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7.UCCIDERE IL DIO CHE C'E' IN NOI
Alexis
ed Ares infilata la pelle della gamba di Polifemo nella sacca fuggono
dalla caverna, prima che l'essere riesce a caturarli.
Ares apre il recnto delle pecore e Polifemo vedendolegaloppare urla.
“AVETE LIBERATO IL MIO CIBO! VI TROVERO', MALEDETTI UMANI! VERRETE MANGIATI DA VIVI!”
“Non
ci vedrai mai più! Essere schifoso! Appena tornerò
sull'Olimpo dirò a mio padre di uccidervi!”esclama
sprezzante Ares ed Ares lo guarda torvo.
“Cosa
ti è saltato in mente?! Ci stavi pr lasciare la pelle! I ciclopi
hanno un occio solo, manon sono stupidi! Attaccare in questo modo
è da stupisi!”
“Non
ho vogia di parlarne... per stasera ci accampiamo. Sono stanco. Vado a
prendere la legna per il fuoco...”rispnde scontroso Ares posando
la sacca sul sentiero. L'altr ragazzo lo guarda contrariato, ma ha
ragione; quel atto ci stava per la scare le penne.
Ares mentre raccoglie la legna guarda l'Etna. È un vulcano molto alto cn tanta vegetazione.
Ares
sente il pulpare di un avvoltoio sopra la sua testa, poiché si
distrae a guardare l'animale inciampa nella radice. Cade sulla terra.
È arida.
“Fratello...
come ti sei ridotto? Sei uguale alle èersone che tanto
disprezzavi...”dice sconfortata Eris osservandolo alzarsi, poi
cammina verso un laghetto. Ares molla la legna èer seguire sua
sorella.
“Vi odiate. Perché siete insieme?”dice meravigliato vedendo Athena con Eris.
“E'
stata Athena a chiedermi di venire. Sa che...”spiea calma, ma
viene interrotta dall'ira del fratello; il quale estrare la spada.
Punta alle sorelle, ma loro conoscendolo aspettano indifferenti che
finisca.
“Devo
andare. Scusate.”dice dispiaciuta Eris guardando Ares, vorrebbe
abbracciarlo. Ma no. Meglio lasciare perdere. Salita sul calesse vola
nel cielo e scompare. Athena accarezza la criniera dell'unicorno.
“Che betia schifosa... usar un ibrido. Sono innaturali come i centauri...”
“Non voglio parlare di animali e filosofia, per queste cose c'è Apollo.”
“Cosa vuoi? Se ti sei scomodata tanto è successo qualcoa di grave, immagino.”
“Voglio
dirti che mi devi aiutare. In questo lago dentro la averna c'è
un oggetto molto importante. Recuperalo per me.”spiga calma
indicando il lago con un dito.
“Perché? Non sono più immortale. Evito di aiutare un nemico. Devo portare Afrodite a casa.”
“Come
sei sentimentale... se non ti conoscessi potrei anche
crederti...”commenta spiritosa tornando ad accarezzare l'essere.
Il mostro nitrisce.
“Ti
rifacco la domanda: cosa ci guadagno?”dice spazientito sedendosi
sul sasso; sua orella ne approfitta per spingerlo nel lago! Lui
è muscoloso, ma Athena ha la forza divina. Non resce a liberarsi
dalle sue mani... e si ritrova sotto l'aqua. Quella lo stringe.
Ares non può far altro che eseguire l'ordine della sorella, perché senza respirare muore.
Ares
furioso non vede nulla, deve toccare con le mani. Quasi senza ossigeno
raggiunge la caerna subacquea. L'acqua si abbassa finché sente
la pietra sotto i sandali.
“Appena
tornerò una divinità, mi vendicherò di quella
rgazza! Costringermi a fare il suo schiavo usando le mie debolezze!
Odio essere uomo!”esclama rabbioso guardando la lunga galleria.
Il lago appariva piccolo.
Ares entra nella galleria. Non pensare nemmeno per un istante
che
nei miei silenzi, io ti ami di meno. Come potrei? Sei una parte del mio
cuore. Riflette innamorato arrivando alla fine della galleria. I
pensierisono interrotti dal ringhio d una creatura mostruosa. È
un umanoide fino alla pancia, con il resto del corpo da lucertolone.
Ares estrae la spada, ma quello si gira e guarda l'intruso famelico.
“Finalmente un umano! Sono stanco di mangiare i pesci! Hanno una carne schifosa!”
“Sparisci prima che ti faccia a fette! Voglio solo prendere l'oggetto per cui sono venuto!”
“Non
ti permetterò di prendere la boccetta con il veleno. Diventerai
la mia cena.”dice famelico Tifone coprendo con un telo le
boccette che sono ul tavolo. C'è anche una spada a forma di
serpente. Tifone si avvicina al ragazzo e cerca di graffiarlo con gli
artigli; ma qello scappa.
Ares
giunto alla fine della seconda galleria, è costretto a lottare.
In quel vicolo cieco non c'è un'altra uscita! Tifone zampetta
facendo stridere gli artigli, a sentire quel suono il ragazzo
rabbrividisce.
Ares
con tutta la suaforza salta addoso all'essere, lo frisce infilandogli
l'arma nella zampa; poi corre al tavolo dei veleni per raccogliere la
spada.
“Qual è?! Non lo so! Athena! Dimmelo!”esclama terrificato rimbombando la voce.
“Non
è nessuna di quelle! Sono tutte false! Dentro c'è solo
dell'acqua!”dice allegro l'essere, ma Ares le lancia tutte contro
la parete frantumandole: solo quella verde ha un liquido diverso. Non
è trasparente ma giallo. Ares osserva il sangue uscire dalla
ferita del lucertolone: hanno lo stesso colore! E Tifone ha paura che
riesca ad ucciderlo.
“Non
ho bisogno delola boccetta mi basti te. Ti do un'ultima
possibilità, prima di ucciderti.”ordina crudele e Tifone
rinuncia al combattimento. Sta scappando dentro la galleria, quando
Ares gl lancia l'arma nella schiena. Ferito mortalmente si affloscia
tentando di graffiare quell'essere spietato e codardo. Viene raggiunto
da Ares.
“Che cosa sei? Nessun umano mi ha mai ferito... come hai fatto ad uccidermi? Dimmelo...”
“Infatti
sono il Dio Della Guerra. Ares. Spietato e codardo,
esatto.”risponde beffardo prima di tagliuzzare la creatura per
dissanguarla. Tifone strilla sofferente, lui sadico continua a ferirlo;
finché non è morto.
Ares
tornaal tavolo per cercare una boccetta vuota, dopo averla trovata
torna al corpo ed aspetta che si riempa del sangue di Tifone.
Ares torna nella secona galeria per raccogliere l'arma, è spezzata.
Ares nuota nel lago e tornato in superficie vede sua sorella seduta sul sasso, intanto l'unicorno dorme.
“Pensavo che Tifone ti avesse mangiato. Hai recuperato il veleno, vero?”
“Certo! A cosa ti serve?! Dimmelo! Ho rischiato di venire ucciso, per cosa?!”
“Addio,
fratello... torna vivo nell'Olimpo. Io ed Eris ti aspettiamo...
sempre.”dice calma sua sorella prima di montare sull'unicorno.
Galoppa. Ares sente gli zoccoli allontanarsi rapidamente e la pelle
luminosa della creatura illuminare tutto! Brilla di luce propria.
Ares
non sapendo cosa farsene, infila la boccetta nella borsa e torna da
Alexis. Vedendolo tornare corre ad abbracciarlo sollevato, pensava che
Ares fosse stato mangiato da qualche essere... ma sbagliava.
Le creature vivono lonane dalle città umane: di solito stanno nelle campagne o el mare.
Ares ed Alexis mangiano il coniglio che ono riusciti a catturare il giorno precedente.
Alexis guarda i nuvoloni preoccupato del temporale che sta pr soppiare.
Finita la cena i ragazzi si stringononei mantelli per riscaldarsi. Sono zuppi di pioggia. E l'acquazzone spegne il fuoco.
Il
giorno seguente tornano al villaggio, date le pelli alla famiglia che
ha curato Afrodite riescono a salire sulla nave; l'acquazzoneè
finito.
Afrodite
eguirà Ares ovnque, non importa se rischia la pelle. Hanno
iniziato quell'avventura insieme e torneranno a casa vivi. Entrambi.
Ares
vuole convincere il padre di Afrodite che non è così
indegno dell'amore di sua figlia e farlo tornare immortale. La prossima
missione sarà parlare con il Dio Del Mare. Ad aiutarlo ci
saranno Ales ed Afrodite.
Ares fa tutto questo pr vivere insieme alla sua amata Afrodite. Rischia la vita.
Alexis ama Ares, nonostante tutto.
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