Vode An

di _Lightning_
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Disclaimer: In questa storia sono presenti headcanon, rielaborazioni del materiale originario e integrazioni con l’EU di Star Wars (ex-universo espanso canonico, ora Legends), oltre a riferimenti a opere esterne ed easter eggsTradotto: non copiate né ispiratevi in nessun modo. La storia è presente anche su Wattpad e AO3 sotto l’account Lightning070/_Lightning_ col medesimo titolo; ogni altra versione esistente non è autorizzata da me, e vi prego quindi di segnalarmela. Le citazioni che introducono i capitoli e chi le pronuncia sono spesso inventate da me sulla base di informazioni più o meno note nel canon/EU. Tenetene conto prima di prenderle come fonti ufficiali – nel dubbio, chiedete, sono sempre disponibile. I personaggi canonici non mi appartengono; quelli originali sì, e vi prego quindi di non riutilizzarli o trarne ispirazione. Questa storia è scritta senza alcuno scopo di lucro e ogni diritto appartiene ai legittimi creatori.


 
 
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PROLOGO


 
“Nu kyr’adyc, shi taab’echaaj’la: non sono morti, stanno solo marciando via.”
— Detto Mandaloriano

 
 

 

Accampamento della Ronda della Morte, Concord Dawn, 22BBY

«Come si chiamavano, ad'ika?»

Din la fissa con occhi velati: il profilo dell'elmo è annacquato, confuso con il cielo nuvoloso e pregno di fumo su cui sono appuntate due lune perlacee. Riassesta il capo sulla mano che gli fa da cuscino, deglutendo un groppo salato. Non sa come l'abbia chiamato la guerriera, ma quella parola ha un sottotono rassicurante, quasi familiare.

«Etriar e Amee» risponde lentamente, passandosi la base del palmo ad asciugarsi gli occhi.

Gli bruciano e lacrimano per la fuliggine. E non solo, ma continua a convincersi che sia solo quello. Tira piano su col naso in un gesto ormai involontario. Si sente sfinito, ma non ha sonno. Non vuole sognare i suoi genitori.

«Dobbiamo onorarli» dice la guerriera, rimboccandogli un lembo della coperta di bantha sotto al mento.

È un gesto tanto inaspettato quanto naturale, quasi vi fosse abituata. Fa una pausa, interrotta solo dal crepitio del fuoco.

«Bisogna sempre onorare chi è marciato via.»

Din corruga le sopracciglia, trasformando quel concetto nella visione di due figure che, invece di volatilizzarsi in un rombo metallico, camminano lontane, verso l'orizzonte. Indistinguibili, ma vive. L'esplosione gli rimbomba nei timpani, senza sfiorare sua madre e suo padre.

Marciare via. Non sa cosa voglia dire e lo sa al contempo. Gli piace, a un livello così profondo da non riuscire a capirlo, ma che accoglie le radici di quelle parole.

Sanno di ritorno, e si ritorna sempre a casa.

La guerriera lo fissa come in attesa di una sua reazione. Il visore a T del suo elmo blu è puntato su di lui. Sta placidamente seduta con un blaster di traverso sulle gambe incrociate, un dito sulla guardia del grilletto.

Dietro di lei, figure in blu e nero si spostano nella semioscurità delle tende con un fruscio di mantelli e un tintinnio d'acciaio, parlando in una lingua fluida e a tratti secca, sconosciuta, resa metallica dai caschi. Qualcuno inizia un canto in lontananza, con quella nota solitaria che diventa un coro soffuso:

Sa kyr'am nau tracyn kad, Vode an.

Non capisce nulla di ciò che sente, ma sembra una ninnananna e le sue palpebre si fanno pesanti.

«Come si fa a onorarli?» le chiede infine, pianissimo.

Vede i propri occhi che si riflettono nella T lucida del suo visore, su cui guizzano le fiamme dei fuochi da bivacco. Non sa come, ma ha la netta impressione che la guerriera stia sorridendo, sotto quello strato di metallo impenetrabile. Lo intuisce dal modo in cui inclina di poco l'elmo in avanti, come se volesse guardarlo più da vicino.

Gli tende una mano guantata e lui la afferra d'istinto, con più prontezza di quando l'ha afferrata solo poche ore prima, lasciandosi issare fuori dal buio di uno scantinato. Nell'altro palmo gli preme un ciondolo di metallo. Din sente i contorni spigolosi di un profilo sconosciuto e lo stringe con più forza.

La guerriera ingloba quasi del tutto la sua mano nel guanto, ma non lo stritola. Lo aggancia a sé, solida. Sicura.

«Ripeti con me, ad'ika...»

Desolazione dello Jundland, Tatooine, trent'anni dopo

«... ni su'cuyi, gar kyr'adyc. Ni partayli, gar darasuum, Amee. Etriar. Ruusaan. Kuiil» recitò Din, contro lo schermo dell'elmo.

Era insonorizzato, ma la sua voce non varcò comunque la soglia di un sibilo appena percettibile, come se temesse che qualcuno potesse comunque udirlo. Si riassestò sulla coperta di bantha che gli faceva da giaciglio e aggiustò in automatico la presa sul calcio del blaster, serrato nella mano che usava a mo' di cuscino.

Esitò e deglutì, facendo per continuare la lista di nomi, ma serrò gli occhi e troncò poi la propria voce contro i denti. Non poteva pensarli come morti, gli sarebbe sembrato di condannarli. Anche se aveva visto i loro elmi vuoti, almeno una parte, e sapeva perfettamente a quali membri della Tribù appartenessero. Loro non stavano ancora marciando via. Non ancora. Non tutti.

Non era solo, in quella Galassia. Se lo ripeté e, a distanza di così tanti anni, avrebbe voluto di nuovo avere la scusa della fuliggine, anche adesso che aveva il beskar a nascondergli il volto. Strizzò gli occhi, con un'ondata d'oppressione asfissiante che gli investì il petto sotto alla corazza.

Un flebile gorgoglio infantile si levò dalla culla del Bambino sospesa lì accanto, e lui tornò al presente. Allungò in automatico una mano, a risistemare il lembo della coperta che era scivolato fuori. I vagiti si placarono all'istante, quietati da quel semplice gesto. Anche Din accolse un respiro più profondo e stabile, riprendendo un assetto da riposo.

La notte del deserto scorreva attorno a lui con mormorii sommessi e un basso crepitio di focolari. Nel cielo brillavano tre lune bianche, già avviate nella loro discesa verso l'orizzonte. Lì accanto, udì il fruscio di vesti della guardia e il suono meccanico del fucile cycler riposizionato; percepì brevemente uno sguardo che gli si appuntava addosso, per poi scivolare via, di nuovo intento a sorvegliare il Mare delle Dune.

Din rimase in silenzio, lasciando quel rito antico appeso nel buio.



Note:

Le frasi e parole in Mando’a non tradotte e troveranno spiegazione in seguito.



Note dell’Autrice:

Cari Lettori, grazie innanzitutto per essere arrivati fin qui <3
È la prima volta che pubblico in questo fandom, e ammetto di essere un po’ emozionata, visto anche che questo progetto mi sta particolarmente a cuore. Qualche premessa credo sia d’obbligo, sperando che questo primo assaggio della storia vi abbia almeno incuriosito.

Diciamo che era moltissimo tempo che aspettavo qualcosa di specifico sui Mandaloriani, e quando finalmente sono riuscita a vedere The Mandalorian me ne sono innamorata. Però. C’è sempre un però, no? Ovvero, che con mio grande dispiacere hanno lasciato da parte gran parte della lore dell’EU/Legends. Quindi... perché non colmare i "vuoti"? Ho fatto quindi una commistione tra canon, fanon e idee originali per raccontare la storia di Din Djarin, sia nel passato che nel futuro. Troverete sempre tutto nelle note, e in un mini-glossario che allegherò per comodità con l’avanzare della pubblicazione.
Il materiale su Mandalore e i Mandaloriani è sterminato (e contraddittorio) e anch’io ne conosco una parte esigua rispetto al totale, quindi non mi professo esperta. In generale mi rifaccio alla serie omonima, a Clone Wars, a una parte di Rebels e soprattutto alla saga Republic Commando, oltre a vari ed eventuali fumetti e Star Wars: Insider. Il tutto sarà ovviamente comprensibile e leggibile anche per chi abbia seguito solo la serie e le trilogie principali :)

Chiudo il papiro, e rimando ulteriori sproloqui al primo capitolo vero e proprio :’) Spero comunque che l’andazzo della storia si evinca da queste premesse e soprattutto dal logo... altrimenti, meglio, vi sorprenderò <3
Grazie di nuovo a chi ha letto fin qui e un grazie gigantesco a Miryel, che spupazzo per la grafica stupenda, e shilyss e _Atlas_, che spupazzo per aver fatto da test-reader. E per aver sopportato i miei deliri di fangirl/nerd su Star Wars, The Mandarancio Mannarino Mandalorian e Pedrito Pajata Pedro Pascal <3

Alla prossima, spero presto,

-Light-

 
MEDAGLIERE:

Primo posto al Wor(l)ds in a Book | Edizione 2021 indetto da Gatto delle Nevi su Wattpad
Primo posto al The Girls Contest 2020 indetto da EditorialTheGirls su Wattpad.
Primo posto al Concorso 2021//WATTPAD indetto da PotterHead_Always34
Primo posto al Daily Contest 2020 indetto da Gibbi127 su Wattpad.
Secondo posto al Concorso Autunnale indetto da bordins_ su Wattpad.
Terzo posto agli Stars Awards 2021 indetto da TheStarsTeam su Wattpad

 


 
 
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Questa storia è scritta senza scopo di lucro.


©_Lightning_

©LucasFilm

 




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