L’abbraccio di un traditore

Il sacco attorno alla sua testa lo stava soffocando. Inoltre, la trama del tessuto era troppo fitta, per poter permettere alla luce di filtrare. Sentiva tutti gli arti intorpiditi. Era da troppo tempo in quella posizione. Provò a muoversi, ma ogni tentativo fu vano. Le corde erano ben legate; se avesse continuato a dibattersi, l’unica conseguenza sarebbero state una serie di escoriazioni lungo il corpo.
All’improvviso fu sbalzato in avanti, i suoi rapitori finalmente avevano terminato la folle corsa. Si sentì sballottare giù dalla macchina. Avvertì qualcosa di gelido sulla sua nuca. Il terrore lo paralizzò, avrebbe riconosciuto quel pezzo di metallo fra mille, era la canna di una Colt. Gli intimarono di cominciare a camminare. Iniziò a memorizzare il percorso, quando all’improvviso venne fatto fermare e fatto girare su sé stesso diverse volte. Il senso dell’orientamento andò a farsi benedire. Stava marciando da diverso tempo, quando sentì una porta metallica chiudersi rumorosamente dietro di sé. Avvertì l’aria farsi gelida. Poi, delle esili braccia lo avvolsero in un caldo abbraccio. Le parole che gli stava bisbigliando all’orecchio lo fecero rabbrividire, più dell’aria. L’abbraccio di un traditore, ecco cos’era. Il sacco gli fu strappato violentemente.
«Buon compleanno!» Urlò tutta la gente presente nel capannone.
Si voltò spaesato. Vide la sua ragazza e i suoi migliori amici piegati a terra dalle risate. Lui odiava festeggiare il suo compleanno. Stava per dire qualcosa, quando si sentì inghiottire dalle persone lì presenti e in quel momento desiderò che qualcuno lo venisse a rapire, per davvero.