Un visionario in fuga

di TDwriter
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Capitolo IX

Io ti amo le aveva confessato, come se fosse la cosa più normale da dire dopo essere stato praticamente raccattato dalla strada. Si passò una mano tra i capelli, non sapendo che fare. Se solo l'avesse sentita quella notte...

“Non importa se ora non sai cosa rispondere, non voglio che tu ti senta obbligata a dirmi una qualche frase canonica”. Come se fosse stata la canonicità il problema.

“Dove sei stato?” chiese invece

“Sono stato ad Icaria, in Grecia. E ad Atene, per le festività invernali, ma non l'anno scorso, ormai due anni fa. Poi sono tornato qui”

“Quando?”

“Verso ottobre”

“Dai tuoi?”

“No, io...sto in un ostello per ora, era la cosa più economica”

“E di cosa vivi, scusa?”

“Avevo dei soldi da parte, quelli dell'anno sabbatico. E poi scrivo, lavoro part-time. Quello che trovo”.

Lei si ritrovò a scuotere la testa, non sapendo che dire. Non aveva ricevuto risposte secche, ma nemmeno delle vere e proprie spiegazioni, né tanto meno domande sulla sua famiglia: era tutto normale per lui.

“E la tua laurea?” chiese infine

“Irene, ho ventiquattro anni: dovrei spendere soldi che non ho per fare minimo altri anni due anni di magistrale. E no, per ora non ho voglia di ripiegare sull'insegnamento. Non penso proprio che l'avrò mai e basta”. Normale, ma non nella norma. Lapidario. Ma era lì.

“Sei tornato però” provò allora. Voleva sapere perché.

“Per te” sussurrò appena “So che può sembrare assurdo, che è assurdo, ma ho qualcosa che potrebbe spiegare tutto” portò la mano al fianco, prima di ricordarsi di avere indosso la vestaglia

“La lettera?” quella cosa romanzata su di noi?

“Si! Dove l'hai trovata?”

“Nei pantaloni, quando li ho messi a lavare. Spero non ti dispiaccia, ma ho collegato il PC alla corrente e ho letto i tuoi racconti”

“E?”

“E sono belli. Forse un po' strani, ma belli. E se sei riuscito a sopravvivere vuol dire che funzionano”

“Anche quello sulla lettera?”. Per un attimo le sembrò nuovamente sbronzo, da quanto era entusiasta.

“Si, mi è piaciuta la descrizione dei due personaggi sul lago, anche se un po'...romanzata diciamo. Ma cosa farai ora?”

“Te l'ho detto, mi piacerebbe continuare a vivere di questo, ma con te. Lo so che non è facile e che non ho molto da offrirti, ma io ti amo, siamo cresciuti praticamente insieme e io ti amo”.

Doveva decisamente dirglielo. Si avvicinò, tenendo le mani in grembo. “Senti Alessandro” cominciò poi “Alex” si corresse “È vero, siamo cresciuti insieme, ma io non so cosa dire di tutto questo, so solo che c'è una cosa che vorrei dirti, che ho cercato di dirti l'ultima sera che ci siamo visti, ma...eri collassato”

“Non importa, dimmela”

“Non è facile”

“Dilla pure come ti viene allora”

“Io non ti amo, Alex, e non potrò mai farlo: sono lesbica e Sara è la mia ragazza da tre anni ormai”.





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