L'ultima sigaretta

di lagertha95
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Ed eccoci qui con un nuovo episodio della seguitissima serie “Le cose che Lagertha non riesce a mandar giù”.
Dopo la morte di Haku e Zabuza e quella del Terzo Hokage siamo *piange a dirotto* arrivati al tragico momento della dipartita del maestro Asuma (cosa che mi è resa decisamente più sgradita dal mio essermi innamorata – ah, che novità guarda – del cattivo, Hidan. Kakuzu mi fa solo ansia.).
Poi, scusate, fatemi capire una cosa: quanto sono dannatamente inutili Izumo e Kotetsu? No, perché voglio dire, due tizi dell’Akatsuki vi stanno dando filo da torcere, Shikamaru è un ragazzino stremato (ha fatto anche troppo a mio parere), Asuma è ferito e in difficoltà, Kakuzu ha la testa – parlante e viva – di Hidan e voi, mentre gliela riattacca al collo e al corpo, state lì impalati a non fare nulla? Complimenti, ma chi ve lo ha dato il diploma di Chunin? Agghiaccianti.
Comunque, come sempre non ho altro modo di metabolizzare le emozioni se non scrivere e questo è quello che è venuto fuori.
In ogni caso, lasciando perdere le mie lagne, vi auguro una buona lettura.
Lagertha

 

 
L’ultima sigaretta
 
 
 
“Non durerà per sempre…ricomincerà presto a fumare.”
 
Ad Asuma Sarutobi le parole di Shikamaru riecheggiano a lungo in testa, e gli viene quasi da ridere se non fosse che il dolore glielo impedisce.
 
Sono un pedone, un pezzo da sacrificare. Ricorda il libro, Shikamaru. Tieni a mente ciò che ti ho insegnato e applicalo. Sono solo un pedone, sono sempre stato sacrificabile.
 
Hidan ride sguaiato e il maestro Asuma boccheggia, sentendo chiaramente i rivoli caldi di sangue scendergli lungo l’addome, inzuppandogli la bandana dei Dodici.
Le tre lame della falce conficcate nel ventre di Hidan che feriscono anche lui, ma Hidan è immortale e lui invece…lui non lo è.
 
Tossisce, Asuma del clan Sarutobi, come non ha mai fatto per il fumo e ad ogni colpo di tosse la terra polverosa di fronte a lui viene macchiata di porpora.
 
Shikamaru si trascina dal suo maestro, spaventato, terrorizzato e conscio che non ci sarà nulla da fare.
 
La risata felice di Kurenai risuona nelle orecchie del maestro mentre Shikamaru che gli corre incontro è sempre più lontano.
Sotto le dita non il calore umido del sangue, ma la sua pelle setosa e talvolta in rilievo a causa delle cicatrici guadagnate in una vita da kunoichi.
Nel naso il suo profumo dolce, non l’odore ferroso o il tanfo di morte che lo avvolge.
 
Hidan ride soddisfatto e con l’asta si trapassa il cuore, inferendogli l’ultima ferita, quella fatale.
 
 
Adesso Asuma è disteso a terra, sopra di sé il cielo azzurro e i volti di quelli che considera alla stregua di figli.
Kakuzu e Hidan sono fuggiti, richiamati da chi sopra di loro tira le fila di un qualcosa di enorme e sconosciuto.
 
«No…basta…è tutto inutile…»
 
È un sussurro stanco quello che esce dalle labbra macchiate di sangue di Asuma, un sussurro pieno di rammarico che però ammette la resa.
È Ino, quella che sembra la più superficiale del gruppo, la prima a rendersene conto, ma piangendo continua a tentare tenendo le mani sulle ferite del maestro, finché non c’è più nulla da fare. Shikamaru la ferma, così come ferma Choji che non vuole crederci.
 
Con immane fatica Asuma Sarutobi pronuncia le sue ultime parole, brevi discorsi dedicati ad ognuno dei suoi allievi, mentre nella mente dei quattro componenti del team 10 scorrono le immagini del tempo che hanno condiviso. A Shikamaru riserva il discorso più lungo, confidandogli un segreto che lascia il ragazzo – sono solo ragazzi, in fin dei conti – con il cuore confuso e un compito a gravargli le spalle.
 
Anche il cielo piange, sono lacrime amare quelle che cadono su Asuma e sulla sigaretta – l’ultima – che il maestro tiene tra le labbra.
Un tiro dopo l’altro il bastoncino di carta e tabacco si consuma, esattamente come si consumano gli ultimi attimi di vita del maestro.
 
La pioggia è più intensa, scende anche sopra Konoha. Kurenai è in piedi davanti alla finestra e sa, lo sente dentro di sé.
 
La sigaretta è finita, il mozzicone cade a terra, lascia che gli ultimi fili di fumo si innalzino sottili verso il cielo mentre il cuore di Asuma batte gli ultimi colpi.
Ino abbraccia il maestro e piange, rumorosa come è.
Choji piange in silenzio, le lacrime che rotolano lungo le guance rotonde.
Shikamaru si alza, si allontana sotto la pioggia, il pacchetto di sigarette in mano. Piange, esattamente come la prima volta che ha incontrato Asuma.
«Sa maestro Asuma, io ho sempre odiato le sigarette…il fumo entra negli occhi e fa piangere tutti.»
 
Izumo, Kotetsu, Aido e Raido assistono tristi alla morte di un grande ninja e di un grande uomo, il figlio del Terzo Hokage, l’ultimo dei Dodici, e in silenzio lasciano che i tre ragazzi sfoghino il dolore della perdita del maestro.
 
Una goccia centra la brace, la sigaretta – l’ultima – si spegne sfrigolando.
 
Avevo davvero intenzione di smettere.




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