1day
#BokuAka
Week (31 luglio – 09 agosto)
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Day: 4
- Prompt: clothes sharing
- Parole: 790
Galeotta fu la felpa
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Come diamine aveva potuto? Come aveva
potuto dimenticarsi l'ombrello? Keiji maledice se stesso per
essere stato così poco lungimirante, ma sopratutto maledice Bokuto
Kōtarō
per la fretta assillante che gli ha messo. Fretta che gli ha fatto
scordare il prezioso oggetto che lo avrebbe confortevolmente protetto
dalla pioggia furiosa e persistente che ha avvolto Tokyo da quella
mattina, invece ora si ritrova a correre frustrato a filo delle
vetrine abbaglianti per cercare di prendere meno acqua possibile,
mentre si dirige verso l'abitazione di quell'esaltato di un capitano
– tentativo che è risultato inutile visto che è fradicio fino
alla punta dei calzini –.
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Quando raggiunge l'appartamento, il
sorriso aperto e allegro di Bokuto ha il potere di irritarlo ancora
di più.
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«Hey hey hey Akaashi!», poi il suo
sguardo indugia sulla figura del compagno «Oh piove?». Keiji si
adombra ed è pronto a prenderlo a pugni «Tu cosa dici Bokuto-san?».
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Il senpai ridacchia nervosamente,
battendogli amichevolmente la mano sulla spalla ripetutamente come a
voler stemperare la tensione.
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«Mi perdoni se ti offro una doccia
calda?» chiede poi ammiccando senza perdere quella solarità innata.
Keiji sbuffa appena sdegnato, ma poi si arrende, annuisce e il suo
sguardo cristallino si scalda.
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L'acqua bollente lava via quella
fastidiosa sensazione umida e appiccicosa dal suo fisico e il setter
sospira di sollievo. Immerge le mani fra i capelli e immediatamente
il profumo dello shampoo del capitano gli rimescola lo stomaco,
riconoscendo la nota fresca di menta e limone che hanno sempre i suoi
capelli.
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Una volta uscito si asciuga svelto e
indossa gli abiti puliti che Kōtarō
gli ha fornito. Gli stanno un po' grandi, la felpa in particolare –
il kohai la riconosce come una delle sue preferite – è enorme, ma
la cosa non gli da noia, anzi avverte la presenza del suo senpai
attorno a sé, come se lo stesse avvolgendo con il suo profumo
intenso che quasi lo stordisce.
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Quando esce dal bagno Bokuto ha già
preparato tutto, la tv accesa e sintonizzata sulla partita di
pallavolo che dovrebbe iniziare di lì a breve.
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«Oy 'Kaashi! Puntualissimo, stanno per
cominciare!» esclama allegramente, le iridi scintillano eccitate; è
uno sguardo coinvolgente ma anche sereno, quasi infantile e Keiji
sente la presenza calorosa del sole, malgrado fuori continui a
imperversare il brutto tempo.
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«Cosa c'è Bokuto-san?» gli chiede
notando che non gli ha staccato gli occhi di dosso. L'alzatore si
rende conto di star trattenendo il fiato, e non è la prima volta. È
colpa di Bokuto, la sua espressione è così intensa da essere quasi
famelica e dubita che lui se ne renda minimamente conto.
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«Uh? Nulla– Woo! Comincia!».
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Akaashi perplesso gli si siede accanto.
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La partita è già avviata verso l'ultimo
set, quando Keiji spazientito si volta verso il proprio senpai.
«Bokuto-san! Cosa c'è?». E' da un po' che il capitano gli lancia
occhiate indecifrabili.
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Kōtarō
sobbalza, preso alla sprovvista, si morde le labbra e il suo viso si
corruccia per l'imbarazzo, sembra un bambino colto con le mani nella
marmellata. Gonfia le guance, gli occhi si assottigliano, pare
combattuto fra la colpa e l'impellente bisogno di dire qualcosa. Il
setter cerca di mantenere un contegno interiore e reprime
quell'insano istinto per cui l'ace gli sembra adorabile.
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«E' tutta colpa tua Agaaasheee!»
inizia con tono lamentoso; «Colpa mia?!» chiede l'altro con voce
strozzata.
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«Tu e la mia felpa mi distraete! Stai
troppo bene 'Kaashi!», eccolo lì. Di nuovo quello sguardo famelico,
Keiji deglutisce mentre le sue pallide guance si screziano di un rosa
imbarazzato. Il cuore palpita, e Bokuto lo avvolge impetuoso fra le
sue braccia.
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«Sei bellissimo Akaashi» gli sussurra
il capitano, l'alzatore si morde il labbro inferiore tentando
banalmente di impedire alle lacrime emozionate di cadere e bagnare la
felpa «Potrei quasi lasciartela, a patto che la indossi solo per
me!»; il sorriso obliquo, raggiante e ammiccante al tempo stesso
annientano Keiji, che non risponde ma si rifugia contro il suo petto
annuendo appena.
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~
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- Qualche
giorno dopo. Spogliatoio Fukurodani.
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Konoha osserva perplesso il proprio
capitano, non tanto lui quanto la maglia che indossa, avverte che
qualcosa non è come dovrebbe essere, ma è quando arriva Akaashi che
giunge l'illuminazione.
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«Oy Bokuto, ma quella maglia non è di
Akaashi-kun?».
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L'asso si volta e si batte il petto con
fierezza, come se indossare la maglia di qualcun altro fosse
un'azione degna di nota.
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«Assolutamente sì».
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Konoha sogghigna e si volta verso
l'alzatore, ma la sua espressione tronfia si spegne subito e la voce
gli viene meno.
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«Hey hey hey AKAASHI! Non mi sta
benissimo la tua maglia?».
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Il wing spiker fa appena in tempo a
chiudere la porta dello spogliatoio dietro di sé, prima di sentire i
veementi improperi di un imbarazzato Akaashi Keiji verso il proprio
incosciente capitano.
___________________________________________________Asia's Corner
Ed
eccoci arrivati alla quarta giornata! Diciamo pure Bokuto non ha il
senso della misura XD ma quando si parla di Akaashi, Bokuto non capisce
più nulla.
Spero che anche questa storia sia stata di vostro gradimento! Grazie a chiunque sia giunto fin qui!
A domani!
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