Ogni storia è una storia d’amore*, e ogni storia d’amore ha un principio.
Un evento particolare, una prima volta che sancisce l’inizio di un mutamento dell’animo.
Londra,1941
Per Azariphale e Crowley la prima volta ha la consistenza di un sogno, ed è questo che forse è rimasto per entrambi negli anni seguenti.
La prima volta ha la forma di una carezza leggera - un timido sfiorarsi di sguardi e un mancato incontro di labbra.
La prima volta, pensa Aziraphale, è l’avventatezza di Crowley che, a discapito di ogni buon senso o delle parole dette ottant’anni prima, non ha esitato a precipitarsi a salvarlo - di nuovo - e a proteggere con un altro miracolo non richiesto ciò che l’angelo aveva di più caro.
La prima volta è la sagoma di un diavolo, stravolto, profondamente addormentato su una poltrona di una libreria a Soho, mentre un angelo, con una delicatezza e una premura infinite, gli cura le ustioni ancora fresche sulle piante dei piedi.
Crowley ha rischiato il totale annientamento per lui e per la prima volta Aziraphale non trema all’idea di toccarlo.
Ancora Londra, quartiere di Soho, 1967
La prima volta è lo sguardo incredulo di un demone che, seduto in una Bentley del ‘33, stringe fra le mani un thermos dalla copertura ridicola.
È la rabbia per un vecchio rifiuto divenuta improvvisamente speranza, spasmodica attesa verso un futuro che ieri non c’era e oggi c’è. Un futuro che pare dipanarsi tutto d’un tratto verso un nuovo lato, una nuova fazione, un noi che brilla d'una luce diversa e la cui intensità fa tremendamente paura.
Ma è anche un tu corri troppo per me , una sola frase di appena cinque parole capace di straziare - dilaniare - quella strana cosa all’altezza del petto di cui Crowley ha tanto sentito parlare e che era quasi certo di non possedere.
(Gli umani lo chiamano cuore.)
La prima volta è solo la prima di tante altre volte, un rincorrersi continuo attraverso i secoli senza mai trovarsi davvero, un' esasperante tensione fra due percorsi asintotici - una canzone e una danza cominciate in un giorno di pioggia.
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