Sapore di sale; sapore di mare.

di Rei Murai
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Giorno7: Tanabata
 
Ayumi posizionò il tanzaku[1] ad uno dei rami di bambù che adornavano la loro classe.
Sorrideva mentre legava il nastro colorato attorno all’asta rigida, canticchiando le canzoni tradizionali del Tanabata[2].
Quell’anno era il primo in cui la bambina aveva un desiderio speciale: il primo in cui aveva passato giorni, anzi mesi, a provare e riprovare a scriverlo in modo che fosse semplice; che non si potesse fraintendere.
Restò a rimirare soddisfatta il pezzo di carta vicino alla fila di orizuru[3] decorativi.
«Cosa hai chiesto questo anno?» Mitsuhiko la fece sobbalzare.
«Hi-mi-tsu[4]!» rispose e poi scappò via ridendo felice.
 
[Drabble: 100 parole]
 
 

https://it.wikipedia.org/wiki/Tanabata
 
[1] strisce di carta colorata che simboleggiano i fili di seta intrecciati da Orihime. Su di essi vengono scritti, a volte sotto forma di poesia, preghiere e desideri rivolti alle stelle protagoniste della festa e successivamente legati ai rami di bambù. In particolare sono attratti da questa usanza i più giovani, che sono soliti chiedere fortuna nell'amore e, nei tempi più recenti, nello studio.
[2] Tanabata (七夕? "settima notte"), conosciuta anche come Festa delle stelle o Festa delle stelle innamorate (星祭り Hoshi matsuri?) è una festa tradizionale giapponese derivata dall'equivalente festival cinese di Qīxī
[3] Gli orizuru sono origami, in particolare a forma di gru, che portano salute, protezione e lunga vita alle famiglie.
[4]Himitsu” significa “Segreto”




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