Il mistero
dell’asciugacapelli molesto
Torino, 28 giugno 1992
Duff riesce finalmente a spingere Slash nella doccia e il
chitarrista si lascia cadere come un sacco di juta vuoto.
Il bassista fa in modo che l’amico non batta la testa sulle piastrelle,
poi si allunga per aprire il rubinetto.
Un getto d’acqua fredda piove subito su Slash, facendolo
ridestare di botto: spalanca gli occhi e lancia un grido di sorpresa, cercando
invano di sottrarsi a quella tortura; il suo corpo tuttavia risponde al
rallentatore, complici anche le mani dell’amico premute sulle sue spalle con
l’intento di tenerlo fermo.
«Cazzo» biascica il chitarrista.
Duff sospira. «Bentornato nel mondo reale!» esclama.
«Fanculo.»
Il bassista gli picchietta sulla fronte. «Datti una lavata,
poi ti aiuto ad asciugare i capelli.»
Slash grugnisce contrariato e a fatica raggiunge la manopola
per regolare la temperatura dell’acqua.
Duff si allontana dal bagno e comincia a frugare nel
bagaglio dell’amico alla ricerca di abiti puliti. Anche stavolta si sta
prendendo cura di Slash: il chitarrista è svenuto dopo essersi sparato una massiccia
dose di eroina dopo il concerto. Ha voluto festeggiare a modo suo, ma questo
gli ha causato l’ennesimo malessere.
Il bassista non è certo un santo, però è convinto che il suo
amico stia decisamente esagerando.
Trova alcuni vestiti più o meno puliti, anche se la valigia
di Slash è un casino e la roba sporca si mischia facilmente con quella ancora
inutilizzata.
Torna in bagno e nota che l’amico ha lanciato i vestiti
fradici fuori dalla doccia e ancora borbotta, investito dal getto caldo che gli
scroscia sulla pelle.
Duff chiude il coperchio del water e ci si siede sopra. «A
che punto sei?» chiede.
«Calmati» replica Slash in tono brusco.
«Era solo una domanda…»
«Sai cosa vorrei adesso?»
Duff si stringe nelle spalle. «Un’altra dose di ero?»
«No. L’unica cosa che vorrei adesso è ricongiungermi al mio
letto e dormire per due giorni di fila! Tanto il prossimo concerto è tra… tra
quanto? Che cazzo ne so…» blatera il moro, per poi richiudere l’acqua.
Duff ridacchia. «Il 30 suoniamo in Spagna.»
«Ah.» Slash tace per un attimo, esce dalla doccia e afferra
un telo per asciugarsi. «E oggi che giorno è?»
«28 giugno, amico.»
«Ecco, allora posso dormire per due giorni di fila. Te ne
vai?»
Il bassista sbuffa e alza gli occhi al cielo. «Ti aiuto ad
asciugare quei capelli prima.»
«Ah, sì… almeno mi concili il sonno.»
Duff sorride appena e recupera il phon dal supporto che lo
tiene appeso alla parete accanto alla specchiera. Controlla se la spina è
attaccata, poi posa nuovamente gli occhi sull’amico e aggrotta la fronte.
«Che c’è?»
«Dovremmo pettinarli prima, no?» suggerisce Duff.
«Ma sei scemo? Slash non pettina mai i capelli,
chiaro? Altrimenti mi si sfasciano i ricci…» bofonchia il chitarrista.
«Ah certo, ma tra poco avrai i dread come il tizio dei Faith
No More!» lo contraddice l’altro.
«Macché…»
Duff decide di lasciar perdere, tanto è impossibile
ragionare con Slash certe volte.
Si alza e fa cenno all’amico di prendere il suo posto sul
coperchio del water.
Il chitarrista, i capelli sgocciolanti e indomabili, obbedisce
senza fare tante storie; non si è preoccupato di indossare gli abiti che Duff
gli ha portato, il suo corpo è ancora avvolto nel telo.
Duff armeggia con il tasto per accendere l’asciugacapelli,
ma qualcosa non quadra: il motore si aziona con uno strano ronzio, come fosse
rallentato, e subito dopo un terrificante puzzo invade l’aria.
Slash storce il naso e Duff spegne di botto l’apparecchio,
la fronte aggrottata e un terribile sospetto ad attanagliargli la mente: cerca
di non pensarci, non può essere successo davvero, non a loro.
«Ehm…»
«Te la sei fatta addosso, Duff? Che schifo!» sbraita il
chitarrista.
«Che cazzo dici? La puzza viene dal phon!»
«Dal phon, certo. E poi sono io quello che si droga…»
Duff sbuffa sonoramente e, decisamente seccato per
l’atteggiamento indisponente dell’amico, gli si piazza di fronte e aziona
nuovamente l’asciugacapelli, puntandoglielo dritto in faccia.
Slash sbianca e si tappa il naso, ritraendosi di scatto;
così facendo, scivola di lato e cade a terra, battendo forte il gomito sulle
piastrelle.
Impreca a gran voce e cerca di rialzarsi in fretta. «Che
cazzo, Duff, spegni quell’affare!»
«Non funziona, porca puttana!» strilla il bassista, tentando
in tutti i modi di placare il getto d’aria bollente che puzza di merda.
«Come sarebbe a dire non funziona?!» Slash si mette in piedi
e gli strappa l’oggetto di mano; prova a sua volta a schiacciare i vari tasti
presenti sull’impugnatura, ma l’aria ancora fuoriesce dall’asciugacapelli,
impestando pesantemente l’aria.
Duff si fionda a spalancare la finestra, ma la brezza umida
e pungente fa rabbrividire entrambi: nonostante sia estate, la temperatura
durante la notte è scesa di parecchi gradi.
«Chiudi quella cazzo di finestra, c’è un cazzo di freddo
polare!»
«Ma se chiudo, la puzza rimane stagnante qui dentro! Oddio
che schifo!»
Slash ancora armeggia con il phon, mentre Duff si porta le
mani tra i capelli ossigenati e non sa proprio cosa fare.
A un certo punto il chitarrista comincia a sbattere
l’asciugacapelli per terra e contro il muro, sperando di romperlo per non dover
più sopportare quel supplizio olfattivo.
All’improvviso a Duff si accende una lampadina nel cervello
e schiocca le dita. «Slash, la spina!» esclama.
«Eh?»
«Stacca la fottutissima spina!»
Il chitarrista sembra cadere dalle nuvole, poi fa ciò che
l’amico gli ha suggerito e finalmente il bagno piomba nuovamente nel silenzio;
tuttavia, l’odore forte e nauseante permea ancora l’aria circostante.
Duff si tappa il naso e tossicchia. «Come abbiamo fatto a
non pensarci prima?»
«Non chiedermelo…» farfuglia il chitarrista. «Che puzza di
merda, ma che cazzo è successo? Com’è possibile?»
Duff scuote il capo e sospira affranto. «Ora devi lavarti di
nuovo i capelli» gli fa notare.
«Col cazzo, ho sonno.» Detto questo, Slash esce dal bagno e
si tuffa sul letto senza neanche preoccuparsi di vestirsi.
Duff lo raggiunge e lo osserva, riflettendo sullo strano
fenomeno che hanno appena vissuto: cosa può mai essere capitato a quel dannato
asciugacapelli? Proprio non sa spiegarselo, inutile continuare a scervellarsi.
«Me ne vado, a domani» annuncia il bassista, per poi lasciare
la stanza con un’enorme confusione in testa.
Sta per fiondarsi nella sua camera per buttarsi finalmente a
letto, quando sente delle risate in fondo al corridoio. Si appiattisce contro
la porta e rimane in ascolto, perché ha riconosciuto una delle voci ed è come
se qualcosa – forse un presentimento, forse un’intuizione – gli suggerisce di
prestare attenzione alla conversazione in atto.
«…nell’asciugacapelli?» dice qualcuno.
«Certo. Quando Axl lo accenderà, troverà una bella
sorpresa!» esclama qualcun altro, e a quel punto Duff riconosce la voce di Mike
Patton, il cantante di uno dei loro gruppi spalla.
«E comincerà a strillare come un’aquila incazzata» replica
un altro, dev’essere qualche altro membro dei Faith No More.
«A fare la checca isterica, vorrai dire!»
«E poi partirà la scenata da vittima: oddio, e pensare
che i Faith No More sono uno dei pochi gruppi che mi piacciono, e loro mi
trattano così! Non me lo merito, cosa gli ho fatto di male?» prosegue
Patton, scimmiottando Axl con fare decisamente melodrammatico.
Duff, suo malgrado, si ritrova a ridacchiare tra sé e sé:
nonostante quei tipi stiano prendendo in giro il suo cantante, non può negare
che abbiano ragione da vendere. Axl si comporta proprio così, certe volte è
veramente difficile averci a che fare.
Poi la seconda illuminazione della nottata lo colpisce e,
senza pensarci due volte, torna verso la camera di Slash; spalanca la porta e
fa irruzione come una furia, saltando quasi addosso all’amico.
Questi si risveglia di scatto e impreca, cercando di
scrollarsi di dosso le mani di Duff che lo scuotono per attirare la sua
attenzione.
«Ma sei rincoglionito? Levati dal cazzo e lasciami dormire!»
sbraita il chitarrista irritato.
«Ho scoperto il mistero del phon che puzza di merda!»
esclama Duff.
Slash socchiude gli occhi e lo spinge via, raggomitolandosi
su se stesso in posizione fetale. «Ho detto di levarti dal cazzo, McKagan!»
«No, ascolta… so cos’è successo!»
«Ma che cazzo me ne frega?»
«Sono stati i Faith No More! Li ho sentiti parlare in
corridoio, ti giuro!» Il bassista annuisce con vigore per enfatizzare le
proprie parole. «Ridevano e si vantavano di aver messo della merda nel phon, solo
che…»
Slash si mette a sedere e sgrana gli occhi scuri e cerchiati
da profonde occhiaie. «Non può essere…»
«Sì, invece!»
«Quei fottuti stronzi figli di puttana!» sbotta, incazzato
come una iena. «E pensare che la loro musica mi è sempre piaciuta! E poi
sembrano dei ragazzi a posto, invece mi hanno fatto questo…»
«No, Slash, ascolta, il punto è che…» cerca di spiegare
Duff.
Tuttavia il chitarrista si lascia nuovamente cadere
all’indietro e chiude gli occhi. «Fanculo, voglio dormire» conclude.
Duff sbuffa. «Era per Axl.»
«Eh?»
«Lo scherzo. Non era per te, hanno sbagliato stanza.»
«Ah.»
«È tutto quello che hai da dire?»
«No, devo dire anche: ‘fanculo a loro e ‘fanculo anche ad
Axl fottutissimo Rose. Voglio dormire!»
😊 😊 😊
[Prompt 21: “L’unica cosa che vorrei adesso è
ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila!”]
Buon compleanno Slash :D
Ecco, vedete, ormai il fatto che non sopporto questo
chitarrista cilindrico è diventato un meme qui su EFP, motivo per il quale per
il suo compleanno l’ho sottoposto a una bella tortura orchestrata da coloro che
all’epoca dell’Use Your Illusion Tour erano soliti giocare degli
scherzetti ai Guns, ovvero i Faith No More capitanati dal loro cantante Mike
Patton che ai tempi era anche conosciuto come il terrorista della merda
XD
Che poi in realtà i FNM facevano scherzi a tutte le band con
cui suonavano, solo che prendersela con Axl per loro era divertentissimo, dato
che lo consideravano un dittatore supremo su quei poveri servi della gleba
degli altri componenti della band ^^
E mi sa che non avevano poi tutti i torti AHAHAHAH XD
Allora, devo ringraziare Soul sia per il prompt della sua
challenge, sia per avermi aiutato con le informazioni sui Guns, dato che lei ha
già letto l’autobiografia di Slash e di Steven (anche se ai tempi StevieStevie
non c’era più, che tristezza ç___ç); il fatto degli scherzi da parte dei FNM
invece l’ho estrapolato dalla biografia di Mike Patton ^^
Per la caratterizzazione di Axl ho preso sempre spunto da
ciò che hanno riportato Slash e Steven nelle loro autobiografie, così come
anche il fatto che i Guns, quando uscì The Real Thing dei Faith No More
nel 1989, erano in super fissa con questo album: piaceva un sacco a tutti e lo
ascoltavano in ogni stanza e a ogni ora del giorno, tipo, ahahahahahah!
La data che ho inserito a inizio storia non è casuale: mi
sono andata a guardare i live del tour più lungo dei Guns – durato tipo due
anni e mezzo – che poi è anche il tour più lungo della storia della musica, a
quanto pare! E niente, dicevo, ho cercato i concerti e ho scoperto che il 27
giugno 1992 i Guns, aperti da Soundgarden e Faith No More, hanno suonato a
Torino, e che il prossimo loro concerto sarebbe stato solo il 30 di giugno, in
Spagna, come detto appunto da Duff.
Il fatto che Slash si facesse di eroina non è certo un
mistero, anche se non so esattamente quando abbia cominciato e se in quel
periodo particolare ne facesse uso – ha avuto le sue fisse periodiche, a quanto
pare XD
Però vabbè, in caso non fosse così, prendetela come una
licenza poetica della sottoscritta :P
Anche per questo compleanno, così come ho fatto per gran
parte di quelli di luglio, ho tirato i dadi illustrati comprati da Tiger in
cerca di un prompt, e stavolta l’immagine raffigurata era quella di una cacca
fumante… sì, avete capito bene: tipo quella rosa di Arale AHAHAHAH XD
E potevo quindi perdere la succosa opportunità di scrivere
di uno scherzo “merdoso” targato Faith No More ai danni dei Guns? Certo che no
AHAHAHAH XD
Ultima notina: quando Duff dice a Slash che, se non si
pettina i capelli, gli usciranno i dreadlocks come al “tizio dei Faith No
More”, si riferiva al loro batterista, ovvero Mike “Puffy” Bordin, che ha
proprio quell’acconciatura e da questi suoi capelli nasce anche il soprannome
“Puffy”, che gli fu affibbiato da Jim Martin, storico chitarrista dei FNM ^^
Mi scuso con i fan dei Guns se sono approdata in questo
fandom che tra l’altro non seguo, così come non ascolto la loro musica; però
Duff mi sta simpatico e mi piaceva l’idea di fare un regalino-tortura a Slash,
dato che ho questo rapporto di amore/odio con lui e che comunque lo seguo nel
suo progetto Slash, Myles Kennedy & The Conspirators ^^
Penso di aver detto tutto!
Ringrazio chiunque sia giunto fin qui e chi deciderà di
lasciarmi un commentino, mi auguro di avervi strappato una risata come quelle
che mi sono fatta io mentre scrivevo!
Alla prossima e ancora BUON COMPLEANNO SLASH ♥
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