In occasione dei
provini per lo
spettacolo teatrale fu messa a disposizione della professoressa
Umbridge l'unica
stanza che potesse disporre di tutto il necessario per
l'improvvisazione degli
aspiranti artisti: la Stanza delle Necessità. Mentre la
piccola insegnante se
ne stava seduta con una tavoletta sulle ginocchia e una penna in mano
pronta a
scribacchiare le sue considerazioni, gli studenti si alternavano a
tentare la
loro miglior prova. I copioni e i testi delle canzoni Dolores Umbridge
li aveva
tutti in mente e già tre candidati – Lavanda
Brown, Seamus Finnigan e Padma
Patil – erano stati depennati solamente perché si
erano presentati con i fogli
in mano.
Non sapere le
battute era peggio
delle stonature secondo lei: era a Hogwarts per riportare ordine e
disciplina
attraverso il teatro e non avrebbe tollerato il caos.
Fu per questo
che, dopo quei
primi casi disperati, si ritrovò a dare forse con un po'
troppa rapidità il
ruolo di Enjolras a Neville Paciock.
“È
tempo per tutti noi di
decidere chi siamo... Combattiamo per... Il diritto di una serata a
Hogsmeade
ora? Oppure è solo un gioco per dei ricchi
purosangue?”
“Ehm
ehm, può bastare signor
Paciock. La voglio più deciso e un po' più
intonato quando canta, ma direi che
sono colpita dal fatto che abbia memorizzato le parole del
testo!” esclamò
rivolgendo un sorriso apparentemente caloroso al ragazzo che
sembrava sul
punto di svenire sul palco improvvisato. Poi chinò la testa
sulla tavoletta e
mise accanto al suo nome una spunta – ma con una piccola
nota: se non trovo
proprio di meglio.
Con la stessa
scusa – sapere le
parole – e la stessa clausola – “se non
trovo di meglio” – si ritrovò a
scritturare ben presto anche Hermione Granger, Fred Weasley (non il suo
gemello, che oltre al talento mancava anche di memoria!) e Cedric
Diggory.
“Ha
problemi di udito, principessa
del teatro? Il signor Diggory mi ha perforato i timpani e le assicuro
che non
posso permettermi di perdere anche questi!”
“Oh
professor Moody! La aspettavo
almeno un'ora fa!” Dolores si voltò per lanciare
un'occhiata di rimprovero al
nuovo arrivato. Poi riportò lo sguardo sulla sua tavoletta e
sospirò vagamente
delusa. “Lo so bene che il signor Diggory è
pessimo! Ma sono tutti pessimi in
questa scuola! La qualità è davvero bassa... E ho
anche sentito già il gruppo
del coro di Vitious! Sono davvero ehm basita. Non ci sono
più i talenti di una
volta!”
Alastor Moody si
sedette accanto
a lei, facendo un grugnito mezzo divertito.
“Talenti
come lei?”
“Oh,
beh, non cerco qualcuno ai
miei livelli, ma almeno con un piccolo germe di talento!”
sospirò lei in risposta,
non cogliendo l'ironia del collega. “Mi dia pure un'opinione
sul prossimo
candidato, anche se non le prometto di essere d'accordo con
lei...” aggiunse
poi, cercando di apparire conciliante e forse perfino complice, prima
di
chiamare un nuovo studente.
“C’è
un castello su una nuvola,
vorrei andarci nei miei sogni…”
La studentessa
entrò cantando
direttamente, un tono sognante che sorprese Dolores. Non era terribile.
“Dovrebbe
richiudere la bocca,
prima che qualche mosca decida di entrarci”.
Il rimarco del
professor Moody la
fece tornare in sé. Notò il suo ghigno con la
coda dell’occhio e si indispettì.
“Ehm, va bene così,
signorina…” controllò il suo elenco,
“Lovegood. Mi sembra
adatta per interpretare Cosette”.
Luna
accennò un inchino e lasciò
la stanza, mormorando qualcosa che Dolores non capì
– qualcosa sul morso di
qualcuno, ma decise di lasciar perdere. Si volse verso Moody prima di
chiamare
il prossimo studente. “Non sia sciocco, non ero a bocca
aperta” chiarì. “In
ogni caso”, aggiunse esaminando la scheda di Luna Lovegood,
“non mi stupisce
che quella ragazza canti decentemente. È
purosangue”.
Moody non
commentò.
Dopo la
signorina Lovegood seguì
una serie di candidati che la professoressa Umbridge ritenne del tutto
inadatti
– si decise a scritturare alla fine Cho Chang solo per
disperazione, dato che
il suo scorbutico collega la sollecitava a prendere per buono qualcuno.
(“Scelga
qualcuno, per Salazar! Tanto fanno schifo tutti comunque! E per la
Barba di
Merlino, prenda questa Corvonero qui che sembra sul punto di scoppiare
a
piangere se non lo farà!”).
In mezzo a quel
caos generale, la
voce di una studentessa riuscì però a emergere
particolarmente e a sfatare la
bassa aspettativa di Dolores.
“Da
sola, il mondo attorno a me
cambia: gli alberi sono spogli e ovunque le strade sono piene di
estranei!”
Pansy Parkinson
diede il meglio
di sé sul palco e si sorprese non poco quando
sentì la terribile insegnante
applaudirla e acclamarla con entusiasmo.
“Ma...
Sei un vero talento! Sul
serio io... Ehm ehm... Cara ragazza, rivedo te in me. Sei proprio
com'ero io da
giovane!”
Pansy fece un
incerto sorriso,
non troppo soddisfatta a dire il vero dal paragone. Sperava di essere
almeno
leggermente più bella di quel rospo rosa!
“Bene...
Grazie mille, o almeno
credo” rispose e forse per via di quel paragone si mise a
tossicchiare. “Ehm,
può ricordarmi quali sono i duetti romantici con
Draco?”
“Oh,
vediamo... Intendi forse il
pezzo in cui il tuo personaggio muore e Marius finge di amarlo solo per
non
farla morire completamente disperata? È A little
fall of rain
naturalmente! Ho sempre trovato quel momento tragico e, beh, forse sono
troppo
romantica ma ho sempre tifato per Eponine invece che Cosette. A
proposito, sarà
interessante vedere il signor Malfoy duettare così tanto con
la Lovegood!”
rispose prontamente la professoressa con un altro sorriso
incoraggiante.
E fu non poco
confusa quando
improvvisamente Pansy smise di sorridere, invece.
Dopo aver
ascoltato altri tre
ragazzi, Dolores decise di aver sofferto abbastanza. “Ehm
ehm” tossicchiò per
interrompere un Corvonero che aveva appena iniziato a intonare
– o piuttosto
a stonare – Red and Black, “direi che per
oggi basta così”. Agitò la bacchetta
attirando a sé, sotto gli sguardi attoniti di tutti gli
studenti ancora in
attesa di esibirsi, un calice completamente rosa.
“Vuole
lasciare all’alcool la
scelta degli interpreti?” domandò ironico il
professore al suo fianco; l’occhio
artificiale si concentrò sul misterioso oggetto.
“Naturalmente,
ehm, no”. La
professoressa iniziò a recitare a voce bassa, eseguendo con
la bacchetta alcuni
complicati movimenti. Dal calice si levò una fiammata,
anch’essa squisitamente rosa.
Dolores fu lesta a gettare nella fiamma – che sembrava non
avere alcun effetto
sul proprio contenitore – l’elenco di tutti gli
aspiranti attori. “Domani, sarà
questo rarissimo oggetto magico a decretare i nomi degli
interpreti” annunciò
dopo essersi nuovamente schiarita la voce. “La sua sapienza
è assolutamente
infallibile”.
Un po’
delusi, gli studenti
iniziarono a sciamare fuori dalla stanza vociando il loro scontento.
“Ingrati”
sentenziò la Umbridge,
ignorando lo sguardo acuto del professor Moody. “Ehm ehm,
pensa lei a chiudere
qui? La vedrò domani, allora”.
Alastor non
rispose, aspettando
di vederla uscire prima di dedicarsi al calice rosa.
In Sala Grande a
colazione
regnava un silenzio strano, teso. Quasi tutti gli sguardi erano puntati
sul
calice che di lì a poco sembrava dover decidere dei destini
dell’intero corpo
studentesco, mentre naturalmente avrebbe solo annunciato a chi sarebbe
stato
concesso di partecipare allo spettacolo evento dell’anno. Le
due cose
sembravano equivalersi, per la maggior parte degli studenti.
“Harry!
Davvero non hai nemmeno provato
a ottenere una parte?” Ron suonò
incredulo.
L’interrogato
roteò gli occhi
infastidito. “Vorrei solo un anno normale, Ron”
spiegò, recuperando il
bicchiere pieno di succo di zucca. Forse vedendolo intento a bere
l’avrebbero
lasciato in pace.
“Non
so che darei per una parte,
miseriaccia”.
L’ormai
inconfondibile “ehm, ehm”
risuonò nella sala. Era arrivato il momento.
Dolores Umbridge
si avvicinò al
calice e agitò la bacchetta. La fiamma si alzò,
assumendo striature violacee.
Poi gettò fuori un primo biglietto.
“Jean
Valjean: Alastor Moody”
lesse la professoressa. Un grugnito soddisfatto arrivò dal
tavolo dei
professori.
Ricevuto il
secondo biglietto,
iniziò a leggerlo. “Ispettore Javert” si
bloccò, rossissima. “Questo…
è
inaccettabile!” strillò, facendo rizzare i capelli
a tutti.
Il calice
cominciò a eruttare un
altro foglietto e poi anche un altro, ma lei prontamente li
bloccò a mezz'aria
con la sua bacchetta, decidendosi finalmente a ricomporsi e ad
affrontare la
dura realtà del nome che aveva tra le mani.
“Javert:
Harry Potter” annunciò,
sputando il nome fuori quasi fosse veleno. “Signor Potter,
lei non ha neanche
fatto un dannato provino, come spiega questa cosa? Signor
Preside...” disse
poi, voltandosi verso il tavolo dei professori con espressione furente,
“la
prego di intervenire, non verrò presa in giro nel mio ruolo.
In qualche modo il
signor Potter ha chiaramente manomesso il mio prezioso calice
rosa!”
Mentre la Sala
era immersa in un
teso silenzio e tutti gli insegnanti la fissavano sbalorditi
– meno uno che
invece ridacchiava senza ritegno tra sé e sé
–, Silente si alzò stancamente in
piedi e fece cenno a Harry di raggiungerlo.
“Harry”
gli disse poi con calma,
fissandolo con un luccichio di divertimento negli occhi. “Sei
stato tu a
mettere il tuo nome nel calice rosa della professoressa
Umbridge?”
“No,
signore” rispose Harry con
fermezza.
“Il
ragazzo mente!” strillò
Dolores con voce inauditamente stridula. “Altrimenti chi
può essere stato a
fare una cosa simile... Con quale titolo...” Si interruppe
improvvisamente,
incrociando lo sguardo del professor Moody che sogghignava ancora.
“Come osa?
Con quale titolo ha fatto una cosa del genere?”
sbraitò ancora, lanciandosi
stavolta quasi contro di lui, con solo il tavolo a dividerli.
Alastor si
alzò in piedi e
schiarendosi leggermente la voce, iniziò a cantare
– anzi a parlare.
“Il
mio nome è Jean Valjean!”
Senza quasi
rendersene conto, la
professoressa gli rispose immediatamente per le rime intonando il resto
della
canzone.
“E io
sono Javert! Non
dimenticare il mio nome, 24601!”
La Sala si
ammutolì nuovamente,
finché dal tavolo Serpeverde partì un rumoroso
applauso.
“Per
Salazar, dovrebbe cantare
sempre invece di parlare: farebbe un favore a tutti!”
commentò Draco, rivolto
ai suoi migliori amici.
“Sì,
è davvero bravissima!”
commentò Pansy, finalmente realizzando che forse si trattava
davvero di un
complimento quello che la professoressa le aveva rivolto durante le
audizioni.
“Quanto
te, Pansy, a quanto ho
sentito...”
“Oh,
stai zitto Blaise!” sibilò
la ragazza, recuperando la sua espressione innervosita. “Con
te non parlo
ancora! Avrei potuto fare Cosette e duettare con Draco, sei proprio uno
stronzo!”
“Non
è colpa mia se sei del tutto
ignorante in letteratura magica” replicò lui con
un ghigno soddisfatto.
“Ehm
ehm”
Dolores si schiarì la voce, come se improvvisamente conscia
di avere su di sé
gli occhi di tutti gli studenti. Si allontanò da Alastor.
“Mi sembra chiaro che
c’è stato un errore. Il ruolo non andrà
a Potter”.
“Bene”
iniziò Harry, ma fu coperto dalla voce divertita del
professor Moody. “Come, il
suo infallibile calice?”
La
Umbridge lo ignorò. “Come dicevo, il ruolo
andrà a qualcuno di ben più
qualificato, ehm, sarò io naturalmente. Potter
può fare uno degli sciocchi
giovani che gettano la loro vita al vento”.
“Io
veramente–”
“Basta
così, Potter! Torna al tuo posto. Ho altri ruoli da
annunciare”.
Harry
eseguì, visibilmente irritato dall’inattesa piega
degli eventi.
“Ecco,
lo
sapevo, hai ottenuto un ruolo anche senza fare nulla!” si
lamentò Ron,
riuscendo solo a peggiorare il suo umore.
I
minuti seguenti videro
confermare Neville nel ruolo di Enjolras, Draco in quello di Marius,
Luna come
Cosette – Hermione sbarrò gli occhi sentendolo
– e Pansy nelle vesti di
Eponine. La sorpresa arrivò quando Ginny fu nominata per il
ruolo di Gavroche.
“Sì, ehm, a volte innovare può far
bene” commentò distrattamente la Umbridge.
“Sempre con ordine, però!”
NdA
Se siete arrivati fino a qui, congratulazioni!
Che ne pensate dei provini, sono andati come vi aspettavate? Qualcuno
ipotizzava Alastor-Javert e sì, avrebbe avuto senso, ma come
potrebbe Dolores non pretendere per sé quella parte?
♥
Tenevamo a inserire comunque il calice, anche se ovviamente non poteva
che divenire un calice
rosa! Non è, tra l'altro, l'unico elemento del
quarto libro che manterremo.
Speriamo che la lettura continui a piacervi (e a dirvertirvi); un
bacione e al prossimo capitolo!
NargilliRosa
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