Capitolo
13
Il
racconto di Michele
Azaele
poggiato contro il piano della cucina smise di sorseggiare il caffè
e osservò Michele con aria interrogativa “Cosa intendi?”
domandò.
“Ecco,
c’è qualcosa che non ti ho mai detto riguardo a lei,
perché…” Michele si fermò un momento “…
no senti, è meglio che cominci dall’inizio, da quando è
iniziata tutta la storia!”
“Quale
storia? Per caso stai cercando di dirmi che conoscevi Alba da prima
di me?” domandò teso Azaele.
“No,
non esattamente, stai calmo e lasciami parlare. Era una mattina di
circa quattrocento anni fa, io non avevo in programma ritiri e me ne
stavo tranquillamente sdraiato nel giardino dell’Eden a
chiacchierare con Aleniel …”
“Scusa
non era il periodo in cui avevi una storia con lei, sei sicuro che
stavate solo chiacchierando?” lo interruppe Azaele
ridacchiando.
Michele
gli rivolse uno sguardo obliquo, poi continuò “Come
dicevo, stavo chiacchierando con Aleniel, quando un messo angelico
senza alcun preavviso mi squilla la sua stupida tromba praticamente
nelle orecchie…”
“Quelli
avrebbero bisogno di qualche ripetizione in materia di rispetto della
privacy!” commentò allegramente Azaele.
Michele
gli lanciò un’occhiataccia “Vuoi smetterla di
interrompermi?”
“Scusa,
continua!”
“Insomma,
il messo se ne stava lì ad aspettare fermo come una statua,
così mi sono guardato intorno e ho capito che ce l’aveva
proprio con me. Allora mi sono rives… cioè… mi
sono alzato e gli ho chiesto che cosa volesse.
Lui
mi guarda con aria di disapprovazione, mi consegna un fascicolo e mi
spiega che sono stato assegnato ad un ritiro urgente.
Io
mi sono irritato, era il mio giorno di riposo e me lo stava
rovinando, così gli ho chiesto se era proprio sicuro di
doverlo consegnare a me visto che ero in riposo.
Quello
manco mi risponde, si volta e se ne va.
Così
mi sono girato verso Aleniel per scusarmi e lei mi ha detto tutta
infastidita Lascia stare, tanto è sempre la solita storia!
Io
le ho risposto che era successo un sacco di volte anche a lei. Lei
si è arrabbiata ed è volata via mezzo nuda…
cioè…”
“Aleniel
ha sempre avuto un caratteraccio” commentò Azaele “a
me piaceva Yliel, era gentile e comprensiva. Peccato che sia passata
al livello di Arcangelo e vi siate dovuti lasciare, che poi non ho
mai capito per quale motivo gli Arcangeli non possano avere un
compagno!”
“Te
l’ho già spiegato, Azaele, gli Arcangeli raggiungono uno
stato di conoscenza superiore sublimando le esperienze carnali
attraverso l’ascetismo!”
“Boh,
se sublimano come gli Arcidiavoli, ti assicuro che si divertono
parecchio, una volta mi sono imbucato ad un uno dei loro ritiri
mistici e ti assicuro che orge come quelle se ne vedono poche, ti
giuro che ad un certo punto mi sono talmente imbarazzato che ho
preferito filarmela in silenzio come ero entrato!”
“Aza,
non mi interessano le porcherie pseudomistiche degli Arcidiavoli!”
“Ok,
ok. Comunque, sarebbe stato molto meglio Cassiel, lui almeno era
simpatico, sinceramente non ho mai capito che cosa ci trovassi in
Aleniel a parte quelle due enormi …” l’occhiata
assassina di Michele zittì immediatamente Azaele.
“Sai
benissimo che Cassiel era già impegnato e che non mi piace
mettermi in mezzo alle storie degli altri! Possiamo tornare al mio
racconto?”
Azaele
sorseggiò il caffè e sorrise “Ok, scusa, va
avanti”
“Visto
che ormai la giornata era rovinata mi sono letto il fascicolo”
Michele
fece una piccola pausa, prese un gran respiro e poi fissando Azaele
dritto negli occhi, rivelò “Quel fascicolo era di Alba,
doveva morire quel giorno e io ero incaricato di ritirare la sua
anima!”
L’angelo
ebbe l’impressione che gli occhi dell’amico diventassero
enormi e tondi mentre lo guardava esterrefatto “Co… cosa
dici, io non ho percepito niente del genere quando l’ho
incontrata! Lei… lei era inseguita ed è inciampata, ma
non doveva morire, non lì, ne sono sicuro Miky, perché
mi stai dicendo una cosa del genere! Ti prego piantala, non è
divertente!”
Michele
sospirò “Non doveva morire lì dove l’hai
incontrata fratellino, ma doveva morire poco dopo insieme alla sua
“padrona”, nella casa dove viveva e dove l’avrebbero
portata i contadini dopo averla catturata, se tu non l’avessi
protetta dalla loro rabbia”
Azaele
ammutolì, in tutti quegli anni non gli era mai passato neanche
lontanamente per la testa di aver cambiato il destino di Alba fin dal
primo momento in cui l’aveva incontrata, era convinto di essere
stato responsabile solo di quello che era successo dopo la sua morte,
e per questo aveva sempre provato un profondo senso di colpa, ma ora
scopriva di aver addirittura modificato il suo destino.
Rimase
muto per qualche istante, finì il caffè in un sorso
solo, si diresse verso il costoso tavolo di cristallo sul quale la
sera prima aveva abbandonato un pacchetto di Marlboro, tirò
fuori una sigaretta e l'accese con la mano leggermente tremante.
Michele
lo seguì in silenzio aspettando che fosse pronto.
Azaele
aspirò una lunga tirata, la buttò fuori e lasciandosi
cadere sul divano disse “Vai avanti”
Michele
gli porse un portacenere in marmo verde, si sedette a gambe
incrociate dall’altro lato del divano e continuò il
racconto.
#
Il
fascicolo riportava ora e sede della morte di Alba e della sua
padrona, la signora Elena, che risultava assegnata a Razel grazie al
quale era potuta diventare una strega e a cui doveva rendere l’anima.
Visto
che c’era di mezzo anche Razel, per evitare problemi ho deciso
di scendere con un po’ di anticipo sull’orario del
ritiro.
Quando
sono arrivato a destinazione ho visto che i contadini erano già
arrivati e urlavano inferociti contro la padrona di casa,
l'accusavano di essere una strega e di aver trasformato in strega
anche Alba, la donna cercava di difendersi spiegando che l’uso
di erbe curative non aveva niente a che fare con le streghe.
La
situazione non mi tornava per niente, nel fascicolo di Alba era
spiegato molto chiaramente che “alle
ore dodici in punto la suddetta Alba Mejia verrà condotta dai
contadini presso l’abitazione della strega Elena Tomei, la
quale cercherà di difenderla venendo pertanto accusata
anch’essa di atti di stregoneria e condotta al rogo insieme
alla Mejia di cui sopra”
Fatto
sta che di Alba non c’era traccia. Visto che ero in anticipo di
qualche minuto e che Razel non si vedeva, ho deciso di fare un
giretto per capire se non ci fossero stati errori e se per caso la
ragazza fosse già morta e la sua anima stesse vagando sperduta
lì attorno.
Non
mi ero allontanato più di qualche centinaio di metri quando ho
sentito le urla disperate della padrona di casa che implorava a
pietà.
Ma
i contadini ormai avevano perso ogni traccia pietà e stavano
dando fuoco ai rami buttati ai piedi della povera donna legata allo
steccato.
Razel
cominciava ad essere in ritardo e io… io non sono riuscito a
far finta di nulla Aza. Così mi sono avvicinato, non so bene
perché, forse per cercare in qualche modo di confortarla e in
quel momento lei mi ha visto... e mi ha parlato.
“Ti
prego aiutami, non farmi morire così” mi ha chiesto con
gli occhi pieni di terrore.
Io
sono rimasto sconvolto, non solo lei mi vedeva ma mi stava anche
chiedendo aiuto.
“Ti
prego angelo, so che presto arriverà Razel per portarmi via,
non ti chiedo di salvare la mia anima, ti chiedo solo di aiutarmi a
morire prima che il fuoco mi raggiunga!” ha supplicato ancora.
Allora
le ho chiesto perché avesse rinunciato alla sua anima e lei mi
ha risposto che a volte per salvare degli innocenti devi rinunciare a
salvare te stesso e che grazie alle conoscenze acquisite come strega
aveva potuto salvare tante persone rese deboli da fame e malattie.
Io
mi sono commosso e ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male
se le avessi risparmiato di morire tra atroci tormenti, così
ho poggiato una mano sul suo petto e le ho fermato il cuore.
Lei
è uscita dal corpo e mi ha abbracciato per ringraziarmi e io
ho… ho sentito che era una donna buona.
E
così, ecco… mi sono proprio innervosito!
Ho
pensato che non era giusto che quella donna così buona finisse
all’Inferno! In fondo aveva ceduto a Razel per aiutare il suo
prossimo, non per sé stessa.
Inoltre
mi era venuto il dubbio che dal momento che Alba continuava a non
arrivare ci potesse essere un errore, così ho stretto la donna
tra le mie braccia e me la sono portata via.
Quando
sono arrivato in Paradiso, non ti dico le storie del guardiano:
e l’anima non mi risulta in elenco, e tu non sei addetto alle
custodie speciali, e io non mi prendo la responsabilità
di accettare un ritiro non autorizzato.
Insomma,
a quest’ora sarei ancora lì a discutere con quell’idiota
se non fosse stato per San Pietro che passava di là per caso e
mi ha fatto entrare con le sue chiavi dicendo che si prendeva tutta
la responsabilità.
Dopo
la consegna però non mi sentivo tranquillo, continuavo a
chiedermi dove fosse finita Alba e se davvero ci fosse stato un
errore.
Insomma
mi ha preso una tale ansia che per farla breve sono tornato giù
a cercarla.
Quando
sono arrivato la casa era completamente bruciata e il corpo della
donna non era più legato allo steccato. Non riuscivo a capire
cosa fosse successo.
Mentre
ero lì che mi domandavo perplesso chi potesse aver portato via
il corpo della strega, è saltato fuori Razel.
“Sei
arrivato tardi biondino, qui è successo un mezzo casino e come
al solito c’entra il ricciolino amico tuo!"
Io
l’ho guardato perplesso “Azaele? Scusa ma lui che
c’entra?"
“Perché
non glielo chiedi tu, io so solo che l’ho visto andare via con
la regazzina tua e che la mia anima è scomparsa!” mi ha
risposto con un sorriso cattivo.
Io
mi sono sentito morire Aza, ho capito che come al solito ero finito
in mezzo a un gran casino grazie ai tuoi pasticci, giuro che per un
attimo ho desiderato di averti tra le mani per strozzarti, però
ho cercato di mantenere la calma e ho domandato a Razel “Quindi
Azaele si è portato Alba all’Inferno? Scusa ma quando?
Qui, non li ho visti!”
Non
avevo finito di pronunciare l’ultima domanda che mi sono reso
conto della mia idiozia, in pratica avevo ammesso di essere già
stato lì e Razel non era così stupido da non intuire
cosa potesse essere successo all’anima della sua strega.
Stranamente
però non fece commenti, disse solo "Tu non li avrai
visti, ma qui sono arrivati. Ormai la strega era morta e Alba era
ancora viva, immagino che quell’idiota l’abbia aiutata a
sfuggire ai contadini combinando uno dei suoi soliti casini, tra
l’altro mi sembrava parecchio interessato a lei. Per me se la
vuole portare a letto!”
“Dove
sono andati?” gli ho chiesto irritato, l'idea che avessi
intenzione di possedere un'anima che mi era stata assegnata mi urtava
parecchio, anche se immaginavo che tu non avessi idea che fosse stata
affidata a me.
“Perché
dovrei saperlo?” mi ha risposto Razel polemico.
“Perché
eri qui e li hai visti andare via”
“In
effetti” ha ridacchiato, poi mi ha chiesto “vale
l’accordo ti aiuto se
tu mi aiuti?”
Io
gli ho risposto di sì, avevo bisogno di trovarti e parlarti,
Aza, di spiegarti che quell'anima era mia, ero certo che avresti
capito e mi avresti aiutato a risolvere la situazione.
Visto
che ci eravamo accordati Razel, ovviamente, mi ha chiesto della sua
strega “Immagino che essendo arrivato qui prima di me, avrai
visto che fine ha fatto, o meglio, chi si è preso la mia
strega. Le anime da sole in Paradiso non ci vanno, o mi sbaglio?”
ha concluso facendomi sudare freddo.
Io
però non volevo che pensasse che avevo paura di lui, così
l’ho affrontato “Ammetto che ho preso io la tua
strega. Però non l’ho fatto di proposito!”
“Ah,
si? E Come è successo, ce sei inciampato sopra e te la sei
portata in Paradiso senza accorgertene?” mi ha risposto
ironicamente.
“No,
ho semplicemente pensato che nel mio fascicolo ci fosse un errore di
persona, quella donna era buona e…”
“Biondino,
chi vuoi pigliare per il culo? Nei vostri fascicoli non ci sono mai
errori, non è come da noi, che manco sanno mettere l’orario
esatto della morte e nove volte su dieci o arrivi troppo presto o
arrivi in ritardo!”
“Razel,
non sto mentendo! Tu non c’eri, la mia anima non c’era.
Eravamo io, i contadini e quella strega dall’animo buono! Scusa
tu che avresti pensato al mio posto?”
“Avrei
pensato de fregarmi l’unica anima disponibile, biondino,
esattamente come hai fatto tu!” mi ha risposto Razel con un
ghigno poco rassicurante.
“Senti,
io ti ho detto la verità, credi quello che vuoi, ora però
devi rispettare il patto e dirmi dove sono andati Azaele e la
ragazza!”
“Azaele
e la ragazza sono andati verso Monterotondo, però il patto non
era di scambiarsi informazioni, era tu
aiuti me e io aiuto te, e
io t’ho già aiutato!”
“Scusa
che vuoi dire?” gli ho domandato irritato e lui mi ha risposto
“Io t’ho aiutato arrivando in ritardo e permettendoti de
fregarmi un’anima destinata all’Inferno, cosa che
sicuramente ti aiuterà a salire di livello, quindi tu ora
m’aiuti rinunciando all’anima della regazzina e
convincendo Azaele a consegnarla a me!”
Al
che gli ho fatto presente che io avevo inteso che dovevamo aiutarci
scambiandoci delle informazioni e che lui non era stato affatto
chiaro quando mi aveva proposto il patto e che sicuramente lo aveva
fatto apposta per fregarmi.
Razel
mi ha guardato come se mi volesse ammazzare, mi ha preso per il collo
e mi ha spinto contro un albero urlandomi in faccia “Un patto è
un patto, biondino, nun me ne frega niente se non ti era chiaro
quello che volevo da te e se pensi che volevo fregarti, tu hai avuto
la strega e io avrò la regazzina!”
Poi
mi ha mollato un pugno in faccio e io sono svenuto.
Quando
mi sono svegliato non c’era più nessuno. Ho temuto che
fosse andato a cercarti e così ti ho raggiunto a Monterotondo.
Il
resto lo sai anche tu.
#
Finito
il racconto di Michele, tra i due amici calò il silenzio.
Michele era mortificato e anche preoccupato per la reazione
dell’amico.
Azaele
si era acceso un’altra sigaretta e fumava in silenzio. Il fatto
che fosse nascosto dentro il corpo di Molinesi impediva a Michele di
interpretare con certezza l’espressione del suo viso, ma era
evidente che aveva gli occhi lucidi.
“Aza…
mi dispiace, io…”
“Perché
non me lo hai mai detto?”
“Aza,
dopo come è andata mi sembrava inutile, non volevo darti altri
motivi di preoccupazione, stavi già abbastanza male. E poi
pensavo che ormai Razel avesse rinunciato alla storia del patto,
oltretutto tre settimane fa non ne ha fatto cenno, almeno
apertamente. Anche se quella battuta sul fatto che sarei bravo nelle
custodie speciali probabilmente si riferiva proprio all'anima della
strega che gli ho portato via da sotto il naso. Il fatto è che
in quel momento non sapevo ancora che aveva riconosciuto Alba e poi
ero talmente preso dal cercarti che non ho fatto caso più di
tanto alle sue parole”
Michele
sospirò e aggiunse “Ecco perché è stato
collaborativo, non era preoccupato per te, ma per Alba! Conoscendoti,
voleva che ti trovassi e ti convincessi a consegnargliela prima che
tu riuscissi a cambiare di nuovo il suo destino!”
“Lo
farai davvero, Michele?”
“Farò
cosa?”
“Lo
aiuterai a prendersi Alba?”
“Azaele,
non dire stupidaggini, non era quello il patto che avevo accettato di
stringere con lui!”
“Ma
se fosse stato quello?”
“Ti
ho detto che non era quello!”
“Ma
se fosse stato quello?” ripeté ancora Azaele.
Michele
finalmente capì “Se fosse stato quello, non avrei
accettato di stringere nessun patto! Aza, tu sei il mio migliore
amico!”
Azaele
sorrise, spense la sigaretta e cambiò argomento “È
ora di andare al lavoro, Molinesi ha organizzato un fine settimana da
sballo per la chiusura del corsi, devo presentare il progetto alla
Direzione”
Michele
si alzò dal divano preoccupato “Azaele, io…!”
Azaele
lo interruppe sorridendo “Tu sei dalla mia parte, il resto non
conta!”
L’angelo
sentì gli occhi inumidirsi “Puoi uscire un attimo di lì?
Ho bisogno di fare una cosa!”
Azaele
lo guardò un po’ sorpreso ma uscì dal corpo di
Molinesi “Perché ti serve che stia fuori dal pelatone?”
“Per
fare questo!” rispose Michele abbracciandolo stretto.
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