The Pink Age

di LadyPalma
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#sussurro

 



La regina credeva sinceramente di avere il controllo, che avrebbe davvero raggiunto l'ordine che richiedeva nel suo motto. Un traditore continuava a sussurrare nella sua corte, ma erano voci che preferiva non udire, ed era facile quando altri fatti sembravano urlare promesse di vittoria. Le nozze con Lord Moody, l’alleanza informale con la regina Andromeda, la sconfitta del primo tentativo di insurrezione dell’Esercito di Silente: non poteva – o meglio, non voleva – immaginare che tutti quei punti di riferimento sarebbero crollati ad uno ad uno secondo il meccanismo di un gioco che doveva ancora essere inventato.
E a mettere in moto il meccanismo, alla fine, non fu altro che un sussurro.
“Vostra Maestà, la regina Andromeda ha tentato la fuga questa mattina”*. Sir Arthur glielo disse a bassa voce, quasi per non disturbare la gioia del banchetto e dell’allegra melodia suonata da maestro Vitious. “Non temete, l’abbiamo rintracciata prima che potesse superare il confine di Londra, ma purtroppo non abbiamo trovato prove dei suoi aiutanti. Eccetto uno, e lo abbiamo arrestato”.
 


Che avesse dovuto scegliere meglio i suoi medici di corte era la prima, più ovvia, conclusione a cui Dolores era giunta mentre entrava nella cella dove era stato prontamente rinchiuso Slughorn. Linea dura e pena di morte esemplare dopo un processo farsa: questa era la condotta che aveva suggerito Alastor, ma lei aveva preferito, ancora, guardare in faccia i suoi potenziali nemici. Del resto, Piton era stato una nullità, un ebreo di cui diffidare per la sua stessa essenza; Slughorn era, invece, un puro inglese, perfino lontanamente imparentato con la nobiltà minore, che aveva prestato giuramento alla riforma religiosa di suo padre e che si era ritirato per lungo tempo in un’anonima cittadina del Norfolk finché lei non lo aveva mandato a chiamare. Aveva supportato la nascente Chiesa anglicana per convenienza, sicuramente, ma non c’era stato mai modo di supporre che fosse in realtà un alleato del papa.
“Vostra maestà, ve ne prego” esordì il dottore, gettandosi in ginocchio con tutta la sua mole. “Le mie azioni sono state fraintese. Il mio aiuto alla regina di Scozia non è stato un tradimento verso di voi, credevo che… sì, credevo che voi aveste dato l’approvazione! Non avrei mai agito contro un ordine di Vostra Maestà…”
Dolores lo fissò senza nascondere il divertimento. Si era aspettata le suppliche e le vuote giustificazioni, ma i tentativi di fingersi ignorante andavano decisamente oltre ogni previsione.
“Guardie! Fatemi uscire, qui ho finito!” strillò in tono imperioso, muovendosi verso la porta della cella.
Fu a quel punto che il corso degli eventi mutò definitivamente di segno. E questo grazie, ancora una volta, a un sussurro.
“Aspettate, io… Sono in possesso di alcune informazioni… Posso dirvi chi è la spia!”
Dolores tornò a voltarsi, di scatto, e non si prese neanche il tempo di considerare la proposta.
“Parlate, lurido traditore!” esclamò con il tono stridulo riservato ai momenti di maggiore furia – e forse paura.
“Se vi dirò il nome, voi mi libererete?”
La regina gli lanciò un’occhiata sprezzante, mentre si costrinse ad annuire e a promettere. Un ometto patetico, questo era, però anche intelligente e forse utile.
“Bene, allora vi dirò che avete vigilato poco fin da quando avete preso la corona. Avreste dovuto informarvi meglio sul passato dei vostri più fidati collaboratori, per esempio”. Slughorn fece una pausa, era lui a sorridere adesso. “Conoscevo bene Lord Moody, il precedente intendo, ho iniziato come suo medico privato e conoscevo i suoi due figli. Il minore era un cavaliere eccellente, aveva una mente sveglia e calcolatrice, una favella affascinante e uno spirito antipapale che presto avrebbe potuto anche condurlo a diventare il capo delle guardie reali. Il minore dei fratelli Moody era quello che sarebbe potuto essere adesso il vostro braccio destro, ma il suo nome non era Alastor… Vostra Maestà, il suo nome era Barty”.
 






 
*Maria Stuart tentò varie volte la fuga dall'Inghilterra, mi sembrava un ottimo pretesto per l'arresto che segue.

NDA: Ebbene sì, il traditore a corte è proprio Alastor, che pur mantenendo il suo nome ha assunto l’identità di suo fratello Barty (sostituzione al contrario rispetto al canon, insomma ahah). I dettagli della sostituzione, su cosa è successo ai due fratelli, sul perché Alastor non ha dovuto neanche cambiare nome, e sul perché nessuno (a parte l’opportunista Horace) se n’è accorto verranno spiegati nel prossimo capitolo.
Per il momento vi basterà sapere che il disordine dopo la morte di re Orford (Enrico VIII) con il cambiamento dei membri della guardia reale – nel secondo capitolo viene detto infatti che Alastor era uno dei pochi rimasti al servizio della nuova regina – e le alterazioni fisiche di Alastor hanno avuto il loro peso. Ne consegue comunque che, se Barty era il cavaliere fedele alla Corona, è invece Alastor il prete cattolico creduto morto via mare nel capitolo cinque.
Sarei davvero molto curiosa di conoscere le vostre opinioni sul plot twsit e magari anche le supposizioni su cosa accadrà a partire da adesso. Ci vediamo domani!

 




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