Consapevolezza

di Owaranai
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Ed eccomi qui.

Seduta in giardino con l’aria fresca che mi accarezza il viso, cercando risposte a domande non ancora chiare nella mia testa, trattenendo le lacrime.

“Ecco la solita ragazza depressa!” penserete voi.

Non sono depressa, mi faccio semplicemente troppe domande e tutti quei pensieri che ne scaturiscono si frappongono sempre tra me e il mondo. Mi tolgono la forza di andare avanti, la voglia di sorridere, il desiderio di amare e farmi amare.

Soffro di una malattia chiamata “Pensare Troppo” e per questa non esiste una cura efficace. Certo, ci sono alcuni rimedi temporanei ma no, grazie, non voglio cominciare a ingoiare pillole.

La morte, direte voi, è la soluzione: niente più pensieri, niente più dolore, solo il nulla eterno e nient’altro. Ci ho pensato anch’io (brividi sulla mia pelle), ma poi mi sono detta:

“Stupida. Hai paura della vita, figuriamoci della morte!”

Vorrei solo smettere di sentirmi così.

Vorrei riuscire a tramutare le mie domande in risposte, le risposte in certezze, e le certezze in vita da vivere.

Vorrei trasformare ogni mia lacrima in sorrisi, sarebbero talmente tanti che farebbero invidia perfino alle stelle in cielo.

Vorrei guardare una persona negli occhi e scorgervi dentro la sua anima, senza preoccuparmi che un giorno questa persona possa abbandonarmi, ferirmi o morire.

Vorrei avere il coraggio di amare e trovare una persona con cui condividere la mia intera esistenza, senza pensare che qualsiasi cosa io possa fare, provare, dire, sognare, sentire, scomparirà con me alla mia morte.

Vorrei che i miei pazzi e impossibili mondi fantastici diventassero realtà, andando a rallegrare la vita delle persone.

Vorrei…

Vorrei poter prendere queste parole, accarezzarle, dare loro forma, colorarle di ogni emozione possibile, cospargerle di coraggio e usarle per costruire la mia vita.

Vorrei.

Ma non ne sono capace.

 



 




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