How to have fun in the 14th century

di sky_full_of_stars
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«No. No, aspetta un secondo. Riparti dall'inizio, Crowley, non credo di aver capito bene.»
In realtà Azraphel aveva capito benissimo, solo che tutto il racconto era talmente assurdo e surreale, che era certo di aver frainteso qualche parola. Dopo 5000 anni poteva dire di conoscere molto bene Crowley, e ormai non si stupiva più di nulla che riguardasse il suo conto, ma questo... Oh, questo era fin troppo anche per uno come lui.
«Vedi, angelo, il fatto è che il 1300 è così noioso! Volevo solo divertirmi un po', ecco tutto.»
«Divertirti un po'? Crowley, hai la minima idea di cosa hai fatto?!»
Azraphel dovette aver superato di due o tre ottave il volume di voce considerato “normale” a quell’epoca –e in tutte le altre, a dirla tutta –, perché un gruppo abbastanza vario di persone, che perfettamente riassumeva la società fiorentina di allora – mercanti, letterati, nobili, uomini di chiesa e addirittura un pittore con il cavalletto sotto braccio –, si voltò improvvisamente verso di loro, lanciando occhiate sospette e non esattamente amichevoli. L’angelo ammutolì all’istante e afferrò il braccio di Crowley in maniera un tantino troppo brusca per i suoi gusti. Non c’era tempo per comportarsi da gentiluomini in quel momento. Lo trascinò per qualche metro fino a un punto abbastanza isolato, lontano dalle orecchie indiscrete dei passanti. Decise comunque di abbassare la voce, per sicurezza.
«Sul serio, non hai pensato alle conseguenze? Sia da parte dei tuoi, che da parte dei miei, ovviamente. Se scoprissero che sei stato tu… Oh, non oso neanche immaginare! Si scatenerebbe l’apocalisse!» esclamò Azraphel. «… Metaforicamente parlando, ovviamente, dato che siamo in anticipo di circa 700 anni» si sentì in dovere di aggiungere, forse più per rassicurare se stesso che per altro.
Era una bella giornata. La superficie dell’Arno luccicava sotto i tiepidi raggi del sole, e nel cielo terso di marzo iniziavano già a comparire le prime rondini. Crowley si prese un momento per ammirare il panorama e perdere lo sguardo nel corso lento e continuo del fiume, concedendosi di ignorare, almeno per un istante, la voce allarmata di Azraphel.
«Crowley? Crowley mi stai ascoltando? Lo vuoi capire che la situazione è grave?»
Il demone trovò finalmente la forza di voltarsi e porre fine a quello strazio, non prima di aver tirato un impercettibile sospiro.
«Sta’ tranquillo, angelo, non se ne accorgeranno mai. E poi, da quand’è che ti preoccupi così tanto delle conseguenze delle mie azioni? Non mi pare che in 5000 anni né io né te ce ne siamo curati poi molto, o sbaglio?»
«Ma questo è diverso!» esclamò Azraphel, quasi esasperato. «Crowley, tu hai… Tu hai introdotto un mortale laggiù e… lassù! Ne parlano tutti!»
Crowley sbuffò.
«Ok, adesso non esageriamo. Io ho solo avverato una sua piccola fantasia, facendolo comparire giusto giusto davanti alla vecchia entrata originale, tanto ormai non la sorveglia più nessuno… Non so se hai presente, è quella specie di bosco tutto cupo, che fa venire i brividi solo a pensarci…»
Azraphel sembrò rifletterci per un momento, poi decise di lasciar perdere.
«Noi non abbiamo mai avuto questo tipo di entrate macabre per accedere ai piani superiori.» «E come fate?»
«Ci materializziamo lì e basta» rispose ovvio l’angelo. Crowley annuì un po’ incerto, limitandosi ad aggrottare le sopracciglia cercando di non far trasparire il suo stupore. Chissà perché loro non ci avevano mai pensato. Era decisamente meglio che sbucare da sottoterra.
«Be’ comunque, tornando al nostro discorso: io gli ho dato solo una spintarella lasciandolo lì davanti, ma è stato lui a decidere di varcare la soglia ed entrare.»
Azraphel scosse la testa con convinzione.
«Poveretto, chissà come si sarà sentito... Ritrovarsi così improvvisamente davanti alle porte dell’inferno! E completamente solo, per giunta.»
Crowley sgranò gli occhi, incredulo. E anche un tantino offeso, se proprio vogliamo dirla tutta.
«Stai scherzando, vero? Quel tipo dovrebbe solo ringraziarmi! Non immagini nemmeno il favore che gli ho fatto. Aveva quella storia in testa da non so quanti anni, ma non sapeva nemmeno da dove iniziare. Io gli ho offerto l’opportunità di dare un’occhiata in giro e almeno adesso, invece di scrivere sciocchezze, potrà fornire una descrizione realistica e dettagliata di tutto. Ho praticamente consegnato su un piatto d’argento la sua fama ai posteri. Nessuno si dimenticherà mai del suo nome, ne sono certo. Né tra i mortali né tra i nostri!» concluse in tono soddisfatto. Aveva compiuto un atto gentile e, allo stesso tempo, diabolico. Incredibile. Se avesse potuto, si sarebbe stretto la mano da solo.
«Ma è illegale!»
«Sono un demone, Azraphel, lo scopo della mia esistenza è compiere atti illegali.»
«Sì ma questo va oltre!» gli rispose l’angelo in tono concitato, piantandogli uno sguardo metà preoccupato e metà irritato a un palmo dal suo volto.
«Oh senti, ne è valsa la pena!»
Improvvisamente, l'accenno di una risata sfuggì dalle labbra del demone, come se si fosse appena ricordato di un particolare estremamente divertente. Azraphel lo osservò senza capire, chiedendosi se dovesse aver paura o meno.
«Tu non immagini nemmeno l'espressione di Gabriele quando ha visto quel tizio davanti alle porte del Paradiso! Avrei voluto incorniciarla, davvero.»
«Aspetta un attimo… tu come fai a sapere che espressione aveva Gabriele?» chiese Azraphel, guardandolo con sospetto, e Crowley si morse la lingua maledicendosi mentalmente.
«Be', ecco...»
«Non dirmi che ti sei infiltrato...!» Azraphel accompagnò quell’esclamazione con un cenno del capo verso l’alto. Il demone sgranò gli occhi, indignato.
«Oh no, non lo farei mai! Non sono mica uno stupido! Ho solo dato un'... occhiatina da lontano, ecco tutto.»
L’angelo sembrò rilassarsi per un attimo, anche se non del tutto convinto. Poi assottigliò nuovamente lo sguardo.
«E il purgatorio?»
Crowley indossò il sorriso più innocente del suo repertorio.
«Teoricamente è ancora inferno, giusto?»
«Oh, io non ci posso credere!»
«Andiamo, la stai facendo più grande di quanto è. Non c’è da preoccuparsi, non mi ha visto nessuno, te lo assicuro! Be’, ad eccezione di…»
«Ad eccezione di cosa, Crowley?!»
Il demone si grattò la nuca, lievemente a disagio.
«Sì, ecco, c’è stato un breve momento, durante l’ascesa nel purgatorio, in cui due dei tuoi potrebbero avermi notato… Ma io avevo le sembianze di serpente» precisò subito, osservando l’angelo sbiancare di colpo. «E in ogni caso avranno pensato fossi lì per farmi un giro, non certo che fossi stato io ad aver portato quel tizio lì dentro.»
Azraphel fece un respiro profondo e si passò una mano sul volto. Non sapeva nemmeno perché si stesse agitando così tanto. Del resto era Crowley quello che rischiava grosso lì, non certo lui che aveva sempre svolto i suoi compiti con efficienza e diligenza, senza mai infrangere alcuna regola – be', quasi mai.
«Comunque sia,» continuò Crowley dopo qualche secondo, deciso a mettere un punto fermo a quella conversazione, «la cosa più importante è che, in qualche modo, il nostro nuovo amico sia tornato a casa tutto intero. Adesso dobbiamo solo aspettare che esca il romanzo e vedere se ha fatto un buon lavoro.»
«Poema» lo corresse Azraphel, rassegnato e ormai stanco di discutere.
«Come?»
«Quello che sta scrivendo è un poema, non un romanzo.»
«Quello che è» disse Crowley, muovendo una mano nell’aria come a dire che quello era un dettaglio di poco conto. Con un sospiro Azraphel riprese a camminare e il demone si staccò dal muretto dove era appoggiato per affiancarlo.
«Non mi è ancora chiara una cosa, però» disse dopo un po' Azraphel, rompendo il silenzio che si era creato fra di loro.
«Sentiamo.»
«Come gli è nata quest'idea? Insomma, è alquanto... ambiziosa.»
«Credo che avesse a che fare con una nobildonna di cui era innamorato. Ora mi sfugge il nome... Benedetta, forse? O era Bernarda? Qualcosa con la B, comunque.»
Azraphel annuì distrattamente.
«Spero che sia riuscita a conquistarla, alla fine. Voglio dire, dopo una viaggio del genere!»
Crowley fece spallucce.
«Suppongo lo scopriremo solo leggendo.»
«Suppongo di sì.»
Per qualche minuto nessuno dei due disse una parola, l'angelo perso nei suoi pensieri, il demone perso ad osservare il paesaggio toscano attorno a loro. «Comunque ho sentito che in Italia il cibo è strepitoso, pensavo che potremmo pranzare insieme e scoprire se è vero, che ne dici?»
Gli occhi di Azraphel si illuminarono.
«Mi hai proprio letto nel pensiero, Crowley! Accetto molto volentieri.»
Un ghigno compiaciuto si dipinse sul volto di Crowley.
«Sai, angelo, io e te non siamo poi così diversi, in fondo.»
Un leggero sorriso si aprì sul volto di Azraphel, un'ombra di vergogna a colorargli le guance. «Forse non hai tutti i torti, caro... Ma in fondo in fondo eh!»
«Non una punta più in alto.»

_ _ _

A Crowley facevano male gli occhi. E le braccia. E la testa, che pareva fosse sul punto di esplodergli da un momento all’altro. C’era troppo baccano lì dentro. E faceva dannatamente caldo.
Si passò una mano sul volto stanco, mentre ascoltava, o meglio fingeva di ascoltare, le parole della donna di fronte a lui.
«Uhm uhm, girone nove. Da quella parte» disse, bloccandola a metà del discorso e indicando con l’indice un punto poco precisato verso destra. Ovviamente aveva sparato il primo numero che gli era saltato in mente.
«Ci sono i cartelli!» urlò poi, notando che la malaugurata signora, dopo aver accennato qualche passo incerto nella direzione che lui le aveva indicato, si era messa a vagare avanti e indietro, completamente smarrita e in evidente stato confusionale.
«Ma perché? Perché?! Maledetto il giorno in cui ho deciso di aiutare quell'idiota!»
Un secolo. Gli avevano assegnato quell’incarico come punizione per un intero secolo! C’era da diventare matti.
«Non si capisce nemmeno un cazzo di quello che ha scritto!»
Sospirò rumorosamente, cercando di darsi una calmata. C'era ancora molto lavoro da fare.
Piegò il collo avanti e indietro un paio di volte e si sgranchì la schiena – per quanto ci si possa sgranchire la schiena seduti su una misera sedia di legno nel bel mezzo dell'inferno.
Prima o poi avrebbe escogitato una fuga, potevano starne certi.
«AVANTI IL PROSSIMO!»

Buongiorno a tutti. Questa stupidata è nata l'altra sera quando ho avuto la micidiale idea di associare le parole "Good Omens" a "Divina Commedia". Il resto poi è venuto da sé ed è stato davvero divertente (oltre che un pretesto per studiare sul serio la Divina per scuola ahahah). Menzione d'onore poi alla mia migliore amica, che ha avuto la geniale idea di aggiungere la punizione di Crowley come scena post credits! Eravamo indecise se fargli prendere il posto di Minosse o di Caronte, ma alla fine il giudice infernale ha avuto la meglio. Non potevamo privarvi di quel "Avanti il prossimo!"
Vi ringrazio anche solo per essere arrivati fin qui e ci vediamo alla prossima!
Carola ^^





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