Tora e Dora
Tora e Taiga: Le due tigri
- Stupido cane!
C'erano solo quattro persone, nel mondo dei disegni animati, in grado
di ripetere tale frase: Lucy Van Pelt nei confronti di Snoopy, Giustino
diretto al cane Leone, la maga Zero mentre fustigava Saito, e
infine Taiga mentre rimproverava il vicino di casa.
Ed era appunto quest'ultima che, con i gomiti appoggiati sul tavolo e
impugnando coltello e forchetta, stava spronando il cuoco improvvisato
a sbrigarsi con la preparazione del pasto.
Lo stomaco della piccola tigre brontolava, ma la voce che le dava fiato
urlava invece tutta la sua fame.
- E un attimo, che diamine! - Tentò di difendersi il povero Ryuji, il
coltello lesto a sminuzzare una zucchina.
- Silenzio! E' tutta colpa tua se ho così fame! - Ruggì la nanerottola.
In quella giornata, in effetti, non avendo avuto tempo necessario
per cucinare, il ragazzo aveva dato retta a un'idea
insana.
Aveva portato a scuola un bollitore elettrico, con l'aggravante di
averlo acceso durante la lezione.
La professoressa, impietosa, aveva deciso di staccare la spina a soli
due minuti dal completamento della cottura.
Risultato: il piatto era divenuto immangiabile: digiuno forzato.
- Allora, questo manzo arriva o no?
- Quasi pronto!
Un profumino si stava levando dai manicaretti, e la ragazzina se ne
beò, pregustando il pasto con lo stesso appetito del felino di cui
portava il soprannome.
Poco lontano, esattamente sul tetto, un'altra tigre, in senso meno
figurato e più letterale, si godeva lo stesso odore.
Del grosso animale, a onor del vero, ne condivideva solo la marcata
somiglianza, raddoppiandone però sia le dimensioni che la ferocia
leggendaria.
La sua natura di yokai gli permetteva di passare inosservato.
Con facilità, avrebbe potuto anche irrompere nella casa e divorare quei
due
sventurati.
Tuttavia, in quel momento, la fragranza del riso con manzo lo stava
stuzzicando molto più della carne cruda di un essere umano.
Sfruttando il potere di poter passare attraverso la materia, si "tuffò"
dentro le tegole.
La testa fece infine capolino dal soffitto, studiando la situazione.
- Non sembra essercene tantissimo.
Il commento era riferito alla pentola sul fuoco,
più che sufficiente per saziare due esseri umani, ma certamente piccola
per lo stomaco di un mostro.
- Magari dopo mi mangio anche loro due come
dessert. Peccato per la marmocchia, è così piccola da offrire solo uno
spuntino.
- E' pronto! - Disse infine il cuoco.
- Finalmente! - Fu la risposta della piccola compagna: la parola la
pronunciò un po' goffamente, tale era l'acquolina che fuoriusciva
copiosamente dalla sua bocca.
Due tazze fumanti vennere servite sul tavolo.
Il tanto sospirato pasto era pronto ad essere consumato.
-Itadakimas...Uh? Piove?
Ryuji si toccò la testa, sulla quale aveva appena sentito cadere una
goccia.
Alzò lo sguardo verso il soffitto.
- Forse c'è qualche infiltrazione?
Non poteva vederlo, perchè invisibile ad occhi umani, ma quello che
credeva acqua piovana era in realtà la saliva del mostro, gocciolante
dalla bocca
sorridente.
- Ryuji?
Il ragazzo tornò con lo sguardo verso l'amica, che lo stava fissando
con aria severa.
- Se non ti sbrighi, inizio senza di te!
- Scusa, mi era sembrato che...
Tornò con lo sguardo verso l'alto, alla ricerca di indizi, quando un
urlo improvviso di Taiga riattirò la sua attenzione.
- Che è successo?
- Le scodelle! Sono vuote!
- Come?
Un rapido esame confermò la notizia: erano rimasti solo alcuni chicci
di riso sul fondo, mentre il resto dei contenuti si era misteriosamente
volatilizzato.
- Stupido cane! - Sbottò Taiga, sporgendosi in avanti, le mani
appoggiate sul tavolo. - Come hai osato mangiare anche la mia porzione?
- Non dire sciocchezze! - Ribattè Ryuji. - Mi avevi persino ripreso
perchè ero distratto!
La piccola ragazzina lo afferrò per la collottola.
- E chi sarebbe stato, allora? Uno spirito maligno?
- Niente male. - Esclamò il mostro, sul soffitto, leccandosi i baffi. -
Ma bastava a malapena come antipasto. Per fortuna c'è il resto della
pentola.
E scese prontamente con l'intento di afferrarla.
Intanto, i due avevano deciso di sospendere la discussione, poichè gli
stomaci brontolarono, reclamavando cibo.
Ryuji fece per riempire di nuovo le tazze, quando improvvisamente la
pentola cominciò a levitare da sola.
- Ma che diavolo.... ?
- Allora uno spirito maligno c'è davvero! - Gridò Taiga, mentre la
pentola si inclinava e il cibo cominciò a scivolare fuori e... sparire
nel nulla.
Taiga afferrò la spada di legno che teneva a portata di mano, e spiccò
un balzo.
- Spirito ingordo!
Menò un fendente alla cieca, vicino alla pentola sospesa, come col
gioco della pignatta.
Per il colmo della fortuna, la pignatta in questione venne centrata.
Il mostro, preso di sorpresa, si accorse troppo tardi della lama da
kendo che lo centrò sul cranio.
La botta gli fece perdere la presa sulla pentola, che volò e atterrò
sulla testa di Ryuji, mettendolo di fatto KO.
Taiga non comprese bene cosa avesse colpito, il suo fendente era
diretto al nulla, ma la sua lama aveva impattato su qualcosa di duro,
ed aveva chiaramente sentito un lamento.
Tenne la spada ben tesa verso il punto d'impatto, incerta sul da farsi.
Fu grande la sorpresa quando le si materializzò davanti una creatura
dall'aspetto felino, la più grossa che avesse mai visto, alta come due
Ryuji, forse tre.
Le zampe anteriori presentavano due striature poco sotto il gomito,
simili a quelle di una tigre: entrambe erano intente a massaggiarsi la
testa dolorante.
Una folta criniera si allungava lungo il dorso, arrivando fino alla
coda.
L'imponenza dello yokai trasmise un senso di terrore a Taiga, che
cominciò a tremare.
Il mostro, di fronte alla reazione della mocciosa, sorrise compiaciuto:
in un'epoca in cui nessuno credeva più alle leggende e ai mostri, era
bello sentirsi di nuovo come ai tempi in cui bastava il suo nome a
scatenare
panico e disperazione.
"Il miglior condimento è la paura",
pensò tra sè e sè.
Aspettò solo la ciliegina, il momento in cui la ragazzina avrebbe
trovato il coraggio di urlare, e di nominare la natura del suo
carnefice: "Un mostro!"
Al che, dopo alcuni, interminabili attimi, Taiga gridò.
- Una tigre!
E presa dal panico, cominciò a menare ripetutamente la spada sulla
testa della creatura.
Colto alla sprovvista, e un po' deluso da quell'uscita, il mostro
incassò alcune randellate, prima di decidere di averne avuto abbastanza
e afferrare senza sforzo quello stuzzicadenti di legno.
- Cervello di gallina! - Sbottò. - Ti sembro per caso una tigre?
Taiga si fermò, nuovamente basita. E giunse ad una nuova conclusione.
- Una tigre parlante!
Di nuovo preda dell'agitazione, strappò la spada dalla zampa del mostro
e si preparò ad attaccare di nuovo.
Quest'ultimo, però, fu più lesto e, dopo essersene di nuovo
impossessata, la spezzò definitivamente, con la stessa facilità di un
fuscello
Rimasta disarmata, Taiga guardò con occhi imploranti Ryuji, sperando inutilmente che
avesse nel frattempo ripreso i sensi.
L'attenzione del mostro, intanto, era concentrata su di lei.
- Stupida ragazzina. - Minacciò, seccato. - Adesso di te faccio un solo
boccone.
Quelle parole annullarono ogni forza nella ragazza, che si afflosciò
sul pavimento.
Lo yokai si preparò al dessert.
-Itadakimas...ahia!
Un dolore lancinante alla testa lo aveva improvvisamente fermato.
Il mostro si guardò intorno, confuso.
Com'era possibile? La mocciosa era lì, a terra,
Inoltre, quella maledetta spada da kendo era stata distrutta.
Giunse una seconda botta, ancora più dolorosa.
Ed allora si rese conto: l'oggetto che lo stava colpendo non era di
legno, ma di un ben più pesante e temprato ferro.
La violenza dei colpi, poi, gli risultava familiare.
Colto da un dubbio, si girò, e riconobbe un ragazzino dai capelli
lunghissimi, due sopracciglia folte aggrottate in un'espressione
furibonda.
- Ushio! Che ci fai tu qui? - Balbettò.
- E quello che voglio chiederti io! - Gridò quest'ultimo, brandendo la
temibile Lancia della Bestia, l'unica arma in grado di uccidere
facilmente anche i mostri più potenti.
Nella sua magnanimità, il possessore dell'arma mistica decise di
usarla come clava per imprimere un po' di giudizio all'indisciplinato
mostro.
Alcuni bernoccoli dopo.
Ushio, tornato coi capelli corti, stava avvolgendo la lama della Lancia
in un panno.
Ryuji stava riposando nella camera a fianco, con un impacco di ghiaccio
sulla testa.
- Hai detto che ti chiami Tora?
Di fronte alla domanda di Taiga, il mostro, accovacciato sulle spalle
del ragazzo, bofonchiò seccato.
- Questo nome lo ha scelto il moccioso. E beninteso, non mi piace per
nulla!
- Che coincidenza. Anche a me chiamano "Tigre", e anche a me la cosa
non fa affatto piacere.
Ushio si intromise, sbottando in un rimprovero verso il compare.
- Si può sapere perché ti è saltato in mente di venire in casa d'altri
a rubare cibo?
- E' colpa tua! Dal momento che mi impedisci di mangiare altri esseri
umani, devi assumerti la responsabilità di nutrirmi adeguatamente.
- Ah, ma non ti vantavi di come voi mostri non moriate mai di fame?
- Sì, ma se non ci nutriamo, ci mancano le forze, razza di impiastro!
- Come mi hai chiamato?
- Scusate.
Il litigio dei due venne interrotto da una Taiga che stava porgendo una
scodella piena di riso con manzo.
- Si è salvato solo questo, - Mormorò, in direzione di Tora. - Puoi
averlo tu, se proprio hai fame.
- Cosa? - Esclamò Ushio, basito. - Dopo tutto quello che ha combinato
questo piantagrane? No, affatto! Non devi sentirti in dovere di...
- Falla finita. - Lo liquidò Tora, che stava già trangugiando il
contenuto come se fosse un bicchierino di sakè. - E' scortesia
rifiutare le offerte.
I due ripresero a litigare.
Strano a dirsi, Taiga sorrise.
Per certi versi, le ricordava il rapporto tra lei e Ryuji.
- Beh, complimenti al cuoco. - Disse all'improvviso Tora. - Ma credo
sia ora di andare.
- Solo un'ultima domanda. Cosa
sei tu, esattamente?
Gli occhi pieni di curiosità di Aisaka scrutarono quella grossa belva,
che in quel momento le pareva di più un gattone immusonito.
- Ancora non l'hai capito? - Rispose Tora, battendosi un pugno sul
petto. - Io sono uno yok...
- E' una tigre parlante. - Intervenne Ushio, desideroso di implicare il
meno possibile degli estranei nelle loro faccende sovrannaturali. - E'
così evidente! Non lo credi anche tu? - Aggiunse, con un occhiolino
d'intesa che le strappò una risata.
---
Mentre Tora stava volando verso casa, Ushio, a cavalcioni, esordì.
- Hai visto? Alla fine hai incontrato un'altra tigre.
- Sciocchezze. - Liquidò il mostro. - Al massimo è uno stuzzichino da
buffet.
L'altro sospirò, arrendendosi di fronte all'assurda cocciutaggine di un
individuo che, nonostante tutto, continuava a vedere gli umani solo come cibo.
E, a proposito di mangiare....
- Ti ha saziato, alla fine, quella scodella di riso?
- Vuoi scherzare? Certo che no!
- Ma sei un pozzo senza fondo! Non dirmi che hai ancora fame?
- No, in realtà. Per fortuna, prima di andarcene ho avuto tempo di rimediare.
Un urlo svegliò Ryuji di soprassalto.
Affacciandosi alla cucina, trovò una Taiga isterica, che apriva e
chiudeva a ripetizione i battenti della credenza e del frigo.
- Tutta la cucina! - Ripeteva. - Tutta la cucina ha spazzolato!
FINE
|