Baby Morrilla:Sofia's life

di littlepink6690
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9 Elementary

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Mama – Sofia accorse velocemente in salotto, dove la mora era intenta a leggere qualcosa.

 

Tesoro dimmi! – chiese mentre allontanava il tablet e sfilava gli occhiali da sul naso.

 

Sta andando via! – si indicò il tatuaggio a forma di cigno con una corona sul capo.

 

Sofia – sorrise allargando le braccia per prenderla a sé – È un tatuaggio temporaneo, è normale stia andando via! – spiegò accarezzandole il braccio.

 

Non è come i tuoi e quello della mamma? – chiese ancora.

 

Beh, no, quello come me e la mamma te lo potrai fare solo dopo il diciott’anni! – disse seria.

 

Devo aspettare così tanto? – la scrutò mentre giocava con la sua collana.

 

Sì, e la mamma non deve sapere di questo accordo tra me e te – ridacchiò.

 

Avete litigato di nuovo tu e la mamma? – chiese guardandola fissa negli occhi. Jen era andata via da qualche giorno e non aveva avuto un attimo di tregua a lavoro.

 

Non abbiamo litigato! Perché pensi questo? La mamma è andata a New York per un breve lavoro, tornerà tra qualche giorno, tranquilla – spiegò.

 

Non ci chiama mai! – disse seria – Ci sarà quando inizierò la scuola?

 

Non si perderebbe questo giorno per nessuna cosa al mondo! – poggiò la propria fronte a quella della figlia e la guardò dolcemente.

 

 

Jennifer era rientrata qualche giorno e aveva cenato con le sue donnine, poi si era chiusa in garage, doveva fare una cosa che aveva detto avrebbe fatto, ma non era riuscita. Quando Lana mise a letto una Sofia stanchissima, raggiunse sua moglie in garage, entrando piano. La rossa era china, con il sedere in mostra avvolto in quell’assurda tuta blu che le ricordava Michael Myers e un video del 2020 di Jen. Le si ritorse un po’ lo stomaco al ricordo e rimase a fissare un punto sulla parete, non facendo caso che la moglie si fosse accorta della sua presenza e la stava richiamando.

 

Lana, tesoro ehi? – le si era avvicinata preoccupata – Ohi? – solo quando Jen le sfiorò la guancia, la donna si riprese dalla trance e la guardò negli occhi – Stai bene?

 

Uhm si sì! – disse mentre si godeva quel tocco.

 

Sicura? – la baciò appena sulle labbra – Hai una faccia!

 

Sono solo stanca! Cosa combini? – chiese per cambiare discorso.

 

Avevo promesso di sistemarti la bici, le giornate sono buone, possiamo andarci ancora con Sofia, prima che inizi la scuola – spiegò e lasciò che si sedesse su una poltrona.

 

Grazie, ma potevo portarla dal meccanico – sorrise.

 

Beh, non è difficile come operazione – si girò tra le mani una chiave inglese – Lana, se non stai bene, puoi dirmelo, o se qualcosa ti turba…

 

È quella tuta! – la guardò e la rossa si osservò l’indumento.

 

Cosa ha che non va? – la guardò – Puzza? – si odorò sotto le ascelle giocosamente.

 

Mi ricorda il duemila venti…E quello che non ho fatto allora! – ammise.

 

Lana, di cosa stai parlando? – la guardò restando in attesa.

 

Avrei dovuto essere più coraggiosa e, beh non lo so – gesticolò infastidita -Forse avrei dovuto fare apertamente una dichiarazione, dei sentimenti che provavo per te! E toglierti da quella morsa… – Jen sorrise e le si inginocchiò davanti.

 

Ehi? – le prese le mani – Non è colpa di nessuno! La sciocca ero io allora, e avrei dovuto essere io più coraggiosa. Se ci penso adesso tu, mi hai aspettata per – fece un calcolo mentale – 6 anni? E mi hai tolto dalla morsa di me stessa! Ne abbiamo già parlato, sei la donna più straordinaria che conosca, e ti amo, ieri oggi e domani! – sorrise baciandola dolcemente – E poi potevi dirmelo che questa – prese a far scendere la cerniera della tuta e sfilarsi le maniche, mostrando al disotto una canotta bianca, proprio alla “Emma” – Ti creava disagio! – lasciò che la parte superiore dell’indumento cadesse penzolante, sulla restante. Lana si morse il labbro, notando i capezzoli far timido capitolino sotto il tessuto bianco, e presi i bordi della canotta tra le dita, attirò a sé la donna.

 

Uhm mi stai provocando Morrison? – sorrise guardandola da distanza ravvicinata, con i profili vicinissimi.

 

Potrebbe essere, questo vestitino nero con bottoni, anche a me ricorda il duemila venti – disse sollevandolo sulle cosce e accarezzando la pelle, mentre si sistemava in quello spazio, non perdendo il contatto visivo con sua moglie. Al sussulto della mora, le sfilò le mutandine, senza scoprire niente di più.

 

Vuoi farlo qui? – disse accarezzandole la nuca.

 

Speravo che venissi qui – disse sfilandosi la restante parte di tuta e si avvicinò al bacino di sua moglie.

 

Oddio Jen – sussultò e la guardò con uno sguardo lussurioso ma sorpreso – Avevi pensato a tutto! Non l’abbiamo mai fatto così!

 

Non credi che ci sia sempre una prima volta? – chiese muovendosi appena.

 

Porca miseria sì – gemette – Prendimi allora amore! – disse affogando in un bacio disperato e sentendo una nuova sensazione, alla moglie che indossava qualcosa che avrebbe scaldato la serata, in modo diverso, ma non per questo meno intimo e amoroso.

 

 

Qualche settimana dopo, primo giorno di scuola di Sofia

 

Sofia era la bambina più felice in quel momento: aveva il suo fantastico zainetto personalizzato e le sue mamme che tenendola per mano la stavano accompagnando al suo primo giorno di scuola elementare. La piccola aveva abbandonato da un po’ le codine, lasciando spazio a capelli mossi e tendenti al castano scuro, con riflessi rossi. Aveva solo un piccolo fermaglio a tenerle gli occhi scoperti, guardò ad alternanza le sue mamme, mentre entravano nell’edificio. Il ritrovo era presso la grande palestra del Castle Heights, dove il dirigente scolastico avrebbe smistato i bambini nelle loro classi.

 

Proprio come ad Harry Potter – bisbigliò Jen guardando Sofia.

 

Cosa è? – chiese la figlia.

 

Presto ne faremo una maratona amore – sorrise accarezzandole il viso.

 

Sofia Morrison-Parrilla! – quando le tre sentirono il nome pronunciato dall’uomo, le mamme salutarono la piccola che si avviò presso il gruppetto di bimbi che avrebbe costituito la sua classe.

 

Se solo penso che qualche anno fa fosse un fagottino – sorrise Jen stringendo teneramente la mano di sua moglie Lana.

 

Ti serve un fazzolettino amore? – la prese in giro bonariamente, perché solo Sofia riusciva a farla commuovere. Se solo avesse pensato a cosa sarebbe successo al matrimonio di Sofia, rideva già mentalmente! – Saluta, non ti far vedere fragile – le sussurrò mentre Sofia, mano nella mano con una sua amichetta, con cui aveva frequentato l’asilo, seguiva la coda dietro la maestra.

 

Prendi pure in giro, anche tu hai pianto stamattina davanti allo specchio! – ridacchiò salutando la piccola con la mano.

 

Come fai a saperlo? Eri sotto la doccia! – la guardò scioccata.

 

Conosco mia moglie! – sorrise dandole un bacio tenero sulla guancia e si avviarono all’uscita.

I vestiti che indossano le due, è inevitabile che debbano avere un'altra mia personale interpretazione no? Sofia ha iniziato la scuola, che mi dite? Ironia della sorte la scuola scelta ha riferimenti proprio a Once! Alla prossima xoxo





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