Come una tazza di caffè

di Allstar4e
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Mi piace leggere i libri.

Te ne stai sdraiato sul divano o sul letto con questo rettangolo tra le mani,
sfogli pagine ruvide rettangolari, annusi l'odore dell'inchiostro nero, quadrato.
In quel momento sei tu, solo, con le parole che leggi.

Frasi che si imprimono nella mente, volti che si formano nell'immaginazione, personaggi che inizi a conoscere e, a volte, ad amare.

Non mi piace il caffè, ma mentre leggo, oggi, ne ho bisogno.

Devo stare sveglia, non ho dormito molto negli ultimi giorni. Ho troppi pensieri per la testa che è altrove, in un altro luogo, in un'altra città.

Giro il cucchiaino argenteo nel liquido amaro, nella speranza che con qualche rotazione in più il sapore del caffè migliori, ma invano.
Sollevo la tazzina gialla e dopo averla portata alla bocca, sorseggio un po' di liquido. Amaro. Devo resistere, non aggiungerò lo zucchero.
Do altre sorsate, tre, quattro e finisco il caffè, pronta per ritornare a lavorare.

Da qualche tempo ormai sono in un'altra città per lavoro.
Ho pensato che sarebbe stata una opportunità irripetibile e che se non avessi colto questa occasione me ne sarei pentita per sempre.
Quando ho fatto questa scelta ne ero molto sicura. Ora, non lo sono più tanto.

Sono sempre stata una persona che dà più importanza ai legami interpersonali, alla famiglia, agli amici che al resto.
Sentivo però che dovevo darmi questa chance, provare ad uscire dalla mia zona di comfort, provare a me stessa che potevo farcela.
E in effetti sì, ce la sto facendo, ma mi ritrovo in questo posto, da sola, aspettando con ansia il weekend per poter tornare e riabbracciare tutti.

Che poi, quel "tutti", si è notevolmente ridotto. Purtroppo. Avendo neanche due giorni a disposizione cerco di incastrare tutto, ma le ore a disposizione non sono troppe e spesso molti incontri restano in sospeso. Ci sono persone a cui voglio molto bene, ma che non vedo da eccessivo tempo.
E questo mi fa male. Ma quello che mi fa più male, forse, è che ad alcuni sembra andare bene così.

La vita di tutti a casa continua senza troppi intoppi, frenetica come al solito e non posso pretendere che siano tutti liberi per me al mio ritorno, né che si mettano nei miei panni. Non sanno quanto mi mancano, quanto mi manca casa e quanto mi mancano le nostre passeggiate e conversazioni.

Oggigiorno ci sono tutte le tecnologie possibili, è vero, ma nulla può sostituire uno sguardo e un abbraccio che racchiude tutto il bene inespresso a voce.

Così, al momento, la mia vita è una tazza di caffè amaro, che si addolcisce nei weekend quando l'affetto di chi mi vuole bene mi zucchera la vita.




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