La
tensione mi sta massacrando non riesco a star fermo e neanche i
ragazzi sono messi meglio, Brian sistema la sua bambina ogni due
secondi, Roger non fa altro che muovere le bacchette, John sembra
tranquillo ma non lo è per niente, vedo quel piede che non
sta fermo
ed io sembro una trottola, ho paura di scordare la scaletta.
Jim
ci guarda come se fossimo degli alieni, non credo che si
abituerà
mai a questo mondo troppo incasinato ma a me basta che sia al mio
fianco, ha un potere calmante su tutta la band e a volte mi chiedo
come faccia. Vabbè non importa, non posso riempire la mia
testa di
domande rischio veramente di fare una figura del cavolo.
Guardo
l’orologio dentro al camper, solo dieci minuti ci separano da
quella folla urlante che chiama continuamente il nostro nome, fa
ancora strano pensare alla fama che abbiamo raggiunto, nonostante i
nostri alti e bassi, nonostante abbiamo discusso tante volte siamo
ancora qua tutti insieme ad affrontare questa nuova prova.
Cinque
minuti all'ingresso, la tensione adesso è il triplo, ci
avviciniamo
al palco, per fortuna ho Jim accanto che mi tiene stretta la mano,
sente che sono agitato, tutti lo siamo nessuno di noi fiata.
Dopo
aver baciato Jim ci mettiamo in formazione di entrata, so
già dove
si metterà per guardare tutto il concerto e per essere
pronto per
correre da me quando tutto sarà finito, ormai questa
è la nostra
routine.
Prendo
una bella boccata d’aria, faccio qualche saltello per far
scemare
la tensione e poi via di corsa fuori sul palco.
Mentre
entriamo mi sento avvolto dalle le mille voci che chiamano il nostro
nome e gli applausi che partono mi avvolgono, questo è il
mio mondo
e ne farò sempre parte.
Un
ultima occhiata ai ragazzi e via.
Si
parte verso la fama eterna.
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