Racconti dell’Epoca SonGoku

di Mercurionos
(/viewuser.php?uid=1120562)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il Secondo Attacco
 
Bisogna sempre mirare lontano
Oltre il bersaglio
Il nostro soffio
Il nostro spirito
Camminano assieme alla freccia
Quando essa ha lasciato l’arco
La vita comincia
(Tradizione orale della Via dell’Arco)
 
Il potente mago Babidi era giunto sulla Terra per ottenere il potere dell’antico demone Bu, il majin che si disse abbia combattuto con gli dei del Mondo. Una volta che il leggendario demone si era risvegliato, il mago Babidi ne saggiò la forza lasciandolo scatenare sulla popolazione. Intere città vennero ridotte in cumuli di polvere, centinaia di persone innocenti perirono schiacciate dalla forza del demone da millenni sopito nel ventre del pianeta. Fu allora che Goku e Vegeta, i due guerrieri più forti del mondo, andarono a sfidare il demone Majin Bu a singolar tenzone.
Quando arrivarono nel deserto, la dimora del mostro roseo, il suo padrone Babidi li accolse con grasse risa, divertito dall’idea che qualcuno potesse rappresentare una sfida per il suo burattino distruttivo.
Il primo a sfidare il nemico, come era stato deciso con una partita di morra, era Goku, colui che si era allenato con gli dei nell’Aldilà. Si fece avanti liberando il proprio ki e cingendosi dell’aura dorata tipica dei guerrieri Saiyan che, come lui, aveva risvegliato il potere del loro sangue. Goku inoltre, grazie agli allenamenti nel regno ultraterreno, aveva raggiunto uno splendore nuovo al compagno d’arme Vegeta, una forma del corpo che trascendeva i limiti del guerriero Saiyan.
Goku piegò le spalle e giunse le mani, raccogliendo in esse tutta l’energia che possedeva. La scagliò come un gigantesco getto di fuoco sul demone Bu secondo lo stile della Scuola delle Tartarughe di Mare, che gli era stato insegnato in gioventù. L’assalto generò una violenta esplosione, la sabbia e la polvere si sparsero in aria ma una volta ricadute in terra si poteva vedere che l’attacco non aveva sortito alcun effetto. Majin Bu, ridacchiando svagato, agitava braccia e gambe come una scimmia esaltata, il suo corpo mostrante solo qualche graffio e nessun altro danno.
Babidi allora se la rise compiaciuto dalla forza del suo guerriero, sebbene anche divertito dall’inettitudine del campione terrestre. Fu allora il turno di Vegeta che, al contrario di Goku, non aveva ancora superato i limiti del proprio sangue, ma era asceso ad essi. Anch’egli si cinse di aura dorata, piegò le spalle ed alzò una mano, indicando il demone suo avversario. L’attacco fulmineo si precipitò sul corpo di Majin Bu, e lo attraversò senza fatica alcuna come una freccia penetra un foglio di carta. Il mago Babidi, conquistato dallo spavento, si lanciò sul corpo esanime dello sconfitto, piangendone con disperazione la sconfitta.
Goku si avvicinò al compagno, chiedendogli come fosse riuscito in quell’impresa. Vegeta gli rispose: “Tu hai attaccato come un guerriero ordinario, col semplice intento di saggiare la forza del tuo avversario. Per questa tua sicurezza ti senti erroneamente invincibile sul campo di battaglia, il che è la chiave della sconfitta. Differentemente, io ho mirato oltre il mio bersaglio. Sappi dunque che, se ti scontrassi con un guerriero più responsabile di te, quella sarebbe la tua fine."





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3919286