Angeli nel ghetto

di karter
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con gli anfibi camminiamo noi
in un tempo che non passa mai
liberi
liberi
 

-Mi dici dove stiamo andando?-
Era la quinta volta che lo chiedeva, eppure Marco non sembrava intenzionato a rispondere.
Quel pomeriggio l'aveva chiamata dicendole di mettersi delle scarpe comode perché l'avrebbe portata in un posto, però per arrivarci era necessario camminare un po'. All'inizio era stata entusiasta della cosa. Adorava le sorprese di Marco, con lui non si annoiava mai, però in quel momento aveva davvero voglia di girare i tacchi e tornarsene a casa e l'avrebbe anche fatto, non fosse che erano quasi due ore che camminavano e non aveva la forza di rifarsi tutta quella strada al contrario.
-Ci siamo quasi- le rispose stringendole leggermente la mano per rassicurarla, mentre spostava le fronde dell'ennesimo albero per far passare la ragazza e godersi la sua espressione sbigottita.
Anche lui e Jews avevano la stessa espressione il giorno in cui si imbatterono in quel piccolo angolo di paradiso.
Era un enorme prato pieno di fiori di ogni colore circondato tutt'intorno da alberi altissimi che lo nascondevano allo sguardo.
-Meraviglioso!- esclamò Bibi osservando ad occhi sgranati tutti quei colori che si mischiavano davanti ai suoi occhi.
Non le era mai capitato di vedere nulla di più bello in vita sua.
-Sapevo ti sarebbe piaciuto!- sussurrò il biondo sulla sua pelle abbracciandola da dietro e posandole un bacio sulla guancia.






 




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