Il
boia si abbassa e appoggia la fiaccola sulle fascine.
Anna sbarra gli occhi. No,
non riesce a crederci.
Presto, il suo corpo si
consumerà tra le fiamme.
La condanna del Tribunale
del Santo Uffizio si è compiuta.
Strega.
Lei
è una strega.
Ha
maledetto le donne del paese.
Ha
stretto un patto col demonio.
Il fuoco, implacabile,
divora i fasci di legna e di paglia.
Lambisce i piedi
dell’anziana donna.
Cerca di non gridare, ma il
dolore la sopraffa.
Grida.
Il suo corpo, già
dilaniato dalle torture, non sopporta il calore atroce delle fiamme.
E nulla più fare per
evitare questo.
Gira gli occhi verso gli
spettatori della sua esecuzione.
Nulla.
Nessuna
pietà è per lei.
Solo
bieca brama di sangue e dolore è in quegli occhi stupidi.
La rabbia monta nel cuore di
Anna.
Lei ha cercato di dare
sollievo ai sofferenti, sfruttando la sua conoscenza delle erbe.
Ha tentato di portare alla
luce bambini sfortunati, servendosi di un’antica sapienza.
E’ sempre stata
gentile.
E il popolo ingrato l’accusa
di essere strega.
E
ora si tramuterà in una vera strega.
La
gentilezza a nulla è servita.
E
ora è il tempo della vendetta.
Morirà
comunque, ma non le importa.
Dio
non l’ha aiutata, ora chiede l’aiuto del diavolo.
Deve punire
l’ingratitudine.
Fissa
i suoi occhi, gelidi d’odio, sugli spettatori dell’esecuzione.
Il
suo volto rugoso si contorce in un ghigno malefico, scoprendo i pochi
denti rimasti.
Gli
spettatori cessano di ridere.
Arretrano.
La
paura è svanita da quel volto consumato dall'età.
– Fate
bene ad avere paura. La vostra punizione è vicina. Per quanti
anni vivono le querce sacre, voi sopporterete il peso dell'infamia.
Cadrà su di voi il mio sangue innocente. – grida.
Per
un istante, le sue urla sovrastano il crepitio del fuoco.
Anna
è compiaciuta. Inarca la testa all'indietro.
Ride.
La
sua risata si consuma nel fuoco e diventa cenere.
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