Note
introduttive: questa storia nasce da una sfida che mi ha lanciato inzaghina sul gruppo
Facebook Caffè e Calderotti.
È nata
come una sfida-divergence: le regole chiedevano di sfidare qualcuno a scrivere
di coppie di cui non si è soliti scrivere (altrimenti che sfida è?) ma siccome
Rosmary è una admin clemente, e sa che il primo giro di queste attività dobbiamo
prendere la mano, ha permesso questa eccezione visto che Regulus e Alex non
sono per me una coppia insolita.
Ora, ho
deciso di usare questa sfida-divergence per scrivere una Alex/Regulus che fosse
canon-divergence, quindi non seguirà affatto Kintsugi. È un immenso what-if? Diviso
in tre capitoli che posterò a intervalli piuttosto brevi.
Non c’è
bisogno di aver letto Kintsugi.
Lo
scopo è sommergere inzaghina di fluff e romanticismo e dare un lieto fine a
questa ship.
Capitolo
1
Cambi di
prospettiva
1977 -
1978
“Come
sono andate le ferie in Grecia?”
“Molto
bene. Ho trovato delle persone interessate alle nostre uova di Spinato e sono
riuscito a piazzare ben tre Gallesi. Ci sarebbe anche qualcuno interessato a un
Nero delle Ebridi, ma gli ho detto che ci lavoreremo e gli farò sapere non
appena ne avremo uno sottomano. A te, invece?”
Orion
saltò sulla poltrona ed esultò: “Sei un grande, Ed!” sembrava molto soddisfatto
dell’andamento dei loro affari estivi. Si rilassò tornando ad abbandonare la
schiena contro il cuoio della poltrona e sospirò: “A me come al solito, siamo
stati da Cygnus e Druella in campagna. Sai com’è Walburga, non vuole muoversi,
per lei l’estate è relax, feste e passeggiate in campagna.”
“Non ha
tutti i torti però.”
Edward e
Orion si erano rivisti dopo quasi tre settimane di separazione che, per i loro
standard, era un tempo incredibilmente lungo. Erano comodamente seduti nello
studio di Orion, sulle poltrone di cuoio davanti il camino mentre dividevano il
ricavato di quella fruttuosa vendita di uova di drago. Un vizio che avevano sin
da quando si erano incontrati a Hogwarts diversi decenni prima.
“Che
dici, raggiungiamo le signore?” domandò Orion.
Edward
si disse che, a conoscere i loro affari, molto probabilmente, Walburga avrebbe
alzato gli occhi al cielo, con quell’espressione adorabile che aveva quando
qualcosa non andava come lei si attendeva. Edward aveva provato a convincerla
che il bello della vita era quando capitavano delle sorprese, e che la sfida
era proprio tenere la scopa dritta durante le tempeste. Walburga, però, gli
rispondeva ogni volta che durante le tempeste non si dovrebbe proprio volare
con la scopa. Darlene, nemmeno a dirlo, le dava ragione. C’erano una marea di
cose su cui le loro mogli erano completamente d’accordo – forse anche troppe
secondo Orion – perché finivano sempre per coalizzarsi tra loro e riuscire ad
averla vinta.
Edward
seguì Orion fuori lo studio, in direzione del salone, quando sentirono delle
voci venire da quella che era la sala di lettura di Walburga.
“Mi sei
mancata, Alex.”
“Anche
tu, Reg.”
Orion ed
Edward si scambiarono uno sguardo complice e Orion fece cenno a Edward di
ascoltare. I ragazzi avevano lasciato la porta socchiusa, probabilmente per
ascoltare i rumori del corridoio, o perché Walburga e Darlene sarebbero andate
su tutte le furie se li avessero sorpresi in una stanza con la porta chiusa.
Erano seduti sul divano ed Edward non riuscì a trattenere un sorriso nel
vederli.
“Sei
diventata molto carina, lo sai? Quest’anno a Hogwarts avrai un sacco di
corteggiatori.” Orion ed Edward scossero la testa. Regulus stava sbagliando
tutto, non doveva tirare in ballo gli altri. Non si fa mai. I ragazzi erano
proprio imbranati, certe volte.
“Cosa
importa dei corteggiatori? Sai come la pensano i miei…” sospirò Alexandra.
“Invidierò
tantissimo il fortunato.” Regulus le sfiorava le mani ed Edward vide la sua
piccola Alex sospirare: “Anch’io invidierò la fortunata.” Strinse le dita di
Regulus e lui si morse un labbro prima di dire: “Continuo a trovare tutto
questo ingiusto. Insomma, siamo cresciuti insieme, sei una Purosangue, mia
mamma ti adora, però non puoi essere la mia fidanzata. È assurdo.”
Alexandra
allontanò le mani, spaventata, tornò a sistemare le pieghe del vestito. Edward lesse
il nervosismo, la paura e la tristezza negli occhi di sua figlia. “Lo sai quali
sono le regole. L’erede dei Black non può sposarsi una Turner.”
“Zia
Lucretia ha potuto sposarsi quel babbanofilo di zio Ignatius e io dovrei
rinunciare a te? Sapendo che una volta sposata prenderesti il mio cognome?
Capisci quanto è folle tutto ciò?” Persino Regulus era triste, e arrabbiato al
tempo stesso. Edward e Orion si scambiarono un altro sguardo.
Alexandra
si strinse nelle spalle e non sapeva cosa rispondere se non: “Sono le regole,
non le ho fatte io, ma non ti arrabbiare, altrimenti se ci scoprono finiremo
nei guai.” Regulus la strinse a sé e le posò un bacio sulla fronte mentre le
diceva di non avere paura, che non sarebbe successo nulla.
Edward
fece cenno a Orion di andare via. Il suo amico sembrava turbato tanto quanto
lui e nessuno dei due sembrava in grado di poter affrontare Darlene e Walburga.
Tornarono nello studio di Orion.
“Li hai
visti, Edward?”
“Orion,
a me si spezza il cuore a vedere i nostri figli in quel modo.”
“Ha
ragione Regulus. Sono regole assurde. Dobbiamo parlarne con Walburga. Ho già
visto a cosa conduce la disperazione di un figlio, non voglio perderne un
altro.”
Orion si
passava le mani nei capelli e poi si sistemava la barba. Era nervoso, tanto
quanto lui. Si sistemarono le cravatte. Entrambi erano d’accordo e le mogli
avrebbero dovuto capitolare. Edward si augurava vivamente che Darlene non si
mettesse in mezzo alla felicità di Alexandra perché non l’avrebbe tollerato.
Non questa volta.
“Amico
mio, sei il capostipite dei Black, credo che tocchi a te. Ti darò manforte,”
gli disse Edward.
“Mi
sembra giusto, altrimenti Walburga e Druella ti salteranno al collo come due
iene prima che io possa dire che sono d’accordo. Andiamo.”
***
Alexandra
aveva appoggiato la testa contro il petto di Regulus. Riusciva a sentire il
battito del suo cuore sotto la camicia. Le loro dita erano intrecciate e i loro
corpi distanti in modo da non spiegazzare gli abiti. Ogni tanto, Regulus alzava
una mano e le accarezzava la testa e lei pensava che quella potesse essere la
felicità.
Non
avrebbe saputo spiegare come fosse successo, perché Regulus Arcturus Black si
fosse improvvisamente accorto di lei, o deciso a far quel passo nella sua
direzione. Da parte sua, poteva dire di essere innamorata di Regulus da che ne
avesse memoria e di non aver mai preso in considerazione l’idea che loro due un
giorno sarebbero stati separati. Tuttavia, il discorso che sua madre le aveva
fatto quando Regulus aveva preso l’Espresso di Hogwarts per la prima volta,
aveva installato la certezza che un giorno avrebbero dovuto separarsi.
Sua
madre le aveva detto che ognuno aveva un posto nel mondo, e che un Black era in
cima alla scala, un aristocratico appartenente alle Sacre Ventotto, mentre lei,
che pure era una Purosangue, ma di estrazione borghese, avrebbe potuto aspirare
al figlio di un dirigente del Ministero della Magia o, meglio ancora, a un
collega del San Mungo, così sarebbe diventata una coppia di Guaritori come lo
erano i suoi genitori, o come avevano intenzione di diventare suo fratello
Robert ed Emily, la sua fidanzata.
Quel
discorso le era sembrato assurdo, ma si era resa conto che sua madre stava – a
suo modo – cercando di proteggerla dal mondo reale. Se ne era accorta appena
entrata in Serpeverde, dal modo in cui le ragazze di alcune famiglie – sempre
le stesse – si atteggiavano diversamente a seconda del cognome del loro
interlocutore. Regulus avrebbe potuto sposare una Rosier, ma non certo una
Turner, sebbene Regulus amasse lei e non Eloise Rosier.
Erano
così terrorizzati dall’idea di essere scoperti e di finire in punizione (che
avrebbe significato non vedersi fino al primo settembre) che erano tornati
seduti uno di fronte all’altro, avevano aperto un libro e Alexandra leggeva.
Regulus non prestava attenzione, si limitava ad ascoltare la sua voce e del
resto nemmeno Alexandra era molto concentrata sul testo che stava leggendo.
Videro
la porta aprirsi e Kreacher avvisarli di raggiungere i genitori per il tè. Si
alzarono in sincrono e questo gesto li fece sorridere. Poi, Regulus le cedette
il passo e Alexandra seguì l’elfo domestico nel salone mentre sistemava
nervosamente le pieghe del vestito. Quel contatto con Regulus l’aveva turbata e
si sentiva come se avesse fatto qualcosa di male.
“Prendete
posto,” disse Walburga con uno sguardo che, per la prima volta, ad Alexandra
sembrò indecifrabile. Era diventata abbastanza esperta a riconoscere i segni di
approvazione o di disapprovazione, la cortesia, il fastidio e le varie emozioni
che Walburga manifestava al di là del suo aspetto algido e impeccabile. Guardò
sua mamma prendendo posto sul divano che le aveva indicato Walburga, ma non
capì nemmeno il suo sguardo. Suo papà e Orion, invece, sembravano stanchi ma di
buon umore, come se avessero fatto uno sforzo incredibile per qualcosa. Si
disse che molto probabilmente c’entrassero le loro uova di drago.
“Regulus
siediti là, accanto ad Alex.”
Regulus
obbedì e si scambiarono uno sguardo perplesso e inquieto. Non avevano motivi di
credere di essere finiti nei guai. Insomma, si erano sfiorati la mano per
qualche minuto e poi erano stati abbracciati pochissimo, era impossibile che li
avessero visti. Tuttavia, quei toni e quella situazione, in cui loro erano
seduti sul divano e le famiglie li circondavano, era tipica di quando stavano
per ricevere una punizione. Altrimenti, Regulus avrebbe dovuto sedersi ben
lontano da lei.
Alexandra
notò che il tè non era stato ancora servito e questo poteva significare
soltanto che erano finiti nei guai. Sperava solo di scoprire presto cosa avesse
fatto di sbagliato, in che modo avesse deluso sua madre, perché quell’attesa la
stava terrorizzando.
“Vedete,
ragazzi,” Orion esordì, “vi abbiamo chiesto di raggiungerci,” si interruppe, “Alexandra
ha già notato che il tè non è stato ancora servito,” le fece un sorriso e
Alexandra ebbe ancora più timore, “perché dobbiamo parlarvi di una cosa
piuttosto importante.” Orion fece una pausa e sembrò cercare lo sguardo di
Walburga e Darlene, si scambiò anche uno sguardo con Edward che gli sorrise
incoraggiante.
“Abbiamo
pensato a lungo all’amicizia che lega le nostre famiglie e al fatto che voi due
siete cresciuti insieme e siete sempre andati d’accordo.”
Alexandra
abbassò lo sguardo e fissò le mani posate sulle sue ginocchia, controllava
ossessivamente la posizione delle mani, temendo di aver fatto qualcosa di
inappropriato, mentre una voce nella sua testa continuava a ripeterle che lei e
Regulus erano stati scoperti. Regulus doveva temere la stessa cosa perché
sembrava aver smesso di respirare.
“Insomma,
per farla breve, abbiamo pensato che un fidanzamento che unisse le nostre
famiglie fosse il modo migliore per celebrare la nostra amicizia.”
Rimasero
in silenzio, sia lei che Regulus. Entrambi erano terrorizzati dall’idea di
parlare.
“Non
dite niente?” domandò Orion.
“Padre,”
esordì Regulus sbattendo le palpebre, “mi era stato detto che era un argomento
fuori discussione. Sono solo un po’ confuso.”
Edward
sorrideva a Regulus. “È normale che tu lo sia, Regulus… Diciamo che abbiamo
preso in considerazione molti fattori per fare questa scelta.”
“Il
livello deludente delle altre candidate, tra le altre cose,” aggiunse Walburga
profondamente irritata.
Alexandra
sollevò lo sguardo verso Walburga e domandò: “Non è uno scherzo, dunque?”
“No, non
è uno scherzo. Abbiamo riconsiderato una serie di circostanze. Sappiamo che tu
e Regulus siete molto legati, Orion ed Edward sono convinti che le vostre
affinità di carattere vi possano aiutare ad attraversare questi tempi
complicati. Siete abituati ad aiutarvi da quando eravate bambini, non avete mai
creato molti problemi e pensiamo che un fidanzamento possa essere l’evoluzione
naturale del vostro rapporto.” Darlene parlava stando in piedi nella sua
postura rigida, sempre accanto a Walburga. “A meno che non abbiate qualcosa in
contrario,” aggiunse scrutandoli con i suoi occhi azzurri come quelli di
Robert.
Alexandra
arrossì e si scambiò uno sguardo con Regulus. Era certa che anche lui fosse
terrorizzato all’idea di lasciar trasparire quanta gioia stesse provando. Si
limitarono a scuotere la testa e sorridersi furtivamente.
“Oh
bene, se anche i ragazzi sono d’accordo, possiamo servire il tè,” esclamò Orion
soddisfatto. Edward aveva stretto la spalla di Regulus come faceva spesso,
quando era fiero di lui, e gli aveva detto sottovoce: “Benvenuto in famiglia.
Tratta bene Alex che non hai idea della fatica che abbiamo fatto per convincere
Walburga e Darlene.”
“Grazie,
Edward, io non la deluderò…”
Suo papà
fu la prima persona alla quale Alexandra riuscì a sorridere mentre realizzava
quanto stava accadendo. Walburga le domandò delle vacanze estive, se la Grecia
le fosse piaciuta e Alexandra le raccontò del mare, dei panorami e delle visite
archeologiche che aveva effettuato. Discussero anche della cucina e delle
usanze. Sua mamma si era lamentata per tutto il tempo della quantità di aglio e
cipolla che veniva utilizzata dai popoli mediterranei, mentre Alexandra ricordava
quanto fossero deliziose le olive.
Ogni
tanto lei e Regulus incrociavano il loro sguardo e si sorridevano meravigliati,
senza avere il coraggio di modificare il proprio comportamento. Così, erano
rimasti ben distanti su quel divano con le mani rigidamente impegnate con tazze
e piattini. I genitori dovettero accorgersene e fu solo quando si salutarono,
dandosi appuntamento all’indomani, che Walburga disse a Regulus: “Guarda che
puoi salutare la tua fidanzata, altrimenti penserà che sei una statua.”
“Posso?”
domandò Regulus perplesso.
“Non più
di un baciamano o un casto bacio sulla guancia, mi raccomando,” gli disse
Walburga alzando gli occhi al cielo.
Alexandra
alzò il viso e incrociò lo sguardo di Regulus e il suo sorriso. Non le sembrava
vero che fossero in Grimmauld Place e Walburga avesse appena dato a Regulus il
permesso di darle un bacio per salutarla. Aveva il terrore di rovinare tutto. Regulus
si chinò su di lei sussurrandole “Buona notte” e le diede un bacio sulla
guancia.
“Buona
notte.” Si sentiva le guance in fiamme e il cuore che le batteva furiosamente
in petto. Seguì suo papà nel camino, mentre la mamma si era attardata in salone
con Orion e li stava raggiungendo. Sentì la voce di Darlene che salutava
Walburga quando le fiamme verdi l’avvolsero e iniziò a roteare per i camini
insieme a suo papà.
Darlene
uscì dal camino e la raggiunse in camera da letto. “Ascoltami bene, Alex,” le
disse, “quanto è successo oggi non è frequente. Finirai sotto la lente di
ingrandimento di tutte le Ventotto famiglie. Dovrai essere impeccabile e non
sbagliare nemmeno un passo. Non dovrai mai nemmeno sognare di imbarazzare
Walburga. Sarai una fidanzata esemplare. Si solleveranno molte sopracciglia non
appena si diffonderà la notizia. Io ero contraria perché so cosa ti faranno:
l’ho vissuto quando mi sono fidanzata con Edward. Pensi che non abbia visto
quanti si sono domandati perché una Rowle era finita con un Turner? Le
insinuazioni su qualcosa di sbagliato che doveva essere accaduto, su scandali
nascosti. Io lo so come ragionano e se sono crudele è perché preferisco
prepararti al male che dovrai affrontare. Gli antidoti hanno sempre una
porzione dell’elemento velenoso al loro interno.”
“Farò di
tutto per essere all’altezza delle aspettative. Voglio bene a Regulus e non
vorrei mai mettere in imbarazzo lui o la sua famiglia.”
“Brava,
ora vai a letto. Devi rimanere carina.”
Alexandra
si chiuse in bagno per rinfrescarsi e cambiarsi per la notte. Cercava di
allontanare la pressione che le aveva caricato addosso sua mamma e ripensò a
Regulus, ai suoi occhi grigi e al modo in cui le aveva stretto le dita sul
divano della sala lettura. Non riusciva a immaginare come sarebbe stata la loro
vita senza doversi più nascondere, essendo liberi di chiacchierare e camminare
vicini.
Non
dovette attendere molto perché l’indomani tornarono a Grimmauld Place:
occorreva trovare il modo per annunciare il fidanzamento tra i due ragazzi e
formalizzare gli accordi della sera prima. Alexandra e Regulus si ritrovarono
al cospetto di una serie di adempimenti burocratici e di formalità sociali. La
novità rispetto al passato era che Regulus poteva tenerle la mano sotto il
tavolo e si potevano guardare e sorridere. Persino le partite a Scacchi Magici
sembrarono più divertenti ed era quasi come essere ad Hogwarts.
All’ora
del tè vennero raggiunti da Druella e Cygnus insieme a Bellatrix, Rodolphus,
Narcissa e Lucius. Tutti loro si congratularono per il lieto evento. Alexandra
e Regulus erano imbarazzati per tutte quelle attenzioni, anche perché – fino al
giorno prima – erano stati impegnati a nascondersi e improvvisamente si erano
trovati sotto i riflettori.
“Druella,
cara,” esordì Walburga, “vorrei un tuo consiglio. Il primo settembre i ragazzi
partiranno per Hogwarts e dovremo attendere Yule per annunciare il
fidanzamento, tuttavia, visto che a qualcuno abbiamo comunicato la bella
notizia, potrebbe essere opportuno anticipare i tempi. Non vorrei che vedessero
i ragazzi in sala comune e pensassero a un fidanzamento riparatore. Sai quanto
sarebbe sconveniente!”
Druella
aveva l’esperienza data dal fidanzamento e successivo matrimonio di Bellatrix e
Rodolphus e dal recente contratto di Narcissa e Lucius che si sarebbero sposati
l’anno successivo e avrebbero annunciato il loro fidanzamento ufficiale a Yule.
“Organizza
una festa di fine estate per dare la notizia del contratto, poi la festa di
fidanzamento la farai quando i ragazzi avranno finito Hogwarts.” Lo disse come
se fosse la cosa più ovvia del mondo, scrutando la cognata da sopra la tazza di
porcellana.
Walburga
e Darlene si scambiarono un cenno di assenso e iniziarono a discutere di quella
festa. Druella insistette perché venisse organizzata nel Wiltshire visto che il
giardino era meraviglioso per una festa di fine estate.
Alexandra
osservava sorpresa tutto quell’entusiasmo che sembrava circondare lei e Regulus
e che aveva creduto di non poter vedere mai. Fu Bellatrix a sorprenderla, le cinse
le spalle con un braccio e le disse: “Sono molto felice di sapere che sarai tu
ad entrare nella nostra famiglia. Sei già praticamente una di noi ed è bello
sapere che persino zia Walburga se n’è accorta. Il mio consiglio è quello di
ignorare ogni sopracciglio alzato di quei pettegoli. Sarà inevitabile che
avranno qualcosa da ridire. Pensate solo che le famiglie sono dalla vostra
parte.”
***
Rodolphus
diede una pacca sulla spalla a Regulus e gli disse: “Dopo tutto ti è andata
molto bene, ma smettila di essere così ingessato o penserà di essersi fidanzato
con una statua.”
Regulus,
in realtà, era molto imbarazzato da quell’entusiasmo. Aveva lottato una vita
intera per nascondere i propri sentimenti per Alex, per sminuirli e ricondurli
ad un’educata amicizia, come la definiva sua madre, e adesso tutti sembravano
sorprendersi perché loro due sembravano un po’ troppo compiti per essere due
fidanzati? Il suo stupore aumentò quando suo padre lo prese sottobraccio,
dopo che tutti gli ospiti erano andati via, gli aveva detto che Rodolphus aveva
ragione e che era arrivato il momento di affrontare un certo discorso. Regulus
sospirò e mai avrebbe creduto che suo padre gli spiegasse che le ragazze hanno
bisogno di attenzioni che vanno al di là del bacio e che, per quanto occorra
evitare di fare pasticci prima del matrimonio, è bene che due fidanzati
prendano confidenza e aumentino l’intimità (soprattutto adesso che il contratto
era stato firmato). In questo modo, aveva aggiunto, gli eredi sarebbero
arrivati subito dopo il matrimonio. Orion era arrivato persino a proporre una
gita in una casa di piacere, ma Regulus era riuscito a dissuaderlo.
“Grazie,
padre, è tutto chiarissimo,” disse, “ma fino a ieri mi era proibito sfiorare la
mano di Alexandra e adesso mi state chiedendo di appartarmi con lei. Sarò
felice di accontentarvi se ci date modo di trascorrere del tempo insieme.”
“Certo,
Regulus, certo. Hai ragione. È solo che siamo tutti molto emozionati. Darlene
ed Edward sono i nostri migliori amici e sapere che le nostre famiglie si
uniranno ci riempie di gioia. Vorremmo che le cose andassero per il meglio.”
“Dateci
solo un po’ di tempo.”
Si erano
ritrovati, dunque, a trascorrere l’ultima settimana prima del rientro a
Hogwarts nella villa di zio Cygnus dove prima della partenza per la Grecia, lui
e Alex si erano limitati a studiare all’ombra della grande magnolia del
giardino e a passeggiare nel roseto, mentre la mamma, Darlene e zia Druella
chiacchieravano dietro di loro.
Adesso
avrebbero avuto il permesso di passeggiare da soli e persino di appartarsi come
due veri fidanzati.
I
signori Turner accompagnarono Alexandra e poi si congedarono per tornare al San
Mungo, affidando la figlia a Orion e Walburga.
Regulus
aveva sentito una morsa allo stomaco e il cuore che saltava un battito quando
l’aveva vista comparire in giardino con indosso uno splendido abito azzurro, le
spalle scoperte e i capelli sciolti che ondeggiavano nella brezza del
pomeriggio. Si erano sorrisi e lui le era andato incontro dicendole: “Sei un
incanto.” Le aveva dato un bacio sulla guancia e si erano fermati a prendere il
tè con la mamma e la zia.
Erano
seduti l’uno accanto all’altra, come innumerevoli volte prima di allora, eppure
sembrava una situazione inedita. Alexandra sedeva composta e chiacchierava
amabilmente con sua madre dei dettagli della festa di fine estate. Le avevano
chiesto se avesse un colore preferito e lei aveva risposto che i colori di
Serpeverde erano una combinazione perfetta, suscitando l’approvazione della
mamma e della zia. Era strano sentire la mamma non alterarsi e non dissentire,
a differenza delle chiacchiere e delle discussioni che c’erano state al tempo
del matrimonio di Bella e Rod. Alexandra era estremamente paziente, come
Narcissa, ascoltava e prendeva nota dei suggerimenti. Regulus notò che su molte
cose chiese consiglio a Walburga e lui sapeva quanto sua madre adorasse avere
l’ultima parola.
Dopo il
tè andarono a passeggiare in giardino, finalmente soli. Regulus riuscì a
prenderle la mano e intrecciare le sue dita a quelle di lei. Era bello sapere
di poter camminare mano nella mano senza che nessuno avesse qualcosa da
obiettare. Si fermarono vicino una siepe e Regulus riuscì a stringerla a sé. Questa
volta i loro corpi erano vicini e sentiva la testa di Alexandra contro il suo
petto. Si domandò se lei riuscisse a sentire il suo cuore battere così forte da
sembrare che volesse uscire dal corpo.
“Mi
sembra un sogno, Reg,” gli aveva detto, “mi sento frastornata.”
“Anch’io,
Alex. Sai che mio padre ha addirittura detto che devo darti più attenzioni?”
Sul
volto di Alexandra comparve un sorriso furbetto: “E tu che gli hai risposto?”
“Che
sarei più che felice di farlo se ci dessero modo di stare un po’ per conto
nostro.”
“È per
questo che possiamo stare abbracciati, dunque? Perché Orion ha detto a tua
mamma di lasciarci un po’ di spazio? Non ti sembra tutto un po’ forzato?”
“Mi
sembra strano dover esibire quello che fino a due giorni fa dovevamo nascondere.
Se prima dovevo sforzarmi per non sorriderti, adesso mi sembra che debba
sorriderti in continuazione.” Avevano ripreso a camminare per smaltire la
tensione nervosa che le famiglie avevano riversato su loro due e per discutere,
finalmente, tra loro quella nuova situazione. Non avrebbe mai creduto che la
realizzazione di un sogno potesse essere tanto destabilizzante.
Si
sedettero su una panchina vicino il laghetto dove facevano il bagno nudi da
bambini. Le loro dita erano intrecciate da quando si erano allontanati dal tè,
ed era passata almeno un’ora tra chiacchiere e passeggiate. Alexandra lo
osservava con i suoi occhi marroni, così caldi e luminosi, e Regulus sentì il
bisogno di baciarla. Era difficile, dannatamente difficile, aveva appena
trovato il coraggio di confessare i propri sentimenti ad Alexandra e non aveva
fatto in tempo a fare il primo passo che si era trovato fidanzato in casa con
lei. Questa situazione gli metteva addosso una pressione incredibile, aveva
paura di fare brutte figure, di deluderla o, peggio ancora, di offenderla.
Voleva fare le cose per bene, ma gli stavano dicendo di non passare per un
pappamolle e non capiva quale fosse l’equilibrio giusto da tenere.
Sospirò.
Alexandra strinse le dita e gli confessò: “Ho paura di non essere all’altezza
di tutte queste aspettative e la cosa di cui ho più paura è quella di
deluderti.”
“Anch’io
sono terrorizzato. C’è una parte di me che mi dice che sei sempre la solita
Alex e un’altra che dice che tutto cambierà e io ho paura di rovinare tutto.
Dovrei essere io a prendermi cura di te e ho paura di non saperlo fare.”
“Io so
solo che quando siamo insieme sono meno spaventata,” gli disse e poi si sporse
verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia. Regulus arrossì mentre il
cuore gli batteva all’impazzata. Si chinò su di lei e le posò un bacio sulle
labbra. Fu un bacio a stampo improvviso e le labbra di Alexandra erano secche.
Vide lei arrossire e inumidirsi le labbra, come per assaporare il bacio. Si guardarono
di nuovo negli occhi e si scambiarono un altro bacio. Questa volta fu più lento
e sentì Alexandra schiudere le labbra e rispondere al bacio.
Si
sorridevano imbarazzati. Aveva immaginato di vivere quei momenti a Hogwarts in
clandestinità, mai si sarebbe sognato di essere invitato da suo padre a stare
con Alexandra. Lei aveva quattordici anni e lui sedici e temeva di forzarla a
fare qualcosa per cui non si sentiva pronta.
“Mi
prometti che se dovessi sentirti a disagio nel fare qualcosa me lo dirai? Non
voglio forzarti.”
Alexandra
annuì: “Te lo prometto, Reg. Tu farai altrettanto?”
Regulus
annuì. Rimasero a scambiarsi altri baci su quella panchina, anche se Regulus
sentiva i pantaloni che iniziavano a stargli stretti, ma non voleva in nessun
modo correre. Voleva gustarsi ogni momento di quel fidanzamento. Si disse che
avevano tutta la vita davanti per amarsi.
***
La sera
della festa di fine estate Alexandra era nervosa. Darlene era arrivata con il
vestito che le aveva ordinato da Madama McClan: un abito tradizionale in seta blu
notte che esaltava il candore della pelle con le braccia scoperte e lo scollo
non troppo profondo. Si guardò allo specchio e sospirò pensando a quante sopracciglia
si sarebbero alzate. Certamente, quelle dei Rosier, che speravano di sistemare
Eloise con Regulus. C’erano anche i McNair, e Alexandra ricordava tutte le
volte in cui era stata attaccata da Margareth, accusata di voler monopolizzare
Regulus. Adesso avrebbero trovato la conferma alle loro teorie.
Lei
amava Regulus, ma da quando era arrivata ad Hogwarts aveva trascorso il tempo a
studiare con Barty e lasciato a Regulus tutto il tempo di coltivare altre
amicizie. Era stato lui a orbitare intorno a loro, e unirsi a tavola, e
trascorrere insieme le serate in sala comune, proprio per sfuggire a quelle che
definiva le insopportabili oche.
Lei non
era appariscente come Eloise né bella come Margareth. Si sentiva ancora in
parte una bambina, con il corpo che era in subbuglio e faceva fatica a
immaginarsi in questo ruolo di fidanzata dell’erede dei Black. Non era un
problema di regole e di etichetta, però, no, a lei piaceva seguire il galateo,
lo trovava come una guida rassicurante che le permetteva di non sbagliare e di
non far fare brutte figure. Per questo motivo lo studiava con meticolosità.
“Stai
bene,” le disse Walburga, “ma non dovresti avere quell’aria da cucciola
spaventata. Sei la fidanzata dell’erede dei Black, servirà che impari a tenere
testa a quanti là fuori vogliono prendere il nostro posto.”
“Spero
di essere all’altezza delle aspettative,” mormorò. Non le era mai capitato che
Walburga le parlasse così direttamente. La vide stringere le labbra e
incrociare le braccia mentre raddrizzava la postura davanti a lei. Sembrava una
figura imponente, mentre Alexandra iniziava a sentirsi sempre più piccola, una
mocciosa in confronto a quella strega così sicura di sé e impeccabile.
“Senti,
Alex, voglio che ti metta in testa che non saresti mai diventata la fidanzata
di Regulus se io e Darlene non ci fossimo convinte che tu sia la soluzione
migliore. Il tuo status di sangue è assolutamente all’altezza, il tuo
portamento, il comportamento, la sobrietà e l’eleganza sono impeccabili. Siete
rimaste tu e Narcissa come streghe di cui non ci si deve vergognare in società.
Smettila di pensare al cognome, è un dettaglio. In questi giorni hai dimostrato
anche di avere la stoffa per essere una buona padrona di casa: ho apprezzato i
suggerimenti per l’apparecchiatura, i fiori scelti e il modo in cui hai
istruito gli elfi sulle indicazioni di Druella. Purtroppo, come sai, mia
cognata è una Rosier e alla fine fa di testa sua, con quel gusto un po’ kitsch,
ma sappi che a me non è sfuggito nulla. Quando tornerai da Hogwarts potrai
darmi una mano per organizzare a Yule la festa per Narcissa e Lucius.”
“Sarebbe
meraviglioso!” esclamò. Alexandra non riusciva a credere alle proprie orecchie.
La terribile Walburga Black la stava rimproverando perché era troppo
impeccabile per sentirsi inferiore alla Rosier e alla McNair. Aveva addirittura
lodato le sue scelte di mise en place.
Era
stato un gioco che avevano fatto qualche pomeriggio fa: Druella aveva fatto
tirare fuori agli elfi i servizi di piatti e bicchieri e chiesto a lei,
Narcissa e Bellatrix di ideare delle apparecchiature immaginando anche la
decorazione floreale della tavola. Alexandra aveva scelto dei piatti di
porcellana inglese bianchi con il bordo lavorato in rilievo e li aveva abbinati
a dei calici di cristallo elfico e decorato la tavola con delle ortensie di un
bianco freddo che si sposava bene con l’argento delle posate. Narcissa aveva
scelto un servizio francese con delle meravigliose decorazioni floreali e dei
calici a tulipano e delle peonie per decorare la tavola. Bellatrix, invece, si
era defilata.
Aver
avuto l’approvazione di Walburga riempì di gioia Alexandra e le diede il
coraggio sufficiente per affrontare quella serata. Il resto del coraggio glielo
diede Regulus, quando si videro in giardino mentre gli ospiti iniziavano ad
arrivare. Darlene, Edward, Orion e Walburga accoglievano gli invitati e
ricevevano le congratulazioni, visto che la notizia aveva iniziato a girare
informalmente.
Eloise e
Margareth erano arrivate imbronciate e avevano salutato Regulus e rivolto a lei
uno sguardo sdegnoso. Regulus le aveva accarezzato la schiena e si era chinato
a sussurrarle: “Ci pensi che mi hai salvato da una vita con una di queste due?”
Si erano scambiati un sorriso e lui le aveva chiesto di ballare in modo da
poter sfuggire ai commenti dei compagni di scuola e degli amici di suo padre
che cercavano di coinvolgerlo in chiacchiere che non interessavano né a lui né
a loro.
“Ho
avvisato Barty,” le aveva detto sottovoce avvicinandosi al suo orecchio.
Alexandra aveva annuito: “Anch’io. Ho sempre pensato che sarei finita con lui.”
“Avresti
preferito Barty?”
“Non lo
so, non ho mai pensato di dover scegliere.”
“Non
farlo. Scegliere, intendo. Barty resterà nella nostra vita. Se lo vorrai.”
“Non
vedo come sia possibile, è come se avessi scelto te, alla fine.”
“Fidati
di me.”
Era così
che era nata la storia tra loro tre. Solo una volta tornata ad Hogwarts
Alexandra avrebbe scoperto del legame tra Regulus e Barty. Le tremarono le
gambe quando incrociò lo sguardo divertito di Barty e il suo sorriso obliquo
mentre si congratulava per la notizia del fidanzamento.
Iniziarono
ad incontrarsi in segreto in aule deserte nei sotterranei, passando il tempo a
scambiarsi baci e carezze. Era difficile resistere alla tentazione di
intrecciare le dita a quelle di Barty durante le lezioni e limitarsi a sembrare
solo amici. Tuttavia, l’essere diventata la fidanzata di Regulus Arcturus Black
aveva innalzato la sua posizione dentro quel branco di classisti con la puzza
sotto il naso. Persone che fino a giugno non le rivolgevano la parola o insultavano
lei per la sua amicizia con Barty, a causa di tutti i provvedimenti adottati
dal signor Crouch, adesso la cercavano e la riempivano di chiacchiere. Persino
la McNair e la Rosier le rivolgevano il saluto quando si incrociavano in sala
comune o tra i corridoi.
C’erano
momenti in cui lei e Regulus si trovavano per stare insieme camminando mano
nella mano per i prati di Hogwarts, o sedevano lungo qualche corridoio isolato
nei giorni di pioggia e chiacchieravano intrecciando le dita e guardandosi
negli occhi, prima di cedere alla tentazione di scambiarsi baci.
Era
seduta sulle ginocchia di Regulus con le braccia intorno al suo collo e il
cuore che saltava battiti, mentre si perdeva negli occhi grigi di lui. Amava
baciare Regulus e non riusciva a credere di non doversi nascondere più.
“Allora
è vero che ti sei fidanzato con la piccola Alex!”
La voce
di Sirius arrivò all’improvviso. Alexandra vide Regulus alzare gli occhi al
cielo senza rispondere.
“Vuoi
lasciare che mamma diriga ogni aspetto della tua vita o hai un po’ di spina
dorsale?” continuò con il suo tono sarcastico, “quando penserai con la tua
testa?”
Regulus
strinse la presa intorno alla vita di Alexandra per impedirle di alzarsi e
allontanarsi da lui. Si limitò ad alzare lo sguardo verso il fratello e
rispondergli annoiato. “Ti sembrerà strano, Sirius, ma noi siamo innamorati da
anni, a prescindere da mamma.”
Sirius
alzò un sopracciglio scettico. “Lasciami dubitare del fatto che tu sia in grado
di provare sentimenti, altrimenti certe voci non sarebbero vere.”
Regulus
si irrigidì e Alexandra afferrò il suo braccio sinistro, per impedirgli di fare
sciocchezze. Non doveva cogliere le provocazioni di Sirius. Avevano capito a
cosa si riferisse, come se tenere alto il nome dei Black non fosse dovuto dal
fatto che lui fosse scappato di casa. Come poteva tirarsi indietro Regulus?
“Da
quando presti fede alle voci, Sirius?” domandò Alex.
“Stanne
fuori, Alex, non sono cose che riguardano una mocciosetta.”
Questa
volta fu Regulus ad afferrarle il braccio e impedirle di reagire.
“Hai
altro da dirmi o vuoi lasciare in pace me e la mia fidanzata?” domandò
stancamente al fratello, spostò lo sguardo verso di lei e le sorrise.
“Vado,
vedo che mamma ha trovato il modo perfetto per tenerti legato alla sottana: ne
ha trovata una nuova.”
Alexandra
si morse il labbro e strinse il braccio di Regulus. Sirius aveva sempre saputo
dove infierire. Quando l’aveva sorpresa a raccontare a Walburga quanto fosse
entusiasta del libro sulle buone maniere che le aveva regalato, Sirius aveva
iniziato a chiamarla Walburghina e, insieme a Robert, inscenavano delle
imitazioni delle due Walburghe che discutevano in modo grottesco su come
apparecchiare, poi scoppiavano a ridere di lei che rimaneva male ogni volta per
quelle prese in giro. Si sentiva umiliata, una sciocca mocciosa che si
interessava a cose prive di importanza, a quella che Sirius e Robert definivano
l’apparente bellezza che nascondeva l’orrore di casa Black.
Robert
condivideva le stesse idee di Sirius sulla guerra e per questo aveva deciso di
diventare Guaritore, come volevano mamma e papà, per rimanere lontano dagli
schieramenti e salvare quante più vite possibili a prescindere dallo stato di
sangue. Era una scelta politica, la sua, e Alexandra sentiva che lei e suo
fratello si stavano allontanando, proprio come si erano allontanati Sirius e
Regulus.
Dopo che
Sirius si allontanò fu difficile tornare a baciarsi con la stessa serenità. Lui
distruggeva sempre ogni cosa, proprio come Robert.
Si era
stretta a Regulus, decisa a non pensare alle prese in giro di Sirius e a
dimostrare a sé stessa e a Regulus che lei non era affatto come Walburga né che
era una mocciosa. Insomma, stava per compiere quindici anni! Aveva preso per
mano Regulus e lo stava conducendo verso i sotterranei, dove c’erano le aule
abbandonate che usavano per pomiciare con Barty.
“Cos’hai
in mente?” gli domandava Regulus incredulo.
“Dimostrarti
che la mia sottana non è come quella di tua mamma!”
“Alex,
non dare peso a Sirius. Non voglio che la nostra prima volta sia influenzata da
lui,” le disse fermandola. Alexandra si avvicinò a Regulus e posò la sua testa
sul petto sentendo le carezze di lui sulla testa. Lo amava terribilmente e non
si era mai sentita così confusa.
“Non
voglio più essere una mocciosa.”
“Non lo
sei, Alex, non lo sei mai stata. Non ai miei occhi,” le diceva sollevandole il
mento per guardarla negli occhi. “Tu non hai idea di quanto tu sia divertente,
premurosa, gentile e meravigliosa. Io sono fortunato ad essere il tuo fidanzato
e voglio che la nostra prima volta sia perfetta.”
“Con te
lo sarà di sicuro. Io sono pronta.”
“Sicura?”
Alexandra
annuì convinta. Non ne poteva più di carezze e sfioramenti che la lasciavano
tremante e scombussolata, con la curiosità di sapere come sarebbe stato
spingersi oltre. Nei dormitori sentiva i racconti di Eloise Rosier su Jago
Mulciber e quelli di Margareth McNair su Desmond Avery, e persino la sua
compagna di dormitorio Lizzie aveva iniziato ad uscire con Ezra Travers e
sembrava che avessero superato quel confine.
Era
sicura che Barty stesse aspettando che lei e Regulus compissero quel passo e
non era nemmeno certa che Regulus e Barty non l’avessero già fatto tra loro.
Aveva paura di essere tagliata fuori perché considerata da tutti una stupida
mocciosa, proprio come aveva detto Sirius. Una bambolina che andava bene per
l’ora del tè ma che rischiava di rompersi o sporcarsi in altre circostanze.
Invece, lei sapeva di essere molto di più.
Regulus
la osservava incredulo mentre in quella stanza dimenticata si stava togliendo
il maglione dell’uniforme. Teneva lo sguardo fisso su di lui mentre si
spogliava e sorrideva. Era rimasta con la camicia della divisa scolastica sopra
la lingerie e si era avvicinata a Regulus e gli aveva sfilato il maglione
mentre lui infilava le mani ad accarezzarle la schiena e scendere a sfiorarle i
fianchi.
“Sei
bellissima, Alex,” gli disse sottovoce. Le mani di lui si posarono sul seno, Alexandra
sentì le dita che si intrufolavano sotto il reggiseno e le stringevano i
capezzoli. Un brivido le scese lungo la schiena e qualcosa si mosse nel basso
ventre, lì tra le gambe che sentiva sempre più deboli, mentre le mani di
Regulus salivano verso il collo e lasciavano scivolare la camicia lungo le
braccia. I movimenti di Regulus erano fluidi e le sembrò di impazzire quando le
accarezzò la schiena e si soffermò a slacciarle il reggiseno.
Si chinò
su di lei a succhiarle un capezzolo, mentre continuava a stimolare l’altro con
le mani. Alexandra sentiva i capelli di Regulus che le solleticavano il petto e
il suo odore di bagnoschiuma e borotalco. Chiuse gli occhi e strinse la testa
di lui contro il suo petto. La mano di Regulus lasciò il suo seno e scivolò
accarezzandole il fianco fino a insinuare un dito sotto l’elastico dei suoi
slip. Finì di spogliarla e la fece sdraiare sulla coperta che aveva evocato.
Allargò un ginocchio e scese a baciarle l’interno coscia mentre continuavano a
guardarsi e Alexandra continuava a sospirare. Era decisamente meglio dei baci
che aveva ricevuto fino a quel momento. Aveva perso la cognizione di cosa stava
accadendo tra le sue gambe e temeva di essere in disordine.
Regulus
la sfiorò lì con il naso e Alexandra sentì una scossa sconvolgerle il corpo.
“Alex
sei così invitante,” le disse prima di posarle un bacio e poi sentì la lingua
di lui muoversi tra le sue gambe strappandole gemiti di piacere. Le veniva da
piangere per quanto fossero belle quelle sensazioni così nuove. Le mani di
Regulus, la sua bocca, il respiro di lui e il modo in cui la guardava ogni
tanto sollevandosi da lì sotto.
Tornò a
baciarla sentendo il suo odore e lui che le sussurrava quanto fosse delizioso
stare lì sotto, che aveva appena trovato il suo dessert preferito.
“Sei
sicura?” le domandò prima di entrare in lei. Alexandra annuì, sconvolta dal
piacere e immaginando che ne avrebbe provato di altro, ancora più intenso. “La
prima volta sarà strano, potrebbe farti male,” le disse, “Avvisami. Cercherò di
fare piano,” le disse prima di fare un incantesimo contraccettivo ed entrare in
lei.
Regulus
aveva ragione. Era strano sentirlo muoversi dentro di lei, ma lui era
bellissimo. Si sorridevano e continuavano a guardarsi e Alexandra pensava che
avrebbe voluto vederlo per tutta la vita.
“Cosa
c’è?” le domandò sottovoce.
“Sei
bellissimo.”
“Anche
tu lo sei.” Regulus aumentò l’intensità degli affondi “Dimmi se ti faccio
male”, Alexandra scosse la testa, perché sembrava che il suo corpo si fosse
abituato alla presenza di Regulus dentro di lei. Amava sentire le mani di lui
su di lei e vederlo muoversi e affondare in lei. Sentì anche quando raggiunse
il culmine del piacere e si lasciò andare.
Rimasero
abbracciati per un po’ e poi ricominciarono ad accarezzarsi e baciarsi e fecero
di nuovo l’amore e quella volta Alexandra riuscì a sentire piacere mentre
Regulus si muoveva sopra di lei e le sembrò la sensazione più bella che avesse
mai provato.
Dopo
cena andò a letto, troppo scombussolata dalle emozioni accumulate durante la
giornata. Fu solo dopo, quando finalmente si ritrovarono insieme a Barty che Alexandra
scoprì quanto potesse essere intenso il piacere nel fare l’amore.
****
Regulus
non poteva essere più felice. Da quando era stato ufficializzato il suo
fidanzamento con Alexandra si sentiva rinato. Adorava stringerla a sé e persino
uscire insieme a lei per Hogsmeade e infilarsi da Scrivenshaft a fare incetta
di Piume e pergamene era diventata un’esperienza romantica.
Era
stato preso in giro fino allo sfinimento da Barty perché aveva chiesto ad Alexandra
di andare da Madama Pie’ di Burro per San Valentino, ma Regulus era convinto
che ogni tanto occorreva far vedere che lui e Alexandra facevano anche le
tipiche attività da fidanzati.
L’aveva
persino baciata davanti l’intera Serpeverde dopo la vittoria contro Corvonero
ed era stato meraviglioso. In quel momento si era sentito invincibile: era uno
studente modello, Capitano della squadra di Quidditch ed era fidanzato
ufficialmente con la ragazza di cui era innamorato da sempre. Non gli sembrava
vero di poter essere tanto felice.
C’era
solo una cosa che iniziava a fargli paura ed era il giuramento che aveva fatto
quando tutto il mondo sembrava crollare e lui voleva solo dimostrare il suo
valore. Adesso, però, vedeva i suoi amici finire ad Azkaban o cadere sul campo
di battaglia e il solo pensiero di essere separato da Alexandra era in grado di
mozzargli il respiro e farlo tremare di terrore. Barty continuava a proclamare
la sua fiducia nell’Oscuro Signore e fare pressioni affinché venisse ammesso
nella cerchia dei fedelissimi. Regulus non era certo di poter confidare i suoi
dubbi a Barty e temeva che su quel punto si sarebbe potuta verificare una
rottura tra loro.
L’estate
arrivò in fretta e con essa la richiesta dell’Oscuro Signore di avere Kreacher
in prestito. Era stato un onore che, tuttavia, aveva sollevato un sacco di
dubbi, soprattutto perché l’Oscuro Signore non aveva voluto coinvolgerlo nella
missione. Aveva usato il suo elfo domestico e glielo aveva restituito moribondo
e tremante. Regulus aveva avuto paura e si era fatto raccontare da Kreacher
cosa volesse da lui l’Oscuro Signore.
Era
stato complicato costringere l’elfo a dirgli per filo e per segno quanto
accaduto e Regulus era rimasto sconvolto. Poco dopo, Alexandra si era
presentata a Grimmauld Place per prendere il tè con Walburga e salutare Regulus
e lui non era stato in grado di nasconderle le sue preoccupazioni.
“Cosa ti
è successo?” gli domandò non appena l’aveva visto. Aveva l’aria preoccupata e
Regulus si disse che avrebbe dovuto tranquillizzarla per non metterla in
agitazione. Non poteva condividere quelle informazioni con nessuno.
“Una
missione per l’Oscuro Signore,” rispose vagamente.
“Ho
avuto un sogno pieno di presagi di sventura. Trovarti in questo stato mi
terrorizza.”
Barty li
aveva presi in giro, ma Regulus si fidava delle abilità di Alexandra in
Divinazione, era convinto che il suo Occhio Interiore fosse inaspettatamente
lucido e affidabile. Sapere che Alexandra aveva avuto un sogno con presagi di
sventura lo aveva turbato ancora di più. Non poteva mentirle quando lei sentiva
quello a cui lui stava andando incontro. Le prese le mani tremando, chiuse la
porta della sua stanza ed evocò un Muffliato per essere certo di non essere
ascoltato da nessuno.
“Prometti
che resterà tra di noi quello che ti sto per dire? Nemmeno Barty può saperlo.”
“Te lo
prometto.” Gli occhi marroni di Alexandra lo guardavano attenti e pieni di
preoccupazione.
“Credo che
l’Oscuro Signore abbia profanato con la magia oscura un medaglione antico.
Voglio capire cosa ha fatto.” Alexandra venne scossa da un brivido e Regulus la
sentì tremare tra le sue mani. “Cosa succede?”
“Quando
hai nominato questo medaglione antico ho avuto un brutto presentimento. Stai
attento.”
“Ho un
sospetto e se fosse vero…”
“Oh,
Regulus, non fare imprudenze, lo sai cosa succede ai traditori. Hai sentito
Bellatrix?” La voce di Alexandra tremava al ricordo dei racconti di Bellatrix.
Lui aveva visto le Cruciatus lanciate dalla cugina, aveva sentito la sua
risata, visto il Marchio Nero lanciato in aria da Rabastan, mentre Rodolphus
tentava di riportare l’ordine e scagliava l’Anatema che Uccide sulla povera
vittima. Se il racconto aveva terrorizzato Alexandra, il ricordo non aveva
fatto dormire Regulus per diverse notti. Ancora adesso continuava a sentire le
urla delle vittime e i loro volti deformati dal dolore quando chiudeva gli
occhi.
“Alex,
ho partecipato a delle spedizioni punitive. So cosa succede.” Vide la
preoccupazione crescere nello sguardo di Alexandra. “Come posso vivere sapendo
cosa fa? E se lui non fosse affatto interessato alla causa dei Purosangue? E se
fosse solo interessato al potere e a instaurare un regime di terrore?”
“Tu
sapevi cosa faceva da prima di entrare nella sua cerchia più ristretta,
Regulus, sapevi che da quel giuramento non si sarebbe potuti tornare indietro.”
“Devo
riscattarmi da questo errore.”
“Non
puoi rimanere come ti preferisco io?” gli domandò tra le lacrime. Regulus
sbatté le palpebre incredulo: “Come sarebbe?” Alexandra avrebbe voluto che lui
rimanesse un Mangiamorte? Era diventata così forte la sua adesione alle idee
dell’Oscuro Signore? E dire che era sempre stata la più tiepida di loro tre.
“Vivo, Reg, ti preferisco vivo. Non posso immaginare di
vivere senza di te. Tu pensi che il più grande mago oscuro vivente non abbia
preso precauzioni? Che non abbia profanato chissà quanti medaglioni?” Alexandra
venne scossa da un altro brivido mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Si
strinse a lui e la voce lo supplicava: “Ti prego, Regulus, non commettere
imprudenze. Promettimi che farai attenzione e che lascerai perdere questa
storia. Pensa a quanto abbiamo dovuto aspettare per essere così felici, insieme.”
“Non pensi
che potrei aiutare chiunque deciderà di sconfiggere l’Oscuro Signore?”
Sentì le
mani di Alexandra accarezzargli il viso, mentre con gli occhi umidi di lacrime
lei lo implorava: “Rimani vivo e lo aiuterai quando comparirà. Parlane con il
professor Silente, lui saprà consigliarti. Resta con me fino ad allora. Ti
sosterrò in ogni tua scelta, sarò sempre al tuo fianco, anche a costo della
vita, ma ti prego, non mi lasciare adesso.”
“Lo sai
che c’è una guerra fuori?”
Alexandra
annuì. “Pensi che non sia terrorizzata al pensiero dei due anni in cui sarò ad
Hogwarts e tu sarai qua fuori? Avevo pensato di rinunciare a prendere i
M.A.G.O. per rimanerti vicina.”
Regulus
rimase sconvolto da quella confessione. Scosse la testa e le disse: “No, è
fuori discussione. Tu devi completare la tua educazione magica. Andrai a
lavorare al Ministero della Magia e diventerai un importante consigliere del
Wizengamot o Ministro della Magia. Salazar solo sa se avremo bisogno di essere
influenti.”
Si chinò
a baciarla, mentre le asciugava le lacrime. Come poteva lasciarla da sola? Come
aveva potuto pensare di separarsi da lei? Alex aveva ragione, avrebbe potuto parlare
con Albus Silente, l’unica persona che l’Oscuro Signore temesse e collaborare
con la resistenza una volta che fosse comparso qualcuno in grado di affrontarlo.
Forse avrebbe potuto prendere contatti con Sirius. Non aveva senso sacrificare
tutta la sua felicità adesso. Forse, senza la sua Alex, l’avrebbe fatto.
Walburga
aprì la porta e li trovò in piedi, abbracciati, il viso di Alexandra tra le
mani di Regulus, mentre lui la baciava.
“Non è
appropriato che stiate con la porta chiusa,” si limitò a dire. Un tempo avrebbe
urlato, anche quello era un passo avanti. “Alexandra sembra sconvolta, cosa è
successo?”
“Un
piccolo crollo di nervi,” disse Alexandra mentre si ricomponeva velocemente.
“Ti
faccio preparare una tazza di tè, non è il caso che qualcuno ti veda in queste
condizioni,” le disse portandola via. Regulus rimase nella stanza ad osservare
il modo in cui sua madre portava via Alex e le sembrò quasi amorevole.