Stavo
riordinando il mio archivio e ho trovato questa storia.
La parte
divertente è che non ho la più pallida
idea del perché io l'abbia scritta, o se effettivamente
l'abbia scritta io,
ma era così carina e leggera che mi sono trovata a pensare
che potrei
pubblicarla pure qui, perché no. Quindi prendetevi questa
ship da fluf
di vero disagio e godetevi l'estate ~
Ormai Yohane poteva dire di
aver preso confidenza col letto di You. Non trovava strano sedersi
sopra di esso, o sdraiarsi, o formare un bozzolo con le coperte
dichiarando che il suo status di angelo caduto stava subendo
una metamorfosi radicale. La ragazza ormai aveva preso una tale
familiarità con quel posto tanto che meditava di portare
delle tende color pece da appendere per ravvivare l’atmosfera.
Era
piuttosto certa che sarebbero piaciute anche a You.
Yohane alza
lo sguardo dalla sua rivista di materie occulte e lo sposta
sull’altra ragazza, ovvero la legittima proprietaria di
quella stanza.
You
è seduta sul pavimento e sta cucendo il costume per il loro
prossimo PV. Lo trova ammirevole, ed è anche un
po’ invidiosa delle sue capacità. Lei i suoi
demoniaci vestiti li ha sempre comprati, non ha mai prodotto
abbigliamento così ricco e dettagliato con le proprie mani.
A ben guardare, You era perfetta; una nuotatrice, cucinava bene e
cuciva tutti gli abiti per le Aqours. Un vero angelo.
Forse era
per quello che ne era rimasta attratta. You rischiava di diventare un
angelo caduto come lei, quando Chika e Riko avevano timidamente,
più o meno, palesato la loro relazione, e Yohane era un
angelo caduto sì, ma non desiderava che altre creature
innocenti la raggiungessero.
You
l’aveva presa con un sorriso, sembrava che se lo aspettasse.
Probabilmente tutte loro se lo aspettavano. Non c’era niente
da nascondere se era tutto così palese.
Persino
quella svampita di Zuramaru non era sembrata poi così
sorpresa.
In fin dei
conti non era mai cambiata fin da piccola. Rimaneva sempre
così Zuramaru, quella. Probabilmente era
l’unica che, fin da bambina, non l’aveva mai
giudicata stramba. Erano sempre state entrambe fuori dal mondo, e si
erano trovate.
«
Ehi, Yoshiko. »
«
Yohane. » borbotta pacata, ormai abituata a quel lapsus
dell’umana con cui aveva stipulato quel illecito contratto
con proibita relazione annessa. You la osserva da dietro gli occhiali,
divertita, e poi alza il vestito su cui stava lavorando quel pomeriggio.
Arancione.
Sicuro l’abito di Chika. Yohane storce il naso. Non le era
mai piaciuto l’arancione, e da diverso tempo aveva quasi
sviluppato una forte avversione ad esso. Le ricordava i mandarini, e
l’associazione da quelli ad una persona in particolare era
praticamente inevitabile. Non le stava nemmeno bene, quel colore.
You
lavorava sempre sull’abito per Chika per primo. Aveva
giustificato quella precedenza col fatto che spesso Chika era la loro center, e quindi solo approvato quel
capo di vestiario poteva personalizzarlo per ogni membro del loro
gruppo.
Lo trova un
po’ ingiusto, ma finché non trova una replica
efficace sa di non poter controbattere al modus operandi della sua
ragazza.
Arrossisce.
Lo fa sempre quando concepisce You come tale.
«
Yohane » la voce dell’altra la riporta nella
realtà. « Ti ho chiesto se lo puoi provare. Devo
vedere se il corpetto non si scuce. » Yohane sbuffa,
rotolandosi nel letto con improvvisa stizza.
«
No, l’angelo caduto Yohane non si abbassa a simile pratiche
terrestri. » esclama, avvolgendosi nel lenzuolo.
«Ti
prego, Yohane. » le dice l’altra ragazza mentre la
sente avvicinarsi al letto. Il fruscio del vestito appoggiato a terra
la fa sentire più rilassata, tanto che si gira. You
è sopra di lei.
Di certo
non è la prima volta che sono così vicine, eppure
Yohane – Yoshiko – finalmente si
rende conto che è nel letto di un’altra ragazza,
la suddetta ragazza sopra di lei e che la situazione è anche
fin troppo intima. « Se lo indossi, ti do un premio
» probabilmente i suoi occhi si sono messi a brillare nel
sentire di una ricompensa per quella enorme scocciatura, visto che You
si allontana un po’ e ride. Non se ne cura, tanto che si
puntella sui gomiti cercando di non perdere il contatto visivo.
«
Quale premio? » You sembra sinceramente sorpresa dalla sua
reazione, ma non ci impiega molto ad escogitare un piano.
Si baciano.
Non
è di certo la prima volta, prima di quelle si sono
già baciate ben ventidue volte. Non dovrebbe provare tutto
quell’imbarazzo, o i suoi little demon non
l’avrebbero più riconosciuta come degna padrona.
Yoshiko si
lascia ricadere nel letto, ma non stacca le sue labbra da You che la
segue tra le lenzuola. La sua lingua le accarezza le labbra, ed
è senza esitazione che le apre ansiosa. Si sente accarezzare
il palato, la propria lingua con la quale timidamente risponde,
allacciando le braccia dietro al collo dell’altra per
sentirla più vicina.
È
in estasi per quel bacio, un solo bacio. Rinuncerebbe a tutto, pur di
averne sempre di più.
You si
stacca, e passato il momento di calore Yohane si accorge che
c’era qualcosa di fuori posto. Il suo corpetto era slacciato,
e You la osservava quasi sorniona e soddisfatta del suo operato.
Vorrebbe urlare per simile profanazione, ma l’altra ragazza
la anticipa, mettendole in braccio quell’orrido vestito
arancione senza darle alcuna possibilità di replicare.
«
Provatelo, e magari ti darò il resto. » ridacchia
la sarta, mentre Yohane sente le proprie orecchie fumare di imbarazzo e
indignazione. Non si era proprio accorta di You che maneggiava con
lacci dei suoi vestiti, e le avesse persino sfiorato il seno.
Nonostante l’imbarazzo, non trovava la cosa spiacevole.
Però di certo lei, la dannata, non poteva fargliela passare
liscia!
La afferra
da dietro e You si lascia andare ad un verso sorpreso, mentre Yohane si
alza dal letto. La fissa con sfida, lasciando cadere anche la gonna
ormai slacciata insieme alla camicetta e indossando a malavoglia
quell’abitino sfavillante, che avrebbe incontrato solo i
gusti di Chika, di fronte alla sua ragazza.
You torna
seria, la osserva, sistema un pezzo di stoffa con una spilla e
dall’espressione che fa sembra davvero soddisfatta del
proprio operato. Lei la osserva, e a suo modo si sente soddisfatta di
averle fatto da modella.
La
ragazza alza lo sguardo, togliendosi gli occhiali e riponendo
l’ago nel suo set da cucito, e la osserva.
«
E ora, Yohane-chan, dovremmo toglierti questo
vestito. » ride. Yohane allora si stringe in esso, come se
all’improvviso fosse diventato il suo più
importante amuleto.
«
Solo se prometti che i prossimi costumi saranno come io comando!
»
«
Ancora gothic lolita? » la osserva You, perplessa.
« Dia poi chi la sente? » Yohane sbuffa,
allontanandosi.
«
E allora non riavrai mai più questi drappi! »
sentenzia la bandita, scattando veloce verso la porta. Sente You
emettere un verso di sorpresa, prima che si metta a correrle dietro. Le
sembra strano, correre per una casa non sua, con indosso un vestito che
aveva un’altra proprietaria e con un colore che nemmeno le
piaceva, ma vedere You che la inseguiva e la afferrava per i fianchi,
impedendole di schiantarsi contro un muro era bellissimo.
Era quello
l’amore?
Mentre si
univa in un bacio con la sua ragazza, la sua contraente illegale,
Yohane non sa darsi una risposta. Sa solo una cosa.
Yoshiko
è felice. Ed è quello l’importante.
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