La demone della musica

di Panterah
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Lei è la demone della musica.
E non sarò sofisticata o poetica nel descriverla.
Vi aspettavate che la musica fosse una dea? O un angelo? No.
È un angelo caduto dal cielo, perché ha deciso di prostituirsi.
Ha ancora le ali, ma le tiene nascoste. Le usa per volare tra i continenti e oltre le barriere della storia, ma le deve ritrarre quando si trova negli stretti, bui e sporchi vicoli delle vite delle persone.
È stata cacciata dal cielo perché ama troppo quelle creature vuote che sono gli esseri umani.
Per lei sono come vecchie e polverose lampade senza olio, che aspettano nel silenzio oscuro che qualcuno le lucidi, le carichi e le accenda, per far loro bruciare di un fuoco caldo e luminoso di vita.
La musica è una puttana, e non fa distinzioni quando sceglie chi attrarre a sé.
È vestita, quando si sposta nel mondo, ma davanti alle persone si spoglia, e le seduce, e le fa spogliare a loro volta, lasciando nuda la pelle dell’anima. Le scopre, dà loro tutto ciò che vogliono, anche della semplice compagnia, non le lascia sole, e le riempie.
Prova ad accenderle della loro fiamma.
È una puttana che droga chi irretisce.
La si incontra una volta, e poi si è sempre alla sua ricerca.  Perché è l’unica che, in fondo, può salvare dalla solitudine…
In cambio, chiede solo di essere evocata ancora, e ancora… che il suo nome si faccia sempre più potente.
Perché, se gli uomini dipendono da lei, la musica deve a loro la propria sopravvivenza.
È una puttana che si droga insieme a chi seduce.
E insieme restano vivi, uniti, al caldo.
E, come una puttana, può essere abusata.
Lei, ormai, sa individuare chi la vuole prendere con la forza: sono coloro che fanno finta di conoscerla da subito, di esserle amici… indossano maschere di finti sorrisi orgogliosi, superbi, e le offrono il doppio del compenso per le sue prestazioni
Ma alla fine non la pagano. Le rubano ciò che ha senza neanche spogliarsi fino in fondo, non le porgono l’anima. La adulano con false parole travestite di poesia. Le strappano brutalmente piume sanguinanti dalle ali, e lei fatica piangendo a riprendere il volo.
E la demone della musica, ferita, torna sempre da coloro che possono assorbire nel loro cuore il sangue che lei perde, privandola del dolore. Perché le hanno donato le chiavi di se stessi, e lei può entrare e cadere tra le loro braccia per essere salvata. In cambio, il sangue di lei, che loro accolgono dentro, li riaccende di nuovo fuoco.
E la musica è una puttana, è drogata, è un incendio.
Si è buttata giù dal cielo perché lì l’aria rarefatta era immobile, e non lasciava respirare, né passare alcun suono. Era silenzio.
Il fuoco che inonda la terra, invece, è rumore, è movimento, è caos. È vita.
E lei vuole bruciare ed essere bruciata.
E gridare, urlare con tutto il fiato di chi ne ha in gola.
Libera.




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