Ho esalato l'ultimo respiro. Buio. Interminabili secondi a chiedermi: sprofonderò in un oblio senza fine oppure la fantomatica vita dopo la morte sarà una realtà concreta?
Improvvisamente avverto una vibrazione rigenerante, per di più riesco a librarmi agilmente in questa asettica stanza d'ospedale dove giace il mio corpo fisico collegato a quell'ormai inutile macchinario.
Conservo, pardon, ho ampliato la capacità di pensare e di ricordare, peraltro cosa non poco importante, so di esistere ancora. Potrei paragonarmi a un bruco uscito da una mela, in seguito a una galleria scavata faticosamente.
Un'invitante luce multiforme, calda e rassicurante, punta nella mia direzione, istintivamente le vado incontro. Una dimora che desidero chiamare Aldilà mi aspetta, tra infinite incognite e compenetrazioni dell’essere.
Al termine dell’esperienza terrena, l'anima non muore, l'anima si anima. In eterno. |