Cap
II
Il
bambino scomparso
Naruto
parò le mani avanti per rallentare la caduta di
faccia, rotolò sull’erba ma non riuscì
a rialzarsi, troppo stanco per muovere
anche solo un muscolo.
“Hai
già mollato?” lo derise una fastidiosa voce sopra
la sua testa.
Con un ringhio
riaprì gli occhi e scattò di nuovo in
piedi, ma il gesto brusco gli provocò un giramento di testa
e la sua vista si
sfocò qualche secondo. Digrignò la mascella,
deciso a non cadere.
“No,
mai!” garantì con un bagliore nelle iridi blu.
Shisui
allargò solo il sorriso al suo sguardo
risoluto.
“Oh,
ecco, volevo dire”.
Naruto era tutto
malconcio, con i capelli più
spettinati del solito, il sudore a insudiciargli il corpo insieme al
terriccio.
I suoi vestiti sembravano aver attraversato l’inferno, quando
più banalmente si
stava solo allenando con Shisui.
Deciso a
fargliela pagare per tutte le volte che lo
aveva messo con il culo a terra, iniziò a richiamare il
proprio chakra per
concentrarlo sui muscoli delle gambe.
Non fece nemmeno
in tempo a provare lo shunshin che vide un paio di shuriken venire
lanciati alla sua testa. Con un verso stridulo si spostò,
perdendo l’equilibrio
e la concentrazione sul suo chakra. Si ritrovò a terra, di
nuovo.
“Lo
stai facendo ancora” lo rimproverò Shisui
lamentoso, come se fosse lui quello frustrato dai fallimenti.
“Non devi
prendere così tanto chakra! Oltre a metterci
un’infinità di tempo, e vedi come
un nemico ne approfitta, lo sprechi e rischi di finire seccato per
esaurimento.
No Naruto, non devi fare affidamento sulla tua quantità
mostruosa di chakra!”
Naruto si
imbronciò, chiudendo la bocca e mordendo la
protesta.
“Senza
contare che così rischi di svegliare il tuo
inquilino”.
A quella
prospettiva rabbrividì. Al momento erano solo
lui e Shisui nel rifugio e lo sharingan dell’altro non
riusciva a tenerlo a
bada, se fosse scoppiato la vicina Konoha si sarebbe resa conto della
loro
intrusione nel Paese del Fuoco.
“Quindi,”
riprese Shisui con un sorriso malizioso,
“che devo fare? Dico a Kisame di portarti ancora
sull’oceano?”
Lo
guardò inorridito a quella minaccia. Ricordava
ancora troppo bene il terrore che aveva provato quando l’uomo
pesce, dopo
averlo portato al largo della costa su una barchetta minuscola, lo
aveva
gettato in acqua con solo una spiegazione basa su come dovesse fare per
camminarci sopra.
“Concentra il
chakra sulla pianta dei piedi. Impara se
non vuoi affogare” aveva detto lo
stronzo.
“Riproviamo?”
lo spronò Shisui porgendogli una mano.
Indossava dei
guanti con le nocche rinforzate che
lasciava scoperte le dita. Non aveva la cappa nera con le nuvole rosse,
era una
giornata davvero calda nel Paese del Fuoco e per questo entrambi
avevano optato
per una maglia a rete a mezzemaniche e pantaloni standard.
L’aspetto di Shisui
era perfettamente rinfrescato a differenza di Naruto. I suoi capelli
ricci non
erano arruffati o crespi dal sudore, ricadevano sulla fronte in morbide
ciocche
lucenti, che facevano risaltare l’incarnato pallido e liscio,
per nulla
arrossato dalla fatica. A Naruto dava fastidio notare quanto fosse
grande il
divario di forza tra di loro. Anche se si allenava da quando era stato
salvato
da Konoha, non riusciva a raggiungere nessuno dei suoi compagni.
Era frustrante.
Accettò
la mano con uno sguardo contrariato e lasciò
che lo aiutasse a tirarsi in piedi. La brezza primaverile gli
accarezzò il
voltò, asciugando in parte il sudore. Si prese un attimo di
pausa, gli occhi
puntati verso un lato della radura. Da oltre il bosco venivano gli echi
di
sensazioni e chakra caldi di civili felici. Non erano poi
così lontani da un
villaggio, ma il fatto che non avesse nemmeno ninja di guardia rendeva
comunque
il rifugio sicuro.
“Domani
c’è il festivale” mormorò.
“Possiamo andare?”
“Hai
sentito il sensei, ha detto no”.
“Per
favore… non succederà niente!”
provò a
convincerlo.
“Non
è questo”. Incrociò le braccia al
petto. “Ma se
ti perdo di vista, prima Tobi
comincerà a colpirmi e piangermi addosso, poi Madara mi farà a pezzi e infine
Obito permetterà a Hidan di sacrificarmi a Jashin. No,
grazie”.
“Se
non lo verrà a sapere…”
“Lo
verrà a sapere”.
Naruto si
imbronciò, le braccia incrociate al petto e
la testa incassata fra le spalle. Era adorabile, ma ormai Shisui aveva
fatto il
callo a resistere ai suoi occhioni supplicanti.
“Non
possiamo uscire dal perimetro sicuro del rifugio”
gli ricordò un po’ amareggiato. “Se lo
lasciamo, si accorgeranno della nostra
presenza e verranno a catturarci. Non vuoi tornare a Konoha,
vero?”
Il broncio
sparì a favore di un’espressione
agghiacciata.
“No,
mai, dattebayo!” garantì.
Annuì.
“Per questo dobbiamo restare buoni qui. E poi
domani sera dobbiamo levare le tende, non abbiamo tempo”.
Nonostante
avesse parlato con tono risoluto, Shisui si
sentì comunque un po’ in colpa davanti
all’espressione sconsolata del bambino.
Aveva solo dodici anni ed era costretto alla vita di un nukenin.
Nonostante il
netto miglioramento rispetto a Konoha, i suoi unici amici erano tutti
shinobi
pericolosi di classe S, non aveva nessuno della sua età con
cui fare semplici
cose da bambini. I più giovani erano lui, Shisui, e Deidara,
ma Deidara si
divertiva facendo esplodere le persone, non era un passatempo sano per
un
bambino in crescita. Già per colpa di Kakuzo stava diventano
un po’ troppo
attaccato ai soldi, era meglio che non finisse influenzato anche da
persone
come Hidan o Deidara.
Gli diede un
colpetto sulla nuca.
“Dai,
riprendiamo. Vedrai che entro il tramonto saprai
padroneggiare lo shunshin”.
“Ovviamente,
dattebayo!”
**
“Dattebayo!”
Sasuke
non
riusciva a staccare gli occhi dal bambino straccione caduto a terra, il
suo
sguardo era sgranato nel cogliere ogni particolare di quel viso che si
era
rassegnato a non vedere mai più.
Ma
eccolo
lì, davanti a lui, cresciuto, vivo.
E
usava ancora quella stupida e fastidiosa esclamazione, come aveva fatto
a non
riconoscerlo subito?
Sentì
al
suo fianco Sakura tirare un sospiro di pura sorpresa, incredula quanto
lui.
Anche lei aveva avuto a che fare con Naruto prima che sparisse, anche
lei
doveva averlo riconosciuto. Solo Himawari non sembrava particolarmente
colpita,
ma non erano stati in classe insieme all’Accademia quindi non
era poi così
strano. Era solo sorpresa dalla scoperta dell’henge.
Nessuno
dei
tre genin sapeva cosa fare, perciò rimasero in posizione in
attesa delle
istruzioni del sensei. Del resto per loro era come trovarsi davanti un
morto,
non erano preparati a questo e nemmeno Kakashi lo era, onestamente.
Tutto aveva
potuto aspettarsi da quella bazzecola di missione, tranne la comparsa
del
figlio del suo sensei che credeva morto da ormai quattro anni.
“Naruto…”
disse piano, un tono conciliante.
Fece un
passo circospetto in avanti, lento come se si stesse approcciando a un
animale
selvatico e fu proprio questo il modo in cui reagì il
bambino perduto.
Dalle
sue
labbra uscì un soffio rauco, simile
all’avvertimento minaccioso di un gatto, e
arretrò strisciando sul pavimento. Kakashi si era accorto
che aveva
ricominciato a chiamare il chakra attorno a sé, ma si era
anche reso conto che
era lento nel farlo. Aveva del tempo per provare ad addomesticarlo.
“Naruto”
riprovò ignorando l’avvertimento. Alzò
una mano verso i suoi genin,
intimandogli di restare fermi. “Sai chi siamo?”
Non
aveva
molte illusioni. Era più probabile che avesse riconosciuto
Sakura e Sasuke,
visto che erano nella stessa classe all’Accademia; lui era
sempre stato solo
un’ombra nella sua vita, una guardia ANBU con
l’ordine di non avvicinarsi mai a
lui.
Ma
poteva
ancora riconoscere il simbolo di Konoha.
Fu
proprio
quello che Naruto guardò, alzando gli occhi sul coprifronte.
Ma non lo guardò
con riconoscimento, ci fu un’improvvisa rabbia che
incendiò tutta la sua
espressione e la sua postura, da semplice spaventata e in difensiva, si
fece
anche aggressiva.
“Spazzatura” rispose con
disprezzo.
Poi
sparì
in uno scatto, il suo shunshin ultimato. Ma Kakashi riuscì a
stargli addosso e
nello stesso istante sparì anche lui, inseguendolo.
Sasuke
guardò lo spiazzo vuoto con la sensazione che il tempo
riprendesse a scorrere
solo in quel momento.
“Che
cosa
facciamo?” Sakura spezzò il silenzio per prima,
piena di nervosismo.
“A-aspettiamo
qui?” propose Himawari in un tono interrogativo, era ancora
molto confusa da
quello che era successo. “Sensei può gestirlo da
solo senza noi fra i piedi”.
Sasuke
non
era affatto d’accordo con quella scelta.
“Io
li
seguo” dichiarò.
Non era
un
sensore, non poteva percepire la direzione verso cui si erano diretti,
ma poteva
provare a indovinarla. In fondo non veniva chiamato genio per caso.
Se
Naruto
voleva nascondersi doveva uscire dal villaggio prima che la sua
presenza
venisse segnalata; l’intero villaggio era circondato da campi
di riso, fatta
eccezione per il lato ovest dove la grande foresta del Paese del Fuoco
quasi
arrivava alle porte del villaggio, lì sarebbe stato
più facile per lui mimetizzarsi
che in campo aperto.
“Sasuke
hai
visto sensei, ci ha fatto segno di non introme…”
Non
lasciò
nemmeno che Himawari finisse, saltò sul primo tetto a
portata e da lì si
diresse in direzione degli alberi verdi che vedeva. Percepì
dietro di sé Sakura
raggiungerlo e sorrise, ovviamente Sakura lo avrebbe sempre seguito,
era
l’unica cosa buona di quella cotta che aveva nei suoi
confronti; poco dopo
sentì anche i salti di Himawari.
Raggiunsero
la foresta, rallentando il ritmo dei salti per via dei rami che davano
un
percorso irregolare.
“Eccoli!”
chiamò Sakura.
Sasuke
seguì in basso la direzione che indicava e li vide anche
lui. Erano entrambi
nel sottobosco, Kakashi aveva bloccato Naruto e ora stava tentando di
tenerlo
buono, ma quello scalciava e si dimenava come un ossesso per scappare.
“Lasciami!
Lasciami!”
“Calmati,
Naruto, non ti farò del male…”
“No,
lasciami. Ti odio, lasciami andare”.
“Devo
riportarti a Konoha, a casa…”
“Non
è la
mia casa!” ruggì con foga. “Lasciami, ammazza-amici!”
Naruto
diede un colpo allo stomaco di Kakashi con il piede, ma Sasuke poteva
giurare
che non fosse così forte, probabilmente era il modo in cui
lo aveva chiamato a
destabilizzare abbastanza Kakashi perché il bambino
sgusciasse via dalla sua
presa. Ma non fece molta strada, perché i tre genin
atterrarono dai rami
sbarrandogli la via di fuga.
Per un
momento Sasuke si sentì in colpa davanti allo sguardo pieno
di tradimento che
Naruto gli rivolse, ma si ricordò che era lui
quello a essere stato ingannato con una henge. Era lui quello che
doveva
sentirsi tradito, non il contrario.
Naruto
provò ad aggirarli, ma ormai Kakashi si era rialzato ed era
di nuovo su di lui.
Lo bloccò prendendogli le braccia dietro la schiena,
resistendo allo scalciare
e gridare del bambino.
“Non
siamo
i tuoi nemici, Naruto” disse affaticato dal tentativo di
trattenerlo senza
ferirlo. “Non so cosa ti abbia detto Shisui,
ma…”
“Se
non mi
lasci andare faccio uscire la volpe!” lo interruppe Naruto
con tutto il fiato
che aveva nei polmoni, gli occhi piccoli dal terrore.
Sasuke
non
capì che cosa intendesse con quella minaccia, ma doveva
essere qualcosa di
pericoloso perché Kakashi si irrigidì e si fece
più guardingo.
“Non
lo
farai” disse risoluto.
“Sfidami,
dattebayo!”
Ma se
anche
Kakashi volesse farlo, non ne ebbe tempo. Sasuke vide troppo tardi il
gruppo di
affilati shuriken che furono lanciati alla testa del suo sensei, che
fortunatamente ebbe più velocità di riflessi e
riuscì a evitare. Per farlo però
lasciò andare Naruto, che ne approfittò per
rotolare via.
Alzarono
subito la testa verso la direzione da cui erano venuti gli shuriken, un
giovane
uomo era accucciata in equilibrio su un ramo. Per la seconda volta in
una
manciata di minuti, Sasuke si ritrovò con la bocca socchiusa
e lo sguardo
sgranato dalla sorpresa.
“Che
bel
ritrovo” commentò Shisui, un sorriso ironico.
“Ciao, senpai. Ciao cuginetto”.
**
La pergamena era
decisamente ingombrante, le
dimensioni erano davvero notevoli anche per essere rotolo. Ma del resto
lì
dentro erano contenute molte tecniche proibite di Konoha, non poteva di
certo
aspettarsi un rotolo di pochi centimetri. La scansione dello sharingan
confermò
a Shisui che si trattava di quello autentico e non di una copia.
“Perfetto”
considerò e tirò fuori un rotolo molto
più
piccolo, una semplice pergamena di tenuta, dove sigillò al
suo interno il
Rotolo Proibito per trasportarlo più facilmente.
Rialzò quindi lo sguardo su
Mizuki.
Se non ricordava
male, erano stati insieme
all’Accademia, anche se in classe diverse. Nei suoi ricordi
era un ragazzino
rancoroso nei confronti di Konoha e del Sandaime, perciò
quando aveva dovuto
pensare a qualcuno che si infiltrasse era il primo che gli era venuto
in mente.
Fortunatamente, da adulto Mizuki si era dimostrato molto volenteroso di
tradire
Konoha per un mucchio di soldi.
Prese quindi la
borsa con suddetto mucchio di soldi,
la stessa che Kakazu gli aveva consegnato quasi piangendo
all’idea di tutti
quei risparmi che sparivano dalle casse dell’Akatsuki.
“È
tutto qui, quanto pattuito” disse.
Mizuki
l’aprì per assicurarsene e sorrise viscido alla
vista delle banconote.
“Sei
sicuro che nessuno ti abbia beccato?” insistette
Shisui nervoso.
Erano riusciti a
restare invisibili ai radar di Konoha
per quattro anni, non aveva nessuna intenzione di interrompere questa
striscia
felice.
“Sicurissimo”
garantì Mizuki. “Quando se ne
accorgeranno sarà troppo tardi”.
Shisui sperava
fosse così, ma in ogni caso anche se
Mizuki fosse stato catturato gli aveva imposto un genjutsu al loro
primo
incontro. Nemmeno il ninja di Konoha sapeva chi avesse davvero dato la
commissione, il genjutsu gli faceva credere che Shisui fosse uno
shinobi di
Iwa.
Con un cenno
veloce del capo lo salutò quindi, deciso
a non restare il più del necessario nei confini del Paese
del Fuoco. Si
teletrasportò il più velocemente nel loro covo e
sperò che Naruto fosse già
pronto per partire.
“Naruto?
Sono tornato, sei pronto?” chiamò non
vedendolo nella stanza principale, la stessa che avevano usato anche
per dormire.
Non ottenne
risposta e questo cominciò a preoccuparlo,
ma decise che era troppo presto per trarre conclusioni affrettate,
Naruto
poteva essersi appisolato da qualsiasi altra parte. Fece quindi un
rapido giro
dell’intero covo, che lo riportò alla stanza
iniziale senza aver trovato nulla.
Cazzo.
Naruto non
c’era. Obito lo avrebbe ucciso.
**
In una
scala da uno e dieci, la situazione era molto
pericolosa.
Shisui
lanciò per prima cosa un’occhiata al marmocchio,
lo stesso che aveva avuto
l’ardore di scappare da sotto il suo naso per andare al
festival che gli era
stato chiaramente proibito. Almeno sembrava stare bene, non vedeva
ferite, era
solo sporco di terriccio e foglie. Tornò quindi a guardare
Kakashi e maledì la
sua terribile fortuna. Non era preoccupato per i tre genin, anche se
tra loro
c’era Sasuke erano comunque bambini, ma Kakashi era
pericoloso. Non sapeva se
era in grado di tenergli testa, forse in uno scontro di logoramento
visto che
aveva sicuramente più chakra dell’Hatake, ma non
sapeva se poteva resistere
così a lungo. Era già faticato dall’uso
prolungato del suo Mangekyo in quei
ultimi giorni, non sapeva quanto avesse potuto fare affidamento sullo
sharingan. Sicuramente Kakashi conosceva le sue tecniche e sapeva di
Amatsukami, infatti non lo aveva più guardato negli occhi
appena lo aveva
riconosciuto.
Non devo per
forza combatterlo, si disse,
devo solo prendere Naruto e
squagliarmela, questo posso ancora farlo.
Nessuno
lo
uguagliava nella velocità, sicuramente nessuno dei presenti.
Con un continuo
uso dello shunshin si sarebbero allontanati abbastanza
da far perdere le loro tracce, per poter poi
raggiungere il rifugio nel Paese dell’Erba.
Era
comunque una seccatura. Erano riusciti a restare fuori dal radar di
Konoha per
quattro anni, ricomparire avrebbe solo ricordato loro che
c’era un nukenin
Uchiha da catturare il prima possibile. Per non parlare che ora
sapevano che il
loro prezioso Junchūriki era ancora vivo e avrebbero fatto di tutto per
riaverlo.
“Shisui,
che piacere rivederti” disse Kakashi, rispondendo al suo
iniziale saluto.
Anche
lui
sta osservando il cambio di situazione e meditava sui suoi possibili
svantaggi
e vantaggi. Sicuramente non si aspettava l’intervento di un
criminale del
calibro di Shisui. Stava osservando specialmente la sua cappa nera con
le
nuvole rosse.
“Il
piacere
è solo tuo” garantì il nukenin con un
sorriso odioso.
Si
teletrasportò veloce davanti a Naruto, una spada corta
sguainata. Anche se lì
era in una posizione più facilmente attaccabile, almeno
poteva difendere il
bambino e impedire lo prendesse in ostaggio.
“Ora,
se
non ti dispiace, noi dobbiamo andare” disse mantenendo il
finto tono cordiale.
“In
realtà,
mi dispiace” disse Kakashi mettendosi in posizione di
attacco, tirò a sua volta
fuori dei kunai.
Sasuke
cercò di ricomporsi dallo stupore per prepararsi anche lui
all’azione, deciso a
rendersi utile. Ma non appena tirò fuori le sue armi,
Kakashi abbaiò:
“Voi
tre
statene fuori”.
“Sì,
esatto, lasciate fare agli adulti” lo seguì
Shisui, che non moriva di certo
dalla voglia di ferire il cuginetto. “Andate a giocare da
qualche parte”.
Sasuke
arrossì
di colpo per quell’offesa, odiava essere sminuito e non era
più un bambino! Era
un ninja, era addestrato a combattere ed era lì per quello,
come si
permettevano?
Kakashi
fu
il primo a scattare, lanciò uno dei kunai alla faccia di
Shisui, il quale riuscì
a deviarne facilmente la traiettoria con la lama del suo tantō.
L’azione lo distrasse abbastanza da non permettergli di
reagire in tempo all’attacco diretto di Kakashi, si
trovò l’uomo venirgli
incontro con un altro kunai. Nonostante dovesse pensare anche a
difendere
Naruto, riuscì a deviare anche il lancio del secondo Kunai e
parò il pugno di
Kakashi. Prima che potesse contrattaccare, Shisui danzò
velocemente in una
figura di scherma e tagliò con la lama il petto di Kakashi.
Sasuke
sgranò gli occhi e Sakura lanciò un grido di
paura, mentre Himawari sussultò.
Ma dalla
ferita non uscì sangue. Il corpo stesso di Kakashi
sparì in una nuvola di fumo
e al suo posto si presentò un ceppo d’albero.
Shisui
sorrise esasperato. “Kawarimi”
indovinò.
Si
guardò
attorno, lo sharingan attivo per scorgere il minimo movimento e
anticiparlo. Da
destra, sinistra, avanti e indietro non veniva nulla. Lanciò
uno sguardo sopra
tra gli alberi, ma anche lì non si vedeva nessuna traccia di
Kakashi. Fu con un
secondo di ritardo che si ricordò di guardare in basso, ma
appena lo fece la
terra si crepò ed emerse una mano che lo bloccò,
impedendogli di saltare.
“Merda”
imprecò e non trovando una soluzione migliore
pensò di dirigere a tuta forza il
suo tantō verso la terra.
Era una
mossa
poco precisa, Kakashi riuscì a stabilizzarlo prima che
emergesse totalmente
dalla terra e la lama non arrivò mai alla sua testa. Il
Jōnin di Konoha lo
lanciò lontano, facendogli perdere l’equilibrio.
Ora era
davanti a Naruto, a incombere su di lui con lo sharingan visibile.
“Naruto,
vieni con me” disse affrettato, ignorando il modo in cui il
ragazzino tremava
di paura.
Provò
ad
afferrarlo, ma con la visione periferica Kakashi vide Shisui
scagliargli una
serie di piccole palle infuocate. Per evitarle dovette saltare lontano,
liberando la strada verso Naruto e Shisui fu in un baleno, veloce come
si
raccontava, a proteggerlo con il suo corpo.
“Prova
a
toccarlo ancora” iniziò lento, “e io ti
strapperò quell’occhio che hai rubato”.
Sorrise. “Chissà, magari potrebbe starmi
meglio”.
Sasuke
doveva intervenire. Non gli importava cosa aveva detto il sensei e le
rimostranze delle sua compagne di squadra, Kakashi aveva bisogno del
loro
aiuto. Era ovvio che non potesse combattere Shisui e prendere Naruto,
doveva concentrarsi
su una cosa sola mentre gli altri facevano il resto.
Guardò
Sakura e Himawari. Loro due sembravano troppo bloccate e spaventate per
agire,
avrebbe dovuto pensarci lui.
Attese
paziente il momento, i muscoli tesi e nervosi per la tensione del
momento.
Doveva solo aspettare il momento giusto, uno in cui Kakashi avrebbe
catturato
tutta l’attenzione di Shisui, magari riuscendolo a portare
abbastanza lontano.
Gli bastava che lasciasse incustodito Naruto solo per tre secondi.
Nel
frattempo
iniziò ad avvicinarsi lentamente, scivolando alle loro
spalle. Appena avrebbe
preso Naruto sarebbe dovuto scappare e visto come si era comportato con
Kakashi, il loro obiettivo non sembrava disposto a collaborare, doveva
bloccarlo in qualche modo. Tirò fuori il suo filo ninja per
legargli almeno le
mani.
Finalmente
il suo momento arrivò. Per evitare un jutsu di terra Shisui
era dovuto scattare
in alto su un ramo, ma allo stesso tempo Kakashi aveva dovuto imitarlo
per via
di una palla di fuoco dell’Uchiha. Ora Naruto era il solo a
terra, aveva la via
libera.
Kakashi
non
aveva ancora insegnato loro il shunshin, ma Sasuke era veloce.
Arrivò su Naruto
prima che sia Shisui che Kakashi potessero rendersene conto. Il
ragazzino
biondo non riuscì a reagire in tempo, Sasuke lo
atterrò grazie al suo taijutsu
e tentò subito di legarlo.
“Lasciami,
cosa stai facendo?!” strillò Naruto.
Aveva
inevitabilmente attirato l’attenzione di Shisui, Kakashi lo
stava tenendo
occupato ma doveva muoversi. Il suo record di nodi era il migliore
della
classe, ma la questione diventava un pelo più difficile se
chi dovevi legare si
dimenava tutto il tempo.
Lo
sguardo
tradito negli occhi blu faceva male.
“Dobbiamo
riportarti a casa, a Konoha…”
“Konoha
non
è la mia casa!” ripeté con una ferocia
che fece sussultare Sasuke. “Nessuno mi
ha mai voluto, nessuno di voi…”
“Ci
sono i
tuoi amici”.
L’urlo
con
cui rispose fu addirittura più furioso. “Non ho
mai avuto amici!”
Voleva
ribattere, ma Naruto aveva ragione; nessun bambino della loro classe si
era mai
avvicinato a lui, mai. Lo indicavano solo per deriderlo, rubargli i
quaderni e
incolparlo di qualsiasi cosa.
“Io
sono
tuo amico” bisbigliò mentre riusciva finalmente a
bloccare le mani dietro la
schiena.
Per un
momento, Naruto smise di combatterlo e si limitò a
guardarlo. Ma non con
riconoscimento, ma come un animale diffidente e ferito.
“Bugiardo”
ringhiò.
Sasuke
non
riuscì a ribattere, sentendo che aveva terribilmente
ragione. Era stato il suo
più grande rimpianto, scoprire che quel bambino che lo aveva
tanto incuriosito
era scomparso, soprattutto poco dopo quello che gli aveva
fatto… si sforzò di
non pensarci, caricandoselo sulle spalle. Aveva ovviamente ricominciato
a
dimenarsi perciò provò a scambiare uno sguardo
con Sakura e Himawari perché lo
aiutassero. Dovevano allontanarsi da lì prima che Shisui
riuscisse a superare
Kakashi.
Raggiunse
le sue compagne e con loro iniziò a correre nel sottobosco,
confidando che loro
due gli avrebbero guardato le spalle visto che era bloccato a
trattenere
Naruto.
Riuscirono
a fare solo pochi passi. Sasuke nemmeno lo vide arrivare, Sakura
tentò di
intromettersi, ma nessuno di loro tre aveva la preparazione necessaria
per
affrontare Uchiha Shisui.
Sasuke
non
capì nemmeno quello che successe.
Seppe
solo
che Himawari e Sakura erano sotto le braccia di Kakashi, lanciatosi a
salvarle
da un’altra palla di fuoco che aveva incendiato un albero.
Lui invece si trovò
stordito a terra, senza più Naruto intrappolato, con una
fitta di dolore
incredibile alla testa e aveva del sangue a coprirgli un occhio, stava
sanguinando copiosamente.
Shisui
si
appollaiò su un ramo in alto, liberando Naruto dal filo in
cui lo aveva
intrappolato. Tornò subito vigile sulla situazione, ma
Kakashi non sembrava più
pronto a intervenire, in quel momento sembrava più
interessato a proteggere
Sakura e Himawari e guardava Sasuke come se volesse raggiungere anche
lui.
Si
alzò
traballante in piedi, sentendo una brutta sensazione di nausea alla
bocca dello
stomaco. Si pulì il viso dal sangue e incrociò lo
sguardo con Shisui, per un
secondo gli parve lo stesso guardando con rimorso.
“Direi
che
possiamo anche salutarci” disse.
Kakashi
non
sembrava d’accordo, ma rimase a terra a fissarlo con
frustrazione.
“Perché?”
sbottò. “Tu eri uno dei più fedeli,
perché stai tradendo Konoha?”
Un’ombra
strana passò nell’occhio rubino del cugino, la sua
espressione si fece
meditabonda e piena di risentimento. Sembrò pronto a
partire, ma poi cambiò
idea.
“Sasuke”
chiamò e lui sussultò suo malgrado.
“Dovresti chiedere a tuo padre se ha ancora
quell’ambizione”. Si voltò verso
Kakashi. “E tu… domanda a quel
vecchio Hokage se userà quell’ultima
soluzione”.
C’era
disprezzo e rabbia nel suo tono, come se stesse sfogando un rancore
millenario,
ma Sasuke non capì che cosa intendesse, quelle parole lo
lasciarono solamente
confuso. Non riuscì a dire niente e anche Kakashi rimase in
silenzio, le
sopracciglia aggrottate davanti a quelle parole che sembravano
nascondere
segreti pericolosi. Lo guardarono mentre faceva arrampicare Naruto
sulla
propria schiena, ma proprio quando era pronto a partire si
bloccò. Dandogli la
schiena, disse un’ultima cosa.
“Già
che ci
sei, Sasuke, chiedi a Itachi se conosce il posto dove la tartaruga
superò la
lepre a mezzogiorno”.
Provò
a
protestare che quella frase non aveva nessun senso, ma Shisui era
già sparito.
Naruto
con
lui.
Per un
secondo ci fu un silenzio sospeso e si sconvolse quando a interromperlo
fu
proprio Kakashi. Da quando erano una squadra non aveva mostrato una
sola
emozione, era rimasto un bastardo pigro e ironico per tutto il tempo.
Ma in
quel momento un grido di frustrazione lasciò la sua bocca,
così forte che
sembrò echeggiare per tutta la foresta. Sasuke
sussultò quando lo vide lanciare
un kunai contro il ramo da cui era sparito Shisui.
“Ancora!”
gridò. “Me l’hai portato via ancora”.
Quelle
parole risuonarono nella sua testa dolorose e presto si aggiunse quel bugiardo che Naruto aveva soffiato con
tanta veemenza. Aveva ragione, all’epoca Naruto sarebbe
potuto essere suo amico
se solo non avesse… se solo quella volta non fosse stato
così stupido. Forse
non se ne sarebbe andato.
Un
grugnito
gli uscì dalle labbra prima che se ne rendesse conto e
d’istinto si portò una
mano all’occhio. Il dolore alla testa era aumentato, era un
pulsare terribile
proprio dietro gli occhi.
“Sasuke-kun!”
sentì Sakura chiamarlo.
Poi le
ginocchia cedettero e si trovò svenuto a terra.
Ehi!
Ecco
il nuovo capitolo di questa nuova long :D
Iniziamo
subito con il botto e spero che la scena di azione non sia stata troppo
confusa
>.<’’ È sempre difficile
gestire così tanti personaggi che fanno tante
cose diverse, ma sono anche una cosa che adoro T_T Infatti, proprio
sulla scia
del manga canonico, ci sarà parecchia azione :D Anche molti
temi continueranno
a essere riproposti, anche se in chiavi diverse.
Ma non
divaghiamo! Vi è piaciuto? Ovviamente so che molte cose sono
senza risposta, ma
con i prossimi capitoli si verranno a sapere. Tipo come mai gli Uchiha
sono
riusciti a evitare il massacro o all’episodio che fa
riferimento Sasuke…
Faccio
anche un piccolo annuncio che esula dalla storia: purtroppo sono messa
malissimo con la sessione di esami, fino all’11 Settembre non
riuscì a
pubblicare nulla, quindi per quella data tutte le long sono ferme. Mi
dispiace,
ma ho due esami davvero grossi da dare! Rimedierò quando
avrò finito la
sessione u.u
Grazie
mille per aver accolto la storia con così tanto entusiasmo!
Sono felice che
l’idea vi piaccia!
Hatta.
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