticcera che segnano il pavimento.
“Gladys, ti sei
persa la descrizione delle bellissime efelidi di Weasley!”
celia sorniona
Lizzie, scoppiando in una contagiosa risata che fa piegare in due sia
lei che
Siobhan.
“Le bellissime cosa,
di grazia? Se ridete come due oche starnazzanti temo di non riuscire a
cogliere
certi dettagli succosi,” replica Gladys accomodandosi a gambe
incrociate sul
letto, dopo aver sottratto l’ennesimo cuscino a una
rossissima Tonks – capelli,
orecchie, gote, tutto: potrebbe spacciarsi per la
Weasley Numero Tre.
“Tonks ha avuto un
romantico incontro ravvicinato con le sue deliziose lentiggini, a
quanto pare…”
“Nessuno le ha
definite deliziose, qui, né tantomeno bellissime!”
ribatte inviperita
Tonks, frugando nella tasca dei pantaloni alla ricerca della bacchetta,
che
tuttavia ha stupidamente abbandonato sul letto – la forza
dell’abitudine – e
viene così requisita da Gladys. La giovane Tassorosso
conosce fin troppo bene
l’amica per lasciarle libero accesso a una bacchetta in certe
situazioni: Tonks
è dannatamente brava con le fatture.
“Sinceramente non mi
interessa in alcun modo ascoltare l’ennesimo vagheggiamento
sulla tua
segretissima ora-non-così-tanto cotta.
L’intera Casa chiama a gran voce
la sua Eroina: in questo momento sei più interessante anche
di Megan Tyrone...”
“Fossi in te, Tonks,
lascerei perdere Weasley Numero Due e mi fionderei di là:
Michael Podmore pare
avere una cotta per te e si dice baci divinamente!” consiglia
sorridendo
maliziosa Siobhan, resa impavida da una Tonks rimasta a corto di armi
con cui
tentare di spedirla in infermeria.
Da parte propria la
diretta interessata vorrebbe tantissimo prendere la propria stupida
infatuazione per Charlie Weasley, accartocciarla e gettarsela alle
spalle, per
poi uscire fuori a sperimentare se sia vero che i baci di Michael diano
alla
testa come il Whiskey Incendiario. O godersi quanto meno la festa in
proprio
onore che anima la Sala Comune. Invece sente una tempesta di sentimenti
contrastanti attorcigliarle lo stomaco, e riesce solo a pensare di aver
perso
qualsiasi possibilità con il Grifondoro: notarla
l’ha sicuramente notata, ora,
ma non vorrà mai saperne di uscire con lei.
E dire che ha
progettato tutto con tanta cura, insieme a Gladys improvvisatasi
consulente
sentimentale per situazioni disperate.
Punto numero uno:
farsi prendere in squadra. Charlie Weasley è risaputo presti
sempre attenzione
ai propri avversari, sicuramente molta più che a qualsiasi
altro essere vivente
non classificabile come drago o Creatura Magica altamente pericolosa.
Punto numero due:
farsi notare per la propria abilità nel volo. Da giocatore,
Weasley non avrebbe
sicuramente potuto esimersi dall’ammirarla a cavallo di una
scopa.
Punto numero tre:
invitarlo per una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa. Sarebbe sicuramente
stato a quel punto intrigato a sufficienza da accettare.
Bonus: scegliere un
colore di capelli che le donasse particolarmente.
Nell’indecisione ha infine optato
per un armonioso e delicato color
rosa chewing gum, il suo
preferito.
Cosa sarebbe potuto
mai andare storto in un piano tanto accurato?
Tutto, a quanto
pare, dato che non è riuscita a entrare in squadra se non in
seguito
all’esonero di Andrew – per di più non
in qualità di Cacciatrice, come avrebbe
voluto, ma come Cercatrice –, e proprio nella partita contro
Grifondoro. Per
poi, con estrema nonchalance, andare in confusione proprio a pochi
palmi dal viso
tutto efelidi di Weasley, cambiare colore ai capelli e forma al naso, e
non
riuscire più a frenare la scopa, finendo con il Boccino
letteralmente tra le
mani. E Weasley battuto e scornato: la sua prima sconfitta, per giunta.
Il titolo perfetto
per un tale fallimento sarebbe: «Come far
sì che Charlie Weasley non vi
rivolga mai la parola: guida pratica in tre mosse a cura di Ninfadora
Tonks»,
firmato con tanto di orripilante nome di battesimo per rimarcare la
disfatta
clamorosa.
Chi vorrebbe mai
uscire a Hogsmade con la ragazzina che lo ha sconfitto, davanti a tutta
Hogwarts, per la prima volta in una luminosa carriera da giocatore? A
giudicare
dalla veemenza con cui si è recato a protestare da Madama
Bumb, incolpandola di
aver imbrogliato per distrarlo, sicuramente non lui.
Una parte di Tonks continua
a mandarlo allegramente a quel paese: in fondo l’ha accusata
ingiustamente
senza ascoltare i suoi tentativi di spiegazione e si è
infuriato per una
stupidissima partita. L’altra non fa altro che fantasticare
sulla deliziosa
espressione concentrata di Charlie Weasley, i suoi occhi chiarissimi e
dannatamente belli, le sue braccia...
Non ha mai maledetto
tanto le tempeste ormonali da quindicenne che le fanno contorcere le
viscere
per una zazzera di capelli color carota e una manciata di lentiggini, e
non le
lasciano voltare pagina per buttarsi sulle labbra d’oro di
Podmore.
“Signorina Ninfadora,
è ancora tra noi?” la richiama Lizzie
dall’altro capo della stanza.
“Non chiamarmi Ninfadora!”
“Oh, bene, sei
tornata su questo pianeta. Stavamo dicendo che hai due
possibilità: lasciar
finalmente perdere Weasley, oppure tentare il tutto per tutto e farti
avanti.”
“Tanto ormai il
danno è fatto, ma in compenso ti ha sicuramente
notata,” continua Gladys,
l’aspirante consulente sentimentale per casi disperati.
“Nel peggiore dei casi
ti potrebbe Schiantare, ma se aspettiamo che si calmi sicuramente
potrebbe
mostrarsi più clemente.”
“Seriamente? Il
Frate Grasso saprebbe senza alcun dubbio combinare appuntamenti meglio
di voi
tre!”
“Quella che ha
mandato all’aria il nostro perfettissimo
piano sei tu, mia cara!”
protesta Gladys, fingendosi offesa e alzandosi poi dal letto per
dirigersi
verso la porta. “Ora, se non ti dispiace, mentre rifletti
sulla prossima mossa
andrei a cercare di rifornirmi di altri muffin. E se questa volta
evitassi di
lanciare cuscini te ne sarei molto grata.”
Detto questo, Gladys
se ne esce dalla stanza, la bacchetta di Tonks sempre nella propria
tasca dei
pantaloni: prevenire è meglio che curare.
La ringrazierà, poi,
si ripete mentre avanza nella Sala Comune a passo di marcia facendosi
largo tra
la folla. Certo, anche il Grifondoro avrebbe potuto collaborare: cosa
può
essere mai la prima sconfitta in uno sport tanto stupido quanto il
Quidditch? Ragazzi,
non li capirà mai…
Chi capisce è invece
l’amica, tanto da sapere con assoluta certezza che domani
sarà nuovamente scanzonata,
pronta a godersi la nuova fama e a tornare all’attacco con
quell’imbranato di
Weasley Numero Due.
Note
alla storia: Charlie
e Tonks occupano un posticino speciale nel mio cuore e ho sfruttato “Il
contest delle prime volte”,
indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP, per scriverne in una
veste scanzonata e allegra, per una volta (loro forse non sono di
questo avviso…). Il contest
chiedeva di trattare di una prima volta, e come si sarà
capito ho scelto la
prima sconfitta di Charlie come Capitano della squadra di Grifondoro,
vista da
varie prospettive.
Ora,
dato che partecipa a un contest, a questo proposito andrebbe fatta una veloce
specifica sulla cronologia: per la nascita di Charlie Pottermore
riporta solo
la data, 12 dicembre, qualsiasi altro sito sceglie come anno il 1972 (e
allora
dovrà aver lasciato la squadra al settimo anno, dato che per
il 1990 è capitano
Baston), mentre il Lexicon il 1973, ipotizzando che lasci Hogwarts a
metà del
sesto anno per andare a studiare i draghi (altrimenti nel 1991 sarebbe
stato al
settimo anno). Per semplificarmi la vita ho scelto il 1972 (dubito che
abbia
abbandonato gli studi, o i gemelli non avrebbero fatto tanto scalpore),
quindi qui è al quinto anno e immagino che Capitano lo sia
divenuto l'anno precedente. Tonks
invece, stando ai vari siti, è del 1973.
Nel mio headcanon la loro è stata ben
più che una semplice cotta
adolescenziale, motivo per cui Tonks è particolarmente
coinvolta e afflitta (e,
insomma, a quindici anni spesso si tende comunque a ingigantire tutto!).
Gli
altri personaggi della storia, invece, sono miei OC, in particolare
Ryan che ho
preso a prestito dalla serie “Cosa tiene accese
le stelle”.
Per mantenere l'atmosfera comica e leggere ho volutamente scelto di non
adottare esclusivamente il punto di vista dei due protagonisti, ma
lasciarli
vedere da pensieri e reazioni di personaggi secondari (prima di
scivolare in fiumi di introspezione).
Mentre
scrivevo la storia, per quanto avessi già la trama
in mente, mi sono
imbattuta in questa
fan-art su di loro che ha parzialmente influito sulla stesura.
Perdonate
le note infinite, spero che la storia sia stata di vostro gradimento!
Grazie
di cuore a chiunque abbia letto,
Maqry
Gaelico
irlandese: dannazione, accidenti (corrispettivo dell’inglese
“damn it”).
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